E’ un gigantesco metronomo, posto su una base di pietra di dimensioni adeguate. Preciso che il metronomo è funzionante, nel senso che l’”ago” compie il suo movimento regolarmente:
Il monumento, del 1991, non è particolarmente amato dalla popolazione della capitale ceca ed è senz’altro bizzarro per non dire bislacco, ma è il caso di osservare il piedistallo del metronomo: è senza dubbio più vecchio del gigantesco meccanismo che sostiene. Infatti risale agli anni cinquanta del secolo XX. E sosteneva il mostro di Praga::
235 blocchi di granito per un peso di 17.000 tonnellate, 15,5 metri di altezza e 22 metri di lunghezza, più di sei anni di lavoro (dal 1949 al 1955): tutto questo per rendere omaggio al “Padre dei popoli”, Giuseppe Stalin, morto il 5 Marzo 1953:
L’inizio dei lavori, è bene non fare confusioni, risale a quando il baffuto dittatore era ancora in vita.
Al di là del fatto che le spese per questo faraonico omaggio (140.000.000 di Corone) le abbia pagate il popolo cecoslovacco, chi volle ad ogni costo il monumento? Ecco qua il committente unito, nello stesso francobollo, al celebrato:
A sinistra Stalin, accanto Klement Gottwald, già capo del governo e del partito comunista cecoslovacco, poi presidente della repubblica. Una curiosità, Gottwald morì pochi giorni dopo il suo ritorno da Mosca, dove aveva assistito ai funerali di Stalin.
Ad ogni modo, come appariva il monumento al cittadino che si trovasse ad attraversare il Čechův most? Ecco qui:
Impressionante.
Notare che la figura di Stalin è, nel granito, la più alta mentre il dittatore era di statura a dir poco modesta. Seguono figure anonime di generici lavoratori e soldati, cecoslovacchi a destra di chi guardasse, sovietici a sinistra.
La “vita” del monumentio, però, fu travagliata. Portò sfortuna allo scultore che lo realizzò, un certo Otakar Švec, che si suicidò tre settimane dopo l’inaugurazione, nel Maggio 1955, del manufatto. I suoi concittadini non avevano trascurato di informarlo, in via anonima ma ossessiva, di quanto poco apprezzassero la sua opera.
Soprattutto, però, capitò questo: nemmeno un anno dopo la consegna del monumento al panorama della città d’oro si tenne il XX congresso del Partito Comunista dell’URSS. Il segretario del PCUS, Nikita Khruščёv lesse il suo “rapporto segreto” col quale rivelava che Stalin era stato uno dei peggiori criminali del secolo XX. Ne denunciò, fra l’altro, anche il “culto della personalità": e cos’era il monumento di Praga se non un visibile (anche troppo) segno di questo “culto”?
Il monumento divenne imbarazzante e non è che si potesse a cuor leggero ordinarne la rimozione, il trasferimento o la distruzione. Era troppo grosso.
Rimase lì, visibile da ogni angolo di Praga, incombente e quasi minaccioso finchè ci si decise: nel Novembre 1962 una tonnellata di esplosivo sbriciolò il “mostro”. L’imbarazzo era terminato:
Un interrogativo: perchè, al posto dell’orrendo nonchè sfortunato monumento fu sistemato il non bellissimo metronomo? Provo a rispondere: forse perchè si è volutol fare intendere che il tempo, come si usa dire, è galantuomo e che alla prova del trascorrere degli anni, prima o dopo, anche gli errori o, meglio, gli orrori della storia trovano una giusta “sistemazione”. Il tempo ha “giustiziato” anche l’onnipotente ed apparentemente immortale Josef Vissarionovich Stalin.

