Quando la ferrovia, nei primi decenni dell'ottocento, si affermò rapidamente quale fondamentale mezzo di trasporto, anche in Italia si costituirono numerose società di capitali per la costruzione di linee ferroviarie.
Il primo progetto previde una linea, quanto più breve e pianeggiante possibile, che non avrebbe toccato le città della pianura padana potenzialmente interessate dalla direttrice, ma sarebbe stata unita alle più importanti località da brevi tratti ferroviari; questo strano progetto nacque per venire incontro alle modeste velocità e potenze consentite dalle locomotive dell'epoca.
In breve tempo quest'ipotesi venne scartata e prevalse la più logica scelta, anche in considerazione dei rapidi aggiornamenti tecnologici delle locomotive, che avrebbe visto la ferrovia partire da Milano e attraverso Treviglio, Brescia, Verona, Vicenza e Padova raggiungere Venezia.
Non trascurabile si dimostrò pure la validità strategica della linea che toccava Peschiera e Verona, piazzeforti del Quadrilatero, ed era collegata alle altre due, Mantova e Legnago, con tronchi di una certa importanza.
Nel frattempo l'Amministrazione Austriaca, incapace di soddisfare le continue pressanti richieste che da ogni parte del vasto Impero le giungevano per la costruzione di nuove ferrovie, preferì lasciare in concessione queste linee, che si trovavano in zone dove troppo forte era l'impulso irredentistico, alla “Imperial Regia Privilegiata Società delle Ferrovie Statali Meridionali, delle Ferrovie del Lombardo - Veneto e dell'Italia Centrale”, di cui la potente famiglia Rotschild deteneva la maggioranza azionaria.
Il traffico locale, passando gli anni, continuava a crescere ed è quindi difficile giustificare la decisione con cui venne rispolverato il progetto della direttissima Treviglio - Rovato che, inaugurata nel 1878, allontanò definitivamente Bergamo da quella grande direttrice di sviluppo che fu la ferrovia Milano - Venezia.
Tutto questo fervore di iniziative è giustificato dal fatto che a quell'epoca le ferrovie erano costruite e gestite da società private che, studiato un itinerario promettente per il prevedibile traffico di viaggiatori e di merci e ottenute le necessarie autorizzazioni dai Ministeri competenti, si premuravano di ricercare fondi presso i vari Enti, sia privati che pubblici, interessati alla linea.
Così nacque anche la Palazzolo s/O - Paratico Sarnico, pensata per convogliare il fiorente trasporto lacuale di manufatti dalla zona sebina verso Milano e Venezia e che si trovava, negli anni, a sostenere i primi
afflussi di gitanti domenicali diretti verso le ridenti località del lago d'Iseo.
Il servizio postale sulla Palazzolo s/O - Paratico
Sulla Palazzolo - Paratico era in funzione un servizio postale sin dal 1893.
Per lo meno questa è la data più remota di cui si abbia testimonianza certa.
Era un servizio ambulante, munito di regolari annulli postali per l'obliterazione delle affrancature sulle corrispondenze.
Il timbro più antico porta la dicitura “Paratico - Palazzolo”, mentre i più recenti, del 1912 e del 1917, indicano “Treno Paratico - Palazzolo” e “Treno Palazzolo - Paratico”.
Il servizio postale sulla Palazzolo - Paratico continuò per parecchi decenni e fu soppresso all'inizio della seconda guerra mondiale.
Di seguito è riprodotti il primo dei due diversi tipi di timbri annullatori.
I. Doppio cerchio con lunette tratteggiate, recante la scritta “PARATICO - PALAZZOLO”, del diametro di 2,90 mm. e con fregio inferiore.
Veniva usato sia con inchiostro nero (più raro), sia con inchiostro verde ed azzurro.
La data d'uso più remota conosciuta è del 2 febbraio 1893.
La data d'uso più recente conosciuta è dell’11 settembre 1909.
È molto probabile che sia esistito anche l'annullo gemello “PALAZZOLO - PARATICO”.
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Work in progress......

Paolo