Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

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Napoli1860
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Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

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https://aldiquadelfaro.blogspot.com/



Pagine scelte

Indice della collezione: https://aldiquadelfaro.blogspot.com/2023/11/prova1.html

Il collezionista: https://aldiquadelfaro.blogspot.com/2023/11/prova3.html

Intorno ai semiofori: https://aldiquadelfaro.blogspot.com/202 ... ofori.html

5 grana invece di 8: https://aldiquadelfaro.blogspot.com/202 ... vizio.html

Tra l'acqua salata e l'acqua santa: https://aldiquadelfaro.blogspot.com/202 ... santa.html



Pagina mancante

https://aldiquadelfaro.blogspot.com/202 ... n-sia.html

Questa pagina non è presente in collezione, ma la si è voluta inserire ugualmente, per esigenze di completezza narrativa.

Ovunque tu sia, ti sto aspettando, e ti aspetterò sempre.
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Napoli1860
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Napoli1860 »

Ovunque voi siate, è chiaro che vi trovate nel posto sbagliato. Perché la vostra libertà sta tutta e solo nel trovarvi, da qualche parte, tra le pagine di "Al di qua del Faro".
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Antonello Cerruti
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Antonello Cerruti »

Quando la filatelia si racconta come un bel romanzo ed i pezzi esposti un magnifico museo.
Complimenti e cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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filippo_2005
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da filippo_2005 »

Veramente Complimenti! Anche io nel mio piccolo ho sistemato la mia raccolta in un blog - vedi firma - (ma questo serve soprattutto a me per accedervi in maniera comoda e organizzata.....diciamo che è ad uso privato quasi!) . Invece qui c'è un impiego di tempo ed energie (oltre che di abilità!!) che ha portato ad un bellissimo risultato finale a livello anche narrativo/espositivo/divulgativo. Mi sembra di riconoscere lo stesso stile del blog "tesoridicarta" che seguo con molto interesse Ciao:
filippo_2005
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Napoli1860
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

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filippo_2005 ha scritto: 26 novembre 2024, 14:05 ... Anche io nel mio piccolo ho sistemato la mia raccolta in un blog - vedi firma - (ma questo serve soprattutto a me per accedervi in maniera comoda e organizzata.....diciamo che è ad uso privato quasi!) ...
Avevo passato in rassegna velocemente, un paio di volte, la pagina che accoglie l'intera collezione.

Oggi, invece, mi sono voluto prendere il mio tempo, tutto il tempo che serviva, per capire bene ogni singolo oggetto, attraverso le accurate descrizioni che ne hai offerto, e - con piacere - ho visto che talvolta si allargano alla provenienza dei documenti, ai loro contenuti (come nel giornale con le notizie sulla seconda guerra di indipendenza) e sin anche ad aspetti intimi e familiari (la lettera di Toscana permutata con Mondolfo). Si impara tanto, divertendosi pure.

Ma di là dei singoli apprezzamenti, mi premeva restituirti la sensazione che trasmette il lento scorrere della pagina, la sensazione - citando Saverio Imperato - di essere di fronte alla "mente di un 'costruttore', non di un dissipatore", che è cosa rara, ed è esattamente ciò che serve a una collezione.

Perché i collezionisti - alla fine - questo sono: costruttori, anzi, meglio, muratori, e suggerisco di scorrere questa bella pagina...

https://raccoltaasiregnoaldoefilippo.bl ... pezzi.html

... con questa musica di sottofondo...

https://www.youtube.com/watch?v=JR9Jnk4c_PQ

E pietra bacia pietra e pœ matun sura matun
Traccio le mie rune cul mazzott e cul picon
Verranno giganti del ghiaccio e demoni del fuoco
Ma qui c'è il tuo riparo che crеsce poco a poco
Di fuori vedi il cemеnto, ma dentro è tutto cuore
E chi non lo capisce non ha fatto il muratore
Architetti venuti da Asgard, el geometra de Purlezza
E come una dea vichinga avrai anche tu la tua fortezza
Avrai il tuo bel portico e un ponte arcobaleno
Nove porte per nove mondi e non uno di meno
Di fuori vedi il cemento, ma dentro ci ho messo il cuore
Parola del mitico Thor, professione muratore
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filippo_2005
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da filippo_2005 »

Ho ascoltato il pezzo di Van de Sfroos e devo dire che la canzone si adatta proprio al concetto che hai espresso.

