La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

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Enricodm
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Enricodm »

Non lo so se il futuro della filatelia sarà nel metaverso e probabilmente non riesco a vederlo nel mondo degli NFT dato che dopo il boom di qualche anno fa sembra essere entrato in una fase di limbo.
Sono dell’idea che la filatelia rimarrà un mondo fisico e ciò che sopravviverà tra 30/50 anni saranno solo le rarità sia per i francobolli che per la storia postale.
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Antonello Cerruti
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Antonello Cerruti »

Moltissimi anni fa, nel corso di una piacevole chiacchierata, Alberto Bolaffi mi disse che la filatelia deve essere un grande sistema viario in cui l'autostrada viene percorsa da tutti.
Poi ci sono le strade statali, quelle provinciali, quelle comunali ed infine le interpoderali.
Via via che divengono più strette e difficili, diminuiscono i viaggiatori che le percorrono (cioè i collezionisti).

Fin qui la sua analisi era pienamente condivisibile.
Dove divergevano le nostre opinioni, era nell'importanza delle diverse diverse.
A lui, ovviamente, interessavano le autostrade e quindi snobbava un pò gli studiosi che si accanivano intorno alle particolarità: il loro numero esiguo li metteva fuori degli interessi commerciali della ditta di Torino.

Io ritenevo (e ritengo) invece che proprio questi siano i depositari della vera Filatelia, quelli cioè che faranno sopravvivere la nostra passione e che saranno i testimoni della sua storia e quindi della sua eternità.

Quaranta anni fa, i francobolli erano ritenuti un investimento e le collezioni erano fatte in fogli completi.
Tutti mettevano da parte grandi quantità di francobolli come fossero lingotti d'oro.
Oggi, i "raccoglioni" non esistono più e le accumulazioni restano difficilmente commerciabili.
Nei convegni girano quasi esclusivamente quegli "studiosi snobbati" che oggi si sono evoluti in "pescatori di perle" pronti a distinguere anche nel buio dei banchetti le diverse sfumature del grigio verdastro vellutato pallido...

Se queste siano state evoluzioni o involuzioni lo potranno decidere i nostri nipoti tra una cinquantina d'anni: io sono ottimista ma certo esiste il rischio reale è che allora si ritrovino solo un pugno di "scienziati filatelici" intorno ad un tavolino - al centro del quale sarà adagiato un francobollo che interessa solo loro - ed impegnati a colloquiare con lo spirito di Thomas De La Rue.

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Numismatico 007
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Numismatico 007 »

Enricodm ha scritto: 28 maggio 2023, 20:31 Non lo so se il futuro della filatelia sarà nel metaverso e probabilmente non riesco a vederlo nel mondo degli NFT dato che dopo il boom di qualche anno fa sembra essere entrato in una fase di limbo.
Sono dell’idea che la filatelia rimarrà un mondo fisico e ciò che sopravviverà tra 30/50 anni saranno solo le rarità sia per i francobolli che per la storia postale.
Ciao, a mio avviso non esisterà mai la filatelia in "versione Nft" per il semplice fatto che i francobolli sono oggetti fatti di carta atti a pagare una tassa simboleggiare il suo pagamento su una busta. Gli Nft non hanno questa funzione essendo semplicemente immagini. Per il resto sono d'accordo con te, anche se spero che fra 30/50 anni la filatelia continui a essere come è ora, fra rarità di valore a tre zeri e pezzi comuni per le nostre collezioni tematiche...
Ciao :)
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cialo
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da cialo »

Numismatico 007 ha scritto: 5 giugno 2023, 9:30
Enricodm ha scritto: 28 maggio 2023, 20:31 Non lo so se il futuro della filatelia sarà nel metaverso e probabilmente non riesco a vederlo nel mondo degli NFT dato che dopo il boom di qualche anno fa sembra essere entrato in una fase di limbo.
Sono dell’idea che la filatelia rimarrà un mondo fisico e ciò che sopravviverà tra 30/50 anni saranno solo le rarità sia per i francobolli che per la storia postale.
Ciao, a mio avviso non esisterà mai la filatelia in "versione Nft" per il semplice fatto che i francobolli sono oggetti fatti di carta atti a pagare una tassa simboleggiare il suo pagamento su una busta. Gli Nft non hanno questa funzione essendo semplicemente immagini. Per il resto sono d'accordo con te, anche se spero che fra 30/50 anni la filatelia continui a essere come è ora, fra rarità di valore a tre zeri e pezzi comuni per le nostre collezioni tematiche...
Ciao :)
Pur credendo che la tecnologia della blockchain avrà un ruolo importante nel prossimo futuro sono completamente d’accordo con te sul fatto che qualsiasi applicazione al mondo della filatelia è una forzatura senza senso.
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Alessio Giorgetti (cialo)
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Antonello Cerruti
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Antonello Cerruti »

Le soluzioni, le idee, i problemi, ecc. sono tutte cornici di un quadro che è estremamente evidente anche se nessuno vuole leggerlo nel modo giusto.

