"... sei esemplari, più o meno difettosi [sic!], riparati ridipingendo parti del disegno, soprattutto sui margini".
Ma cosa significa, esattamente, questa frase? Come lo devo immaginare l'oggetto, prima del restauro? Quanto c'è di genuino, e quanto di artefatto, in questo documento?
Osservate, tra l'altro, lo slittamento nella descrizione, a distanza di oltre mezzo secolo, quando il pezzo viene offerto da Bolaffi.
Tutta la faccenda, ora, si risolve in un semplice "colour slightly [sic!] restored".

Questo pezzo, oggi, appartiene alla collezione del dottor Piccirillo (a proposito: date un occhio al sito delle sue collezioni, merita davvero) che ragiona esattamente come Imperato (e non a caso questa cover affrancata per 2 grana con otto "Croci" è da lì che proviene: dalle collezioni Imperato) e che come Imperato ha iniziato a mietere medaglie d'oro ovunque esponga (io mi sono già organizzato con pop corn, coca cola e patatine per vedere chi la spunterà tra lui e il dott. Melone, a Boston 2026).
Sono scelte, per carità, e ognuno sceglie come vuole, con l'impegno a rimanere coerente con sé stesso. Io - per mio gusto e sensibilità - preferirò sempre un documento "sincero" (= quel che vedi è quel che è) come quello postato da Fradem61, che non un frontespizio con otto croci, di cui "sei più o meno difettose riparate ridipingendo parti del disegno, soprattutto sui margini", di cui nessuno sa dare una esatta qualificazione del restauro.