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E' una colomba di Basilea nuova in vendita in una delle prossime aste Feldman, sulle quali ci ha intrattenuto il nostro Franco Peli.
...Ma, un attimo: i colori non sono giusti... E' un viraggio? Un falso? No e' un saggio proposto da Feldman con una stima di 1500 franchi svizzeri. Come ricorda la stessa Feldman in un articolo riportato sul suo ''Feldman Digest'', gli esemplari con il colore di fondo verde anziche' azzurro vengono da un foglio di prova. L'esistenza di queste prove e' nota per via dell'annotazione trovata su un multiplo di questi esemplari e manoscritta dall'autore stesso del francobollo, Melchior Berri.
Ed ecco esemplari del colore ''giusto'' presi dalla stessa asta
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La ''colomba di Basilea'' ha segnato quest'anno il suo 175.mo compleanno. Il 21 gennaio 1843 venne insediata nel Cantone una speciale commissione di tre membri per esaminare una proposta di “etiquettes-franco” per la posta cittadina; la commissione rispose velocemente, basandosi sulle esperienze britanniche, che la vendita di francobolli avrebbe giovato. Ma solo 11 mesi dopo le autorita' postali cantonali si espressero in senso favorevole e formalizzarono una proposta per un tariffa di 1 kreuzer e cioe' 2 1/2 rappen per le lettere di peso non superiore a 1 lotto (15,5 grammi).
Il francobollo fu disegnato dall'architetto Melchior Berri e mostra appunto una bianca colomba impressa in rilievo su un campo rosso; la colomba reca una lettera nel becco ed e' sovrastata dal pastorale vescovile, simbolo del cantone. La stampa fu realizzata dalla H.B. Krebs di Francoforte in fogli di 40 esemplari. L'emissione avvenne il primo luglio del 1845 e, oltre alla fornitura del 1845 (522 fogli), ne venne realizzata una seconda nel 1847 (515 fogli); in tutto, quindi, 41.480 esemplari.
L'annuncio dell'emissione fu pubblicato il 30 giugno 1845 sull' “Allgemeines Intelligenzblatt der Stadt Basel”. Curiosamente si spiegava che i francobolli dovevano essere applicati nell'angolo superiore sinistro della sopraccoperta con l'indirizzo, cioe' il contrario di quanto siamo abituati a fare oggi. Ecco una lettera della stessa asta che rispecchia queste direttive:
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