una lettera....affascinante
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Buongiorno a tutti.
nella prossima asta Filsam verrà battuta una lettera che mi ha colpito molto per la sua particolarità e per la inusuale affrancatura.
Si tratta di una lettera Italia-pontificio sotto affrancata per 17 cent.
Il mittente voleva instradarla per la via di Mare, ma la lettera prosegui' per la via di terra, con viaggio sul treno.
Come ben sapete, non essendoci convenzioni tra i due paesi, le lettere con affrancatura insufficiente restavano in giacenza e non venivano inoltrate, questo per ovvi motivi di cassa, non potendo in alcun modo rientrare in possesso della somma mancante.
In questo caso trovo ancora piu' incredibile il fatto che l'addetto postale se ne sia accorto, ed abbia apposto i timbri "insuffciente", prima di inoltrarla. A quale proposito?
Mi sono note lettere rimaste in giacenza per poi essere inoltrate ad avvenuto completamento della francatura e lettere inoltrate sotto affrancate per errore o svista (a parte il caso del gennaio '63). Ma mai un caso come questo, in cui l'addetto postale, si accorge dell'affrancatura irregolare, la segnala col bollo sul fronte e poi la inoltra comunque.
All'arrivo venne regolamermente tassata per 6 bajocchi. D'altrone allo Stato Pontificio poco interessava come fosse giunta, l'importante era riscuotere la prorpia competenza alla consegna a destino.
Il perito in questo caso, constata la genuinità della lettera e la bizzarra affrancatura.
Vi vengono in mente ipotesi sullo strano instradamento di questa particolare lettera, oltre magari all'ipotesi che in un primo momento fosse stata stoppata, e poi per errore (o malizia) finita nel sacco delle lettere in partenza?
G.P.
nella prossima asta Filsam verrà battuta una lettera che mi ha colpito molto per la sua particolarità e per la inusuale affrancatura.
Si tratta di una lettera Italia-pontificio sotto affrancata per 17 cent.
Il mittente voleva instradarla per la via di Mare, ma la lettera prosegui' per la via di terra, con viaggio sul treno.
Come ben sapete, non essendoci convenzioni tra i due paesi, le lettere con affrancatura insufficiente restavano in giacenza e non venivano inoltrate, questo per ovvi motivi di cassa, non potendo in alcun modo rientrare in possesso della somma mancante.
In questo caso trovo ancora piu' incredibile il fatto che l'addetto postale se ne sia accorto, ed abbia apposto i timbri "insuffciente", prima di inoltrarla. A quale proposito?
Mi sono note lettere rimaste in giacenza per poi essere inoltrate ad avvenuto completamento della francatura e lettere inoltrate sotto affrancate per errore o svista (a parte il caso del gennaio '63). Ma mai un caso come questo, in cui l'addetto postale, si accorge dell'affrancatura irregolare, la segnala col bollo sul fronte e poi la inoltra comunque.
All'arrivo venne regolamermente tassata per 6 bajocchi. D'altrone allo Stato Pontificio poco interessava come fosse giunta, l'importante era riscuotere la prorpia competenza alla consegna a destino.
Il perito in questo caso, constata la genuinità della lettera e la bizzarra affrancatura.
Vi vengono in mente ipotesi sullo strano instradamento di questa particolare lettera, oltre magari all'ipotesi che in un primo momento fosse stata stoppata, e poi per errore (o malizia) finita nel sacco delle lettere in partenza?
G.P.
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Re: una lettera....affascinante


Bella lettera davvero.
Molto strano che sia stata timbrata come INSUFFICIENTE e poi, invece, regolarmente inoltrata.
Sicuramente l'ufficio postale avrà contattato il mittente e in qualche modo avranno raggiunto un accordo in modo non propriamente conforme al regolamento

