Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Forum di discussione sulle emissioni e la storia postale del Regno delle Due Sicilie - Domini al di qua del faro - Napoli
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lingo
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da lingo »

Francesco Melone ha scritto: 15 giugno 2025, 23:54 Nel corso degli anni il bollo "FRANCA", con caratteri che a loro volta mutarono a seconda dell'officina postale che lo utilizzava, si accompagnò non solo a lettere in porto prepagato, ma divenne un bollo di franchigia ed infine nell'ulteriore corso degli anni la posta borbonica si organizzò in modo da definire meglio se il bollo doveva essere applicato a lettere provenienti da Napoli (Franca N), se apposto in partenza (Franca P), se apposto in arrivo (A Franca), se apposto su lettere provenienti dall'estero (E Franca) ed infine anche un bollo "FRANCA PER VIA DI MARE", fra l'altro con una miriade di composizioni (P FRANCA N), (A FRANCA N) e di variabili caratteri tipografici delle lettere che lo componevano su cui non mi soffermo ulteriormente.
E' stato per me un vero piacere essermi confrontato con una persona della tua competenza e sono convinto che in futuro ci saranno sicuramente altre occasioni per un sereno dibattito.
Un caro saluto e a presto.
Francesco
Caro Francesco,
sei stato cristallino, a breve modificherò il foglio d'album che descrive il mio documento postale. Il piacere è stato il mio ed alla prossima.
A presto
Pasquale
_____________
Cordiali saluti
Pasquale Agosti
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paolo.pellegrini
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da paolo.pellegrini »

Buongiorno, che ne pensate di questo uso del "bollo e franca"?
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Francesco Melone
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Francesco Melone »

Ciao Paolo,
come sai, il bollo "FRANCA" lineare annullatore in cartella, di esclusiva epoca filatelica, è conosciuto come unico annullatore solo due esemplari singoli del 2 grana I e III tav. su due frammenti da Benevento, di cui all’allegato che ho estratto dalla collezione.
Come detto, il bollo “E Franca”, che ha la sua origine in epoca prefilatelica, ma che venne utilizzato talvolta anche in epoca filatelica (ne sono un classico esempio il documento postale spedito da Firenze il 23 ottobre 1860 postato da Giuseppe e la lettera spedita da Londra il 7 settembre 1858 postata da Pasquale) veniva utilizzato sulla soprascritta di lettere nelle sue varie accezioni da me descritte in precedenza e finora non mi era noto il suo uso come annullatore di francobolli di Napoli, ma credo che possa esserci una probabile spiegazione al tipo di affrancatura da te illustrata.
A volte poteva capitare che l’impiegato postale nell’apporre tale bollo sulla soprascritta potesse colpire in parte anche l’affrancatura.
La mia sensazione, anche se naturalmente potrei sbagliarmi, è che i tre francobolli da te postati siano stati recuperati da tre affrancature diverse in cui i francobolli di Napoli vennero verosimilmente aggiunti ad integrazione (o facevano parte) di affrancature provenienti da altri Stati (di qui naturalmente l'utilizzo del bollo "E Franca"), in cui appunto il bollo li aveva colpiti parzialmente e poi siano stati riuniti da un abile venditore mediante linguella in maniera più o meno sovrapposta a “simulare” un suo inedito utilizzo come unico annullatore.
Anche se, ti ripeto, la mia è solo una sensazione, ti consiglio di stare in guardia da questo tipo di proposte a mio avviso illusorie.
Un caro saluto.
Francesco
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paolo.pellegrini
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da paolo.pellegrini »

in realtà i francobolli sono certificati da noto perito.
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paolo.pellegrini
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da paolo.pellegrini »

ecco il certificato in questione
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Antonello Cerruti
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Antonello Cerruti »

Ciao Paolo, è facile - da diversi particolari - confermare che gli annullamenti "E Franca" su quel frammento sono del tutto congrui ed originali.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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paolo.pellegrini
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da paolo.pellegrini »

Grazie mille, anche secondo me era evidente la genuinità del pezzo. Non capisco però il suo uso su francobolli di Napoli. Inoltre non mi risultano doppie timbrature sulle varie lettere che ho potuto vedere ma sempre con una sola timbratura che a volte colpisce anche i francobolli "esteri" in arrivo.
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Antonello Cerruti
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Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45

Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Antonello Cerruti »

Potrebbe essere un uso occasionale per annullare francobolli sfuggiti all'obliterazione.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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gipos
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da gipos »

Buongiorno a tutti, voglio ringraziare sia Francesco che Pasquale per gli approfondimenti fatti sulla natura ed evoluzione dei vari timbri Franca, E Franca che venivano apposti all'arrivo nel Porto di Napoli.
Inserisco due documenti postali provenienti dalla Francia in piena campagna Garibaldina arrivati a Napi a distanza di un mese una il 5 giugno, l'altra il 7 luglio.
Un cordiale saluto a tutti
Giuseppe
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Francesco Melone
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Francesco Melone »

Ciao Paolo e Buongiorno a tutti,
le integrazioni del certificato e quanto poi chiarito da Antonello hanno fatto piena luce sull’affrancatura confermando quindi che le mie sensazioni erano sbagliate e mi fa veramente piacere per te che tu sia in possesso di un’affrancatura con un tipo di annullo inedito che io non conoscevo e di cui nutrivo dei dubbi anche un po’ per mia deformazione professionale che mi fa diffidare di tutto ciò che appare.
L’importante è che ora attraverso il confronto sereno e pacato con te, Pasquale e Giuseppe, anche con le lettere appena postate da quest’ultimo, si sia ulteriormente chiarito - ove mai ce ne fosse ancora bisogno - il significato effettivo di questo bollo che aveva dato adito a tanti equivoci interpretativi.
Un caro saluto.
Francesco
Napoli1860
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Re: Collezione "Al di qua del Faro" - Napoli 1858-1863

Messaggio da Napoli1860 »

Sono davvero felice che "Al di qua del Faro" offra così tanti spunti di discussione, che orbitandovi intorno si riesca a coprire l'intero spettro di possibili linee argomentativa, dalla dimensione storica - di cui Giuseppe (gipos) è un po' il dominus - sino a profili strettamente tecnici o altamente specialistici (come l'ultima discussione sul timbro "E' FRANCA").

Prendo spunto proprio da quest'ultimo confronto - sul "E' FRANCA" - per ribadire un punto generale, per me dirimente.

La Meccanica Quantistica

viewtopic.php?t=75414

ci manda un messaggio universale: noi esistiamo perché interagiamo.

E' chiara questa cosa? Esistiamo perché interagiamo, perché siamo in relazione con altri, il nostro mondo è fatto di connessioni, di interrelazioni, di collegamenti. Espresso in negativo: nulla esiste, se preso singolarmente.

Carlo Rovelli è fulminante: "La penna non esiste di per sé. La penna esiste, perché c'è qualcuno che la osserva, la prende in mano, e la usa per scrivere; esiste perché interagisce con il foglio su cui scrive; esiste perché il suo inchiostro entra in contatto con la carta, esiste perché la si mette in contatto con altre penne [magari per formare una collezione di penne, aggiungo io]", e così via.

Lo faccio osservare perché talvolta si mostrano singoli pezzi, per avere conforto sul loro "pregio intrinseco", senza rendersi ben conto fino in fondo che il singolo pezzo non esiste, nel senso che anche la rarità più iper-mega-fantasmagoricoca del mondo non dirà nulla a un osservatore medio, se preliminarmente non la si inserisce in un contesto, se non la si mette in connessione con altri pezzi. E semmai qualcuno riesce davvero ad apprezzarla, è solo perché - implicitamente - il contesto se l'è creato da solo, in base alle sue conoscenze e competenze. Ma un contesto - appunto - ci vuole sempre.

Il pregio di un oggetto filatelico non è nella sua apparente rarità intrinseca (a ragionare così sono solo i commercianti, indaffarati nelle loro compravendite) ma nella sua capacità di "parlare", di "comununicare qualcosa di interessante", qualcosa che, dietro l'oggetto in primo piano, spinga l'immaginazione verso un secondo piano, e da qui lungo prospettive ancora più distanti.

Ma - con tutta evidenza - si parla sempre con qualcuno, e nel caso di specie con tutti gli altri pezzi che vi sono intorno.

I soliloqui - per quanto brillanti - lasciano i più indifferenti.
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