La (grande) bellezza e la (grande) qualità in filatelia e nella Storia Postale

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francesco75
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La (grande) bellezza e la (grande) qualità in filatelia e nella Storia Postale

Messaggio da francesco75 »

Guardando un topic nella sezione “Toscana” in cui si proponeva di stilare, per gioco, la classifica del francobollo più bello, e avendo reputato interessanti alcuni commenti, ho pensato di farne uno più di carattere generale.
Il topic faceva riferimento alla bellezza del francobollo. Poi, durante la discussione si è fatto riferimento alla qualità del francobollo.
Quando penso alla “bellezza” di un francobollo (ma il discorso è estensibile ai documenti postali) penso meramente alla sua estetica. E se è vero che ci potrebbero essere criteri oggettivi nella valutazione della sua bellezza, ad esempio l’equilibrio compositivo della vignetta, l’armonia, le proporzioni, ecc - è altrettanto vero che ciascuno di noi, in base alle proprie esperienze, al proprio vissuto, alla propria sensibilità, si crea una sua personale “scala di valutazione” emozionale rispetto ad un proprio canone di bellezza. Canone che potrebbe essere non condivisibile. Nel mio campo, l’architettura, considero “belli” alcuni edifici contemporanei che altri, con altra sensibilità e esperienza diversa, potrebbero ritenere “orribili”, e viceversa. Nel caso dei francobolli sono del tutto soggettivi i giudizi di bellezza sul tipo di soggetto rappresentato nella vignetta, o sulla bellezza del colore usato per l’inchiostro.
E’ per me innegabile che nell’esprimere un personale giudizio sulla bellezza, ciascuno sia condizionato dal personale “gusto” estetico che ci consente di coglierla, quel gusto che ha fatto sussurrare qualcuno che “L’assenza di difetti nella bellezza è di per sé un difetto!” (Henry Havelock Ellis), o che è stato proprio quell’errore nei confini del Perù a rendere il gronchi rosa un francobollo perfetto (sic!).
La “qualità” di un francobollo (estensibile ai documenti postali), a mio avviso, fa riferimento a molteplici caratteristiche e ai suoi requisiti complessivi la cui valutazione generale, contribuisce a determinarne il valore. Alcuni di questi requisiti possono essere anche determinanti per consentire di fornire un giudizio sulla sua bellezza: la centratura (nei dentellati), i margini (negli ASI), la nitidezza dell’annullo. Vi sono inoltre altri diversi parametri: la presenza di linguella (più o meno accentuata), l’assottigliamento (più o meno accentuato e esteso), lo stato di conservazione (ingiallimenti, tagli, strappi, ossidazioni, annullo deturpante, mancanza di denti), l’autenticità (riparazioni, rigommatura, ridipintura…). Sempre nel campo dell’architettura, un edificio che io considero “bello” potrebbe però trovarsi in uno stato di conservazione scarso tanto da richiedere un intervento manutentivo.
Nel caso della qualità, esistono strumenti più o meno standardizzati in grado di misurarne il livello raggiunto. Tali strumenti si basano su scale parametriche o “formule” (vedi Bolaffi o Vaccari, Toselli, Sassone…). Ciascuno di noi poi farà riferimento alla scala o formula che condivide e che ritiene più esaustiva.
E’ ovvio, infine che determinanti per formulare il prezzo ci siano la sua rarità, la sua valenza storica, l’uso postale che l'oggetto ha avuto (corretto, fuori d’uso, in frode, non in tariffa…), nonché la domanda di collezionisti in rapporto alla quantità disponibile. Ma questa è un’altra storia.
Mi rendo conto della complessità della materia e che i temi sono stati già trattati, motivo per cui mi piacerebbe conoscere i vostri pareri e le vostre interpretazioni.
Cordiali saluti
Francesco
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Vacallo
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Re: La grande bellezza. La grande qualità

Messaggio da Vacallo »

È una discussione che abbiamo avuto già diverse volte. Anzi anche il primo concorso "I top di F&F 2007 (viewtopic.php?f=139&t=11875) avrebbe dovuto svolgersi sul tema della bellezza. Io non mi pronuncio più su questi argomenti, perchè da espositore seguo la mia linea collezionistica che molto spesso mi costringe a fare dei compromessi qualità/bellezza col prezzo o reperabilità di quanto mi serve. Ci sono tante opinioni quanti sono i collezionisti ed è per questo che considero questo tipo di discussione inutile.
Cordiali Saluti Eric Werner (alias Vacallo)

Vincitore dei concorsi "I Top di F&F" 2007 e 2008
Vincitore del concorso "I Top di F&F" 2010, categoria Documenti Postali