Io ho fondamentalmente proseguito la raccolta di mio babbo che era un forumista dai primi tempi del forum e purtroppo è scomparso "giovane" (a 58 anni). Quindi cerco di metterci impegno e cerco di "omaggiarlo" in qualche modo. Per dire ......magari non vado a trovarlo al cimitero spesso.......ma qui ci metto il massimo impegno e so per certo a quale delle due cose lui darebbe più importanza :-)) :-))

Tornando a Van de Sfroos .....conosco pochissimo questo cantautore (il dialetto per me è sempre stato un pochino ostico), lo ricordo a Sanremo con un pezzo molto allegro parecchi anni fa e lo ricordo citato da Elio e le Storie Tese nel brano "Complesso del Primo Maggio" :-)) ....proverò a recuperare qualcosa! Ti rinnovo i complimenti e continuerò a seguire il blog! Ciao:
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Napoli1860
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

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filippo_2005 ha scritto: 6 dicembre 2024, 9:30 Io ho fondamentalmente proseguito la raccolta di mio babbo che era un forumista dai primi tempi del forum e purtroppo è scomparso "giovane" (a 58 anni). Quindi cerco di metterci impegno e cerco di "omaggiarlo" in qualche modo. Per dire ...... magari non vado a trovarlo al cimitero spesso.......ma qui ci metto il massimo impegno e so per certo a quale delle due cose lui darebbe più importanza :-)) :-))
Buonasera Filippo,
volevo informati che mi sono "appropriato" di questo stralcio di un tuo pezzo
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che ritrovi qui, nel passaggio che preannuncia l'Armistizio di Villafranca:

https://tesoridicarta.blogspot.com/2020 ... denza.html

Come didascalia ho messo la seguente (con link alla pagina del tuo blog).

* La prospettiva austriaca, a una settimana dall'Armistizio di Villafranca, come rappresentata nel "BOLLETTINO DELLA GUERRA", nel Giornale "GAZZETTA DI VERONA", del 4 luglio 1859. Collezione di Aldo e Filippo Sartoni. *

Lasciami dire - infine - che le parole spese per il tuo papà sono di una poesia ineguagliabile...

Un caro saluto.
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filippo_2005
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da filippo_2005 »

Hai fatto benissimo, grazie! Se posso essere utile per le tue ricerche non esitare a contattarmi. Anche io (credo sia una passione che condividiamo perchè vedo moltissimi riferimenti nei tuoi post) sono un appassionato "lettore" e "consultatore" delle vecchie aste e delle vecchie collezioni di cui sto cercando di creare una bella raccolta sul mio pc.
filippo_2005
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Napoli1860
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Napoli1860 »

I miei francobolli – per me – sono tutti straordinariamente vivi: sono la materializzazione di luoghi ed eventi, lo specchio delle speranze, dei sogni, dei dolori e delle gioie dei personaggi che li hanno animati.

E alcuni di loro – alcuni dei miei francobolli – hanno un potere evocativo straordinario.

Questa è una delle pagine che amo di più…

https://aldiquadelfaro.blogspot.com/202 ... aesta.html

… perché – parafrasando Mario Praz – questa lettera passata per la Reggia napoletana sembra come prolungarne magicamente l'estensione, sicché quel mondo fantastico in cui io non penetro che con la fantasia finisce per essere non meno reale del mondo contemporaneo. È come se aprissi una porta segreta, nella camera dove vivo, e m'inoltrassi in un palazzo abbandonato, quasi in una mia seconda casa dagli ombrosi lacunari che non echeggiano più di voci umane.

