Splendori e miserie di un 50 grana
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
Desidero sinceramente ringraziare Francesco Melone per il suo intervento e per il materiale che ha voluto generosamente condividere su questo forum. Grazie sia per le informazioni e note di natura tecnica e storico-postale, utilissime per arricchire la mia conoscenza della materia, sia per la gentilezza, la disponibilità ed i modi garbati usati in questa condivisione -- come si dice, è il tono che fa la musica --, ed è stato un ascolto molto piacevole. Spero ci sarà modo di confrontarci ancora in altre occasioni.
Leggo poi il commento di Antonello che sembra non lasciar spazio ad equivoci sulla "natura" di questa affrancatura. Grazie anche per questo, la sincerità e la schiettezza sono fondamentali tra collezionisti e non solo. Non mi rimane quindi che andare ad "interrogare" di persona la lettera in questione, e vedere cosa vorrà rivelarmi.
Leggo poi il commento di Antonello che sembra non lasciar spazio ad equivoci sulla "natura" di questa affrancatura. Grazie anche per questo, la sincerità e la schiettezza sono fondamentali tra collezionisti e non solo. Non mi rimane quindi che andare ad "interrogare" di persona la lettera in questione, e vedere cosa vorrà rivelarmi.
Ultima modifica di Francesco Baino il 28 marzo 2025, 13:45, modificato 1 volta in totale.
- Antonello Cerruti
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
L'annullo non combacia e la tariffa non corrisponde (probabilmente al posto del 50 grana c'era un 5 grana).
Probabilmente era un'assicurata di peso limitato, anche perchè - date le ridotte dimensioni - non avrebbe potuto contenere molti fogli od oggetti di peso.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Probabilmente era un'assicurata di peso limitato, anche perchè - date le ridotte dimensioni - non avrebbe potuto contenere molti fogli od oggetti di peso.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
Con l'avanzare dell'età, ho fatto mio un protocollo di comportamento: evito per principio di discutere sulle premesse formulate da altri; le accetto integralmente, e mi limito - con logica deduttiva - a trarne le conseguenze.Antonello Cerruti ha scritto: 28 marzo 2025, 12:44 L'annullo non combacia e la tariffa non corrisponde (probabilmente al posto del 50 grana c'era un 5 grana).
Probabilmente era un'assicurata di peso limitato, anche perchè - date le ridotte dimensioni - non avrebbe potuto contenere molti fogli od oggetti di peso.
Per capirci, nel modo più semplice: se qualcuno mi dice che ha misurato base e altezza di un rettangolo, trovando l'una di 5 centimetri, e l'altra di 10 centimetri, io mi limito a dire: "quel che mi stai dicendo, in pratica, è che l'area è 50 centimetri quadri".
Con questa logica - e, credetemi, con la massima serenità, anche perché non c'è di cosa agitarsi - data la premessa citata, io ne deduco che:
- negli anni '60 del secolo scorso, la Robson Lowe pose all'asta un oggetto artefatto, senza dichiararlo come tale, verosimilmente fidandosi della "garanzia" offerta dalla firma semi-estesa di Alberto Diena;
- Giulio Bolaffi non fu in grado di riconoscere né la manomissione né l'anomalia della tariffa, e lo acquistò stimandone un valore intrinseco ben più alto del realizzo (come potete verificare tornando all'inizio del post);
- Giulio Bolaffi, dopo aver "garantito" l'oggetto con la sua firma, trasferì quell'acquisto nella collezione di uno dei suoi clienti più importanti (Ercole Lanfranchi, il Signor "Pedemonte") che, fidandosi evidentemente del suo fornitore, non si pose alcuna domanda;
- all'asta "Pedemonte" (anno 1991) diversi partecipanti non si accorsero della manomissione e delle incongruenze, tant'è che il lotto balzò da 10 milioni di vecchie lire a oltre 17 (commissioni incluse);
- non sappiamo chi si aggiudicò la lettera all'asta "Pedemonte", ma sappiamo che è poi finita nella collezione del Prof. Saverio Imperato, il quale, con tutta evidenza, non si è accorto neppure lui della manomissione e dell'incongruenza;
- numerosi e autorevoli periti filatelici si sono premurati, nel tempo, di firmare la lettera, facendo passare il messaggio che l'oggetto fosse assolutamente genuino;
- all'avvio delle aste Imperato da parte di Bolaffi (e siamo ai giorni nostri) si assiste al revival di ciò che accadde alla "Pedemonte" (1991): la lettera balza da 3.500 euro ad 8.000 euro al martelletto, a cui si deve aggiungere il 22% di commissioni, per un netto a pagare che sfiora i 10.000 euro: tutta gente che non si è accorta della manomissione e dell'incogruenza.