Aurelio
"Habere non haberi"
-----------------
Colleziono Regno sino al 1900 e studio il 15 cent tipo Sardegna del 1863; raccolgo storia postale di Manduria e Taranto sino al 1899; mi intrigano gli uffici postali Estero e il segnatasse n.1; mi affascina la IV di Sardegna.
"Habere non haberi"
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- filippo_2005
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Re: una lettera....affascinante
Sicuramente la mia è una ipotesi completamente fantasiosa perchè Bottacchi ha avuto la lettera in mano e la avrà esaminata attentamente, ma vorrei evidenziare che sotto IVI di Civitavecchia c'è una parte di timbro. Inoltre in quella zona (ma probabilmente è una mia suggestione!!!!) la carta della lettera pare un pochino più consumata.I 17 centesimi hanno poco senso a mio avviso. Se la lettera fosse come dice Aurelio in un primo momento segnalata come insufficiente e poi "richiamata" a completamento della affrancatura con i 2 o tre francobolli mancanti (1x3 o 2+1) per arrivare a 20.....e questi 3 cent poi siano andati successivamente "persi" o "scollati" per qualche ragione? Però c'è anche da dire che uno dei 2 insufficiente colpisce I francobolli......quindi o venne apposto quando l'affrancatura era inferiore a 20....oppure tutto il mio castello cade 

filippo_2005
https://raccoltaasiregnoaldoefilippo.blogspot.com/ il blog della raccolta iniziata da mio padre e proseguita da me
colleziono antichi stati e regno su lettera, fino alla floreale compresa.
Mi interessano anche Timbri e Annulli di Russi fino al 1900.
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- Antonello Cerruti
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- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: una lettera....affascinante
Alle altre, aggiungo la mia ipotesi.
Ho visto altre lettere affrancate con 17 centesimi: tutte di provenienza editoriale o assicurativa e contenenti avvisi di carattere amministrativo (scadenze di abbonamento, ecc.).
Erano dapprima affrancate con 2 centesimi (tariffa per le stampe). Essendo state ritenute sotto affrancate (perchè lettere con diciture aggiuntive e non avvisi a stampa), sarebbero occorsi altri 13 centesimi per raggiungere il 15 effettivamente necessari.
Comporre però tale nuovo importo avrebbe richiesto diversi francobolli e tempo e quindi, per comodità, venne invece aggiunto un solo francobollo da 15 centesimi.
La tariffa di 17 cent. (irregolare perchè in eccesso di 2 centesimi) è tanto rara da aver destato l'attenzione di qualche falsario: mostro due lettere in cui tale importo venne raggiunto fraudolentemente - aggiungendo i 2 centesimi - solo per frodare i collezionisti, in momenti di esaltazione per la storia postale e le tariffe particolari.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Ho visto altre lettere affrancate con 17 centesimi: tutte di provenienza editoriale o assicurativa e contenenti avvisi di carattere amministrativo (scadenze di abbonamento, ecc.).
Erano dapprima affrancate con 2 centesimi (tariffa per le stampe). Essendo state ritenute sotto affrancate (perchè lettere con diciture aggiuntive e non avvisi a stampa), sarebbero occorsi altri 13 centesimi per raggiungere il 15 effettivamente necessari.
Comporre però tale nuovo importo avrebbe richiesto diversi francobolli e tempo e quindi, per comodità, venne invece aggiunto un solo francobollo da 15 centesimi.
La tariffa di 17 cent. (irregolare perchè in eccesso di 2 centesimi) è tanto rara da aver destato l'attenzione di qualche falsario: mostro due lettere in cui tale importo venne raggiunto fraudolentemente - aggiungendo i 2 centesimi - solo per frodare i collezionisti, in momenti di esaltazione per la storia postale e le tariffe particolari.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Re: una lettera....affascinante
Antonello, per questa ipotesi mi sarei aspettato pero' di trovare i due esemplari da 1 cent in alto, anche se non e' un elemento determinante.
Quello che invece resterebbe determinante e' che, anche ipotizzando una prima affrancatura per circolare da 2 cent e successiva integrazione di ulteriori 15 cent, essendo comunque ancora sotto affrancata, la lettera non avrebbe dovuto lasciare l'ufficio postale di partenza. Anzi, proprio perche' richiamato ad integrare la tariffa, ci dovremmo aspettare la somma giusta o al massimo in sovra-affrancatura.
A mio avviso, se diamo per buona la perfetta integrità della lettera, occorre per forza di cose, ipotizzare l'errore o la malizia dell'impiegato postale.
G.P.
Quello che invece resterebbe determinante e' che, anche ipotizzando una prima affrancatura per circolare da 2 cent e successiva integrazione di ulteriori 15 cent, essendo comunque ancora sotto affrancata, la lettera non avrebbe dovuto lasciare l'ufficio postale di partenza. Anzi, proprio perche' richiamato ad integrare la tariffa, ci dovremmo aspettare la somma giusta o al massimo in sovra-affrancatura.
A mio avviso, se diamo per buona la perfetta integrità della lettera, occorre per forza di cose, ipotizzare l'errore o la malizia dell'impiegato postale.
G.P.
- Antonello Cerruti
- Messaggi: 6997
- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: una lettera....affascinante
Io mi riferivo soprattutto alla tariffa da 17 centesimi, non a questa lettera in particolare.
Quando entrano in gioco le tariffe, i percorsi non rispettati, i possibili errori del postino, le variabili, ecc., io mi arrendo.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Quando entrano in gioco le tariffe, i percorsi non rispettati, i possibili errori del postino, le variabili, ecc., io mi arrendo.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Re: una lettera....affascinante
Scusate, forse dico una bestialità ma mi sembra che all'epoca non vi fossero accordi tra Regno d'Italia e Stato Pontificio e ci si limitasse allo scambio dei dispacci "alla frontiera". Di conseguenza potrebbe proprio trattarsi di una lettera viaggiata per mare fino a Civitavecchia (dove arrivavano tutti i postali, sia italiani che francesi) e affrancata correttamente per 15 centesimi fino al confine. La tassazione di 6 centesimi (o bajocchi, stando al certificato) potrebbe poi coprire l'inoltro al destinatario? Tutto questo a meno che al verso non via siano effettivamente annulli a certificare il viaggio per ferrovia fino a Firenze o di inoltro a Civitavecchia. Tra l'altro perchè inviare a Firenze quando all'epoca da Livorno partiva un'altra strada ferrata che arrivava fin quasi a Civitavecchia? Ammesso che quanto sopra sia almeno in parte utile alla discussione penso che la cosa più probabile che possa essere accaduta è che la lettera abbia subito lo stesso "trattamento di bellezza" indicato da Antonello, ma all'incontrario, aggiungendo cioè la coppia da un centesimo e un lineare "insufficiente" (quello più in basso) che mi sembra di fattezza diversa oltre che con inchiostratura più grassa.