In allegato ne trovate una versione sintetica, che spero possa essere accolta in qualche rivista.
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Napoli1860
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

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Io - bisogna dirlo - non sono bravo come Aurelio :OOO: ... ma ognuno fa quel che può...

https://www.ilpostalista.it/sicilia/sicilia_073.htm
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aurelio
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da aurelio »

Ciao: Ciao:
piacevole lettura!
Complimenti :clap: :clap:
Aurelio
"Habere non haberi"
-----------------
Colleziono Regno sino al 1900 e studio il 15 cent tipo Sardegna del 1863; raccolgo storia postale di Manduria e Taranto sino al 1899; mi intrigano gli uffici postali Estero e il segnatasse n.1; mi affascina la IV di Sardegna.
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

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Voltagabbana.

Questa parola sembra caratterizzarci – caratterizzare noi italiani – molto più che “pizza”, “mafia” e “mandolino”.

Voltagabbana: “chi cambia opinione e idee con gran facilità e leggerezza, per opportunismo, per tornaconto personale”, secondo la definizione della Treccani.

Siamo dei voltagabbana, tutti, in blocco, indistintamente: dallo scenografico Gabriele D’Annunzio, col suo “vado verso la vita”, esclamato muovendo verso i banchi parlamentari della Sinistra, fino a Antonio Razzi e Domenico Scilipoti, a lungo indicati come esempi per antonomasia del malcostume, passando per l’indimenticabile Mastella, che accusato di esser una bandieruola, aveva gioco sin troppo facile a risponde che sì, lui, era una bandiera, ma la bandiera è per sua natura ferma, e a cambiare era il vento, vale a dire tutti gli altri che gli stavano attorno.

Bruno Vespa c’ha titolato un suo libro – Italiani voltagabbana – con cui un popolo (gli italiani) diventa un tutt’uno col concetto (voltagabbana) giacché il fenomeno è “una costante della storia nazionale, dal Risorgimento alla prima guerra mondiale, dall’8 settembre ai giorni nostri”.

Davide Lajolo - “affascinato dalla propaganda mistica della rivoluzione fascista in contrapposizione ad un certo conformismo borghese”, così leggiamo su Wikipedia – aveva aderito al movimento di Mussolini e partecipato come tenente dell’esercito italiano alla guerra civile spagnola. Ma nel 1943, dopo la caduta del regime, eccolo fronteggiare una profonda crisi politica e culturale, che lo trasforma nel partigiano “Ulisse”. E vent’anni dopo si butterà in avanti per non cascare indietro: scriverà un libro – Il voltagabbana – in cui accomuna la sua esperienza a quelli di altri giovani della sua generazione.

La saggista Pialuisa Bianco ha pensato bene di nobilitare il concetto, di farne una categoria logica, col suo Elogio del voltagabbana: origine e storia di un tabù, trovando la sponda di Claudio Sabelli Fioretti, in Voltagabbana: manuale per galleggiare come un sughero, con quell’immagine – il tappo di sugero galleggiante – capace di sintetizzare il concetto con rara efficacia.

Roba da far apparire mortalmente noioso il Voltagabbana. I politicanti sbruffoni che hanno cambiato l'Italia. In peggio dell’attore e scrittore Saverio Tommasi.

E si potrebbe proseguire all’infinito, ma…

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… ma “se siamo fatti in un certo modo” – ci ricorda Indro Montanelli – “è perché il Risorgimento ci fece in un certo modo”.

Legittima o bastarda, l’Italia d’oggi è la figlia di quella del Risorgimento, ed è quindi in questo periodo che ne vanno cercati i caratteri e le malformazioni. Se siamo fatti in un certo modo è perché il Risorgimento si fece in un certo modo”, per citare il passo completo.

Siamo fatti così, perché il Risorgimento c’ha fatto così.