Sostenitore dal 2010, come lo sono anche nel 2024
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francesco75
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Re: La grande bellezza. La grande qualità

Messaggio da francesco75 »

Buongiorno,
ti ringrazio per l'intervento.
Cordiali saluti
Francesco
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giuspan
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Iscritto il: 3 dicembre 2013, 16:59

Re: La grande bellezza. La grande qualità

Messaggio da giuspan »

Ciao Francesco,
tocchi un tema che, come è già stato osservato, è stato più volte dibattuto, da diverse prospettive.
Oltre al più recente topic di Toscana, a cui accenni, trovi tutta un'altra serie di considerazioni piuttosto affini nel dibattito sugli angoli di foglio:

viewtopic.php?f=27&t=45538

e, andando più indietro, in una bella e appassionata discussione sulla contrapposizione tra "qualità" e "rarità":

viewtopic.php?f=16&t=46633

testimonianza emblematica di come si può essere su sponde opposte, pensarla io-bianco e tu-nero,
avere un confronto a tratti anche aspro e accesso,
ma senza mai far mancare il rispetto reciproco, di là delle diverse vedute.

Ben poco può essere aggiunto, rispetto a quanto già detto dalle numerose e variegate sensibilità filateliche che popolano il forum,
Più che altro sarebbe necessario uno sforzo di sintesi e razionalizzazione dei diversi punti di vista, dal botta e risposta tipico della comunicazione virtuale.

Per parte mia c'è solo un punto che vorrei ancora stressare.
Se si vuole impostare una discussione su "qualità" e "bellezza"
bisogna riuscire a sottrarsi alla tentazione di calare l'asso pigliatutto:
"ma a piace così, ... chi siete voi per sindacare i miei gusti?"

Le discussioni in materia - pur interessanti - quasi mai riescono a decollare sul serio,
perché, anche al netto dei provocatori di professione,
molti altri, in perfetta buona fede, prima o poi gettano il jolly, la matta, l'asso pigliatutto:
"ma a piace così, ... chi siete voi per sindacare i miei gusti?"

Non voglio farmi trascinare in un argomento
su cui posso ancora trovare qualcosa da dire con parole diverse,
ma ormai più nulla di veramente nuovo da pensare,
solo mi permetto di invitare a una riflessione,
che credo tocchi l'esperienza di tutti,
anche se tutti (me compreso) fanno fatica a parlarne: i cosiddetti "acquisti sbagliati".

Perché ora li definiamo "sbagliati"?
Perché non lo erano allora, quando li abbiamo fatti?
(e, anzi, dovevano sembrarci piuttosto azzeccati, altro che sbagliati, se c'eravamo decisi per l'acquisto!)
Cosa è successo tra ora e allora?
Il francobollo, in fondo, è sempre lo stesso, sempre lui, non è cambiato.
E allora cos'è cambiato?
Siamo cambiati noi.
E cosa è cambiato in noi?
La nostra consapevolezza.
Consapevolezza di cosa?
Di quella ferrea, stringente, ineludibile coerenza, che rappresenta la spina dorsale del collezionismo.

Il miglior antidoto contro l'asso pigliatutto
("ma a piace così, ... chi siete voi per sindacare i miei gusti?")
è sottoporre i propri gusti a una serrata analisi di coerenza:
se dico di preferire il rosso al giallo e il giallo all'azzurro, del che sono pienamente padrone,
non posso poi dire, per coerenza, di preferire l'azzurro al rosso.
I nostri gusti sono liberi fino a un certo punto,
e precisamente sino al punto in cui non ci mettono in disaccordo,
non con gli altri (il che ci sta), ma addirittura con noi stessi.
Questi vincoli di coerenza, nel limitare la nostra libertà, la tutelano, la circoscrivono proprio per preservarla.

Ma assecondare indiscriminatamente i propri (presunti) gusti
spesso capricciosi, bizzarri, suggestionabili, in preda alle mode o all'emozione del momento,
senza mai concedersi una più serena e pacata riflessione su ciò che ci piace davvero,
non penso sia un atteggiamento alla lunga fruttuoso, né in filatelia né altrove.

Ciao:

g.
Per me la bellezza è un francobollo che dopo un'ora che lo guardi è molto più bello di un'ora prima

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giuspan
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Re: La grande bellezza. La grande qualità

Messaggio da giuspan »

francesco75 ha scritto: [...] Nel mio campo, l’architettura ...
... l'esempio allora calza perfettamente (e sono sicuro di averlo già proposto)

Perché il rettangolo aureo - basato appunto sulla sezione aurea - si chiama così?
E perché il rettangolo argentato - basato sulla radice quadrata di 2 - lo segue a ruota?
Ma chi l'ha stabilita questa gerarchia?
Ma chi lo dice - ma come si fa a dire - che un rettangolo è oggettivamente più bello di un altro?
Ma se a me un rettangolo di base 1 e altezza 1000 mi fa svenire dall'emozione, chi sono gli altri per contestare questo mio stato d'animo?