Giampaolo
Collezionista di buone intenzioni oltre a francobolli del Regno d'italia, Uffici all'estero e Colonie.
"Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti". - Paolo Conte, in Boogie
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Re: una lettera....affascinante
Grazie Giampaolo per il tuo intervento.Giampaolo ha scritto: 22 agosto 2024, 19:12 Scusate, forse dico una bestialità ma mi sembra che all'epoca non vi fossero accordi tra Regno d'Italia e Stato Pontificio e ci si limitasse allo scambio dei dispacci "alla frontiera". Di conseguenza potrebbe proprio trattarsi di una lettera viaggiata per mare fino a Civitavecchia (dove arrivavano tutti i postali, sia italiani che francesi) e affrancata correttamente per 15 centesimi fino al confine. La tassazione di 6 centesimi (o bajocchi, stando al certificato) potrebbe poi coprire l'inoltro al destinatario? Tutto questo a meno che al verso non via siano effettivamente annulli a certificare il viaggio per ferrovia fino a Firenze o di inoltro a Civitavecchia. Tra l'altro perchè inviare a Firenze quando all'epoca da Livorno partiva un'altra strada ferrata che arrivava fin quasi a Civitavecchia? Ammesso che quanto sopra sia almeno in parte utile alla discussione penso che la cosa più probabile che possa essere accaduta è che la lettera abbia subito lo stesso "trattamento di bellezza" indicato da Antonello, ma all'incontrario, aggiungendo cioè la coppia da un centesimo e un lineare "insufficiente" (quello più in basso) che mi sembra di fattezza diversa oltre che con inchiostratura più grassa.
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In realtà non vi erano vapori postali italiani che facessero scalo a Civitavecchia, proprio a causa dell' acerrima discordia tra i due paesi.
Per la via di mare occorreva servirsi dei piroscafi postali Francesi o dei bastimenti di commercio.
Ed e' proprio a causa di ciò che troviamo diverse tariffe interessanti per Civitavecchia, a secondo se il Comandante considerasse il porto come Italiano, come estero (giustamente) o addirittura se rifiutasse di percepire il compenso per il servizio.
La tassa di 6 bajocchi conferma quanto scritto nel certificato, oltre al fatto che saranno presenti al verso i bolli di transito sul treno.
Fosse stata affrancata per l'inoltro Via di Mare, sarebbero comunque occorsi 20 centesimi (tariffa base per lettere verso il pontificio) + il compenso per il comandante, ma date le evidenti circostanze e' da escludere.