- la lettera torna ora in asta (tra un paio di giorni) col francobollo ossidato e la Bolaffi che - in linea con quanto precede - continua a presentarla come genuina.
Quindi, se la premessa è vera, allora non solo sono vere tutte le conclusioni elencate, ma - permettetemi di dire, in ossequio a un principio di stretta coerenza - smettiamola per sempre di rimpiangere "la filatelia di una volta", "i mercanti di una volta", "gli studiosi di una volta", "i collezionisti di una volta", "le case d'asta di una volta", "i periti di una volta", perché l'unica cosa bella "di una volta" - amici miei - era solo la nostra giovane età, quando eravamo tutti più buoni e belli, con più energie e più entusiasmo, che ci facevano apparire tutto magnifico, ma proprio tutto, persino simili atrocità...
Ultima modifica di Napoli1860 il 28 marzo 2025, 15:32, modificato 1 volta in totale.
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
Grazie sin d'ora, se vorrai rivelarci - in tutto o in parte - l'esito della tua interrogazione.Francesco Baino ha scritto: 28 marzo 2025, 12:39 Non mi rimane quindi che andare ad "interrogare" di persona la lettera in questione, e vedere cosa vorrà rivelarmi.
- Antonello Cerruti
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
Gentile Napoli1860, sono il primo ad augurarmi di essermi sbagliato.
Bisogna tener presente che la firma di Emilio o di Alberto Diena era un passaporto che apriva la strada a tutte le perizie successive.
I Maestri erano due enormi studiosi che hanno "fatto" la filatelia italiana.
La loro grandezza era dedicata soprattutto allo studio. Quando la filatelia venne "aperta" anche alla speculazione e agli "investitori", iniziò a destare l'interesse anche di birbaccioni che - fino ad allora - si erano limitati alla creazione di falsi, per lo più poco pericolosi, tranne quelli di De Sperati.
Iniziarono a perfezionare le riparazioni, le rigommature (soprattutto dopo l'alluvione di Firenze), i dentini creati o allungati, ecc.
Non voglio nemmeno addentrarmi a ricordare l'importanza della "mano che porge": da determinate fonti tutto era perfetto, immacolato, firmabile e certificabile.
Quando all'Italphil arrivava il materiale di qualche grandissimo nome, ero in enorme imbarazzo: non potevo certo restituire tutto ma non potevamo riempire i cataloghi che godevano di grande credibilità con oggetti non in ordine.
Con Camillo Pescatori, descrivevamo i pezzi senza commenti ma riportando fra virgolette il parere del perito.
Voglio solo ricordare un episodio per me indimenticabile.
Vicino a piazza Cavour c'era un negozio di un commerciante non italiano.
Un pomeriggio mi mostra le quartine delle prove d'archivio dei valori in lire dei segnatasse della prima emissione del Regno.
Nulla di particolare. Ma lui con un sorriso mi dice: "Glieli riporto fra una decina di giorni e le piaceranno di più..."
Me li riportò con i loro certificati nuovi nuovi ma - nel frattempo - erano diventate quartine dentellate, centrate e con gomma integra....
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
P.s. Anche oggi, studiando bene le offerte di aste di tutti i tipo, si possono trovare francobolli "geneticamente modificati".
Bisogna tener presente che la firma di Emilio o di Alberto Diena era un passaporto che apriva la strada a tutte le perizie successive.
I Maestri erano due enormi studiosi che hanno "fatto" la filatelia italiana.
La loro grandezza era dedicata soprattutto allo studio. Quando la filatelia venne "aperta" anche alla speculazione e agli "investitori", iniziò a destare l'interesse anche di birbaccioni che - fino ad allora - si erano limitati alla creazione di falsi, per lo più poco pericolosi, tranne quelli di De Sperati.
Iniziarono a perfezionare le riparazioni, le rigommature (soprattutto dopo l'alluvione di Firenze), i dentini creati o allungati, ecc.
Non voglio nemmeno addentrarmi a ricordare l'importanza della "mano che porge": da determinate fonti tutto era perfetto, immacolato, firmabile e certificabile.
Quando all'Italphil arrivava il materiale di qualche grandissimo nome, ero in enorme imbarazzo: non potevo certo restituire tutto ma non potevamo riempire i cataloghi che godevano di grande credibilità con oggetti non in ordine.
Con Camillo Pescatori, descrivevamo i pezzi senza commenti ma riportando fra virgolette il parere del perito.
