La splendida lettura di questi francobolli porterebbe a pensare, con poca sorpresa, in verità, che vi sia stata una sorta di guerra fredda anche all'interno del poligrafico o, quantomeno, che questi non si sia potuto sottrarre dalregistrarne gli effetti.
In verità credo che si possa riscontrare una sorta di continuità già col passato regime, almeno per ciò che riguarda l'impostazione grafica dei bozzetti. Un certo sapore futurista lo si percepisce, credo, in molte emissioni dell'immediato dopoguerra, anche se, credo, declinato in salsa "socialista reale".
Voglio dire che, ma la mia è solo una supposizione, uno spunto se si vuole, che vi siano due tendenze, proprio come Peppone e Don Camillo che, poi, era l'Italia di allora.
Da una parte c'erano emissioni (quelle futuriste) e dall'altra c'erano quelle rassicuranti, familiari, se vogliamo.
Spinto dalla curiosità sono andato a rivedere alcune emissioni, giusto per vedere "l'effetto che fa".
1951
http://www.ibolli.it/cat/italia/51/salone_big.jpgsalone_big.jpg
Qui sembra piuttosto chiaro come la ruota dentata, simbolo del lavoro stia dietro alla produzione delle automobili ed alla sua industria. E' il lavoro, la classe operaia che è l'artefice della produzione, specie a Torino, città operaia per definizione.
1951
http://www.ibolli.it/cat/italia/51/censimento_big.jpgcensimento_big.jpg
In questo caso troviamo l'elmetto da lavoratore, cinto dalle ali simbolo di libertà, che sembrano venire fuori dalla stessa ruota dentata del francobollo precedente. E' il lavoro (operaio) che produce ed affranca.
1865
http://www.ibolli.it/cat/italia/51/fieramilano2_big.jpgfieramilano2_big.jpg
Sul versante "Don Camillo", invece, ecco un cristo radioso che illumina un moderno edificio delle Poste e Telegrafi.
Tutto ciò è davvero affascinante.
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