A San Tomà.
Giuseppe Tassini (1827-1899) è costretto a dichiarare che «ad onta delle
fatte ricerche, non potemmo ritrovare l'origine di questo nome».
Gianjacopo Fontana (1805-1885) nell'Omnibus cerca di dare la parvenza di
una spiegazione prendendola molto da lontano: «Nome che, se non ci
rimane indizio di qualche rimoto socievol convegno, può richiamarci
forse, non senza nostro rossore, all'età dell'oro dell'amicizia».
Ed il discorso poteva concludersi così.
L'11 gennaio 1925 Giovanni Malgarotto pubblica su "Il
Gazzettino" un'ipotesi ragionevole sull'origine di questa
denominazione.
Recupera un'osservazione contenuta in una vecchia cronaca della collezione
di Emmanuele Antonio Cicogna (1789-1868): questa calle una volta era
collegata a quella dei Saoneri per mezzo di un ponte che superava il rio
dei Nomboli, poi interrato e divenuto rio terà dei Nomboli. A quel tempo
il ponte si
chiamava ponte dei Nomboli.
Il
ponte dei Nomboli (poi de l'Amor dei amici) evidenziato sopra il rio dei
Nomboli (oggi rio terà) collegava la calle dei Saoneri (a
destra) con la calle de l'Amor dei Amici (a sinistra),
nascosta dalle case (da Jacopo de' Barbari, Veduta di Venezia
"a volo d'uccello", 1500).
La storia narrata si collega ad un'altra, citata dal Tassini a proposito
della località Donna onesta
e chiaramente le mette in relazione.
Un
liagò in muratura in calle de l'Amor dei amici.
Racconta
dunque la vecchia cronaca citata dal Malgarotto che nel 1490 qui abitasse un certo
Zuane «...bareter [fabbricante di berrette - N.d.R.] al rio dei Nomboli
attaccato al ponte...». Nella vicina calle dei Nomboli sorgeva (esiste
ancora) il palazzo dei Rizzo (divenuto poi Centani, dove il 25 febbraio
1707 nacque Carlo Goldoni, e che ora è sede del museo dedicato al Goldoni).
Zuane era grande amico di un certo Battista, artigiano fabbricante di
spade, che abitava a San Pantalon, sopra il ponte che oggi si chiama de Donna onesta,
assieme alla bella moglie Santina, originaria di Murano.
Zuane aveva osservato che quando nel pomeriggio passava davanti alla sua
bottega l'amico Battista diretto a San Polo, da palazzo Rizzo usciva
sempre Marchetto Rizzo diretto nella direzione opposta, verso San Pantalon.
Fregio
con stemma sopra l'architrave del numero civico 2714.
Un giorno Zuane, parlando con Battista, gli riferì di questa strana
combinazione; Battista rispose che Marchetto Rizzo gli aveva ordinato
un pugnaletto damascato e qualche volta si recava a casa sua per vedere
come procedeva il lavoro.
Ma a Zuane vennero dei sospetti, così un giorno, visto uscire Marchetto
Rizzo dal suo palazzo, lo seguì e lo vide entrare nella casa di Battista.
Poco dopo sentì delle grida femminili: salì velocemente le scale e
giunse in tempo per vedere Santina lottare disperatamente con il Rizzo che
voleva usarle violenza. Zuane allora, accecato dall'ira e dall'affetto per
l'amico, prese il pugnaletto damascato che era sul tavolo e colpì
l'assalitore.
La cronaca citata dal Malgarotto non ci dice se il Rizzo morisse, ma
probabilmente venne solo ferito perché Zuane il 15 ottobre 1490 venne
condannato a soli sei mesi di bando.
Un
numero, resto di una vecchia numerazione civica.
Sarebbe
a seguito di questo fatto che gli abitanti della zona chiamarono il ponte
dove abitava la moglie del Battista ponte de Donna onesta, in onore di
Santina che non volle cedere alla violenza arrecatale, ed il ponte dei
Nomboli, dove abitava l'amico del Battista, ponte de l'Amor dei amici.
Con l'interramento del rio dei Nomboli, questo ponte venne demolito ed il
toponimo da allora restò alla stretta calle oggi esistente.
Sopra l'architrave di un portone di questa calle (al numero civico 2714)
è visibile un rilievo decorativo contenente uno stemma dove sono
rilevabili delle tracce di colore. Prospetta sulla calle anche un liagò
in muratura che appare abbastanza sproporzionato vista la ristrettezza del
luogo.
Un
altro scorcio della calle de l'Amor dei Amici, con
l'inconsueto posizionamento di due finestre al piano terra.