Voglio solo ricordare un episodio per me indimenticabile.
Vicino a piazza Cavour c'era un negozio di un commerciante non italiano.
Un pomeriggio mi mostra le quartine delle prove d'archivio dei valori in lire dei segnatasse della prima emissione del Regno.
Nulla di particolare. Ma lui con un sorriso mi dice: "Glieli riporto fra una decina di giorni e le piaceranno di più..."
Me li riportò con i loro certificati nuovi nuovi ma - nel frattempo - erano diventate quartine dentellate, centrate e con gomma integra....
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
P.s. Anche oggi, studiando bene le offerte di aste di tutti i tipo, si possono trovare francobolli "geneticamente modificati".
Re: Splendori e miserie di un 50 grana


Antonello Cerruti ha scritto: 28 marzo 2025, 17:04
--- Omissis
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
P.s. Anche oggi, studiando bene le offerte di aste di tutti i tipo, si possono trovare francobolli "geneticamente modificati".
Mi piace molto il PS di Antonello




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Marino
Sostenitore dal 2010
Beato colui che pianta alberi alla cui ombra non potrà mai sedersi
Colleziono "Numeri 1" dal 1840 al 1860
Colleziono anche prime emissioni di ASI e Cavallini di Sardegna 1819-1820
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana

Ribadisco quanto scritto nel mio primo intervento quando Filippo ha sollevato la questione: la L che si vede tra i due francobolli non appare congrua.
E sarebbe bastato, come evidentemente fatto da qualcuno, alzare leggermente il 50 grana per vedere se sotto l'annullo continua.
Peraltro, non diamo troppo contro ai grandi della filatelia: se non sbaglio non c'è il certificato di Alberto Diena, pur avendo firmato per esteso la lettera, quindi nessuno può sostenere con certezza che la sua firma non sia stata apposta prima di un'eventuale sostituzione.



Stefano
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
Signori, non giustifichiamo l'ingiustificabile producendo congetture a mezzo di congetture, peraltro poco verosimili
E poi, scusate tanto, ma se per smascherare il (presunto) trucco bastava
E della mitica Robson Lowe che mi dite? E dell'operato del grande Giulio Bolaffi? E di tutti i periti che sono venuti dopo? E di Imperato? E della Bolaffi Spa?
Non ho dubbi che, di divagazione in divagazione, riuscireste a dire qualcosa, ma non è così che può funzionare.
Signori, voi avete fatto delle affermazioni, che io ho preso per buone, limitandomi a mostrarvi le loro conseguenze.
Se poi queste conseguenze non vi piacciono, è inutile girarci intorno e divagare: dovete cambiare le premesse.
Se invece volete restare della vostra idea, allora - mi spiace - ma la conclusione rimane solo una: c'è una valanga di incompetenza (alla malafede non voglio neppure pensare) che attraversa spavaldamente decenni e decenni di filatelia, colpendo trasversalmente il gotha del sistema, e che ora - grazie a un topic aperto da un Signor Nessuno e ai contributi che ne sono derivati - ha forse trovato un argine.
Una firma semi-estesa su una banale assicurata da 10 grana (come congetturato da Antonello Cerruti)? Suvvia...Stefano T ha scritto: 29 marzo 2025, 12:02 ...se non sbaglio non c'è il certificato di Alberto Diena, pur avendo firmato per esteso la lettera, quindi nessuno può sostenere con certezza che la sua firma non sia stata apposta prima di un'eventuale sostituzione.
Ma con tutta evidenza ne sapevano pochissimo (all'epoca) rispetto a noi (oggi) se sono caduti in un errore così pacchiano nell'interpretazione tariffariaAntonello Cerruti ha scritto: 28 marzo 2025, 17:04 I Maestri erano due enormi studiosi che hanno "fatto" la filatelia italiana.
La loro grandezza era dedicata soprattutto allo studio.
E poi, scusate tanto, ma se per smascherare il (presunto) trucco bastava
... di quale scienza e conoscenza c'era mai bisogno? Dai, su...Stefano T ha scritto: 29 marzo 2025, 12:02 alzare leggermente il 50 grana per vedere se sotto l'annullo continua.
E della mitica Robson Lowe che mi dite? E dell'operato del grande Giulio Bolaffi? E di tutti i periti che sono venuti dopo? E di Imperato? E della Bolaffi Spa?
Non ho dubbi che, di divagazione in divagazione, riuscireste a dire qualcosa, ma non è così che può funzionare.
Signori, voi avete fatto delle affermazioni, che io ho preso per buone, limitandomi a mostrarvi le loro conseguenze.
