Le descrizioni nei cataloghi d'asta: semplici o accurate?
- Alessandro Arseni
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Le descrizioni nei cataloghi d'asta: semplici o accurate?
Cari amici,
ero oggi a pranzo con un esperto collega e si discuteva sulle descrizioni dei lotti sui cataloghi d'asta, con particolare riguardo a quelle relative alle lettere, affrancate o no, che hanno un certo interesse per la storia postale.
L'esperto sosteneva che le descrizioni devono essere semplici, quasi "ingenue", per dare modo al collezionista di "fare la pescata" perché magari il probabile acquirente ritiene che il descrittore non abbia notato la tariffa, l'affrancatura, i segni di tassazione, la destinazione o qualsivoglia qualità che rende la lettera degna di essere acquistata.
Dato che di descrizioni qualcosa ne mastico e sto descrivendo i lotti per la prossima asta Harmers Auction di Lugano, ero sorpreso da questa affermazione, perché a volte impiego anche due o tre ore per documentarmi e spiegare, nella descrizione, le tariffe ecc. come sopra.
Ora, mi è venuto un dubbio. Perché se è pur vero che la "pescata" rende felice il collezionista e comunque è un venduto "sicuro" per una casa d'aste, e spinge successivamente il collezionista a prestare più attenzione in un catalogo dove ha fatto un buon affare, mi chiedo se una descrizione come, ad esempio, questa presa a caso tra quelle che sto facendo, possa meglio spingere l'interesse sia dell'esperto collezionista quanto di un nuovo probabile interessato a iniziare una nuova collezione, acquistando un lotto che basta copiare e hai già una pagina da esposizione. Eccovi un esempio:
1836 - Lettera da Corfù (protettorato inglese) del 22 settembre 1836 per Firenze, recante al recto il bollo grande ovale “Officio della Posta Generale” di Corfù recante al centro manoscritto la tassa ionica di 6 pence. Ovale in rosso di Otranto in transito e tassata per “10” grana in alto a sinistra per il trasporto nel Regno delle Due Sicilie e di “6” crazie in arrivo a Firenze. Al verso bollo ovale di Corfù in nero e di transito a Napoli dell’11 ottobre. Bruniture dovute al trattamento sanitario di “fumigazione” al lazzaretto di Otranto, bollo corsivo al verso di Firenze “Soprintend.za G.le/ di Sanità a Firenze” (A.I.S.P. pag. 114) e tagli di disinfezione di Firenze da 36 mm. (Ravasini pag. 24). "
O meglio scrivere:
Lettera da Corfù per Firenze del 1836, col raro bollo di Corfù, transitata per la via di Otranto, vari segni di tassa e disinfezione. Molto interessante e rara.
Questo il dilemma. Cosa ne pensate?
ero oggi a pranzo con un esperto collega e si discuteva sulle descrizioni dei lotti sui cataloghi d'asta, con particolare riguardo a quelle relative alle lettere, affrancate o no, che hanno un certo interesse per la storia postale.
L'esperto sosteneva che le descrizioni devono essere semplici, quasi "ingenue", per dare modo al collezionista di "fare la pescata" perché magari il probabile acquirente ritiene che il descrittore non abbia notato la tariffa, l'affrancatura, i segni di tassazione, la destinazione o qualsivoglia qualità che rende la lettera degna di essere acquistata.
Dato che di descrizioni qualcosa ne mastico e sto descrivendo i lotti per la prossima asta Harmers Auction di Lugano, ero sorpreso da questa affermazione, perché a volte impiego anche due o tre ore per documentarmi e spiegare, nella descrizione, le tariffe ecc. come sopra.
Ora, mi è venuto un dubbio. Perché se è pur vero che la "pescata" rende felice il collezionista e comunque è un venduto "sicuro" per una casa d'aste, e spinge successivamente il collezionista a prestare più attenzione in un catalogo dove ha fatto un buon affare, mi chiedo se una descrizione come, ad esempio, questa presa a caso tra quelle che sto facendo, possa meglio spingere l'interesse sia dell'esperto collezionista quanto di un nuovo probabile interessato a iniziare una nuova collezione, acquistando un lotto che basta copiare e hai già una pagina da esposizione. Eccovi un esempio:
1836 - Lettera da Corfù (protettorato inglese) del 22 settembre 1836 per Firenze, recante al recto il bollo grande ovale “Officio della Posta Generale” di Corfù recante al centro manoscritto la tassa ionica di 6 pence. Ovale in rosso di Otranto in transito e tassata per “10” grana in alto a sinistra per il trasporto nel Regno delle Due Sicilie e di “6” crazie in arrivo a Firenze. Al verso bollo ovale di Corfù in nero e di transito a Napoli dell’11 ottobre. Bruniture dovute al trattamento sanitario di “fumigazione” al lazzaretto di Otranto, bollo corsivo al verso di Firenze “Soprintend.za G.le/ di Sanità a Firenze” (A.I.S.P. pag. 114) e tagli di disinfezione di Firenze da 36 mm. (Ravasini pag. 24). "
O meglio scrivere:
Lettera da Corfù per Firenze del 1836, col raro bollo di Corfù, transitata per la via di Otranto, vari segni di tassa e disinfezione. Molto interessante e rara.
Questo il dilemma. Cosa ne pensate?
Re: Descrizioni: semplice o accurata?
Per gli oggetti di un certo pregio (non solo venale) propenderei per una descrizione accurata. Per gli altri oggetti sarei per descrizioni semplici. D'altronde si impara molto consultando un catalogo con buone descrizioni. Rischi, con descrizioni accurate, però di trovare l'"esperto", il quale potrebbe smontare la tua descrizione.
Dovendo scegliere, sarei per la descrizione accurata.
Dovendo scegliere, sarei per la descrizione accurata.
Cordiali Saluti Eric Werner (alias Vacallo)
Vincitore dei concorsi "I Top di F&F" 2007 e 2008
Vincitore del concorso "I Top di F&F" 2010, categoria Documenti Postali
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- Giovanni Salvaderi
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- Iscritto il: 26 agosto 2007, 12:36
Re: Descrizioni: semplice o accurata?