Re: una lettera....affascinante
Ciao e grazie per le precisazioni.
Ero convinto che Civitavecchia facesse "dogana" con l'Italia per le lettere inviate via mare come lo era Orte per gli invii via terra, se non ricordo male anche qua.
Sempre premettendo che potrei scrivere castronerie sesquipedali
la domanda che mi sorge ora spontanea è questa: se la cifra 6 si riferisce alla tassazione in bajocchi, come dice il certificato, questa allora fu apposta all'arrivo nello Stato Pontificio per far pagare l'inoltro al destinatario (dal 2°al 3° raggio?) Con che tariffa sia stata affrancata in partenza la lettera, difficile da stabilire con certezza ora, forse non ci riguarda, perchè questa doveva essere corrisposta dal mittente solo fino alla frontiera, visto che non vi erano convenzioni tra i due stati. E sarebbe stata in entrambi i casi corretta: 15 cent. per la lettera semplice e 2 cent per le stampe. Trovo infatti singolare che l'impiegato italiano si sia preoccupato anche del tornaconto delle Poste Pontificie, o no?
Se questo tipo di ragionamento può essere valido per me è ancora possibile che o il 15 centesimi o la coppia da 1 cent. siano stati aggiunti in un secondo tempo.
Per ultima cosa: ho ingrandito per bene la lettera nella parte indicata per primo da Filippo: in effetti si nota la parte di un annullo a fianco della coppia da 1 cent. in corrispondenza della firma di Bottacchi: un particolare che valuterei per bene prima di decidere per un eventuale offerta.

Ero convinto che Civitavecchia facesse "dogana" con l'Italia per le lettere inviate via mare come lo era Orte per gli invii via terra, se non ricordo male anche qua.

Sempre premettendo che potrei scrivere castronerie sesquipedali



Per ultima cosa: ho ingrandito per bene la lettera nella parte indicata per primo da Filippo: in effetti si nota la parte di un annullo a fianco della coppia da 1 cent. in corrispondenza della firma di Bottacchi: un particolare che valuterei per bene prima di decidere per un eventuale offerta.

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Giampaolo
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Re: una lettera....affascinante
Il problema o meglio la cosa curiosa e' proprio il fatto che per il pontificio e la sua "frontiera" non servivano 15 ma 20 cent.Giampaolo ha scritto: 23 agosto 2024, 15:10 Ciao e grazie per le precisazioni.![]()
Ero convinto che Civitavecchia facesse "dogana" con l'Italia per le lettere inviate via mare come lo era Orte per gli invii via terra, se non ricordo male anche qua.![]()
Sempre premettendo che potrei scrivere castronerie sesquipedalila domanda che mi sorge ora spontanea è questa: se la cifra 6 si riferisce alla tassazione in bajocchi, come dice il certificato, questa allora fu apposta all'arrivo nello Stato Pontificio per far pagare l'inoltro al destinatario (dal 2°al 3° raggio?) Con che tariffa sia stata affrancata in partenza la lettera, difficile da stabilire con certezza ora, forse non ci riguarda, perchè questa doveva essere corrisposta dal mittente solo fino alla frontiera, visto che non vi erano convenzioni tra i due stati. E sarebbe stata in entrambi i casi corretta: 15 cent. per la lettera semplice e 2 cent per le stampe. Trovo infatti singolare che l'impiegato italiano si sia preoccupato anche del tornaconto delle Poste Pontificie, o no?
Se questo tipo di ragionamento può essere valido per me è ancora possibile che o il 15 centesimi o la coppia da 1 cent. siano stati aggiunti in un secondo tempo.
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Per ultima cosa: ho ingrandito per bene la lettera nella parte indicata per primo da Filippo: in effetti si nota la parte di un annullo a fianco della coppia da 1 cent. in corrispondenza della firma di Bottacchi: un particolare che valuterei per bene prima di decidere per un eventuale offerta.![]()
2024-08-23_150029.jpg
Senza quella somma, non avrebbe proprio dovuto lasciare l'ufficio postale di partenza ma restare in giacenza.
Sia che ci fossero stati 15 cent che 17...
Difficilissimo anche ipotizzare che con 15 cent fosse stata erroneamente ritenuta soddisfatta l'affrancatura fino a confine. Dopo l'episodio e la "pezza a colore" del mese di Gennaio, tutti gli impiegati erano molto attenti e sapevano bene come comportarsi per evitare rischi di pesanti sanzioni. Per di piu' fu evidenziato dai bolli insufficiente.
il "6" si riferisce appunto alla cifra in bajocchi da riscuotere a carico del destinatario, per le lettere provenienti via di terra dalla Toscana e, piu' in generale, dall''italia Settentrionale
Il segno parziale di un bollo puo' ovviamente essere qualsiasi cosa, anche se mi pare improbabile che il perito non lo abbia analizzato e cercato tracce di ulteriore affrancatura andata poi persa. Ovviamente e' un ipotesi articolata ma che non si può escludere a priori.
Per quel che riguarda la possibilità di offrire in asta la vedo dura; a mio avviso ha un prezzo di partenza troppo elevato. Ovviamente questo e' un misero pensiero personale, magari andrà a ruba.
Per me resta comunque una lettera curiosa che mi offre la possibilità di discutere con gli amici qui sul forum. Niente piu