Se poi queste conseguenze non vi piacciono, è inutile girarci intorno e divagare: dovete cambiare le premesse.
Se invece volete restare della vostra idea, allora - mi spiace - ma la conclusione rimane solo una: c'è una valanga di incompetenza (alla malafede non voglio neppure pensare) che attraversa spavaldamente decenni e decenni di filatelia, colpendo trasversalmente il gotha del sistema, e che ora - grazie a un topic aperto da un Signor Nessuno e ai contributi che ne sono derivati - ha forse trovato un argine.
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
Riassumo le varie posizioni emerse dalla discussione, a beneficio di tutti i forumisti.
Abbiamo un'opinione (Francesco Melone) ampiamente possibilista sulla genuinità del documento.
C'è poi la mia opinione (Napoli1860) secondo cui i termini del problema vanno ribaltati: è il collezionista che modula l'ampiezza del filtro deputato a "lasciar passare" i pezzi destinati a entrare in collezione, e l'intelligenza collezionistica sta proprio nel fissare criteri di filtraggio che non mettano (quasi) mai nella condizione di dover ricorrere a congetture su congetture per descrivere l'oggetto.
C'è infine una posizione attendista (Francesco Baino) che ringrazia per i contributi ricevuti e si riserva di soppesarli da sé, a seguito di un esame diretto dell'oggetto, in vista - presumo - di un eventuale partecipazione all'asta (che, se confermata, rappresenta la "strong opinion", perché alla fine chi ci mette il denaro è colui che si espone sempre più degli altri).
Direi che le diverse posizioni sono chiare nella loro globalità - a meno di rifiniture sempre possibili - e non resta quindi che attendere il 10 aprile...
Antonello Cerruti ha scritto: 28 marzo 2025, 12:44 L'annullo non combacia e la tariffa non corrisponde (probabilmente al posto del 50 grana c'era un 5 grana).
Stefano T ha scritto: 29 marzo 2025, 12:02 la L che si vede tra i due francobolli non appare congrua. E sarebbe bastato, come evidentemente fatto da qualcuno, alzare leggermente il 50 grana per vedere se sotto l'annullo continua.
Francesco Melone ha scritto: 26 marzo 2025, 18:15 la data della lettera diretta a Lucera (2 Febbraio 1861) si colloca proprio al centro delle disposizioni tariffarie emanate il 6 Gennaio 1861 e che dovevano entrare in vigore dal 1 Marzo 1861. I cambiamenti tariffari spesso hanno dato luogo a differenti interpretazioni della corretta affrancatura da applicare da parte degli addetti postali ed è proprio per tale motivo che sono poco propenso a credere che la lettera in questione sia stata oggetto di manipolazione o sia stata affrancata in frode.
Napoli1860 ha scritto: 27 marzo 2025, 6:51 di fronte a un mondo spesso caotico, rumoroso, contradditorio e illogico, la basilare misura di profilassi è nel rigore del criterio di filtraggio per i pezzi che devono entrare in collezione. A prescindere che si esponga o no, ogni collezionista dovrebbe sempre immaginare una didascalia - una narrazione, una spiegazione - sotto i pezzi che porta in collezione, e la collezione sarà tanto più di valore (sul piano filatelico) quanto più accurate, precise ed esaustive saranno le didascalie. Volendo ridurre l'idea a uno slogan: una collezione vale tanto quanto la qualità delle sue didascalie.
Abbiamo dunque due opinioni (Antonello Cerruti e Stefano T) che propendono nettamente per la frode (senza peraltro aver modo di capire se si tratta di una frode postale dell'epoca per ingannare le Poste o di una frode "contemporanea" di qualche "birbaccione" - come li chiama Antonello - per ingannare i collezionisti).Francesco Baino ha scritto: 28 marzo 2025, 12:39 la sincerità e la schiettezza sono fondamentali tra collezionisti e non solo. Non mi rimane quindi che andare ad "interrogare" di persona la lettera in questione, e vedere cosa vorrà rivelarmi.
Abbiamo un'opinione (Francesco Melone) ampiamente possibilista sulla genuinità del documento.
C'è poi la mia opinione (Napoli1860) secondo cui i termini del problema vanno ribaltati: è il collezionista che modula l'ampiezza del filtro deputato a "lasciar passare" i pezzi destinati a entrare in collezione, e l'intelligenza collezionistica sta proprio nel fissare criteri di filtraggio che non mettano (quasi) mai nella condizione di dover ricorrere a congetture su congetture per descrivere l'oggetto.