Non ci sono più i commercianti di una volta; quelli che facevano da banca ai collezionisti.
Compravano da chi voleva cedere la propria collezione (qualunque essa fosse) e facilitavano gli acquisti (anche dilazionando i pagamenti) a quanti volevano aggiungere qualche pezzo alla loro collezione.

Oggi i commercianti sono pochi e molti di loro - avanti con gli anni - tendono più a liquidare i loro stock che ad incrementarli.

Parallelamente, i collezionisti che possono/vogliono spendere soldi veri sono pochi.

I soldi ci sono ma manca la cultura e la fiducia del risparmio appoggiato alla filatelia.

Le vendite online hanno abbassato in maniera drammatica la qualità e, logicamente, i prezzi.
Se una Democratica viene offerta a 100 euro, è logico che non possa essere di primissima scelta ma quanti collezionisti hanno le competenze per comprendere che quella serie può valere anche meno di 100 euro ma può anche valerne 400?

L'acquirente sprovveduto/occasionale legge "100" euro e crede che quello sia il vero prezzo per tutte le serie Democratica e questo lo porta a concludere che la possa trovare di prima scelta a quella cifra oppure - ancora peggio - che tanto valga quella che gli ha lasciato il padre e che conserva ancora col cartellino di acquisto ad un prezzo ben diverso.

Questo lo porta a concludere che, come al solito, "la filatelia è una fregatura".

Voglio solo aggiungere qualche constatazione che non mi attirerà simpatie ma che dovrebbero essere chiare a tutti.

La raccolta di pezzi comuni/comunissimi che possono anche essere interessanti (la macchietta di stampa, il colore appena differente dal normale, la centratura leggermente spostata, ecc.) non fanno parte della Filatelia commerciale.
I collezionisti di questo materiale giocano e fanno benissimo ma devono essere consapevoli che non riusciranno mai dare un valore alla loro raccolta.
Sono un po' come quelli che vanno al cinema e - dopo lo spettacolo - cercano di rivendere il biglietto...

Un'altra considerazione antipatica ma che va "svelata" è che la Filatelia ha dei costi elevati; chi non se li può permettere deve ripiegare sulle figurine o sulle sorpresine delle uova di Pasqua.

Domenica, al circolo, un collezionista mi ha chiesto che collezione potrebbe fare disponendo di 50 euro al mese: a lui piacerebbe tanto quella dei francobolli senza linguella del Regno d'Italia...
Gli ho risposto che - al prezzo di due pizze al mese - può scegliere tra Margherita, Napoletana, Quattro formaggi, Ai funghi, ecc.

Anche a me piacerebbe tanto collezionare vasi cinesi dell'epoca Ming oppure auto d'epoca...

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Alex
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Alex »

Ciao a tutti,
come già detto in varie occasioni in precedenza, la filatelia popolare sta ridimensionandosi in quanto il francobollo è uscito dalla vita quotidiana e sta suscitando sempre meno interesse nelle nuove generazioni.
Il commercio online ha favorito un mercato selvaggio in cui circola ogni genere di materiale, la maggior parte del quale di bassa qualità e a basso prezzo.
La filatelia di alto e altissimo livello è un mercato ristretto accessibile a pochi facoltosi collezionisti, i soli che potrebbero essere considerati investitori, in quanto gli unici a poter pensare tra 20 o 30 anni di rientrare delle loro spese vendendo le loro perle.
Le collezioni normali, quelle riproducibili uguali in gran numero, sono destinate a deprezzarsi ed anche la qualità top su pezzi di ampia reperibilità finirà col contare poco.
I parametri di eccellenza valgono e fanno la differenza nell'alto livello, quando i collezionisti sono molti di più dei pezzi disponibili.

Ciao: Ciao: Ciao:

Rev LB Jun 2024
Cordiali saluti.

Alessandro Zeni

STAFF

Sono interessato alla bibliografia postale ed allo studio degli annulli meccanici del Regno d'Italia.