Solo il mio pensiero


giovanni salvaderi
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Re: Descrizioni: semplice o accurata?
Alessandro, la tua è una domanda da un milione di dollari
Il catalogo d'asta, soprattutto se di prestigio, è certamente un eccellente strumento di consultazione e studio, da conservare. Quindi una descrizione completa certamente sarebbe preferibile.
D'altro canto è anche vero che descrizioni snelle, chiare ma semplici, come la tua seconda, sarebbero preferibili per i "topi" d'asta, che - come sostenuto dal tuo amico - desiderano pescare il pezzo insolito o dalla tariffa inconsueta.
Pertanto ti rispondo così: essendo un novizio di storia postale, preferisco la prima, se fossi un esperto preferirei la seconda.
Quindi, sta a te decidere: preferisci stilare un catalogo "amico" dei neofiti o degli esperti?


Il catalogo d'asta, soprattutto se di prestigio, è certamente un eccellente strumento di consultazione e studio, da conservare. Quindi una descrizione completa certamente sarebbe preferibile.
D'altro canto è anche vero che descrizioni snelle, chiare ma semplici, come la tua seconda, sarebbero preferibili per i "topi" d'asta, che - come sostenuto dal tuo amico - desiderano pescare il pezzo insolito o dalla tariffa inconsueta.
Pertanto ti rispondo così: essendo un novizio di storia postale, preferisco la prima, se fossi un esperto preferirei la seconda.
Quindi, sta a te decidere: preferisci stilare un catalogo "amico" dei neofiti o degli esperti?


Colleziono storia postale del regno di Umberto I
- cirneco giuseppe
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Re: Descrizioni: semplice o accurata?
Giusta la risposta di Marco.
Se sono un esperto mi interessa poco la descrizione, guardo e so già cos'è.
Se sono un neofita ed ho qualche soldino da spendere, avrò certamente bisogno di sapere su cosa sto offrendo.
Un bel dilemma
Se sono un esperto mi interessa poco la descrizione, guardo e so già cos'è.
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Un bel dilemma

..... pino .....
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E' saggio sognare ma da stolti illudersi.
cerco e colleziono saggi e prove dagli ASI ad oggi solo Italia
http://www.antichistati.it