C'è infine una posizione attendista (Francesco Baino) che ringrazia per i contributi ricevuti e si riserva di soppesarli da sé, a seguito di un esame diretto dell'oggetto, in vista - presumo - di un eventuale partecipazione all'asta (che, se confermata, rappresenta la "strong opinion", perché alla fine chi ci mette il denaro è colui che si espone sempre più degli altri).
Direi che le diverse posizioni sono chiare nella loro globalità - a meno di rifiniture sempre possibili - e non resta quindi che attendere il 10 aprile...

- Antonello Cerruti
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
Gentile Napoli1860, ovviamente, nessuna ipotesi plausibile può riguardare una frode ai danni delle poste napoletane.
Pur considerando le varie questioni tariffarie esposte sopra con molta dovizia di particolari, per essere gravata di una tassa postale di 55 grana, la lettera in questione (di piccolo formato) avrebbe dovuto contenere un peso di qualche centinaio di grammi...
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Pur considerando le varie questioni tariffarie esposte sopra con molta dovizia di particolari, per essere gravata di una tassa postale di 55 grana, la lettera in questione (di piccolo formato) avrebbe dovuto contenere un peso di qualche centinaio di grammi...
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
Rettifico le varie posizioni emerse dalla discussione, a beneficio di tutti i forumisti, a seguito della precisazione di Antonello Cerruti.
Abbiamo un'opinione (Francesco Melone) ampiamente possibilista sulla genuinità del documento.
C'è poi la mia opinione (Napoli1860) secondo cui i termini del problema vanno ribaltati: è il collezionista che modula l'ampiezza del filtro deputato a "lasciar passare" i pezzi destinati a entrare in collezione, e l'intelligenza collezionistica sta proprio nel fissare criteri di filtraggio che non mettano (quasi) mai nella condizione di dover ricorrere a congetture su congetture per descrivere l'oggetto.
C'è infine una posizione attendista (Francesco Baino) che ringrazia per i contributi ricevuti e si riserva di soppesarli da sé, a seguito di un esame diretto dell'oggetto, in vista - presumo - di un eventuale partecipazione all'asta (che, se confermata, rappresenta la "strong opinion", perché alla fine chi ci mette il denaro è colui che si espone sempre più degli altri).
Direi che le diverse posizioni sono chiare nella loro globalità - a meno di rifiniture sempre possibili - e non resta quindi che attendere il 10 aprile...
Antonello Cerruti ha scritto: 28 marzo 2025, 12:44 L'annullo non combacia e la tariffa non corrisponde (probabilmente al posto del 50 grana c'era un 5 grana) [...] nessuna ipotesi plausibile può riguardare una frode ai danni delle poste napoletane [...] per essere gravata di una tassa postale di 55 grana, la lettera in questione (di piccolo formato) avrebbe dovuto contenere un peso di qualche centinaio di grammi.
Stefano T ha scritto: 29 marzo 2025, 12:02 la L che si vede tra i due francobolli non appare congrua. E sarebbe bastato, come evidentemente fatto da qualcuno, alzare leggermente il 50 grana per vedere se sotto l'annullo continua.
Francesco Melone ha scritto: 26 marzo 2025, 18:15 la data della lettera diretta a Lucera (2 Febbraio 1861) si colloca proprio al centro delle disposizioni tariffarie emanate il 6 Gennaio 1861 e che dovevano entrare in vigore dal 1 Marzo 1861. I cambiamenti tariffari spesso hanno dato luogo a differenti interpretazioni della corretta affrancatura da applicare da parte degli addetti postali ed è proprio per tale motivo che sono poco propenso a credere che la lettera in questione sia stata oggetto di manipolazione o sia stata affrancata in frode.
Napoli1860 ha scritto: 27 marzo 2025, 6:51 di fronte a un mondo spesso caotico, rumoroso, contradditorio e illogico, la basilare misura di profilassi è nel rigore del criterio di filtraggio per i pezzi che devono entrare in collezione. A prescindere che si esponga o no, ogni collezionista dovrebbe sempre immaginare una didascalia - una narrazione, una spiegazione - sotto i pezzi che porta in collezione, e la collezione sarà tanto più di valore (sul piano filatelico) quanto più accurate, precise ed esaustive saranno le didascalie. Volendo ridurre l'idea a uno slogan: una collezione vale tanto quanto la qualità delle sue didascalie.
