"I francobolli italiani" di Federico Zeri

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debene
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"I francobolli italiani" di Federico Zeri

Messaggio da debene »

Ero da tempo curioso di dare un'occhiata a questo libricino.

Non è recentissimo in quanto l'autore, notissimo critico d'arte, è morto nel 1998.

Ma non trattandosi di un saggio di attualità, nel nostro campo non è certamente importante la data di uscita. Tratta principalmente dei francobolli del regno e li prende in rassegna commentandoli non certo dal punto di vista strettamente filatelico ma come appunto un critico d'arte che guarda un quadro. Quindi l'autore si sofferma sulla vignetta, la descrive e la contestualizza al periodo storico dell'emissione.

Il libro si legge velocemente e piacevolmente e per chi come me non è esperto delle emissioni di regno è un bellissimo excursus sui più belli ma anche più brutti secondo l'autore francobolli dell'epoca.

Ovviamente i soggetti si prestano e non so quanto un critico dei giorni nostri potrebbe fare lo stesso con le attuali emissioni di Poste.

E' una lettura che consiglio specie a chi non conosce in maniera approfondita queste emissioni.

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sergio
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remo
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Re: I francobolli italiani di Federico Zeri

Messaggio da remo »

Grande personaggio Zeri, serio e preparato :clap: :clap: :clap: . Il suo archivio fotografico di opere d'arte è stato donato all'Università di Bologna ancora impegnata nella catalogazione e digitalizzazione dell'intero monumentale archivio. Grazie a queste foto opere che sono andate distrutte nell'ultima guerra mondiale sono rimaste, almeno nelle immagini, a disposizione del pubblico. Era, tra le altre cose, consigliere del Paul Getty Museum di Santa Monica in California e quando si dibatteva sul fatto che alcune delle opere, di provenienza italiana, lì esposte fossero arrivate per vie non del tutto lecite, ribatteva che in quel museo potevano essere godute dalla collettività mentre nei depositi e magazzini italiani, dove giacciono molte opere d'arte che non trovano spazio nei musei, le potevano vedere solo...i topi.
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atg
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Re: I francobolli italiani di Federico Zeri

Messaggio da atg »

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debene
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Re: I francobolli italiani di Federico Zeri

Messaggio da debene »

mentre nei depositi e magazzini italiani, dove giacciono molte opere d'arte che non trovano spazio nei musei, le potevano vedere solo...i topi.


è tanto vero quello che dici; ricordo che durante gli anni dell'università un docente mi portò a vedere, con suo sommo dispiacere, reperti di estremo valore buttati e impolverati in uno squallido e umido scantinato.

Che gli americani siano più bravi, io direi più sensibili di noi, e non è solo questione di fondi, lo dimostra lo stato in cui versa Pompei rispetto al sito posto a pochi km di distanza di Ercolano gestito dalla Packard Humanities Institute.

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sergio
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giampi
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Re: I francobolli italiani di Federico Zeri

Messaggio da giampi »

Mi avete incuriosito e convinto e mi sono comperato il libro via internet. :evvai:
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debene
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Re: I francobolli italiani di Federico Zeri

Messaggio da debene »

:clap: :clap: :clap: :clap:

:leggo: :leggo: :leggo: :leggo:

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attalos
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Re: I francobolli italiani di Federico Zeri

Messaggio da attalos »

giampi ha scritto:Mi avete incuriosito e convinto e mi sono comperato il libro via internet. :evvai:
Ciao:


Complimenti, è un testo davvero meritevole!

debene ha scritto:
mentre nei depositi e magazzini italiani, dove giacciono molte opere d'arte che non trovano spazio nei musei, le potevano vedere solo...i topi.


è tanto vero quello che dici; ricordo che durante gli anni dell'università un docente mi portò a vedere, con suo sommo dispiacere, reperti di estremo valore buttati e impolverati in uno squallido e umido scantinato.

Che gli americani siano più bravi, io direi più sensibili di noi, e non è solo questione di fondi, lo dimostra lo stato in cui versa Pompei rispetto al sito posto a pochi km di distanza di Ercolano gestito dalla Packard Humanities Institute.

sergio


Quanto dice Zeri vale più per il passato che per il presente. E' vero che musei e sovrintendenze hanno i magazzini stracolmi di opere (ma non tutte nella polvere), ma così fanno anche i grandi musei stranieri (Louvre, British, Metropolitan ecc.).