Re: una lettera....affascinante
Dopo l'episodio e la "pezza a colore" del mese di Gennaio, tutti gli impiegati erano molto attenti e sapevano bene come comportarsi per evitare rischi di pesanti sanzioni.
Scusa Gianluca ma a quale episodio ti riferisci? A parte il cambio di tariffa per la lettera semplice non mi viene altro in mente...
Scusa Gianluca ma a quale episodio ti riferisci? A parte il cambio di tariffa per la lettera semplice non mi viene altro in mente...

Giampaolo
Collezionista di buone intenzioni oltre a francobolli del Regno d'italia, Uffici all'estero e Colonie.
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Re: una lettera....affascinante
Visti i margini del Litografico potremmo pensare che in realtà siamo di fronte ad un'affrancatura frazionaria dove il francobollo venne contato per 6/5 (cioè 18 centesimi) arrivando così ai fatidici 20 centesimi.
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Ok, stavo scherzando.
E' chiaro che qualunque cosa sia successa il problema sta dalle parte italiana: per le poste pontificie che la lettera avesse su 17, 20 o qualsiasi altro importo in francobolli non faceva alcuna differenza: per loro i francobolli italiani non erano validi, la lettera ea non franca e la tassarono secondo l'antica tariffazione delle lettere provenienti dal Granducato di Toscana.
Bisogna capire cosa successe in Italia.
Due sono le faccende su cui bisogna ragionare e fare congetture.
La prima è l'instradamento contrario alle indicazioni: sulla lettera vi è un'indicazione di inoltro per via di mare (cosa naturale tra Livorno e Civitavecchia) ma, prendendo sicuramente per buono quanto afferma Bottacchi, venne inoltrata via di terra.
La seconda è la presenza del timbro INSUFFICIENTE in cartella, che sembrerebbe escludere l'ipotesi (la più ovvia, date le circostanze) che la lettera sia stata inoltrata nonostante il difetto di francatura per un errore materiale da parte degli ufficiali postali toscani.
Una cosa che mi piacerebbe capire, e forse qualcuno specializzato in storia postale toscana può aiutare, è se quell' INSUFFICIENTE in cartella sia un timbro accessorio in uso a Livorno o a Firenze.
Nel caso in cui il timbro fosse stato apposto in transito perché solo a Firenze un impiegato si accorse dell'affrancatura incongrua si può ipotizzare che detto impiegato timbrò la lettera spinto da zelo e che poi riflettè che la cosa o avrebbe comportato qualche scocciatura di carattere burocratico per lui oppure sarebbe potuta sembrare uno sgarbo verso il collega livornese che aveva comunque inoltrato la lettera e decise in seconda istanza che non valeva la pena per una differenza di appena 3 centesimi. Cancellare a tratti di penna il timbro non serviva a nulla: prima di tutto avrebbe potuto dare ancora di più nell'occhio e poi, come detto, a Roma o a Civitavecchia nessuno si sarebbe curato delle indicazioni italiane.
Se il timbro fosse stato apposto a Livorno si può ipotizzare o che l'impiegato inoltrò comunque la lettera per una sorta di riguardo verso il mittente, oppure che, richiamato all'ufficio, il mittente stesso regolò la differenza senza che di ciò restasse traccia sulla lettera (cosa anche questa certamente non regolare).
Resta anche l'ipotesi che effettivamente la lettera fosse stata affrancata per 20 centesimi e che i 3 centesimi restanti siano andati perduti. Però un'affrancatura di 3 centesimi richiedeva almeno 2 francobolli ed è difficile pensare che Bottacchi non se ne sia accorto e la presenza di quel breve arco di cerchio può essere spiegata in molti altri modi fortuiti.
Naturalmente queste sono spiegazioni che non spiegano alcunché, se non altro perché, come direbbe un critico cinematografico, restano colossali buchi nella trama.
La mia esperienza suggerisce che cercare spiegazioni totalmente razionali per lettere che sfuggono così platealmente alle regole postali è spesso un esercizio velleitario. Per citare Mark Twain "La realtà può essere più strana della fantasia, perché la fantasia ha l'obbligo di attenersi al verosimile, ma la verità no".
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Ok, stavo scherzando.
E' chiaro che qualunque cosa sia successa il problema sta dalle parte italiana: per le poste pontificie che la lettera avesse su 17, 20 o qualsiasi altro importo in francobolli non faceva alcuna differenza: per loro i francobolli italiani non erano validi, la lettera ea non franca e la tassarono secondo l'antica tariffazione delle lettere provenienti dal Granducato di Toscana.
Bisogna capire cosa successe in Italia.
Due sono le faccende su cui bisogna ragionare e fare congetture.
La prima è l'instradamento contrario alle indicazioni: sulla lettera vi è un'indicazione di inoltro per via di mare (cosa naturale tra Livorno e Civitavecchia) ma, prendendo sicuramente per buono quanto afferma Bottacchi, venne inoltrata via di terra.
La seconda è la presenza del timbro INSUFFICIENTE in cartella, che sembrerebbe escludere l'ipotesi (la più ovvia, date le circostanze) che la lettera sia stata inoltrata nonostante il difetto di francatura per un errore materiale da parte degli ufficiali postali toscani.
Una cosa che mi piacerebbe capire, e forse qualcuno specializzato in storia postale toscana può aiutare, è se quell' INSUFFICIENTE in cartella sia un timbro accessorio in uso a Livorno o a Firenze.