Abbiamo dunque due opinioni (Antonello Cerruti e Stefano T) che propendono nettamente per la frode, e precisamente per un documento artefatto in tempi (relativamente) moderni con l'idea di ingannare i collezionisti (operazione sinora perfettamente riuscita, alla luce del pedigree del pezzo).Francesco Baino ha scritto: 28 marzo 2025, 12:39 la sincerità e la schiettezza sono fondamentali tra collezionisti e non solo. Non mi rimane quindi che andare ad "interrogare" di persona la lettera in questione, e vedere cosa vorrà rivelarmi.
Abbiamo un'opinione (Francesco Melone) ampiamente possibilista sulla genuinità del documento.
C'è poi la mia opinione (Napoli1860) secondo cui i termini del problema vanno ribaltati: è il collezionista che modula l'ampiezza del filtro deputato a "lasciar passare" i pezzi destinati a entrare in collezione, e l'intelligenza collezionistica sta proprio nel fissare criteri di filtraggio che non mettano (quasi) mai nella condizione di dover ricorrere a congetture su congetture per descrivere l'oggetto.
C'è infine una posizione attendista (Francesco Baino) che ringrazia per i contributi ricevuti e si riserva di soppesarli da sé, a seguito di un esame diretto dell'oggetto, in vista - presumo - di un eventuale partecipazione all'asta (che, se confermata, rappresenta la "strong opinion", perché alla fine chi ci mette il denaro è colui che si espone sempre più degli altri).
Direi che le diverse posizioni sono chiare nella loro globalità - a meno di rifiniture sempre possibili - e non resta quindi che attendere il 10 aprile...

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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
Bon... fa sempre piacere scoprire di non essere il solo a pensarla in un certo modo...
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
Buongiorno a tutti, per amor di cronaca e per chiudere il cerchio, segnalo che ho “interrogato” il pezzo in questione, ma le sue risposte non mi sono piaciute granché – e non aggiungo altro.
Come sempre, ho atteso di poter visionare il pezzo dal vivo prima di prendere una decisione o pronunciarmi in qualche modo. Preciso che non si tratta di una posizione “attendista” – termine usato prima nel forum e che ha una connotazione leggermente negativa – bensì consapevole; l’importanza di esaminare i pezzi è stato il primo insegnamento che mi hanno trasmesso i miei maestri filatelici, che mi piace citare con riconoscenza: il compianto Rodolfo Dominese (che molti ricorderanno) ed il tuttora attivissimo Giorgio Colla (che tutti conoscono). Anche perché, e lo dico a beneficio dei collezionisti che si stanno affacciando da poco alla filatelia e spero stiano leggendo questo forum, alla fine la responsabilità – di un acquisto in questo caso – è sempre personale. E’ fondamentale essere consapevoli di ciò che si ha davanti, con i suoi pregi e le sue limitazioni, da valutare serenamente: se il pezzo piace, convince e costa il giusto per quella qualità e rarità, si procede, e se lo si trova spettacolare, se ce ne si innamora, allora si procede anche pagando oltre il “giusto”; se qualcosa non convince del tutto, meglio lasciar perdere – future occasioni non mancheranno. E per restare in tema con l’Asta Bolaffi che si aprirà domani, pezzi molto belli appunto non mancano (guardate ad esempio cosa c’è sulla quarta di copertina del catalogo d’asta: quello è un pezzo veramente eccezionale per una collezione specializzata di Lombardo Veneto (o anche Austria), è la più bella quartina che conosco delle poche note, e dal vero è ancora più spettacolare). Buona asta e buona continuazione a tutti!
Come sempre, ho atteso di poter visionare il pezzo dal vivo prima di prendere una decisione o pronunciarmi in qualche modo. Preciso che non si tratta di una posizione “attendista” – termine usato prima nel forum e che ha una connotazione leggermente negativa – bensì consapevole; l’importanza di esaminare i pezzi è stato il primo insegnamento che mi hanno trasmesso i miei maestri filatelici, che mi piace citare con riconoscenza: il compianto Rodolfo Dominese (che molti ricorderanno) ed il tuttora attivissimo Giorgio Colla (che tutti conoscono). Anche perché, e lo dico a beneficio dei collezionisti che si stanno affacciando da poco alla filatelia e spero stiano leggendo questo forum, alla fine la responsabilità – di un acquisto in questo caso – è sempre personale. E’ fondamentale essere consapevoli di ciò che si ha davanti, con i suoi pregi e le sue limitazioni, da valutare serenamente: se il pezzo piace, convince e costa il giusto per quella qualità e rarità, si procede, e se lo si trova spettacolare, se ce ne si innamora, allora si procede anche pagando oltre il “giusto”; se qualcosa non convince del tutto, meglio lasciar perdere – future occasioni non mancheranno. E per restare in tema con l’Asta Bolaffi che si aprirà domani, pezzi molto belli appunto non mancano (guardate ad esempio cosa c’è sulla quarta di copertina del catalogo d’asta: quello è un pezzo veramente eccezionale per una collezione specializzata di Lombardo Veneto (o anche Austria), è la più bella quartina che conosco delle poche note, e dal vero è ancora più spettacolare). Buona asta e buona continuazione a tutti!