E ovvio che se si pretendono risposte obiettive, oggettive, neutrali,
se si vuole la verità, anzi no, La Verità, ultima, sola e definitiva,
ma è ovvio che non si arriverà mai da nessuna parte.

Se, al contrario, si accetta di ragionare,
allora, forse, un po' di cose (non tutte) cominceranno a diventare chiare,
in filatelia, come altrove.
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giuspan
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Re: La grande bellezza. La grande qualità

Messaggio da giuspan »

Provo a dare una qualificazione propriamente filatelica del punto di vista generale.

Un commerciante - una volta - mi raccontò di un celebre collezionista - l'ingegner Provera, ma non vorrei sbagliarmi -
con una spiccata idiosincrasia verso quei documenti in cui il francobollo non era collocato perfettamente dritto, nella sua posizione, diciamo così, "naturale".
Ricordo ancora le sue parole: "potevo portargli francobolli con margini grandi quanto lenzuola o federe ..."
e nel dirmelo, ricordo, per accentuare il concetto, si aiutava con la mimica, disegnando idealmente con le mani degli enormi rettangoli,
"... ma se il francobollo era messo sotto sopra, di traverso, o in orizzontale ... non c'era niente da fare, ... non lo comprava"

Ma chi lo dice che una lettera col francobollo dritto è più bella di una col francobollo storto?
Nessuno, ovvio.
O, meglio, quasi nessuno.
Nessuno, tranne il collezionista che si è dato questa regola,
e che questa regola usa per comporre la sua collezione.
Ma vi immaginate un album in cui, pagina dopo pagina,
fanno bella mostra di sé lettere con francobolli perfettamente collocati in posizione "ortodossa",
e in cui, a un tratto, se ne vede apparire una col francobollo rovesciato?
Stona o no? Disturba o no? E' distonica o no?
Il problema - attenzione! - non è nel francobollo rovesciato per sé,
ma sta nell'aver violato una regola che liberamente ci si è imposti, a cui liberamente ci si è sottomessi,
proprio per evitare - passatemi il francesismo - "cappellate" di varia natura.
Altri avrebbero potuto darsi altre regole, e va benissimo, ma delle regole ci devono essere, per non restare invischiati in sterili sofismi.
Dichiarate le vostre regole, dico io,
- su come devono essere fatte le lettere, sui filetti del Pontificio, sugli annulli di Sicilia, sulla qualità di Toscana, ... -
perché solo allora ci sarà una base per discutere.
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Tergesteo
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Re: La grande bellezza. La grande qualità

Messaggio da Tergesteo »

L'ing. Provera è stato il più grande studioso italiano del Lombardo Veneto nel '900.

Possiedo due lettere a lui appartenute. Una è una rarità filatelica e l'altra una grande rarità di storia postale.

Nella prima i francobolli non sono assolutamente in asse e nemmeno esattamente nella seconda.

Non credo che il Provera abbia mai vincolato le sue importanti ricerche a criteri di qualità geometrica, bensì fosse alla ricerca di documenti di REALE interesse!
img222518.jpg
img222275.jpg
P.S. Ad uno che colleziona le lettere in funzione dell'orientamento del francobollo, gli consiglierei di recarsi da uno psichiatra, poi di dedicarsi a qualche hobby a lui più congeniale.

Ciao: Ciao:

Benjamin
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Lombardo Veneto (filatelia, annulli e storia postale), Toscana filatelia e storia postale dell'antica provincia di Arezzo, colori della IVa di Sardegna, ed a livello filatelico tutti gli ASI
Lettonia,Lituania ed Estonia
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Israele, annulli turchi, Levante, mandato britannico, interim e dal 1948 a oggi

"Non temete nuotare contro il torrente, è d'un anima sordida pensare come il volgo, perché il volgo è in maggioranza."