Nel caso in cui il timbro fosse stato apposto in transito perché solo a Firenze un impiegato si accorse dell'affrancatura incongrua si può ipotizzare che detto impiegato timbrò la lettera spinto da zelo e che poi riflettè che la cosa o avrebbe comportato qualche scocciatura di carattere burocratico per lui oppure sarebbe potuta sembrare uno sgarbo verso il collega livornese che aveva comunque inoltrato la lettera e decise in seconda istanza che non valeva la pena per una differenza di appena 3 centesimi. Cancellare a tratti di penna il timbro non serviva a nulla: prima di tutto avrebbe potuto dare ancora di più nell'occhio e poi, come detto, a Roma o a Civitavecchia nessuno si sarebbe curato delle indicazioni italiane.
Se il timbro fosse stato apposto a Livorno si può ipotizzare o che l'impiegato inoltrò comunque la lettera per una sorta di riguardo verso il mittente, oppure che, richiamato all'ufficio, il mittente stesso regolò la differenza senza che di ciò restasse traccia sulla lettera (cosa anche questa certamente non regolare).
Resta anche l'ipotesi che effettivamente la lettera fosse stata affrancata per 20 centesimi e che i 3 centesimi restanti siano andati perduti. Però un'affrancatura di 3 centesimi richiedeva almeno 2 francobolli ed è difficile pensare che Bottacchi non se ne sia accorto e la presenza di quel breve arco di cerchio può essere spiegata in molti altri modi fortuiti.
Naturalmente queste sono spiegazioni che non spiegano alcunché, se non altro perché, come direbbe un critico cinematografico, restano colossali buchi nella trama.
La mia esperienza suggerisce che cercare spiegazioni totalmente razionali per lettere che sfuggono così platealmente alle regole postali è spesso un esercizio velleitario. Per citare Mark Twain "La realtà può essere più strana della fantasia, perché la fantasia ha l'obbligo di attenersi al verosimile, ma la verità no".
Andrea
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Sono interessato alla Storia Postale e ai Classici di tutto il mondo.
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Re: una lettera....affascinante
Faccio anche un'altra considerazione collaterale.
Non so in questo momento quale sia la base d'asta di questa busta, ma è un discorso da cui vorrei prescindere
Da collezionista espositore in storia postale devo dire che è una busta che non so se mi sentirei molto a mio agio ad avere in collezione. Semplicemente perché mi sentirei alquanto in imbarazzo a trovarne una descrizione sensata e so che i giurati non apprezzano molto descrizioni in cui "si tira un po' ad indovinare" o si spacciano come fatti ipotesi che sono alquanto discutibili.
D'altra parte per un collezionista di filatelia tradizionale, che non ha il dovere di dare spiegazioni coerenti della genesi postale dei documenti che mostra, si tratta senza dubbio di un oggetto raro ed interessante.
Non so in questo momento quale sia la base d'asta di questa busta, ma è un discorso da cui vorrei prescindere
Da collezionista espositore in storia postale devo dire che è una busta che non so se mi sentirei molto a mio agio ad avere in collezione. Semplicemente perché mi sentirei alquanto in imbarazzo a trovarne una descrizione sensata e so che i giurati non apprezzano molto descrizioni in cui "si tira un po' ad indovinare" o si spacciano come fatti ipotesi che sono alquanto discutibili.
D'altra parte per un collezionista di filatelia tradizionale, che non ha il dovere di dare spiegazioni coerenti della genesi postale dei documenti che mostra, si tratta senza dubbio di un oggetto raro ed interessante.
Andrea
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Re: una lettera....affascinante
Buondi' Giampaolo,Giampaolo ha scritto: 24 agosto 2024, 17:48 Dopo l'episodio e la "pezza a colore" del mese di Gennaio, tutti gli impiegati erano molto attenti e sapevano bene come comportarsi per evitare rischi di pesanti sanzioni.
Scusa Gianluca ma a quale episodio ti riferisci? A parte il cambio di tariffa per la lettera semplice non mi viene altro in mente...![]()
nel mese di Gennaio del 63, ci fu il caso, cosi detto, del "malinteso".
Con l'applicazione della riforma postale la tariffa base per lettere semplici passò da 20 cent a 15 (per i territori che non godevano, ovviamente, di tariffa agevolata).
Guarda caso anche la tariffa per l'inoltro delle lettere verso il confine pontificio era di 20 Cent.
Diverse persone e anche qualche impiegato, erroneamente o "malamente" pensarono che anche la tariffa verso il pontificio fosse stata ridotta a 15 ed affrancò le lettere in partenza per quella somma.
Alcuni impiegati le inoltrarono (anche loro in confusione) altri, correttamene, le bloccarono.
Il fenomeno fu talmente diffuso che l'accumulo di lettere in giacenza negli uffici, costrinse l'amministrazione ad intervenire.
Con l'art. 205 nel bullettino postale n.12, sottolineò i comportamenti da adottare per sensibilizzare il pubblico alla corretta affrancatura, ma soprattutto, concesse in in deroga ed in via del tutto eccezionale, per tutto il mese di gennaio, l'inoltro delle lettere sotto-affrancate per 15 cent.
Difatti si venne a creare una rara tariffa "temporanea" di 15 cent per il pontificio.
Ovviamente questo pasticcio restò impresso negli impiegati e direttori postali, che da quel momento in poi sapevano benissimo come comportarsi.