A me non dispiace che i capolavori usciti illegalmente dal nostro territorio, tornino ad arricchire i nostri musei.
Guardate questo importante catalogo di una mostra fatta al Quirinale (tutto scaricabile a capitoli in pdf):
http://www.archeologia.beniculturali.it ... -ritrovati
Qualche foto:
http://www.quirinale.it/qrnw/statico/ar ... lleria.htm

Il cratere di Eufronio, la Venere (in realtà Artemide) di Morgantina, o il tesoro di Morgantina sareste andati fino negli USA per vederli? Oggi sono in Italia e attendono i visitatori italiani... che non si fanno vedere.
E' vero che le istituzioni preposte non sono capaci di un vero marketing dei beni culturali (vedi al contrario l'enorme successo della mostra su Pompei al British), ma è anche vero che tra la nostra gente manca quella forma di educazione che spinge per es. un inglese o un americano a frequentare i musei, a finanziarli, a donare opere d'arte o fondi per la ricerca e lo sviluppo. E noi...?
L'italiano medio va a visitare almeno 30 musei e 30 mostre all'anno? Compra almeno 10 cataloghi di mostre? Mi si dirà che c'è la crisi... ma all'ora dell'aperitivo vedo sempre i locali stracolmi... e un solo drink costa quanto l'ingresso a una mostra...
Le statistiche del MIBAC disegnano per l'Italia una situazione sconfortante.

Tutto questo sia detto senza polemica, ma sono temi che mi stanno molto a cuore e per i quali sogno sempre un'inversione di tendenza.

Cordialmente,
Amedeo
Ultima modifica di attalos il 18 novembre 2013, 14:42, modificato 1 volta in totale.
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Stefano_
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Re: I francobolli italiani di Federico Zeri

Messaggio da Stefano_ »

Lessi il libro quando avevo 14 anni e mi affascinò tantissimo, soprattutto per l'intrigante modo di scrivere di Zeri i cui scritti, per lavoro, sono quasi quotidianamente sulla mia scrivania. Mi ricordo bene della sua analisi della serie della Marcia su Roma del '23 e di come i due bozzettisti - Duilio Cambellotti e Giacomo Balla - avessero lavorato in totale indipendenza: il primo seguendo ancora i dettami dell'Art Noveau di inizio secolo e incentrandosi sul tema della giovinezza simboleggiata dal ramo di pesco fiorito, il secondo proponendo tutte le novità del movimento futurista di cui aveva fatto parte. La sintesi grafica e la pregnanza simbolica dei bozzetti di Balla (1,2 e 5 lire) piacquero molto a Zeri che, se non erro, li annoverava tra i migliori dell'intera produzione italiana, forse alla pari con gli accuratissimi bozzetti per la serie del 50° Ann. dell'Unità.

Stefano
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remo
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Re: I francobolli italiani di Federico Zeri

Messaggio da remo »

attalos ha scritto:A me non dispiace che i capolavori usciti illegalmente dal nostro territorio, tornino ad arricchire i nostri musei.

Tutto questo sia detto senza polemica, ma sono temi che mi stanno molto a cuore e per i quali sogno sempre un'inversione di tendenza.

Cordialmente,
Amedeo

Sono perfettamente d'accordo su queste due affermazioni. Resta il fatto che i magazzini dei nostri musei sono stracolmi di materiale, a volte anche male conservato (non ricordo in quale museo vennero recentemente ritrovati nei magazzini ceramiche e marmi rotti dopo una caduta da scaffali di cui nessuno si era accorto).
Certo le politiche di valorizzazione del patrimonio culturale in Italia non sono mai state all'avanguardia e di sicuro si può far meglio. Magari invece di tenere quadri nella soffitta della Galleria Borghese (ne dico una per tutte) si potrebbero prestare a mostre all'estero, traendone un cospicuo beneficio da reinvestire (dopo il costo per le assicurazioni quello dei prestiti è quello che più incide nell'organizzazione di una mostra).
In generale penso che l'arte abbia un valore universale, meglio se valorizzata nel paese d'origine, ma se questo non è possibile va bene anche in un altro paese.
E' un dibattito che va avanti da tempo (e per il quale manca la risposta), in che stato si troverebbero i fregi del Partenone se fossero rimasti in Grecia e non ben custoditi al British Museum?
Amedeo davvero speriamo che cambi qualcosa investendo di più in cultura che significa turismo e che è il nostro più grande patrimonio :abb: .
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Stefano_
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Re: I francobolli italiani di Federico Zeri