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- Giovanni Salvaderi
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- Iscritto il: 26 agosto 2007, 12:36
Re: Descrizioni: semplice o accurata?
cirneco giuseppe ha scritto:Se sono un esperto mi interessa poco la descrizione, guardo e so già cos'è.
Pino non credi che non si è mai esperti a sufficienza, scusami


giovanni salvaderi
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Re: Descrizioni: semplice o accurata?
Giovanni Salvaderi ha scritto:cirneco giuseppe ha scritto:Se sono un esperto mi interessa poco la descrizione, guardo e so già cos'è.
Pino non credi che non si è mai esperti a sufficienza, scusami![]()
C'è chi e meno, e chi è più esperto, a seconda della propria specializazione. Anche se non colleziono un settore, sono sempre attratto da accurate descrizioni. Così imparo (alemno credo)!
Cordiali Saluti Eric Werner (alias Vacallo)
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- Giovanni Salvaderi
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- Iscritto il: 26 agosto 2007, 12:36
Re: Descrizioni: semplice o accurata?
Vacallo ha scritto:Giovanni Salvaderi ha scritto:cirneco giuseppe ha scritto:Se sono un esperto mi interessa poco la descrizione, guardo e so già cos'è.
Pino non credi che non si è mai esperti a sufficienza, scusami![]()
C'è chi e meno, e chi è più esperto, a seconda della propria specializazione. Anche se non colleziono un settore, sono sempre attratto da accurate descrizioni. Così imparo (alemno credo)!
Esatto ed in più se la descrizione è maggiormente particolareggiata e scopro anche una curiosità in più, sono ancora più felice

giovanni salvaderi
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- cirneco giuseppe
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- Iscritto il: 13 luglio 2007, 17:35
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Re: Descrizioni: semplice o accurata?
Giovanni Salvaderi ha scritto:cirneco giuseppe ha scritto:Se sono un esperto mi interessa poco la descrizione, guardo e so già cos'è.
Pino non credi che non si è mai esperti a sufficienza, scusami![]()
Hai ragione!


Ma solo in parte


Chiaro che se parliamo di storia postale le varianti sono infinite e "gli esami non finiscono mai", ma se parliamo di oggetti classici, ad esempio prove, difficilmente ne leggo la descrizione.

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Re: Descrizione: semplice o accurata?
e d'altro canto è vero che un neofita difficilmente potrà scoprire qualcosa in più della descrizione "accurata",
per il resto quoto Marco, quando leggo un lotto del mio settore ben descritto, il pensiero è sempre quello :" ma sto accidenti di curatore non poteva limitarsi a scrivere LETTERA IN LUOGOTENENZA."

per il resto quoto Marco, quando leggo un lotto del mio settore ben descritto, il pensiero è sempre quello :" ma sto accidenti di curatore non poteva limitarsi a scrivere LETTERA IN LUOGOTENENZA."



S T A F F
- Giovanni Salvaderi
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- Iscritto il: 26 agosto 2007, 12:36
Re: Descrizioni: semplice o accurata?
cirneco giuseppe ha scritto:Giovanni Salvaderi ha scritto:cirneco giuseppe ha scritto:Se sono un esperto mi interessa poco la descrizione, guardo e so già cos'è.
Pino non credi che non si è mai esperti a sufficienza, scusami![]()
Hai ragione!![]()
![]()
Ma solo in parte![]()
![]()
Chiaro che se parliamo di storia postale le varianti sono infinite e "gli esami non finiscono mai", ma se parliamo di oggetti classici, ad esempio prove, difficilmente ne leggo la descrizione.
Certo Pino ma qui di quello stiamo parlando, ma in ogni caso "credo" che qualsiasi oggetto, se meglio descritto nelle sue particolarità, abbia un plus valore per il possibile acquirente, profano come me e, vado a cercare=studiare, oppure esperto cercare=trovare differenze che ne possano accentuare il valore/rarità che magari è sfuggita alla descrizione, quindi in ogni caso "istigazione" alla lettura ed allo studio



giovanni salvaderi
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- Giovanni Salvaderi
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- Iscritto il: 26 agosto 2007, 12:36
Re: Descrizione: semplice o accurata?
strino ha scritto:e d'altro canto è vero che un neofita difficilmente potrà scoprire qualcosa in più della descrizione "accurata",
per il resto quoto Marco, quando leggo un lotto del mio settore ben descritto, il pensiero è sempre quello :" ma sto accidenti di curatore non poteva limitarsi a scrivere LETTERA IN LUOGOTENENZA."![]()

p.s. senza assoluta polemica verso case d'asta e periti.
Solo, sempre, la mia opinione personalissima