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Re: una lettera....affascinante
Buondi' Andrea,Andrea61 ha scritto: 24 agosto 2024, 22:01 Visti i margini del Litografico potremmo pensare che in realtà siamo di fronte ad un'affrancatura frazionaria dove il francobollo venne contato per 6/5 (cioè 18 centesimi) arrivando così ai fatidici 20 centesimi.
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Ok, stavo scherzando.
E' chiaro che qualunque cosa sia successa il problema sta dalle parte italiana: per le poste pontificie che la lettera avesse su 17, 20 o qualsiasi altro importo in francobolli non faceva alcuna differenza: per loro i francobolli italiani non erano validi, la lettera ea non franca e la tassarono secondo l'antica tariffazione delle lettere provenienti dal Granducato di Toscana.
Bisogna capire cosa successe in Italia.
Due sono le faccende su cui bisogna ragionare e fare congetture.
La prima è l'instradamento contrario alle indicazioni: sulla lettera vi è un'indicazione di inoltro per via di mare (cosa naturale tra Livorno e Civitavecchia) ma, prendendo sicuramente per buono quanto afferma Bottacchi, venne inoltrata via di terra.
La seconda è la presenza del timbro INSUFFICIENTE in cartella, che sembrerebbe escludere l'ipotesi (la più ovvia, date le circostanze) che la lettera sia stata inoltrata nonostante il difetto di francatura per un errore materiale da parte degli ufficiali postali toscani.
Una cosa che mi piacerebbe capire, e forse qualcuno specializzato in storia postale toscana può aiutare, è se quell' INSUFFICIENTE in cartella sia un timbro accessorio in uso a Livorno o a Firenze.
Nel caso in cui il timbro fosse stato apposto in transito perché solo a Firenze un impiegato si accorse dell'affrancatura incongrua si può ipotizzare che detto impiegato timbrò la lettera spinto da zelo e che poi riflettè che la cosa o avrebbe comportato qualche scocciatura di carattere burocratico per lui oppure sarebbe potuta sembrare uno sgarbo verso il collega livornese che aveva comunque inoltrato la lettera e decise in seconda istanza che non valeva la pena per una differenza di appena 3 centesimi. Cancellare a tratti di penna il timbro non serviva a nulla: prima di tutto avrebbe potuto dare ancora di più nell'occhio e poi, come detto, a Roma o a Civitavecchia nessuno si sarebbe curato delle indicazioni italiane.
Se il timbro fosse stato apposto a Livorno si può ipotizzare o che l'impiegato inoltrò comunque la lettera per una sorta di riguardo verso il mittente, oppure che, richiamato all'ufficio, il mittente stesso regolò la differenza senza che di ciò restasse traccia sulla lettera (cosa anche questa certamente non regolare).
Resta anche l'ipotesi che effettivamente la lettera fosse stata affrancata per 20 centesimi e che i 3 centesimi restanti siano andati perduti. Però un'affrancatura di 3 centesimi richiedeva almeno 2 francobolli ed è difficile pensare che Bottacchi non se ne sia accorto e la presenza di quel breve arco di cerchio può essere spiegata in molti altri modi fortuiti.
Naturalmente queste sono spiegazioni che non spiegano alcunché, se non altro perché, come direbbe un critico cinematografico, restano colossali buchi nella trama.
La mia esperienza suggerisce che cercare spiegazioni totalmente razionali per lettere che sfuggono così platealmente alle regole postali è spesso un esercizio velleitario. Per citare Mark Twain "La realtà può essere più strana della fantasia, perché la fantasia ha l'obbligo di attenersi al verosimile, ma la verità no".
che la lettera abbia proseguito via terra e' fuori dubbio anche senza guardare il verso. Fosse stata inoltrata via di mare, allo sbarco sarebbe stata tassata 7 anziche' 6, oltre al bollo "Civitavecchia dalla via di mare".
Per il bollo "insufficiente", concordo con te e sarebbe davvero interessante capire in quale ufficio lo avessero in dotazione.
Probabilmente la tua ipotesi e' corretta.
L'impiegato di Firenze si trovò a maneggiare una lettera che non sarebbe dovuta partire ma a quel punto anzichè detenerla nel suo ufficio di transito (dove nessuno avrebbe potuto presentarsi per un reclamo ed eventualmente integrare la somma), decise di segnalare l'errore del collega (che carogna!..) apponendo il bollo insufficiente e fece proseguire il viaggio.
Una specie di lavaggio di colpe... della serie "io non centro nulla, la colpa e dell'altro, ma ormai.."
...colleghi di un certo tipo

