Una
giovane suora missionaria giunge in Terrasanta nella
primavera del 1927.
In questa lettera descrive la propria gioia nell'incontrare i luoghi dove
Gesù ha vissuto alcuni momenti della sua vita fino alla morte, la risurrezione e l'ascesa al cielo.
Non mancano lo stupore e la meraviglia quasi infantile nell'imbattersi in
altre genti di fede religiosa diversa.
La lettera è scritta con una grafia chiara, densa, senza lasciare spazi
bianchi per non sprecare inutilmente carta di fronte alle tante cose da
raccontare. Le ultime frasi sono vergate capovolte sui bordi superiori ed
inferiori inizialmente lasciati in bianco.
Tale è l'eccitazione nel raccontare che alla fine si dimentica di
firmarsi: di lei dunque non conosciamo il suo nome, ma si tratta
certamente di una delle prime quattro missionarie dorotee che partirono
dall'Italia giovedì 7 aprile 1927 per raggiungere il luogo della loro
missione educativa ed assistenziale a Rafat.
Per illustrare questa pagina potevamo utilizzare delle immagini tratte da
un nostro viaggio
in Israele effettuato nel 2005. Non lo abbiamo fatto. Abbiamo
preferito utilizzare quelle di qualche vecchia cartolina (della nostra
collezione) il più possibile coeva con il viaggio di questa suora per
dare la sensazione dell'atmosfera in cui si trovò immersa.
Abbiamo cercato di trascrivere il testo mantenendolo inalterato, compresi
gli errori grammaticali e d'ortografia.
Ci siamo limitati ad usare, nella trascrizione delle forme verbali del
verbo "avere", la lettera "h": nell'originale infatti
l'autrice aveva sostituito la lettera "h" ponendo l'accento alla
vocale (ad esempio "ò" invece di "ho") secondo un uso
dell'epoca che andò rarefacendosi solo nel secondo dopoguerra.
Sempre al fine di agevolare la lettura del testo abbiamo inserito dei
ritorni a capo: l'originale infatti ne è completamente privo.
La
prima facciata della lettera scritta da Gerusalemme il 1° maggio
1927.
«VV
i SS
Cuori
Gerusalemme 1 - 5 - 1927
Mio carissimo - forse avrai pensato che mi ero dimenticata di scriverti. No
no, ma varie le vicende che mi fecero tirare innanzi.
Prima di tutto ti dirò che il mio viaggio fu abbastanza buono qualche
giorno di mal di mare e null'altro; ma sai che durò 15 giorni? toccammo
vari porti come Fiume, Bari, Brindisi, Patrasso, Pireo, Canea, Candia,
Rodi, Alessandria d'Egitto, Porto Said e Giaffa.
Il
viaggio da Venezia a Giaffa (Jaffa) attraverso il bacino
orientale del Mediterraneo.
Come panorama fu splendido, percorremmo la via di Corinto ch'è
veramente incantevole.
Alla
missionaria così dovette apparire, arrivando dal mare, il porto di
Giaffa.
La
valle del Cedron (o di Giosafat) con sullo sfondo la città vecchia
di Gerusalemme, approssimativamente all'epoca dell'arrivo della
nostra suora.
Arrivammo
a Gerusalemme il 21 dello scorso mese. Ho già visitato vari luoghi: Il
Calvario, il S. Sepolcro, il Getsemani, il Cenacolo, il Monte degli Olivi,
il Sepolcro della Madonna, la casa di S. Anna dove nacque Maria SS. la
Piscina probatica, la chiesa della dormizione dove morì la Madonna e
tante altre chiese che tutte ricordano i grandi avvenimenti della nostra
S. Redenzione. Sono stata anche a Betlemme, se vedesse in che grotta è
nato il Redentore.
La
grotta della Natività, qui in una cartolina del primo
Novecento, è rimasta pressoché inalterata fino ai nostri
giorni.
Oggi fui al Monte Olivetto dove Gesù salì al Cielo c'è ancora
l'impronta del piede, se vedesse com'è tenuto quel luogo... è in mano
dei Mussulmani, vidi la cappella dove Gesù pianse sull'ingrata città e
un'altra dove si è seduto aspettando gli Apostoli che li conducessero
l'asina e il puledro per fare il suo ingresso a Gerusalemme.