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- cirneco giuseppe
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- Iscritto il: 13 luglio 2007, 17:35
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Re: Descrizione: semplice o accurata?
Intanto bisogna pensare che il tempo è sempre limitato e che se si vuol descrivere tutto, ma proprio tutto ci va parecchio tempo e se lo moltiplichi per 1000 lotti capirai che il tempo non basta.
Poi, ci sono oggetti postali che meritano descrizioni accuratissime perchè debbono catturare l'attenzione dei più danarosi ed oggetti che debbono, invece, attirare molti offerenti per vivacizzare l'asta e non so se per quest'ultimi sia conveniente una accurata descrizione oppure solo una sommaria.
Per parte mia, credo che tre righe di descrizione siano più che sufficienti.
Poi, ci sono oggetti postali che meritano descrizioni accuratissime perchè debbono catturare l'attenzione dei più danarosi ed oggetti che debbono, invece, attirare molti offerenti per vivacizzare l'asta e non so se per quest'ultimi sia conveniente una accurata descrizione oppure solo una sommaria.
Per parte mia, credo che tre righe di descrizione siano più che sufficienti.
..... pino .....
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Re: Descrizione: semplice o accurata?
cirneco giuseppe ha scritto:Intanto bisogna pensare che il tempo è sempre limitato e che se si vuol descrivere tutto, ma proprio tutto ci va parecchio tempo e se lo moltiplichi per 1000 lotti capirai che il tempo non basta.
Poi, ci sono oggetti postali che meritano descrizioni accuratissime perchè debbono catturare l'attenzione dei più danarosi ed oggetti che debbono, invece, attirare molti offerenti per vivacizzare l'asta e non so se per quest'ultimi sia conveniente una accurata descrizione oppure solo una sommaria.
Per parte mia, credo che tre righe di descrizione siano più che sufficienti.
ok. Pino la solita legge del mercato, per me



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Re: Descrizione: semplice o accurata?
vero,
ma stiamo parlando di cataloghi d'asta, non di enciclopedie, il loro fine è invogliare all'acquisto, non l'erudizione del collezionista,
detto puramente in senso tecnico, senza voler trarre conclusioni sul meglio/peggio dei due tipi di descrizioni
ma stiamo parlando di cataloghi d'asta, non di enciclopedie, il loro fine è invogliare all'acquisto, non l'erudizione del collezionista,
detto puramente in senso tecnico, senza voler trarre conclusioni sul meglio/peggio dei due tipi di descrizioni

S T A F F
- Giovanni Salvaderi
- Messaggi: 3009
- Iscritto il: 26 agosto 2007, 12:36
Re: Descrizione: semplice o accurata?
strino ha scritto:vero,
ma stiamo parlando di cataloghi d'asta, non di enciclopedie, il loro fine è invogliare all'acquisto, non l'erudizione del collezionista,
detto puramente in senso tecnico, senza voler trarre conclusioni sul meglio/peggio dei due tipi di descrizioni



