Napoli1860 ha scritto: 1 gennaio 2025, 10:44
Diciamola bene, però. La qualità non è un reale parametro di giudizio, in sede espositiva. E' presente solo sul piano nominalistico ("condition", mi sembra che sia l'espressione tecnica, che, se non erro, non è neanche una categoria a sé, ma accoppiata a "rarity").
Sono due voci separate che nelle esposizioni internazionali sono accorpate. In totale contano per il 30% della valutazione.
Della qualità - a voi giurati - non importa nulla, e "l'ovvia raccomandazione che materiale comune dovrebbe essere presentato nelle migliori condizioni possibili", forse tanto ovvia non è. Altrimenti non tollerereste - e congederete con disonore - situazioni tipo questa.
Non capisco come l'esempio portato possa confutare l'affermazione, che è veramente ovvia.
Non mi sembra che una Trinacria, seppur sciolta, possa considerarsi "materiale comune" e se uno lo pensa forse ha una visione un tantino elitaria della filatelia.
Bisogna che sia chiara una cosa: i giurati sono essi stessi principalmente collezionisti esperti che mettono le loro conoscenze a disposizione della comunità, e (sembra un dettaglio poco elegante, ma è importante) gratuitamente. Non si può chiedere ai giurati di fare quello che, nella stragrande maggioranza dei casi, non è il loro mestiere, cioè il perito. Tanto più quando i giurati devono esaminare migliaia di fogli da collezione in un paio di giorni al più.
Per questa ragione si chiede ai collezionisti espositori che dei pezzi certificati in loro possesso sia reso disponibile il certificato. I giurati hanno il diritto di chiedere che il quadro sia smontato e di esaminare sia il pezzo che il certificato. Vedo che la Trinacria portata ad esempio è certificata: che dice il certificato?
Che i giurati effettivamente controllino i pezzi esposti ed i loro certificati non succede spesso, ma succede. Nel caso di collezioni di Storia Postale un esame accurato ravvicinato spesso non è neanche necessario: un caso eclatante mi capitò qualche tempo fa dove in un'importante collezione era presente un 3 Lire di Sardegna isolato diretto in Francia (per un'apparente affrancatura di 6 porti) che però era chiaramente una costruzione fasulla per elementari ragioni storico-postali che però erano ignote sia al falsario, sia, cosa ancor più grave, al collezionista. Nelle esposizioni internazionali è sempre presente extra-giuria un perito a cui la giuria si può rivolgere per casi dubbi. Ricordo che all'esposizione a Liberec nel 2022 dove divenni giurato internazionale il ruolo era ricoperto da Giacomo Bottacchi che ebbe da esaminare diversi pezzi segnalati dalla giuria.
Ma in fondo che importa se quel pezzo è riparato, quell'altro è ridipinto, quell'altro ancora è più o meno difettoso. L'importante è mettere su una piccola bottega degli orrori con
Andrea61 ha scritto: 31 dicembre 2024, 15:46
la sua costruzione complessiva, la sua coerenza interna, l'attinenza del materiale presentato al tema scelto, la completezza ed il bilanciamento fra le varie sezioni.
e a posto così.
Parafrasando il mio Re: "Ne' Ascoli, queste esposizioni fetono nu poco de curtiello".
E qui si ritorna a quello che è la concezione della filatelia e del senso del collezionare, che evidentemente e per fortuna variano da persona a persona.
Per quanto riguarda il "tuo" re (io vivo felicemente in una Repubblica e gli unici re a cui riconosco autorità e prestigio sono quelli degli scacchi) oltre a quello di usare i sottotitoli gli consiglio anche di alzare le sue regali chiappe e di provare una volta a farlo lui, il giurato ad un'esposizione filatelica. Poi magari certi pregiudizi passano.