Ma allora, se io vado da un perito a farmi certificare un pezzo e mi dice che è falso, il perito dovrebbe essere obbligato a denunciare il cliente perchè detiene materiale falso?

luciano garagnani ha scritto:Sembra che la detenzione sia punibile soltanto se è "al fine di metterle in circolazione".
Se un collezionista possiede dei francobolli falsi non dovrebbe essere un problema.
Ho usato il condizionale perchè non sono un avvocato!![]()
Alberto Del Bianco ha scritto:Mi sembra che il TPA dei Carabinieri di Firenze, che si sta specializzando nel settore, in seguito alle segnalazioni ricevute dalla Federazione fra le Associazioni Filateliche Italiane, si sta muovendo su tutto il territorio nazionale con primi lusinghieri risultati. Ma se la Federazione non riceve le segnalazioni questa non può attivare il TPA..pertanto come ho già ribadito + volte in questo Forum quando avete sentore di falsi messi in commercio basta una semplice mail alla Federazione stessa.
pasfil ha scritto:Se posseggo e conservo nella mia collezione un c.d. “tappabuchi” per colmare il vuoto, sovente vere e proprie grossolane patacche che non potranno mai essere confuse come FB autentici, ritengo di non poter essere assoggettato ai divieti previsti dalla legge Giovanardi, perché tale fattispecie non rientra nella previsione normativa.
pasfil ha scritto:Se conservo un FB falso usato per frodare le poste (esempio, i tanti falsi di Napoli, prov. Nap., L.V. di Milano, etc…) ritengo di non poter essere assoggettato al divieto della legge Giovanardi perché il pezzo rientra proprio come oggetto che ha di fatto avuto una sorta di validità legale (abbia assolto il fine del FB autentico, assolvendo la tassa e venendo ritenuto autentico) ed ormai è divenuto di interesse collezionistico.
pasfil ha scritto:Se ad una manifestazione filatelica trovo un commerciante che ha fogli di FB falsi, imitazioni di FB che hanno avuto corso legale, indipendentemente se rari o meno rari, ma realizzati “ad hoc”, di ottima fattura, in grado di poter trarre in inganno il collezionista di media esperienza, ebbene anche se non li sta vendendo, credo che tale ipotesi rientri in pieno nella norma in questione; e ritengo giusto che egli commerciante venga castigato, proprio perché in quella condizione assume una forma di potenziale pericolo per la fede pubblica.
pasfil ha scritto:Se un commerciante operante nella filatelia mi propone in vendita dei FB falsi di ottima fattura, spacciandoli per autentici, con o senza certificato, ed io riesco a provare che lui sapeva della falsità, ma me li ha piazzati senza farsi scrupoli. Ebbene costui, oltre al reato previsto dalla legge Giovanardi credo potrà rispondere anche di truffa (quando, in tali circostanze ricorreranno anche i presupposti degli artifizi o raggiri per indurre taluno in errore, e viene posta in essere la tipica condotta per trarne profitto).
pasfil ha scritto:La questione che mi lascia perplesso è quando ci imbattiamo in autentici “babbei” che propongono in vendita i c.d. “tappabuchi” , tentando di spacciarli come autentici. Ebbene il tappabuco, a mio avviso, non ha le potenzialità offensive del falso creato “ad hoc” e non potrà nuocere il collezionista. Tuttavia mantiene una certa potenzialità capace di aggredire la scaltrezza dell’ingenuo.
Allora credo che dovremmo avanzare due ipotesi e chiederci:
1) Questo venditore “babbeo” è proprio così incompetente da non saper distinguere un FB vero da un tappabuchi e preso da ispirazioni samaritane vuole quasi regalarcelo, credendolo autentico? In tal caso, se ci rendiamo conto che è proprio un autentico “babbeo” e sta agendo in buona fede, dovremmo stendere un velo pietoso, quindi animandoci di dovuta indulgenza, abbiamo l’obbligo morale di informarlo e sperare che il futuro gli sia favorevole ed acquisisca maggiori conoscenze filateliche.
2) Se il venditore con conoscenze filateliche, dissimulando il proprio stato, fingendosi “babbeo” , in mala fede cerca di piazzarci un “tappabuchi” spacciandolo per autentico, credo che non vi siano i presupposti dell’art. 459 c.p., ma possano eventualmente ricorrere gli estremi della truffa.
Correggetemi se vi pare abbia scritto emerite fesserie.
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pasfil
LisaSimpson ha scritto:pasfil ha scritto:.........................
La questione che mi lascia perplesso è quando ci imbattiamo in autentici “babbei” che propongono in vendita i c.d. “tappabuchi” , tentando di spacciarli come autentici. Ebbene il tappabuco, a mio avviso, non ha le potenzialità offensive del falso creato “ad hoc” e non potrà nuocere il collezionista. Tuttavia mantiene una certa potenzialità capace di aggredire la scaltrezza dell’ingenuo.
Allora credo che dovremmo avanzare due ipotesi e chiederci:
1) Questo venditore “babbeo” è proprio così incompetente da non saper distinguere un FB vero da un tappabuchi e preso da ispirazioni samaritane vuole quasi regalarcelo, credendolo autentico? In tal caso, se ci rendiamo conto che è proprio un autentico “babbeo” e sta agendo in buona fede, dovremmo stendere un velo pietoso, quindi animandoci di dovuta indulgenza, abbiamo l’obbligo morale di informarlo e sperare che il futuro gli sia favorevole ed acquisisca maggiori conoscenze filateliche.
2) Se il venditore con conoscenze filateliche, dissimulando il proprio stato, fingendosi “babbeo” , in mala fede cerca di piazzarci un “tappabuchi” spacciandolo per autentico, credo che non vi siano i presupposti dell’art. 459 c.p., ma possano eventualmente ricorrere gli estremi della truffa.
Correggetemi se vi pare abbia scritto emerite fesserie.
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pasfil
Io credo che in questa ipotesi il venditore, vero o finto babbeo, risponda comunque del più grave reato di cui all'art. 459 c.p..
La grossolanità del falso è un dato molto opinabile; mentre il dato "falso" è indiscutibile; l'interprete non può andare ad indagare sulla maggiore o minore competenza filatelica dell'acquirente
Benjamin Bernstein ha scritto:Mi sorge una domanda:
-Ebay scrive sempre che il venditore si assume la piena responsabilità della messa in vendita dell'oggetto (e quindi scarica le eventuali colpe sul venditore).
Ma possono cavarsela così facilmente?
Non si può ipotizzare,perlomeno,la complicità in truffa?
E questo vale anche per Delcampe...
Almeno per il diritto italiano,ciò è sostenibile?
Benjamin