Siamo nel 1861
non vi è convenzione
chi spedisce in Lombardia dal Veneto paga fino a confine
il resto del tragitto in territorio italiano (che sia prepagato in partenza o meno non viene conteggiato),
lo paghera' il destinatario!
Orbene...
e se viene rispedito al mittente?
Questa lettera in verita' un po' malconcia sembra abbia avuto questo destino:
Luglio 1861 - Una inusuale rispedizione
Moderatore: fildoc
Luglio 1861 - Una inusuale rispedizione
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
+-x:
Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!
ciao
Fildoc
Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!
ciao



Fildoc
Re: una rispediziione inusuale... Padova Milano Padova
inviata il 10 luglio 1861 a Milano
al retro presenta l'ovalino del postino milanese (42) e il timbro di distribuzione dell'epoca usato a Milano PL3D
poi il "retrodato" mal impresso, ma non certo comune di uso sempre italiano
mal leggibile il timbro riquadrato della stazione di Milano
vediamo poi l'ambulante ferroviario "Milano-Desenzano e l'arrivo di ritorno a Padova.
davanti il francobollo timbrato a Padova in partenza il 10 luglio con segni di depennamento
l'indirizzo di Milano
una tassa di 4 decimi di lira come se fosse un doppio porto per i Savoia (segno nero filiforme)
poi un intervento pesante con una penna con inchiostro seppia
che cancella l'indirizzo milanese
rispedisce a Padova al caffè Pedrocchi
e pone un vistoso 8 decimi di lira...
(4+4 decimi di lira per le due tratte lombarde di andata e ritorno)
domanda:
ma se non vi era la convenzione i soldi chiesti al mittente (gli 80 centesimi) chi li richiedeva e chi li incassava?
Mi vien da pensare che la lettera venne riconsegnata senza pagare nulla......
al retro presenta l'ovalino del postino milanese (42) e il timbro di distribuzione dell'epoca usato a Milano PL3D
poi il "retrodato" mal impresso, ma non certo comune di uso sempre italiano
mal leggibile il timbro riquadrato della stazione di Milano
vediamo poi l'ambulante ferroviario "Milano-Desenzano e l'arrivo di ritorno a Padova.
davanti il francobollo timbrato a Padova in partenza il 10 luglio con segni di depennamento
l'indirizzo di Milano
una tassa di 4 decimi di lira come se fosse un doppio porto per i Savoia (segno nero filiforme)
poi un intervento pesante con una penna con inchiostro seppia
che cancella l'indirizzo milanese
rispedisce a Padova al caffè Pedrocchi
e pone un vistoso 8 decimi di lira...
(4+4 decimi di lira per le due tratte lombarde di andata e ritorno)
domanda:
ma se non vi era la convenzione i soldi chiesti al mittente (gli 80 centesimi) chi li richiedeva e chi li incassava?
Mi vien da pensare che la lettera venne riconsegnata senza pagare nulla......
+-x:
Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!
ciao
Fildoc
Sommiamo le idee, riduciamo gli ostacoli, moltiplichiamo le relazioni e condividiamo le conoscenze!
ciao



Fildoc
- francesco luraschi
- Messaggi: 2791
- Iscritto il: 14 luglio 2007, 18:08
- Località: Como
Re: una rispediziione inusuale... Padova Milano Padova
Probabile che venne solo contabilizzata la tassa 8 a favore della posta italiana mentre la posta austriaca non chiese nulla. Un po' il sistema dei bonifici vicendevoli post 15 maggio 1862.
In periodo di convenzione o per rispedizioni interne le lettere inesitate venivano retrocesse gratuitamente.
Però servirebbero altri casi.
Sul Sirotti-Colla c'è un caso del 1859 che vagamente ricorda questo ma con modalità di rispedizione diverse: è una lettera da Mantova a Milano affrancata con un 5 soldi e tassata 8. La tassa 8 venne poi depennata e la rispedizione pagata affrancando con un francobollo da 20/100.
Quindi le ipotesi sono due: o per la rispedizione nel 1859 veniva comunque chiesto il pagamento di tutte le competenze, al contrario del caso del 1861, oppure il destinatario accettò la lettera pagando la tassa per poi decidere di rispedire. La posta austriaca tassò la lettera 5 soldi.
Il verso, purtroppo, non è mostrato.
Francesco
Rev LB Mar 2019
In periodo di convenzione o per rispedizioni interne le lettere inesitate venivano retrocesse gratuitamente.
Però servirebbero altri casi.

Sul Sirotti-Colla c'è un caso del 1859 che vagamente ricorda questo ma con modalità di rispedizione diverse: è una lettera da Mantova a Milano affrancata con un 5 soldi e tassata 8. La tassa 8 venne poi depennata e la rispedizione pagata affrancando con un francobollo da 20/100.
Quindi le ipotesi sono due: o per la rispedizione nel 1859 veniva comunque chiesto il pagamento di tutte le competenze, al contrario del caso del 1861, oppure il destinatario accettò la lettera pagando la tassa per poi decidere di rispedire. La posta austriaca tassò la lettera 5 soldi.
Il verso, purtroppo, non è mostrato.

Rev LB Mar 2019
I nostri articoli:
https://www.academia.edu/10877153/_News ... _1850-1866_
Cliccare su authors per leggerli tutti facendo scorrere la pagina verso il basso oppure iscriversi al sito http://www.academia.edu per scaricare il PDF.
Francesco
https://www.academia.edu/10877153/_News ... _1850-1866_
Cliccare su authors per leggerli tutti facendo scorrere la pagina verso il basso oppure iscriversi al sito http://www.academia.edu per scaricare il PDF.