Giordano Bruno
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giuspan
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Re: La grande bellezza. La grande qualità

Messaggio da giuspan »

C’è un collezionista – vero o di fantasia, poco importa – a cui dei margini dei “Toscana” importa il giusto.
Sa che quei francobolli nascono gli uni assai prossimi agli altri, e non li pretende in uno stato diverso da come erano stati a suo tempo ideati.
Sa pure che si parla di oggetti con quasi due secoli di storia alle spalle,
che viaggiano nel tempo sul più fragile dei supporti materiali,
perciò li vuole sì belli e a modo, ma senza mai dimenticare la loro età, per non cadere in sciocchi fanatismi.
È però parecchio fissato con le simmetrie e, paradossalmente, i grandi margini, quelli che mostrano gli adiacenti, lo infastidiscono,
perché di grandi margini potranno essercene uno, due, tre, ma è difficilissimo trovare – e comunque sono pochissimi –
gli esemplari con quattro grandi margini, tutti delle stesse dimensioni.
I margini, perciò, vanno bene anche piccoli, anche a filo, purché siano veramente a filo, che la cornice cioè non sia intaccata,
perché così è più facile trovare quella simmetria, quel bilanciamento, che gli dà tanta soddisfazione.
Un'ossessione però ce l’ha anche lui: l’annullo.
Il leone lo vuol vedere bene, in modo pressoché perfetto (“Il Marzocco deve respirare”, ama dire),
così come il tassello del valore, che con quella antica monetizzazione – quattrini, soldi, crazie – lo riporta a epoche lontane, avvincenti e drammatiche.

Per il vostro piacere – e il suo compiacimento – vi mostro uno stralcio della sua collezione.
1q.jpg
2s.jpg
1cr.jpg
1cr_bis.jpg
2cr.jpg

Riuscite a vederne l’intima bellezza e a capire da dove promana?
Dai singoli esemplari?
Non direi.
Tutte cose piuttosto … ordinarie,
normale prima scelta, e in alcuni casi una “primina”, un 6-.
Eppure, tante cose normali, se unite sapientemente, creano un insieme … eccezionale
Come in matematica, dove i punti, di dimensione zero, uno dietro l’altro, fitti, fitti, formano una retta, di dimensione uno.

Io, purtroppo, non sono come quel collezionista.
Io, i Toscana, li voglio ultra-marginati, con l’annullo nitidissimo, freschi e vivi di colore, da gran fanatico quale sono.
Sono fatto così, questa è la mia indole, e questa collezione non è nella mie corde,
non incontra i miei gusti, non soddisfa i miei appetiti, non asseconda le mie inclinazioni,
eppure riesco a percepirne nitidamente la sua grande bellezza ovvero – in termini più sobri e tecnici – la sua totale, assoluta coerenza.

g.

ps: quel collezionista, un giorno, incontrò un commerciante, che lo stressò parecchio affinché la sua collezione – sua, del collezionista – compisse un salto di qualità (così, almeno, diceva il commerciante): “la grande bellezza di Toscana è tutta nei margini, nei grandi margini, nell’incredibile effetto visivo creato dalla presenza degli adiacenti, che dà tutto un altro passo alla collezione …”. Imbonimento dopo imbonimento, sofisma dopo sofisma, retorica dopo retorica, propaganda dopo propaganda, persuasione dopo persuasione, alla fine lo convinse a comprare questo:
1cr_II.jpg
Quando il pezzo fu messo in collezione, l’album ebbe un violento sussulto,
quasi fosse un organismo vivente, a cui veniva inflitta una profonda ferita;
iniziò a rimbalzare con veemenza sul tavolo,
proprio come un essere vivente, che tende a respingere, a rigettare, un corpo estraneo che non è capace di assimilare, di metabolizzare;
e neanche fu facile rimuoverlo, quel corpo estraneo, perché l’album non smetteva di tremare.

Quel pezzo, oggi, sta in un piccolo album nero, un classificatore Quick della Bolaffi,
insieme ad altri esemplari tutti variamente mal assortiti, come lo possono essere i passeggeri in un vagone della metropolitana,
tutti vicini gli uni agli altri, che si guardano l’un l’altro, con la stessa indifferenza e non curanza
con cui si scrutano i passeggeri della metropolitana, in un freddo lunedì mattina recandosi al lavoro.

Lui – il collezionista – li chiama i figli zoppicanti dei miei eccessi di entusiasmo.
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giuspan
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Re: La grande bellezza. La grande qualità

Messaggio da giuspan »

Tergesteo ha scritto:L'ing. Provera è stato il più grande studioso italiano del Lombardo Veneto nel '900.
[...]
Non credo che il Provera abbia mai vincolato le sue importanti ricerche a criteri di qualità geometrica, bensì fosse alla ricerca di documenti di REALE interesse!

Hai perfettamente ragione, Benjamin,
e chiedo pertanto scusa per l'impropria citazione.

