Calle
Bianca Cappello già del Ponte Storto a Sant'Aponal, vista verso il
ponte Storto del quale si scorgono i primi gradini sul fondo.
A Sant'Aponal.
Questa calle, che conduce al ponte Storto sul rio de le Beccarie, una volta
si chiamava semplicemente calle del Ponte Storto. Ora il suo nome completo
è calle Bianca Cappello già del Ponte Storto. Già nel 1889 però era
stata intitolata a Bianca Cappello.
Per la denominazione ponte Storto si rimanda a questa
pagina.
Il nome attuale vuole ricordare quella Bianca Cappello (1548-1587), figlia di
Bartolomeo Cappello e di Pellegrina Morosini, nata nel 1548 in un palazzo
qui vicino (di fronte al ponte). A dieci anni
Bianca perse la madre ed il padre, impegnato nella vita politica
veneziana, si risposò con Lucrezia Grimani, nipote del Doge Antonio
Grimani e sorella del Patriarca di Aquileia Giovanni Grimani.
Chiusa (e forse reclusa) in casa, Bianca cresceva probabilmente passando
il tempo alla finestra.
Proprio di fronte alla sua casa poteva vedere il palazzo Camin-Tamossi,
dove i Tamossi esercitavano l'attività di banchieri.
Qui c'era anche una filiale del banco Salviati.
Da una di queste finestre poteva vedere un giovane del quale non tardò a
innamorarsi. Era un certo Pietro Bonaventuri che lavorava appunto per il
banco Salviati il quale, per far colpo sulla fanciulla, le fece credere di
essere lui stesso un Salviati.
Accecata dall'amore, quando aveva solo 15 anni, Bianca nella notte tra il
28 ed il 29 novembre 1563 fuggì dalla casa paterna e scappò con il
Bonaventura per raggiungere Firenze.
Bianca sposò Pietro ed ebbe una figlia che, in memoria della madre,
chiamò Pellegrina.
Intanto a Venezia la fuga fece grande scalpore: Pietro Bonaventura fu
bandito capitalmente e contro di lui venne messa una taglia per chi lo
consegnasse, vivo o morto, alla giustizia.
A Firenze Bianca restò delusa: scoprì che l'uomo che aveva sposato non
era quello che lui le aveva fatto credere ed inoltre si dimostrava un
donnaiolo. Fu in occasione di una delle sue frequenti avventure amorose
che incontrò una certa Cassandra Bongiovanni, nata Ricci. A seguito
dell'uccisione di Pietro Bonaventura per mano di sicari, chi dice assoldati dai
parenti di Cassandra, altri dallo stesso Duca Francesco dei Medici
(1541-1587) con la
quale Bianca ormai segretamente si incontrava, Bianca Cappello rimase
vedova.
Francesco era divenuto Duca
nel 1564, a seguito dell'abdicazione del padre Cosimo (1519-1574), ed
aveva sposato Giovanna d'Asburgo (1548-1578). Questa però non era ancora
riuscita a dare un erede al trono al marito (erano nate solo delle
femmine, escluse dalla successione dinastica); inoltre era decisamente
brutta, affetta da varie patologie tra cui una grave deformazione alla
colonna lombare.
Fu così che il suo rapporto con Bianca si intensificò, diventarono
amanti e per averla sempre con sè la ospitò in un palazzo vicino alla residenza
granducale che aveva fatto costruire appositamente per lei.
Nel 1577 a Francesco nacque finalmente l'atteso maschio, Filippo
(1577-1582), ma la madre, Giovanna d'Asburgo, malaticcia non sopportò le
fatiche del travaglio e nel 1578 morì. Francesco ebbe così via libera
per sposare Bianca, cosa che fece con cerimonia privata nella cappella
di palazzo Pitti (erano trascorsi appena due mesi dalla morte di
Giovanna, e si sarebbe dovuto osservare l'anno di lutto; la cerimonia
pubblica avvenne il 10 giugno 1579 in San Lorenzo).
Bianca Cappello era divenuta Granduchessa di Toscana ed il Senato di
Venezia immediatamente cambiò il suo atteggiamento vedendo in Bianca
«...vera et particolar figliuola della repubblica...» una potente
alleata ed utile intermediaria nei rapporti tra i due Stati.
L'ingombrante presenza di Filippo, figlio del Granduca e della precedente
moglie Giovanna d'Asburgo, venne a finire con la morte dell'erede
malaticcio a soli cinque anni di età.
Bianca esercitava nella corte toscana un'influenza persino maggiore di
quella del marito, che preferiva dedicarsi ai suoi studi alchemici.
La morte colse il Granduca e la Granduchessa nel 1587, ad un giorno di
distanza l'uno dall'altro.
Questo duplice decesso alimentò per secoli i sospetti di un duplice
avvelenamento avvenuto su ordine del fratello del Granduca, il cardinale
Ferdinando de' Medici (1549-1609), che anelava al potere granducale.
La
lapide con iscrizione sopra il numero civico 1276.
Oggi la scienza ha potuto stabilire che il Granduca Francesco I de' Medici
e la Granduchessa Bianca Cappello morirono per aver contratto la malaria
durante un loro soggiorno nella villa di Poggio a Caiano, come si può
leggere in
questa pagina dove la storia di Bianca Cappello è più ampiamente
descritta.
La calle Bianca Cappello già del Ponte Storto non ha particolari aspetti
degni di essere segnalati.
Numerazione
romana su un architrave di una porta in calle Bianca Cappello
già del Ponte Storto.
Osserviamo solamente che a metà della calle, sotto il poggiolo di una
finestra al numero civico 1276, è posta una lapide del XVIII secolo che reca la seguente
scritta:
«DOMVM HANC
COLLAPSAM DIRVTAM
AC PROPE NEGLECTAM
CVRA ET PIETAS
ANGELI ARCHIPRESBITERI TASSIS
PRIMEVO IVRI RESTITVENS
POSTERITATI AC PERPETVITATI
REEDIFICAVIT
ANNO PRIMO SVI PLEBANATVS
M D C C X V»