
sergio
Ottimo, così potrai contribuire al discorso integrando o correggendo le mie considerazioni.debene ha scritto: 21 luglio 2019, 13:20 Ciao Fabrizio,
sicuramente sarà interessantissima la tua analisi.
Alcune mie collezioni li contengono, in primis Croce Rossa.
un abbraccio
sergio
Ottima analisi che potrebbe dimostrare la completa indipendenza tra il valore nominale valido per l'affrancatura e il sovrapprezzo per la raccolta fondi, le prime dettate da regole postali mentre le seconde dettate da esigenze contingenti puramente finanziarie. Sarebbe bello se tu potessi completare questa tua analisi integrandola con i dati relativi alle tirature di queste emissioni, che potrebbero rivelare rapporti di interdipendenza con gli aspetti finanziari piuttosto che con le reali necessità postali, come mi aspetterei seguendo un'ipotesi logica che da per scontato il fatto che queste emissioni non furono emesse per necessità postali, abbondantemente soddisfatte dalle emissioni ordinarie.somalafis ha scritto: 22 luglio 2019, 9:22 Ai francobolli con sovrapprezzo emessi nel periodo del Regno (gli anni ''d'oro'' di questo sistema) avevo dedicato un'analisi statistica pubblicata sul numero di settembre 2017 della rivista ''L'arte del francobollo'' e tradotta in una serie di tabelle sul peso del sovrapprezzo rispetto al valore di affrancatura e sui valori assoluti.
Per favore... ti prego di FARE IL PIGNOLO perché solo così possiamo analizzare la storia di queste emissioni da un altro punto di vista che non è solo quello filatelico. Sono molto contento che le tue conoscenze sulla storia della filatelia abbiano confermato l'esistenza di due emissioni, ipotesi a cui ero giunto solo attraverso l'analisi iconica e plastica dei soggetti. Rimango tuttavia perplesso nel constatare che questo errore di classificazione persista nei nostri cataloghi, anche su quelli specializzati, che attribuiscono ai quattro francobolli il medesimo numero di serie ed una quotazione sommatoria dei quattro valori, ma forse si tratta solo di "banali" questioni commerciali.somalafis ha scritto: 22 luglio 2019, 18:03 Scusami, non voglio davvero passare per pignolo ma si tratta proprio di due serie diverse , disposte con provvedimenti normativi diversi, con modalita' di distribuzione differenti, con date di emissione e validita' diverse, con soggetti di commemorazione diversi, con tirature difformi, con disegni completamente diversi. Anche i comitati beneficiari dei sovrapprezzi dovrebbero essere stati diversi. Il fatto i cataloghisti le raggruppino sotto un'unica voce non modifica la realta': credo che la ''colpa'' risalga addirittura al catalogo Yvert che all'epoca non aveva concorrenti italiani e face la scelta di catalogare le due serie insieme...
Oltre tutto la prima serie fu distribuita solo dagli uffici postali siciliani (anche se era valida per tutto il Regno), mentre la seconda venne distribuita in tutte le province meridionali, ESCLUSA LA SICILIA. Alcune delle domande che poni al termine del tuo intervento non sono quindi del tutto corrette. Io credo semplicemente che all'epoca nei comitati che si sobbarcarono gli oneri di preparazione dei disegni e delle tavole sedessero personaggi importanti e bene ammanicati e ciascuno riusci' a conseguire i propri obiettivi. Anche nella successiva emissione per il cinquantenario dell'unita' d'Italia del 1911 (ti prego di non dimenticare la lunga serie delle cartoline postali) i Comitati per le feste di Roma e Torino avranno un peso fondamentale.
Perché la filatelia sociale non è una forma di contribuzione spontanea mossa da sentimenti di solidarietà ma, come cercherò di dimostrare, è una forma di comunicazione istituzionale (leggi dello Stato) mossa da intenti di natura prevalentemente socio-politica e aggiungo che non potrebbe essere altrimenti, per non creare animose diatribe su cosa, quanto e come meriti di essere finanziato. La vera raccolta spontanea e solidale venne svolta con un certo successo tramite iniziative private che promuovevano l'acquisto di etichette erinnofile, come avvenne anche nel caso specifico del terremoto di Messina.somalafis ha scritto: 22 luglio 2019, 20:04 Sono ani che ho smesso di interrogarmi sulle ragioni delle scelte dei cataloghi nel raggruppare o suddividere le serie…
Quanto alla mia cinica osservazione sui comitati di festeggiamento, ragionando in termini di ''filatelica sociale'' , come mai non ci fu una battaglia per emettere francobolli con sovrapprezzo a beneficio della ricostruzione dopo la terribile tragedia del terremoto di Messina-Reggio Calabria del 1908, i cui lutti (da 90.000 a 120.000 vittime) e le cui sterminate macerie erano ancora presenti nel 1910 nella memoria nazionale e sotto gli occhi di tutti?
Per quanto riguarda la "tesi complottista" avanzata da Vaccari, questa potrebbe avere un fondamento (tutto da dimostrare), dal momento che Corrado Mancioli, autore del bozzetto, fu un disegnatore molto attivo nel periodo fascista, che potrebbe essere stato tentato di inserire un nostalgico, microscopico riferimento irredentista in questo francobollo del 1956.fildoc ha scritto: 26 luglio 2019, 8:27 e l'Istria oltre che sul francobollo della televisione appare anche forse sul famoso Gronchi...
ma la Jugoslavia non se ne accorse!