Questa, infatti, proviene dalla collezione Provera.
Provera.jpg
Magistrale esempio di cosa sia la "carta costolata"

Pardon ... :OOO:
Tergesteo ha scritto: Ad uno che colleziona le lettere in funzione dell'orientamento del francobollo, gli consiglierei di recarsi da uno psichiatra, poi di dedicarsi a qualche hobby a lui più congeniale.
Questo però lo confermo.
C'era un famoso collezionista, assolutamente fissato con la posizione del francobollo sulla lettera.
Magari qualche amico del forum sa chi è e può dircelo.

Ciao:

g.
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Re: La grande bellezza. La grande qualità

Messaggio da Tergesteo »

Magistrale esempio di cosa sia la "carta costolata"
Beh questa le fa un baffo! :-))
img222310.jpg
Sotto lo stretto profilo estetico, il francobollo coricato ed in posizione non regolamentare (sarebbe dovuto essere collocato in alto a destra), mi fa stare male.

Capisco la ricerca della qualità sui francobolli sciolti, per le lettere, il terreno diventa davvero scivoloso.

Casomai l'estetica sarà data dall'abbinamento dei colori di affrancature multiple, di contrasti dovuti all'annullo ed alla sua nitidezza e ovviamente allo stato di conservazione del tutto, ma per me una busta che non faccia vedere i segni del tempo sa di artefatto.

Ciao: Ciao:

Benjamin
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Re: La grande bellezza. La grande qualità

Messaggio da francesco luraschi »

Però in linea di massima i pezzi "Provera" sono di qualità superiore, come se avesse potuto scegliere in un ventaglio di proposte.

Che poi siano il top in assoluto non è detto, magari questo collezionista non ha visto tutto quanto c'era in giro.

Per la parte prefilatelica di LV i pezzi "Provera" difficilmente lasciano delusi.

Ciao: Francesco
I nostri articoli:

https://www.academia.edu/10877153/_News ... _1850-1866_

Cliccare su authors per leggerli tutti facendo scorrere la pagina verso il basso oppure iscriversi al sito http://www.academia.edu per scaricare il PDF.

Ciao: Francesco
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giuspan
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Re: La grande bellezza. La grande qualità

Messaggio da giuspan »

Non so perché ancora mi sforzo di dir meglio,
ciò che è già stato detto in modo eccellente,
da cultori dell'argomento molto più raffinati di me
:-))
Massimo Bernocchi ha scritto:ho postato delle immagini che negli anni ho salvato di pezzi che ritengo notevoli [...]
la differenza tra esemplari bellissimi e particolari [...] non è abissale
ma un piccolo filo sottile li divide, questo per capire quanto sia estremamente difficile spesso da interpretare
questo dibattuto concetto, legato a millimetri di margini, chiarezza degli annulli, conservazione [...]
Sottile come una lama ben affilata,
ma profondo come un burrone,
è il confine di cui parla Massimo.

Per provare a esemplificare, su un esemplare non stratosferico, ma comunque piuttosto gradevole
sicilia.jpg
Immaginiamo che, con una qualche arte magica o divinatoria, fossimo nelle condizioni di spostare l'annullo,
di sollevarlo pian piano, per lasciare completamente libera l'effige del Re,
e, visto che ci siamo, di ruotarlo leggermente di qualche grado verso sinistra, in modo da averlo perfettamente dritto.
(chi è capace con certe applicazioni informatiche, magari è in grado di farlo davvero).

Abbiamo gli stessi identici margini, lo stesso identico annullo, la stessa identica freschezza, le stesse identiche incisioni
con la sola differenza sul posizionamento del ferro di cavallo.
E allora: abbiamo ancora sostanzialmente lo stesso francobollo o un francobollo completamente diverso?
O, per essere brutalmente venali, quale dei due francobolli paghereste di più, se mai ce ne sia uno per il quale siete davvero disposti a pagare di più?

Questo è il genere di domande la cui risposta determina il lato di quel confine su cui si sceglie di stare.

Ciao:

g.
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giuspan
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Re: La grande bellezza. La grande qualità

Messaggio da giuspan »

Quel collezionista - reale o di fantasia, poco importa -
è riuscito recentemente a piazzare nell'album l'esemplare da 1 soldo che gli mancava.
Mi ha chiesto di mostrarvelo, e lo faccio con piacere:
1s.jpg
A me, soggettivamente, il suo stile collezionistico non è tanto congeniale,
ma, obiettivamente, guardando i vari pezzi nel loro insieme,
devo riconoscere che questo collezionista - reale o di fantasia, poco importa - ... ci sa fare!

Ciao:

g.

Revised by Lucky Boldrini - October 2018
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