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
Sono stato buon amico di Rodolfo Dominese e solo stato anche a casa sua.
Accompagnai il buon Renzo Rota ad acquistare un enorme lotto di storia postale (mista ma di non grande importanza), negli anni '80.
Quando poi il materiale arrivò a Roma, Renzo pagò il trasporto (una tonnellata vera!!!) ma si rese conto che non lo avrebbe mai esaminato dettagliatamente perchè non ne aveva né il tempo né la competenza.
Mi chiese allora di rilevarlo. Avevo appena lasciato l'Italphil e, un po' alla volta, portai tutto in una casa che avevo affittato al mare. Passai lì i tre mesi estivi a controllare tutto, alternando il tempo con le bambine allora piccolissime.
Mi piace ricordare qui Renzo e Rodolfo, due buoni amici che riposano in pace.
Per tornare al famoso pezzo in questione, sono lieto che le mie informazioni siano state confermate e mi spiace per quanti avevano opinioni diverse.
Ringrazio Francesco Baino per non aver infierito troppo su quel pezzo.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Accompagnai il buon Renzo Rota ad acquistare un enorme lotto di storia postale (mista ma di non grande importanza), negli anni '80.
Quando poi il materiale arrivò a Roma, Renzo pagò il trasporto (una tonnellata vera!!!) ma si rese conto che non lo avrebbe mai esaminato dettagliatamente perchè non ne aveva né il tempo né la competenza.
Mi chiese allora di rilevarlo. Avevo appena lasciato l'Italphil e, un po' alla volta, portai tutto in una casa che avevo affittato al mare. Passai lì i tre mesi estivi a controllare tutto, alternando il tempo con le bambine allora piccolissime.
Mi piace ricordare qui Renzo e Rodolfo, due buoni amici che riposano in pace.
Per tornare al famoso pezzo in questione, sono lieto che le mie informazioni siano state confermate e mi spiace per quanti avevano opinioni diverse.
Ringrazio Francesco Baino per non aver infierito troppo su quel pezzo.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
Buongiorno Francesco, solo per precisare che la mia qualifica di "attendista", non solo non aveva nessuna connotazione negativa, ma anzi voleva essere (discretamente) elogiativa, proprio per le ragioni che precisi molto bene nel seguito.Francesco Baino ha scritto: 9 aprile 2025, 9:25 Preciso che non si tratta di una posizione “attendista” – termine usato prima nel forum e che ha una connotazione leggermente negativa – bensì consapevole.
E' lo stesso insegnamento che è stato impartito a me - e nel modo più efficace: con l'esempio - dall'Ingegner Giacomo Avanzo, a cui chiedo sempre un parere preventivo prima di procedere a qualsiasi acquisto.Francesco Baino ha scritto: 9 aprile 2025, 9:25 l’importanza di esaminare i pezzi è stato il primo insegnamento che mi hanno trasmesso i miei maestri filatelici
All'inizio - quando vedevo un pezzo di mio interesse in un'asta - mi affrettavo a mandargli le immagini, e l'Ingegner Avanzo, in modo sempre cortese, ma netto, mi rispondeva invariabilmente allo stesso modo: "puoi inviarmi tutte le immagini che vuoi, ci mancherebbe, ma - non avertene a male - finché io il pezzo non lo vedo dal vivo, con i miei occhi, non mi sento di dire nulla".
E' un atteggiamento apparentemente modesto, umile, che però è tipico e caratteristico proprio dei più grandi, e di cui mi piace - sulla tua falsariga - rendere testimonianza.
Domani vedremo come andrà.
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
Non credo ci sia nulla di cui dispiacersi.
Le opinioni non sono fatti, di cui si possa dire che siano "veri" o "falsi".
Le opinioni sono giudizi soggettivi, basati (il più delle volte) su informazioni parziali e sul modo di interpretarle, e quindi suscettibili di modifiche al sopraggiungere di nuovi elementi conoscitivi o di nuove interpretazioni.
"Quando i fatti cambiano, e qualcuno mi dimostra che ho torto, io cambio opinione. Voi no?" - domandava retoricamente l'economista John Maynard Keynes.