Re: una lettera....affascinante
Grazie Gianluca per il chiarimento. La tariffa "stampe" allora era comunque di 2 centesimi per il Pontificio? Giusto per chiarirmi il quadro tariffario. 

Giampaolo
Collezionista di buone intenzioni oltre a francobolli del Regno d'italia, Uffici all'estero e Colonie.
"Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti". - Paolo Conte, in Boogie
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Re: una lettera....affascinante
Si, confermo 2 centesimi.Giampaolo ha scritto: 26 agosto 2024, 11:38 Grazie Gianluca per il chiarimento. La tariffa "stampe" allora era comunque di 2 centesimi per il Pontificio? Giusto per chiarirmi il quadro tariffario.![]()

Re: una lettera....affascinante
Grazie di nuovo. 

Giampaolo
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Re: una lettera....affascinante
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- cav_matraire
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Re: una lettera....affascinante
Ciao a tutti
Qualcuno ha mai visto il 15 c tipo Sardegna isolato per il pontificio nn tassato?
Grazie
Qualcuno ha mai visto il 15 c tipo Sardegna isolato per il pontificio nn tassato?
Grazie

Aniello Veneri
anielloveneri@libero.it
Storia postale Democratica-Italia al lavoro-Michelangiolesca-Servizi
Specializzazioni in particolare 100 l. democratica
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