Ogni collezionista in grado di contestare in modo documentato un certificato peritale, ha una conoscenza tale per cui non ha bisogno di richiederlo.
Una collezione specializzata è tanto più importante quanto più è difficile ripeterla uguale
Se un uomo ha fiducia nei suoi mezzi, la parola impossibile non esiste.
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Antonello Cerruti
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Antonello Cerruti »

Da quasi due anni questo argomento non viene più commentato.

Io credo che la filatelia sia abbastanza viva e vegeta; i problemi derivano da almeno tre ordini di fattori.

1) La sperequazione abnorme tra cataloghi e valori di mercato che sconcerta e disorienta i collezionisti, lasciando inoltre ampi spazi ai birbaccioni che propagandano grandi sconti per poter smerciare falsi, porcherie e manipolazioni.

2) La scomparsa dei negozi filatelici ed anche di quella pletora di piccoli e piccolissimi operatori che intervenivano positivamente nel mercato assorbendo e "riciclando" tanto materiale piccolo ed ora ignorato e quindi invenduto.

3) Il calo della propensione all'acquisto determinato dala crisi economica che continua a colpire quella classe di medi collezionisti che prima frequentavano circoli e convegni divertendosi per qualche ora e spendendo quello che potevano. Ora come fanno a dire alla moglie: "Andiamo al discount invece che al supermercato: così risparmiamo. Dopo esco che vado a comprarmi qualche francobollo..."?

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Matraire1855
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Matraire1855 »

Un acquirente accorto ora sa che moltissimo materiale del discount viene prodotto dal medesimo produttore del negozio o dal supermercato. Basta guardare (finché ci saranno) le indicazione del produttore per trarne le opportune considerazioni e fare le proprie scelte.
In filatelia ci sono case blasonate che si scelgono i propri clienti.
I malandrini della filatelia invece si scelgono le proprie piattaforma di vendita ( tipo K....W....) perché sanno che gettando le proprie reti potranno catturare i pesci piccoli in cerca delle briciole degli affari.
Nel mezzo ci sono tutti gli altri con strategie di vendita/acquisto le più disparate. C'è chi si informa, chi studia, chi cerca. Ci sono ancora troppi che comprano secondo le mode.
Ognuno si diverte come può.
Comunque il mondo dell' e-commerce è sottostimato e forse sfugge ancora troppo ai censimenti
Cerchi un volume di filatelia? Prova a cercarlo qui:
https://www.comprovendolibri.it/?uid=vignatidanilo
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biagio montesano
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da biagio montesano »

Antonello Cerruti ha scritto: 27 marzo 2025, 10:55 Ora come fanno a dire alla moglie: "Andiamo al discount invece che al supermercato: così risparmiamo. Dopo esco che vado a comprarmi qualche francobollo..."?

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Proprio ieri mia moglie mi ha fatto un discorso simile.
Iscritto al forum dal 22 ottobre 2003.
Colleziono principalmente Italia Regno e Repubblica.
In secondo luogo Vaticano, San Marino, Svizzera e varie tematiche.
Attualmente i miei interessi principali sono concentrati su Regno Vittorio Emanuele II



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Napoli1860
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Napoli1860 »

Problema e soluzione, diagnosi e terapia, brillantemente identificati da "un giornalista" - sì, proprio quel Michele Serra lì, titolare di un'ormai storica rubrica fissa su "La Repubblica" - nell'anno di grazia 1951.

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Facile, no? :-))
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Napoli1860
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Napoli1860 »

Raccontiamole bene, le cose: i veri attentati alla filatelia sono iniziati già negli anni '50, se non prima, con pagine come questa...

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E' una benedizione che quei tempi siano - finalmente - passati.
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Antonello Cerruti
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Antonello Cerruti »

....Michele Serra è nato nel 1954...

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Napoli1860
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Napoli1860 »

Che begli esempi che si davano...