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Re: Descrizione: semplice o accurata?
Spesso i partecipanti ad un'asta devono basarsi nella loro decisione soltanto sulla riproduzione e sulle indicazioni scritte nel catalogo, senza poter esaminare l'oggetto: credo quindi che una descrizione che fornisca tutte le indicazioni possibili sia decisamente utile. E, quando sono in gioco cifre non piccole, anche la veste del catalogo con le sue informazioni piu' o meno ricche contribuisce probabilmente al ''clima'' dell'asta. D'altra parte mi sembra che la prassi delle case d'asta internazionali, nel caso di pezzi pregiati di storia postale o di filatelia tradizionale, sia prevalentemente orientata verso le descrizioni accurate.
Riccardo Bodo
SOSTENITORE
SOSTENITORE
Re: Descrizione: semplice o accurata?
Voglio dire la mia... e cioè che si tralascia, mi pare, un particolare oltre alla descrizione: il prezzo. Con ciò intendo che dalla base d'asta si può, spesso, desumere facilmente, aldilà della descrizione più o meno accurata, se colui che ha fatto la descrizione ha veramente compreso ciò che, per esempio, a me potrebbe interessare di quell'oggetto, o addirittura l'oggetto stesso... comunque, per tornare al dilemma iniziale, la cosa migliore è sempre una bella e nitida immagine piuttosto che dieci righe di descrizione... in ogni caso preferisco le descrizioni brevi e precise (data, francobollo, luogo di partenza e d'arrivo)...
per farvi capire meglio vi faccio un esempio a me capitato direttamente: se una notissima casa d'aste avesse ben descritta la fascetta per giornali, completissima e perfetta, spedita da Siena (che io sappia unica conosciuta da tale luogo! e comunque non tanto comune credo) con 1 cent di Toscana, non l'avrei mai presa, credo... invece per loro era un frammento di sovraccoperta e, così, ora ce l'ho io...

per farvi capire meglio vi faccio un esempio a me capitato direttamente: se una notissima casa d'aste avesse ben descritta la fascetta per giornali, completissima e perfetta, spedita da Siena (che io sappia unica conosciuta da tale luogo! e comunque non tanto comune credo) con 1 cent di Toscana, non l'avrei mai presa, credo... invece per loro era un frammento di sovraccoperta e, così, ora ce l'ho io...

Colleziono e ricerco SEMPRE materiale storico-postale, dalle origini al 1945, di SIENA e provincia (soprattutto di SAN QUIRICO d'Orcia) per i miei studi...
SOSTENITORE DEL FORUM per il 2009-2010-2011-2012-2013-2014-2015-2016-2017-2018-2019...
SOSTENITORE DEL FORUM per il 2009-2010-2011-2012-2013-2014-2015-2016-2017-2018-2019...
Re: Descrizione: semplice o accurata?
strino ha scritto:vero,
ma stiamo parlando di cataloghi d'asta, non di enciclopedie, il loro fine è invogliare all'acquisto, non l'erudizione del collezionista,
detto puramente in senso tecnico, senza voler trarre conclusioni sul meglio/peggio dei due tipi di descrizioni
E' vero che il loro scopo è commerciale, ma, nei fatti, svolgono un ruolo culturale di diffusione di conoscenza filatelica. Quindi buone descrizioni e buone foto.

STAFF
L'educazione è l'arma più potente che si può usare per cambiare il mondo
- Nelson Mandela

