Tra Santa Marina e Santa Maria
Formosa.
Borgoloco è un toponimo particolare che troviamo solamente qui ed a
San Lorenzo.
Restando qui e seguendo lo "Stradario del Centro Storico
Veneziano" del Comune di Venezia, a partire da campo Santa Marina,
superato il ponte Marcello o Pindemonte, incontriamo la "calle de
Borgoloco", "Borgoloco Pompeo Molmenti", "ponte de
Borgoloco" e "ramo de Borgoloco".
Questa insula si forma tra il XII ed il XIV secolo col progressivo
interramento dello spazio lasciato vuoto dalle insulae di Santa
Marina e Santa Maria Formosa: probabilmente in origine aveva delle
caratteristiche consimili a quell'altro Borgoloco a San Lorenzo, ma
successivamente con la costruzione di più importanti edifici ha perso la
caratteristica popolar-proletaria che è presente invece ancora adesso a
San Lorenzo.
Il
Borgoloco Pompeo Molmenti: probabilmente un tempo invece i
questi palazzi esistevano solamente delle case popolari..
Giovanni Battista Gallicciolli (1733-1806) ipotizza che questo toponimo
derivi dalla presenza un tempo di molte albergherìe, o ostelli, e che il
nome provenga da un detto veneziano «tegnir uno a loco e foco»,
ovvero tenersi una persona in casa a proprie spese, come nel francese «defrayer,
fournir avec frais» (pagare, sostenere le spese).
Un elegante
portale di un palazzo in Borgoloco Pompeo Molmenti.
Angelo
con libro, in Borgoloco Pompeo Molmenti.
Eugenio Miozzi (1889-1979) invece riteneva che una simile etimologia non
avesse senso, giacché nessun albergo o pensione avrebbe ospitato persone
a proprie spese: piuttosto la seconda parte del vocabolo, «lucus»,
sempre secondo il Miozzi, indicherebbe un bosco o uno spazio sacro.
Ma, a nostro avviso, il Miozzi sbaglia, non tenendo conto che a Venezia esistevano
quelle che oggi si potrebbero definire case popolari: ce ne sono
molteplici esempi, di ospizi, ovvero abitazioni a schiera (spesso in
numero di 12 o suoi multipli a memoria dei dodici apostoli) costruite e
messe a disposizione di anziani e/o poveri di differente stato o
condizione.
Provenendo da campo Santa Marina, dopo il ponte Marcello, si incontra
sulla sinistra il palazzo che il doge Nicolò Marcello (1397 ca.-1474) acquistò
prima di morire e che fu ristrutturato nel Seicento da Baldassare Longhena
(1596/7-1682) dotandolo di una bella facciata sul rio di Santa Marina.
La porta di terra sulla calle è sovrastata da due angeli inginocchiati che
sostengono lo stemma Papadopoli, famiglia che lo aveva acquistato nel 1808 ed a
sua volta rimodernato secondo i nuovi gusti del tempo.
Subito dopo troviamo l'ingresso gotico di palazzo Simonetti, cui segue il vero e
proprio Borgoloco che nel 1931 venne intitolato al senatore Pompeo
Molmenti (1852-1928), scrittore, storico e uomo politico (fu senatore del
Regno) che proprio qui nacque il 1° settembre 1852.
Almeno
fino al 1729 il Borgoloco aveva un affaccio sul rio di Santa Marina.
La struttura è quella ben nota dei luoghi di edilizia popolare/caritatevole: uno spazio
attorno al quale si affacciano le case popolari con al centro uno o più pozzi per l'approvvigionamento
dell'acqua: solo che nel tempo si è persa l'originaria natura del luogo e sono
subentrati palazzi più importanti fino a far scomparire anche l'affaccio di
questo campo sul rio di Santa Marina, che troviamo almeno fino al 1729.
Borgoloco
Pompeo Molmenti visto dal lato opposto (dalla calle).
Il
capitello che ospitava la cosiddetta "Madonna del parto"
Attraversando il ponte de
Borgoloco, si possono notare degli elementi decorativi sulle ringhiere ai
quale il popolino ha voluto riconoscere
tre lettere dell'alfabeto: «W», «V» e «E»:
starebbero per le iniziali dell'acclamazione «Viva Vittorio Emanuele»
che al tempo dell'allestimento del ponte era giunto in città appena
divenuta parte del Regno d'Italia. Non sarebbe tanto da meravigliarsi, in
quanto certe analoghe manifestazioni di giubilo si trovano anche incise
sulla pietra in altri luoghi della città.
La
ringhiera del ponte di Borgoloco Pompeo Molmenti.
Percorso il ponte e scavalcato il rio del Pestrìn, si entra nell'insula
di Santa Maria Formosa, tuttavia quel tratto di calle che immette al campo
è ancora chiamata «Ramo de Borgoloco»: vi troviamo sulla sinistra un
altarino o edicola in legno ed un paio di vecchie incisioni sulla pietra che ne
spiegano la ragione fissate sul muro di quella casa che una volta
appartenne ai Donà e che fu sede per un certo tempo dell'Ufficio del
Lotto: è il capitello chiamato della Madonna del parto, in quanto
ritenuta miracolosa e molto invocata dalle veneziane incinte che dovevano
partorire.
Su una pietra collocata sotto, assai corrosa, è ancora possibile leggere:
«ADMIRANDA IMAGINIS
SANTISSIMA DEIPARAE HINC HERVS
ET IN PROXIMI TEMPLI ARA
GENTIS DONATAE
REPC SICTAE
VESTIGIA HIC VENERARE VIATOR
AST IBI SVRPLEX ESTO
ET IN OPTATIS OCCVRRET
NI KAL. IVLII MDCXII»
Il quadro della Madonna del
parto.
L'iscrizione
ricorda la miracolosa Madonna del parto e la sua rimozione.
Sul muro accanto al capitello è visibile anche l'apertura per la raccolta
delle elemosine: a prova di analfabeta, infatti oltre alla scritta
esplicita («OFFERTE ALLA B. VERGINE . DEL . PARTO») in
corrispondenza della fessura, è disegnata una moneta!
La
fessura per le elemosine.
Il quadro che si trovava nel capitello, è stato trasferito da
tempo nella vicina chiesa di Santa Maria Formosa.