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Antonello Cerruti
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Antonello Cerruti »

La filatelia, come tante manifestazioni dello scibile umano, risente della moda del periodo e deve avere caratteri attrattivi per interessare il grande pubblico.
Altrimenti rimane in un ristretto ambito quasi elitario di appassionati e collezionisti particolari.
Quando scrivo che solo quello che è "di moda" riesce ad espandersi oltre i propri specifici limitati confini, penso, ad esempio, all'argenteria che una volta si regalava ai novelli sposi o alle pellicce che erano il vanto delle signore in società.
Oggi, i giovani preferiscono - e lo specificano nelle partecipazioni - un accredito per il viaggio di nozze o per le loro nuove esigenze.
Le signore non esibiscono più le pellicce ma un cappotto di cachemire, bello ed ecologico.
Quelli dell'età mia ricordano quando le librerie di casa di vestivano di enciclopedie in venti volumi o interminabile collane di libri d'arte.
Oggi, l'enciclopedia è sostituita da uno smartphone e le case dei giovani non hanno lo spazio per i libri inutili.
Tutto passa e si modifica.
Non esistono più i commercianti che spacciavano come investimento i francobolli o i "giornalisti" prezzolati che sostenevano quelle tesi.
Solo quello che è di moda fa notizia e finisce sui giornali.
Col risultato, dunque, che ci sono ancora quelli che abboccano alle vere speculazioni - oggi appannaggio esclusivo delle poste emittenti - che consistono nelle emissioni a pioggia o nelle improvvise indisponibilità di un francobollo a serie...

La filatelia diventerà solo un bene antiquariale?
Questa è la vera domanda.

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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giampi
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da giampi »

Antonello Cerruti ha scritto: 28 maggio 2025, 10:39 La filatelia diventerà solo un bene antiquariale?
Direi proprio di si, e sopravviverà, pero' ridimensionata, la filatelia tematica che nasce da scopi non speculativi e di piu' facile presa.
Giampiero

Colleziono ASI, Regno, Colonie, Occupazioni, prevalentemente usati, la mia passione e' comprenderne l'autenticità'. Mi interessa poter classificare i colori dei francobolli (es. Pontificio, Sardegna) con metodi più' oggettivi.
Napoli1860
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Napoli1860 »

Antonello Cerruti ha scritto: 28 maggio 2025, 7:44 ....Michele Serra è nato nel 1954...

Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
E allora sarà un altro (il nonno?) ... ma il discorso sempre quello rimane...
Napoli1860
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Napoli1860 »

Io approccerei distinguendo ciò che, a un dato momento, ci piace e ci soddisfa, o da cui traiamo benefici di vario genere, da ciò che, a un’analisi spassionata, appare ragionevole e sostenibile.

Per spiegarmi con un’analogia: c’è stata un’epoca – neanche così lontana: 20-25 anni fa – in cui le banche, specialmente quelle americane, avevano iniziato a prestare denaro a tutti, ma proprio a tutti, tutti, tutti, al punto che era entrata in circolo l’espressione “prestiti NINJA”, dove NINJA stava per No-Income-No-Job-or-Asset. Cioè ti prestavano denaro anche se non avevi un reddito (no income) non avevi un lavoro (no job) né proprietà finanziarie o reali da liquidare in caso di necessità (asset). L’unica cosa che questi Signor NINJA avevano era una casa – comprata a debito, col denaro prestato dalla banca – il cui prezzo di mercato si presumeva sarebbe aumentato indefinitamente (!).

Quindi, detto alla buona, funzionava così: la casa aveva un prezzo di “100” e la banca ti prestava “100” per comprarla (che già è una cosa contraria a ogni linea di prudenza); ma quando, l’anno dopo, la casa aveva raggiunto un valore di “150”, tu potevi andare dal banchiere a chiedere un ulteriore prestito di “50”, perché a copertura c’era un bene (la casa) di valore “150” (che la banca si sarebbe presa, semmai tu fossi diventato insolvente). E quando l’anno dopo ancora il prezzo della casa era arrivato a “220”, ecco che potevi chiedere ulteriore liquidità per “70”. La casa – di fatto – era diventata un bancomat!

Ora, io non dubito che questa situazione piacesse da morire a tantissime persone – che oggi, magari, la ricordano come “i bei tempi di una volta” – ma, insomma, non serve una MBA in Economia e Finanza per capire che non era sostenibile. Quel che ne è venuto fuori penso ce lo ricordiamo tutti: la crisi, ellitticamente detta “dei subprime”, che all’atto pratico è stata una crisi finanziaria prima, una crisi economica poi, per diventare infine sociale e politica, a livello mondiale (col serio rischio di default di Stati come Portogallo, Italia, Grecia e Spagna, accomunati sotto la poco edificante etichetta di PIGS – maiali – giocando sulle iniziali dei nomi).

