A Venezia sono dieci le località
che portano questo nome, da solo o accompagnate da locuzioni tipo «drio
el», «...o del...» ed è intuitivo il motivo, anche quando
non vediamo un campanile vicino: non c'è oggi, ma c'era una volta (come
la calle del Campaniel o de la Sacrestia a Rialto, che ricorda quello
della demolita chiesa di San Mattia). Il numero maggiore si trova nel sestiere
di San Polo (4).
Non sono molti i luoghi, in rapporto al numero dei campanili esistenti a
Venezia: se nella rappresentazione di Venezia a volo d'uccello di Jacopo
de' Barbari del 1500 sono riconoscibili solo 103 campanili, si valuta che
nel XVI secolo fossero più di duecento dei quali oggi ne sopravvivono
circa un centinaio di cui una novantina del tipo a torre ed una
decina a vela.
Il
campanile "a vela" della chiesa di S. Nicolò della
Lattuga, nella pianta del de' Barbari.
Il campanile più alto era
(e lo è
ancora oggi) quello di
San Marco, bonariamente chiamato dai veneziani el paròn de casa
(il padrone di casa).
Alcuni campanili di Venezia,
oltre alla funzione di segnare le ore e specificatamente quelle legate
ai riti religiosi, avevano anche il compito di avvisare delle convocazioni
del Maggior Consiglio: oltre a quello di San Marco, avevano questa incombenza quelli di San Francesco della Vigna, di San Geremia e dei
Frari.
Erano anche usati come miraglio per orientare le navi che entravano
in laguna (ad esempio quelli di San Francesco della Vigna, di San Nicolò
del Lido, San Pietro di Castello e, naturalmente, di San Marco); erano
usati come posti di vedetta, tanto per controllare le navi in
avvicinamento, quanto per controllare di notte che non si sviluppassero
incendi in città (eventualmente dando l'allarme con le campane).