Il
muro occidentale delle rovine del tempio di Gerusalemme, chiamato
"muro di preghiera" e comunemente "muro del
pianto".
Quante
cose; qui si può dire che non c'è un palmo di terra che non abbia la sua
storia particolare. Vidi pure la valle di Giosafat il torrente Cedron, la
porta Speciosa dove Gesù usciva per recarsi all'Orto a pregare, la grotta
dove si ritirava a riposare co' suoi Apostoli e tante cose che mi vorrebbe
otto giorni a dirtele tutte. Pensa che gran parte di questi santi luoghi
sono in mano ai Mussulmani o di greci scismatici, ecc. Il Cenacolo è
tutto dei Mussulmani, quel luogo che ricorda i misteri Eucaristici,
misteri così grandi e solenni, è deserto, una semplice sala, e attigua a
questa una stanza che ricorda la discesa dello Spirito Santo, ancora
peggio tenuta.
Anche
la sala del Cenacolo oggi non è troppo diversa da come si
presentava in questa vecchia cartolina.
Tutti i luoghi che ti accennai hanno parte i greci scismatici ed altri
fuori della Cattolica chiesa: in parecchie di queste chiese ebbi la sorte
di fare la S. Comunione come al Calvario, al S. Sepolcro, al Getsemani, a
Betlemme in tutte mi ricordai particolarmente e baciai quella terra
benedetta proprio per te e non solo nei posti principali ma da per tutto
dove andai.
Ci recammo anche al pianto degli ebrei; mio Dio! che commedia! fanno
veramente da piangere a noi latini.
Vedessi uomini, donne, fanciulli, battersi il petto piangere, cantar salmi
con una cantilena veramente ridicola, far gesti col corpo, appoggiar la
testa alle pietre, pochi avanzi delle mura esterne dell'antico tempio; che
ora nel posto dell'antico tempio sta la moschea di Oman.
Quante ne avrei da dire, ma te le dirò un'altra volta perché ora ti devo
chiedere un grande favore: Qui parlano diverse lingue come: francese
Inglese Arabo ecc, ma la più comune è la francese sicché vorrei
pregarti di mandarmi qualcosa di facile per imparare il francese magari i
primi elementi, facili perché devo imparare da sola... tu, te ne intendi
molto di queste cose, perché i libri che mi hai provveduto a Venezia mi
vanno a meravilia specie la geografia. Fa presto a mandarmeli perché ne
ho proprio necessità, non badare alla spesa fra te e P. Domenico
accontentatemi, ma mi sono rivolto a te che hai più praticca, così
cooperi anche tu alla mia missione, e come!... Ricordati della penna
stenografica.
Per intanto puoi servirti di questo indirizzo: S.A. delle Suore Dorotee
Patriarcato Latino, Gerusalemme. Noi siamo destinate a Rafat, ma per ora
stiamo qui forse per poco, ad ogni modo siamo anche andate a vedere la
nostra abitazione, che è distante da Gerusalemme una buona ora di
automobile, siamo come in un deserto, solo tra monti e colli, da lontano
si vede qualche casupola di mussulmani e basta.
Prega tanto tanto per me specie nel S. Sacrificio, ricorda la mia
superiora e sorelle che noi faremo altrettanto.»
La lettera continua con due frasi, scritte capovolte sui bordi bianchi, in
alto e in basso, della prima facciata: «Ti prego ancora, fa presto a
mandarmi ciò che ti chiedo e il buon Dio ti benedica. Ti mando una foglia
d'Olivo del Getsemani e qualche fiorellino pure dell'Orto.
La
lettera racchiude ancora un pezzo di foglia d'olivo con alcuni
frammenti vegetali.
Presenta i miei rispettosi ossequi al M.R.do P. Provinciale e digli che
preghi per me. Se hai occasione di vedere i fratelli e la famiglia saluta
tutti».
Infine un'ultima frase è inserita sul bordo dell'ultima facciata: «Fai
il piacere di far avere questa lettera alla Superiora di S. Felippo -
grazie».