Bisogna sempre cambiare opinione, quando la base di conoscenza viene allargata, proprio per mantenersi coerenti con l'opinione iniziale. Per essere efficaci sino all'estremo: dicendo "sono le 10.00", non smentisco la mia affermazione, fatta un'ora fa, "sono le 9.00", ma la modifico proprio per mantenermi coerente con essa.
Domani sapremo che se questa lettera - che ha spavaldamente attraversato il tempo, gabellando mercanti, collezionisti e periti di prim'ordine - perpetuerà la sua (ormai quasi certa) mistificazione, o se avrà finalmente incontrato un argine.
- Antonello Cerruti
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
Oggi vengono nominati in questi messaggi tanti Amici.
Giacomo Avanzo l'ho conosciuto negli anni '70 perchè veniva con la Mamma all'Italphil a guardare i lotti che voleva poi acquistare. Alla signora Avanzo piacevano molto le puntarelle che mangiava solo quando veniva a Roma ed andavamo a pranzo al ristorante di Piazza Mignanelli, sotto la casa d'aste.
Con Giacomo siamo coetanei e legammo subito, tanto che convinsi Camillo Pescatori (altro grande Amico che qui mi piace ricordare) a chiamarlo all'Italphil come mio ottimo aiutante nelle descrizioni.
La nostra esperienza in comune durò purtroppo solo alcuni mesi perchè Renato Mondolfo - triestino come Giacomo - ce lo "rapì" e se lo portò all'Eur a lavorare con lui.
Restammo sempre in contatto, giocammo insieme anche nella famosa partita di calcio "antichisti-modernisti" (foto sotto), andammo persino insieme a Malmoe per un'asta che - sulla carta - era piena di francobolli italiani ma ... tutti falsi.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Giacomo Avanzo l'ho conosciuto negli anni '70 perchè veniva con la Mamma all'Italphil a guardare i lotti che voleva poi acquistare. Alla signora Avanzo piacevano molto le puntarelle che mangiava solo quando veniva a Roma ed andavamo a pranzo al ristorante di Piazza Mignanelli, sotto la casa d'aste.
Con Giacomo siamo coetanei e legammo subito, tanto che convinsi Camillo Pescatori (altro grande Amico che qui mi piace ricordare) a chiamarlo all'Italphil come mio ottimo aiutante nelle descrizioni.
La nostra esperienza in comune durò purtroppo solo alcuni mesi perchè Renato Mondolfo - triestino come Giacomo - ce lo "rapì" e se lo portò all'Eur a lavorare con lui.
Restammo sempre in contatto, giocammo insieme anche nella famosa partita di calcio "antichisti-modernisti" (foto sotto), andammo persino insieme a Malmoe per un'asta che - sulla carta - era piena di francobolli italiani ma ... tutti falsi.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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- Antonello Cerruti
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
Quello che scrivi è esattissimo.Napoli1860 ha scritto: 9 aprile 2025, 9:50E' lo stesso insegnamento che è stato impartito a me - e nel modo più efficace: con l'esempio - dall'Ingegner Giacomo Avanzo, a cui chiedo sempre un parere preventivo prima di procedere a qualsiasi acquisto.Francesco Baino ha scritto: 9 aprile 2025, 9:25 l’importanza di esaminare i pezzi è stato il primo insegnamento che mi hanno trasmesso i miei maestri filatelici
All'inizio - quando vedevo un pezzo di mio interesse in un'asta - mi affrettavo a mandargli le immagini, e l'Ingegner Avanzo, in modo sempre cortese, ma netto, mi rispondeva invariabilmente allo stesso modo: "puoi inviarmi tutte le immagini che vuoi, ci mancherebbe, ma - non avertene a male - finché io il pezzo non lo vedo dal vivo, con i miei occhi, non mi sento di dire nulla".
E' un atteggiamento apparentemente modesto, umile, che però è tipico e caratteristico proprio dei più grandi, e di cui mi piace - sulla tua falsariga - rendere testimonianza.
Nella filatelia italiana che conosco e frequento - a livello professionale - da oltre 60 anni, ci sono molte persone competenti e molte persone serie.
Il difficile è trovare persone - come Giacomo - che abbiano entrambe queste caratteristiche.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
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Re: Splendori e miserie di un 50 grana
Questa foto è semplicemente ME-RA-VI-GLIO-SA!Antonello Cerruti ha scritto: 9 aprile 2025, 10:16 ... giocammo insieme anche nella famosa partita di calcio "antichisti-modernisti" (foto sotto)...
Si riescono a battezzare tutti i partecipanti? Così, giusto per intrattenerci, in vista dell'asta...