Messaggio da Stefano_ »

Io che sono del settore mi rendo conto che c'è molta disinformazione al riguardo. Per esempio: l'immagine del deposito del museo come luogo di accatastamento polveroso non sta né in cielo né in terra ed è del tutto errata! Il deposito ha una funzione pari, se non maggiore a quello delle gallerie in cui c'è l'esposizione permanente, è un luogo di studio, di ricerca, di catalogazione, a volte anche di restauro e molti musei si stanno attrezzando (altri già lo sono) per renderli parzialmente accessibili. È palese che non tutte le opere di un museo possono essere esposte! E non solo per ragioni di spazio, ma meramente per i progetti museologici di allestimento che sono sempre scelte culturali ben precise. Per quanto riguarda i musei stranieri si citano sempre i 3-4 più famosi...che non fanno testo. Ho avuto la fortuna di lavorare al Metropolitan di New York e vi garantisco che anche gli Americani lottano quotidianamente con i bilanci. C'è da dire, poi, che l'Italia è storicamente un 'museo diffuso' e che l'istituzione museale come luogo esclusivo di cultura è un fatto peculiarmente anglosassone. Per esempio non siamo abituati a vivere in città medievali e questo per noi è normale. Quanti Americani hanno avuto la possibilità di fare questa esperienza? Pochissimi. Uscite dal MET o dal Getty o dai musei di Boston, poi è praticamente deserto!! Infine il regime dei musei americani è sempre privato (a parte la National Gallery di Washington), mentre il regime giuridico della maggior parte di quelli italiani è pubblico e non è possibile applicare il modelli di gestione americano in Italia. E questo non per pigrizia o per scarsa lungimiranza, ma semplicemente perché non funzionerebbe!
Detto questo, resta il fatto che in tempi di crisi, l'Italia dovrebbe più che mai investire in ricerca e cultura in un'ottica di programmazione a lungo termine che darebbe sicuramente i suoi frutti in termini di lavoro, promozione sociale, senso di identità e di appartenenza. Ma in un Paese da sempre ripiegato su sé stesso, che guarda a vista a difesa di meschini interessi di poco questo è obiettivamente chieder troppo...
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Re: I francobolli italiani di Federico Zeri

Messaggio da remo »

Ciao Stefano,
mi fa piacere leggerti perchè la tua è l'opinione di un "addetto ai lavori" ed è forse grazie al lavoro appassionato tuo e di altri che si spera le cose possano cambiare.

alligatore ha scritto:Io che sono del settore mi rendo conto che c'è molta disinformazione al riguardo. Per esempio: l'immagine del deposito del museo come luogo di accatastamento polveroso non sta né in cielo né in terra ed è del tutto errata!
.

Per quanto riguarda la disinformazione, cerco di fare affermazioni sempre dopo essermi documentato e cerco di non usare mai espressioni assolute perchè l'esperienza (e l'età) mi hanno insegnato che di verità come minimo ce ne sono due, se non di più.
Gli articoli che si possono leggere nei link sottostanti raccontano storie dove la polvere sulle opere d'arte sembra essere l'aspetto minore. Questi sono i link che appaiono su google digitando "opere d'arte dimenticate nei magazzini". Ho messo solo alcuni della prima pagina...ma ce n'erano molti altri.
1) http://archiviostorico.corriere.it/2005 ... 2014.shtml
2) http://genova.repubblica.it/cronaca/201 ... i-8970797/
3) http://tribunatreviso.gelocal.it/cronac ... -1.6228098
4) http://larivistaculturale.com/2013/06/2 ... nvisibili/

Mi auguro che in un futuro non lontano anche queste opere d'arte, forse non importantissime ma comunque tali, possano trovare cure adeguate come quelle delle esperienza che racconti ed altrettanto adeguati luoghi di esposizione all'Italia o all'estero.
Con stima.
remo Ciao:
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Re: I francobolli italiani di Federico Zeri

Messaggio da Stefano_ »

Ciao Remo,
Non mi riferivo a te quando parlavo di disinformazione, ma alla stampa generalista per cui fa sempre più notizia un muro che cade a pompei che dei risultati quotidiani nei restauri e nei recuperi portati avanti tra mille difficoltà da persone preparate ed appassionate. Grazie del tuo messaggio, è sempre bello leggere che questi temi stanno ancora a cuore!

Stefano

Revised by Lucky Boldrini - February 2016
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