E però, sì, sempre troveremo migliaia e migliaia di persone che ti diranno “ah, i bei tempi di una volta, quando la mia casa [che neanche era sua, in realtà] era un bancomat illimitato!”.
Napoli1860
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Napoli1860 »

Ora, per quanto questo discorso potrà sembrare ad alcuni troppo rigoroso e filosofico per esser tollerato, c’è da portare in luce un aspetto fondamentale – alla lettera: di fondamento – brillantemente messo in luce da Walter Benjamin, che sul collezionismo ha scritto pagine definitive.

Il collezionista […] si assume il compito di trasfigurare le cose [...] che consiste nel togliere alle cose, mediante il suo possesso di esse, il loro carattere di merce. Ma egli dà loro solo un valore d’amatore invece del valore d’uso”.

Il collezionista conosce solo il valore d’amatore, e ignora del tutto il valore d’uso. E il miglior modo per coltivare una sana passione collezionistica è indirizzare il proprio interesse verso oggetti che, di per sé, non hanno più alcun valore d’uso, e quindi lasciano campo totalmente libero al valore d’amatore.

Ma se invece – come avvenuto con i francobolli – si tengono in piedi le due cose, se l’oggetto posso sia amarlo che usarlo, allora si viene a creare una situazione ibrida potenzialmente pericolosa, perché se lo si deve usare, allora serve prima produrlo, ma chi lo produce non è detto che lo faccia per soddisfare l’esigenza del pratico uso, bensì per assecondare i desiderata dei sedicenti amatori, e magari in modo strumentale, e così, in questa ambiguità di fondo, si alterano i modi di pensare e i moventi all’azione, e quindi, in ultima istanza, cambia tutto.

L’angoscia per il prezzo di liquidazione della propria collezione – oggi assai diffusa – è la prova esatta, precisa, inconfutabile di quanto la forma mentis e il modus operandi di tante persone siano stati devastati da un sistema perverso, non così dissimile da quello che aveva trasformato la casa in un bancomat.
Fabrizio S.
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Fabrizio S. »

Antonello Cerruti ha scritto:
Non esistono più i commercianti che spacciavano come investimento i francobolli o i "giornalisti" prezzolati che sostenevano quelle tesi.
Solo quello che è di moda fa notizia e finisce sui giornali.
Col risultato, dunque, che ci sono ancora quelli che abboccano alle vere speculazioni - oggi appannaggio esclusivo delle poste emittenti - che consistono nelle emissioni a pioggia o nelle improvvise indisponibilità di un francobollo a serie...
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E' proprio così, la speculazione c'è sempre stata e sempre ci sarà.
La stupidità è il motore del mondo, diceva il grande Luciano De Crescenzo.
A questo punto sorge spontanea la domanda: sono più stupide alcune “aziende private” o alcuni collezionisti di poca memoria? (Tertium non datur)

Forma mentis: sono confuso, ma credo che in fondo sia solo una reazione dettata dalla nostalgia del passato, ahime,
perché con i francobolli autoadesivi la collezione filatelica tradizionale, purtroppo, ha chiuso :desp:
e perché rifiuto questa filatelia moderna creata a DOC per speculazione, con emissioni considerate rare
che rare non sono, e che, in ultima analisi, colpiscono e allontanano i giovani collezionisti e non solo.

Modus operandi: per fortuna mi diverto ancora con la collezione classica, ma non passo il tempo, perchè il tempo non deve passare mai. Fabrizio

"La filatelia non è morta, ma comunque non si sente tanto bene" (Woody Allen)
Napoli1860
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Re: La filatelia è destinata a morire? Idee, suggerimenti e possibili soluzioni

Messaggio da Napoli1860 »

Fabrizio S. ha scritto: 29 maggio 2025, 7:14 ... e perché rifiuto questa filatelia moderna creata a DOC per speculazione, con emissioni considerate rare
che rare non sono, e che, in ultima analisi, colpiscono e allontanano i giovani collezionisti e non solo.
Un suggerimento: smettetela di etichettarla "filatelia moderna" - come se fosse una deriva dei giorni nostri - perché non lo è; ciò che tu chiami "filatelia moderna" risale - come minimo - alla fine dell'800 (come risulta evidente dai documenti che sto raccogliendo e che organizzerò in un articolo dedicato).

La filatelia è stata per decenni e decenni un antro di speculatori... altro che "studio, conoscenza e ricerca"!

I veri appassionati - i veri collezionisti - sono sempre stati pochissimi, ma in numero sostanzialmente costante. Solo che ora sembrano ancora meno, visto che l'antro - in cui venivano impropriamente collocati - si è finalmente svuotato.
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