A San Marco.
Almeno dal XIV secolo in questi luoghi si fabbricavano dadi da gioco (dai
in veneziano).
Abbiamo la conferma da vari documenti e circostanze: prima di tutto in
alcuni antichi documenti è chiamato esplicitamente "ponte dei
dadi": così in una legge del 2 settembre 1433 dove l'attuale rio
delle Procuratie è denominato «...Rivus pontis Taxillorum...»
(rio del Ponte dei Dadi), il che ci fa supporre che in questo luogo si vendessero dadi
da gioco, o si giocasse con essi.
Sappiamo anche che era abitudine giocare a dadi per le strade di Venezia.
Anche questo ci è confermato da numerosi editti e leggi che proibivano
questa pratica almeno dal XIII secolo. Una di queste esplicitamente
proibiva questo e altri giochi sotto il portico della chiesa di San Marco
e sotto il Palazzo Ducale nei giorni in cui si riuniva il Maggior
Consiglio.
Ma questi editti spesso sono anche incisi in lapidi che troviamo ancora
oggi sui muri di edifici o di chiese, che in genere iniziano con: «Il
Serenissimo Principe fa sapere (...omissis...) che non sia alcuna
persona di che stato grado o condicione esser si voglia cha ardisca di
giocar a carte dadi balla....».
La
fondamenta, il
ponte ed il "sotopòrtego" dei Dai.
Aggiungiamo inoltre che quando Nicolò Barattieri, nel 1171, riuscì ad
innalzare le due colonne nella Piazzetta di San Marco, ottenne come
ricompensa la possibilità di tenere un banco per il gioco dei dadi: a
dimostrazione ulteriore di quanto questo gioco fosse diffuso
nell'antichità.
Tra i confratelli della Scuola Grande della Misericordia troviamo un «Nicolò
da li dadi» nel 1366 ed un «Piero da li dadi» nel 1440.
Ambedue abitavano nella parrocchia di San Geminiano.
Tuttavia resta a Venezia la credenza di origine popolare che questo nome
sia legato alla sventata congiura di Baiamonte
Tiepolo del 15 giugno 1310: per questo ponte batté la ritirata la
colonna di rivoltosi condotta da Marco Querini e si vuole raccontare che
il popolo incitasse gli uomini del Doge Pietro Gradenigo ad inseguire i
congiurati al grido di «dai! dai!».
Anche il nome di Ponte del Malpasso (con cui a volte troviamo chiamato
anticamente questo ponte) lo si vorrebbe legato allo stesso episodio della
fallita congiura, ma secondo alcune cronache questo nome sembrerebbe
essere precedente al 1310, anno della congiura.
Un
ingresso privato (oggi adibito a negozio di souvernir)
collegato al ponte dei Dai.