E siamo fatti così perché, giriamocela come ci pare, raccontiamocela come ci aggrada, ma – doloroso a dirsi – siamo tutti figli di Don Liborio Romano: “in un solo corpo, due anime” – con le parole di un’immaginifica Regina Maria Sofia – “una reazionaria e una progressista, una fascista e una anarchica, una massimalista e una riformista, una che si confessa e una che bestemmia, una che va alla messa di mezzogiorno e l'altra che frequenta le riunioni massoniche di mezzanotte, una fedele e una che tradisce”.

https://aldiquadelfaro.blogspot.com/202 ... uollo.html
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mene60
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

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Certo, non tutti gli italiani sono così opportunisti: c'è chi è rimasto fedele a un'idea fino alla morte e chi ha cambiato idea in buona fede, però... per la maggior parte il dubbio e a volte la certezza che si siano mossi solo per il proprio tornaconto restano. Alla fine, tutto sommato aveva ragione il grande Leo Longanesi quando diceva che la bandiera italiana avrebbe dovuto essere una bandiera bianca con la scritta "Tengo famiglia".
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

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mene60 ha scritto: 18 febbraio 2025, 14:22 Certo, non tutti gli italiani sono così opportunisti: c'è chi è rimasto fedele a un'idea fino alla morte
E questi, caro Maurilio, sono per l'appunto "i vinti del Risorgimento" (e non solo).
mene60 ha scritto: 18 febbraio 2025, 14:22 e chi ha cambiato idea in buona fede
e qui il discorso si fa scivolosissimo, sino a non far più presa sulle capacità umane, perché, insomma, la buona fede la si può solo presumere, ma mai dimostrare...
mene60 ha scritto: 18 febbraio 2025, 14:22 aveva ragione il grande Leo Longanesi quando diceva che la bandiera italiana avrebbe dovuto essere una bandiera bianca con la scritta "Tengo famiglia".
Sintesi mirabile di tutta la faccenda, direi :-))

Comunque, da un ulteriore mio approfondimento su questa meraviglia di personaggio che è Don Liborio Romano, ho scoperto che non solo - nella fase più convulsa - trovò modo di reggere contemporaneamente il gioco a Re Francesco, a Cavour e a Garibaldi, ma persino in tempo di pace - quando le cose si erano ormai normalizzate da tempo - stimò opportuno transitare dalla Destra alla Sinistra, forse per completare il curriculum, per non farsi mancare nulla. Una meraviglia di italiano, insomma! :fest:
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mene60
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

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Evidentemente teneva famiglia. E vista l'epoca, doveva anche essere numerosa!
Buona domenica.

Maurilio
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

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Ciao: a tutti, a riprova di quanto affermato da Giuseppe Inserisco questo link che riproduce uno sceneggiato che grazie a Rai educational abbiamo modo di vedere come si barcamenava Don Liborio con i capi paranza in auge in quel periodo, chiedendo loro di assicurare l'ordine per l'entrata di Garibaldi.
Cordialmente Giuseppe
Accadde oggi 7 settembre 1860 Facebook identità meriduinale Rai educational
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

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Questo è il link

https://www.facebook.com/watch/?v=1954937301447329

L'Italia è nata seduta al tavolo con la camorra (a Napoli) e con la proto-mafia (in Sicilia); e da qual tavolo non si è mai alzata.

Noi dobbiamo condannare senza appello mafiosi e camorristi, ma dobbiamo anche capire che loro, dal loro punto di vista, si sentono una "parte costitutiva" - è il caso di dirlo - di questa nazione.

