Allora: partiamo da lontano, dal 1861. Il Messico è una Repubblica già da qualche anno, esattamente una quarantina. Il presidente è Benito Juarez, e si trova a dover far fronte alle richieste di Francia, Inghilterra e Spagna che chiedono (a gran voce, diremmo) il pagamento di debiti arretrati che il Messico ha nei loro confronti. Il presidente fa orecchie da mercante

, e nel 1862 la Francia interviene in forze in Messico; Inghilterra e Spagna ritirano invece le loro pretese, rimanendo alla finestra.
Nel 1864, quando la guerra è in corso e la Francia ha il controllo di parte del territorio, il Messico viene trasformato in Impero, a capo del quale viene insediato Massimiliano d'Asburgo. Francobollo del periodo imperiale, con lo stesso Massimiliano di profilo:
Messico_Impero.jpg
Il povero Arciduca dura poco, sul neonato trono: i messicani prendono il sopravvento sulla forza di spedizione francese e restaurano la Repubblica, non prima che il redivivo Benito Juarez abbia fatto fucilare l'ex imperatore: è il giugno del 1867.
Eroe della guerra contro i francesi è un ufficiale divenuto rapidamente generale, per le sue doti militari: Porfirio Diaz. Ricordatevi il nome, è da lui che parte tutto...
Insomma, Juarez ridiventa presidente, Diaz si ritira a vita privata e tutto sembra tornato come prima. Di diverso c'è che non si parla più di "Repubblica del Messico", ma di "Stati Uniti Messicani". Juarez va anche su uno dei francobolli, che fino al momento avevano raffigurato solo lo stemma nazionale (l'aquila con serpe in bocca) o Don (nel senso di sacerdote) Miguel Hidalgo, eroe dell'indipendenza, oltre a Massimilano d'Asburgo nel corso dell'effimero impero, ma... ci va solo dopo la sua morte, avvenuta nel 1872.
Messico_Stati Uniti.jpg
Una curiosità: pare che Mussolini sia stato chiamato "Benito" dai suoi genitori proprio in onore di Benito Juarez.
Ma torniamo a Diaz: l'egregio Porfirio non si accontenta della vita del "ranchero": diventa insofferente al governo di Juarez, e nel 1870 si presenta per le elezioni a presidente.
Perde.
Indovinate cosa fa...? Sembra ieri, non solo tutto il mondo è paese ma anche tutte le epoche lo sono: denuncia brogli elettorali a favore di Juarez! E quando questi viene confermato dà il via a una serie di sollevazioni.
Nel frattempo Juarez muore, e Diaz riesce a diventare presidente, nel 1876. E da questo momento mette in piedi una macchina politica che gli consente di controllare capillarmente la nazione, in maniera che definire dittatoriale è forse persino riduttivo.
Nel 1880 non si ricandida, solo per mettere a capo dello stato un suo fido, ma poi nel 1884 si riprende il potere, e non lo mollerà per lungo tempo... arriviamo infatti, senza nemmeno accorgercene, al 1910, quando Diaz afferma che il Messico è pronto per la democrazia, e che lui è pronto al ritiro. Sarà vero? Ha governato talmente a lungo che il periodo dal 1876 al 1910 si chiama "El Porfiriato"...
Bene, ci sono le elezioni? Detto e fatto, spunta un avversario, tal Francisco Madero, che si candida.

Diaz ci ripensa un po' e per sicurezza lo fa mettere in gabbia. Le elezioni vanno avanti comunque, e Diaz (stranamente) stravince. Però a questo punto è "troppo sporca", non ci crede nessuno...

e il 31 maggio 1911 Diaz fugge in Spagna, è il momento della "Revolucion"!

Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.