|
L'iscrizione
che ricorda la ricostruzione dell'edificio. |
|
A San Zan Degolā.
Questo campiello si affaccia sul rio di San Zan Degolā e vi si accede per
la fondamenta di San Zan Degolā.
Deve questo nome, al pari di altri luoghi denominati "de la Comāre",
perché una volta vi doveva abitare una levatrice, chiamata appunto comāre
("con-madre", cioč comāre) come ricorda anche Giambattista Gallicciolli
(1733-1806).
Per un approfondimento sul mestiere della levatrice-comāre a Venezia,
rimandiamo a questa
pagina.
Il luogo conserva poco dell'aspetto originario, circondato da costruzioni
del Novecento.
Una di queste, che chiude un lato del campiello, ospita i telai
settecenteschi della tessitura Luigi Bevilacqua s.r.l.
Una lapide posta sul lato del campiello ricorda il rifacimento dello stabile nel
1925:
ŦRICOSTRVITO E AMPLIA
TO DA ANGELO E FRA
TELLI BEVILACQVA FV
LVIGI A . D. MCMXXVŧ
|
|
|
La
corte de la Comāre sul rio di San Zan Degolā: l'edificio
novecentesco rosso ospita i telai settecenteschi della
rinomata azienda tessile Luigi Bevilacqua. |
|
|