La cosa spiazzante, se letta con le lenti del XXI secolo, è la formula "al detenuto politico" che oggi suonerebbe come un attentato alla privacy oppure come un'offesa al destinatario.
In tempi più recenti sarebbe stata censurata.
Non è comunque una novità perché su
Storie di Posta 12 ci sono due lettere di denaro spedite a tale Giovanni Nuvolari "detenuto politico" a Josefov (Praga). Tra l'altro balza all'occhio la diversa modalità di lavorazione degli invii del ramo delle diligenze rispetto a quello della postalettere, ad esempio la tassa da pagare o da pagarsi veniva annotata sul frontespizio.
In un caso c'è effettivamente la firma di uno straniero che non può che essere stata apposta in arrivo dato che l'invio era chiuso da mittente mentre nell'altro caso o c'è nulla oppure la firma è occultata.
Nel caso della lettera per Venezia la firma in tedesco mi sembra nello stesso colore (e grafia?) del testo ... Ad ogni modo chi ha aperto la lettera era persona abituata a ricevere corrispondenza dato che non ha strappato il sigillo ma mi è premurato di ritagliare la carta attorno.
E' vero che la censura epistolare c'è sempre stata, non soltanto in ambito carcerario. Per quanto riguarda il LV servirebbero però maggiori approfondimenti che esulano dal nostro piccolo mondo collezionistico.

Francesco