Se mai esistesse un'immaginifica "scuola d'istruzione pubblica per camorristi", si mostrerebbe questo appello di Don Liborio, in prossimità dell'arrivo di Garibaldi
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e si insegnerebbe - non senza ragioni - che, sì, è vero, il 7 settembre 1860 il popolo napoletano fu docile e s'inchinò. Ma non certo perché Garibaldi si era raccomandato se lo aspettava, bensì perché la Camorra lo aveva ordinato.
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gipos
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

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Grazie Giuseppe per aver inserito il link in modo corretto, io purtroppo col telefonino non ho potuto effettuare questa operazione, risulta interessante come la Rai allora abbia trasmesso questo filmato, siamo ben consapevoli che qualsiasi tipo di associazione sia essa mafia, camorra, ndrangheta ed altre siano da condannare ed allo stesso tempo da combattere con ogni mezzo; purtroppo loro hanno sempre saputo intessere rapporti con i potenti di ogni epoca, dobbiamo essere convinti ed avere quella fiducia in Uomini come Falcone, Borsellino, Livatino che hanno sacrificato la loro vita insieme alle giovani vite delle loro scorte.
Speriamo che vi siano nuovi Magistrati che sappiano seguire le loro orme e la loro sagacia investigativa, per fortuna a Napoli avete Gratteri.
Ciao:
Giuseppe
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mene60
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da mene60 »

Aggiungo che Garibaldi (che non era uno sciocco), avendo toccato con mano la realtà meridionale e capendo la grande differenza di tradizioni, società e usanze tra il nord e il sud dell'Italia, in una celebre seduta del parlamento criticò duramente l'approccio rigido del governo Cavour. Questo suscitò le ire dello stesso Cavour, che rispose bruscamente al generale. Evidentemente il conte (che non era sciocco neppure lui) era stato toccato in un punto dolente. Ricordo che nei mesi tra l'annessione e la sua malattia non trovò mai il tempo di recarsi al sud: e sì che il regno annesso per estensione era il maggiore degli stati preunitari, con città importanti come Napoli (allora la più popolosa d'Italia) e Palermo!
La trascuratezza, per usare un eufemismo, sua e dei suoi successori pesò, e come, sul futuro d'Italia.
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

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mene60 ha scritto: 7 marzo 2025, 17:45 Aggiungo che Garibaldi (che non era uno sciocco), avendo toccato con mano la realtà meridionale e capendo la grande differenza di tradizioni, società e usanze tra il nord e il sud dell'Italia, in una celebre seduta del parlamento criticò duramente l'approccio rigido del governo Cavour. Questo suscitò le ire dello stesso Cavour, che rispose bruscamente al generale.
Questa è la seduta del 18 aprile 1861, di fatto la prima ufficiale del Regno di Italia (ho controllato sui verbali originali dell'epoca: è una riproduzione estremamente accurata)

https://www.youtube.com/watch?v=2rEAu5QemI0&t=430s
mene60 ha scritto: 7 marzo 2025, 17:45nei mesi tra l'annessione e la sua malattia non trovò mai il tempo di recarsi al sud
Questa è gran parte della lettera di Cavour a Farini, del 9 novembre 1860.

Non posso allontanarmi da Torino finché la questione diplomatica non è sciolta. D’altronde la mia presenza in Napoli non sarebbe utile alla cosa pubblica. Voi dovete essere investito di tutto il prestigio del rappresentante unico del governo. Ve ne avrei tolto una parte senza esercitare nessuna azione benefica e diretta.

Finalmente, a parlar schietto, questa gita dispiaceva del pari al re e a me. Il re non mi ama, ed è di me geloso; mi sopporta ministro, ma è lieto quando non mi ha a fianco. La Rosa è a Napoli, il mio arrivo la irriterà e l’ira sua si verserà sul re.

Dal canto mio mentirei se vi dicessi avere dimenticato che il giorno in cui il re entrava nel Palazzo Pitti, esso, lungi dal rivolgermi una parola di ringraziamento, mi disse cose villane e dure che, dette da altri che da un re, ci avrebbero condotto sul terreno.

Come rappresentante del principio monarchico, come simbolo dell’Unità, sono pronto a sacrificare al re la vita, le sostanze, ogni cosa infine; come uomo desidero da lui un solo favore, il rimanermene il più lontano possibile.


Ma se questa gente, che l'Italia l'ha fatta, si detestava tal modo, perché mai noi italiani dovremmo volerci bene? :tri:
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