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- Antonello Cerruti
- Messaggi: 6997
- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: Descrizione: semplice o accurata?
Gli ultimi due messaggi (di Riccardo e di Paolo) sfiorano il problema vero che sta dietro la domanda di Alessandro Arseni.
Quando ho iniziato a descrivere i miei primi lotti da inserire in un'asta (l'Italphil, alla fine degli anni '60) mi venne insegnato, come prima regola, a dire sempre tutta la verità.
A quel tempo, infatti, ogni restituzione era un'onta per il descrittore che aveva sbagliato.
Forte di questi insegnamenti, ho descritto lotti per una mezza dozzina delle maggiori aste italiane.
Quando ho smesso, oltre una ventina di anni fa, le regole in vigore erano sempre le stesse.
Oggi i descrittori si trovano invece davanti al bivio che ha posto Alessandro.
Ed è un dubbio davvero inquietante e cercherò di spiegarne il motivo.
Se pensiamo che l'acquirente compra solo se scopre qualche cosa più del descrittore (perchè questo è ignorante o perchè fa il furbo non ha importanza), siamo veramente alla fine delle aste, almeno così come devono essere intese.
Le aste devono mettere in contatto i venditori con gli acquirenti, evitando i ricarichi dei mercanti.
Con questo scopo nascono, secoli fa.
Purtroppo oggi le aste filateliche hanno dei ricarichi intorno al 40% e questo ha tolto loro quel carattere di convenienza che avevano una volta.
E qui si innesta nella domanda di Alessandro quello che io vedo come un aspetto fondamentale ma che, nei messaggi precedenti, è stato solo sfiorato.
I giusti interessi del venditore chi li tutela?
Non le percentuali esose (perchè le spese sono tante...), non il rispetto assoluto dei termini di pagamento (perchè non sempre e non tutti gli acquirenti hanno pagato...), non la tutela contro le restituzioni immotivate (quello è un buon cliente e quindi non lo possiamo scontentare...)...
Se a tutto ciò aggiungiamo che occorre redigere delle descrizioni omissive o distratte o trascurate, altrimenti il venditore non fa la pesca..., ma quando l'oggetto in vendita raggiungerà il massimo prezzo ottenibile?
Oggi si vuole solo vendere, a qualsiasi prezzo.
Si deve raggiungere il 100% del vendito e, se possibile, poter vantare che il totale ha raggiunto il 150, il 200, il 250% del totale delle basi.
L'acquirente si fa il conto di quanto dovrà aggiungere di commissioni e lo defalca dalla sua offerta.
Quindi, in sostanza, il venditore si trova a dovere pagare non solo le sue commissioni ma anche quelle dell'acquirente; poi si deve accontentare di un realizzo a prezzi ridotti perchè il mercato è quello che è.
E' onesto a quanto sopra aggiungere anche una descrizione che non descrive?
Inoltre, vengono tagliati fuori tutti dalle aste anche tutti collezionisti non preparatissimi (e sono tanti) e si limita la partecipazione solo ai più esperti.
Anche questo a tutto danno dei venditori.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Quando ho iniziato a descrivere i miei primi lotti da inserire in un'asta (l'Italphil, alla fine degli anni '60) mi venne insegnato, come prima regola, a dire sempre tutta la verità.
A quel tempo, infatti, ogni restituzione era un'onta per il descrittore che aveva sbagliato.
Forte di questi insegnamenti, ho descritto lotti per una mezza dozzina delle maggiori aste italiane.
Quando ho smesso, oltre una ventina di anni fa, le regole in vigore erano sempre le stesse.
Oggi i descrittori si trovano invece davanti al bivio che ha posto Alessandro.
Ed è un dubbio davvero inquietante e cercherò di spiegarne il motivo.
Se pensiamo che l'acquirente compra solo se scopre qualche cosa più del descrittore (perchè questo è ignorante o perchè fa il furbo non ha importanza), siamo veramente alla fine delle aste, almeno così come devono essere intese.
Le aste devono mettere in contatto i venditori con gli acquirenti, evitando i ricarichi dei mercanti.
Con questo scopo nascono, secoli fa.
Purtroppo oggi le aste filateliche hanno dei ricarichi intorno al 40% e questo ha tolto loro quel carattere di convenienza che avevano una volta.
E qui si innesta nella domanda di Alessandro quello che io vedo come un aspetto fondamentale ma che, nei messaggi precedenti, è stato solo sfiorato.
I giusti interessi del venditore chi li tutela?
Non le percentuali esose (perchè le spese sono tante...), non il rispetto assoluto dei termini di pagamento (perchè non sempre e non tutti gli acquirenti hanno pagato...), non la tutela contro le restituzioni immotivate (quello è un buon cliente e quindi non lo possiamo scontentare...)...
Se a tutto ciò aggiungiamo che occorre redigere delle descrizioni omissive o distratte o trascurate, altrimenti il venditore non fa la pesca..., ma quando l'oggetto in vendita raggiungerà il massimo prezzo ottenibile?
Oggi si vuole solo vendere, a qualsiasi prezzo.
Si deve raggiungere il 100% del vendito e, se possibile, poter vantare che il totale ha raggiunto il 150, il 200, il 250% del totale delle basi.
L'acquirente si fa il conto di quanto dovrà aggiungere di commissioni e lo defalca dalla sua offerta.
Quindi, in sostanza, il venditore si trova a dovere pagare non solo le sue commissioni ma anche quelle dell'acquirente; poi si deve accontentare di un realizzo a prezzi ridotti perchè il mercato è quello che è.
E' onesto a quanto sopra aggiungere anche una descrizione che non descrive?
Inoltre, vengono tagliati fuori tutti dalle aste anche tutti collezionisti non preparatissimi (e sono tanti) e si limita la partecipazione solo ai più esperti.
Anche questo a tutto danno dei venditori.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti