A San Marco.
Si tratta di un toponimo abbastanza tormentato: fino al 1889 la corte si
chiamava semplicemente corte dei Preti, come anche la calle attraverso la
quale si accede provenendo dalla calle dei Fabbri.
Oggi quella calle ufficialmente (secondo lo "Stradario del Centro
Storico Veneziano" del febbraio 2012 del Comune di Venezia) dovrebbe
chiamarsi calle Gregolina con un'usanza comune a Venezia di declinare il
nome di una famiglia al femminile; vedi, ad esempio corte
de la Cazza, corte
Correra e tanti altri casi simili.
Quando venne mutato il nome della corte, da corte dei Preti a quello di
corte Gregolina, Giuseppe Tassini (1827-1899) argutamente, ed
ironicamente, annotava: «I preti al giorno d'oggi fanno poca fortuna, e
quindi, per non ricordarli, si diede a questa strada il nome delle vicine.
Ma si operò con poco criterio, poiché la casa che apparteneva un tempo
ai Gregolini è alquanto lontana, e prospetta il così detto Rio delle
Pignate».
Infatti sul rio dei Scoacamini, già de le Pignate, è possibile vedere, seppure con
difficoltà, lo stemma cittadinesco della famiglia, alla cui casa si giunge
per i rami Gregolin (ramo primo e ramo secondo).
Lo
stemma cittadinesco sul rio dei Scoacamini, già rio de le
Pignate, al termine del ramo secondo Gregolin.
Corte
Gregolina: qui una volta c'era la sede del Primo Distretto di
Polizia della Questura di Venezia.
Non è noto se la famiglia
Gregolin che era qui domiciliata fosse imparentata con i Gregolin che
abitavano alla Madonna dell'Orto fin dal 1484.
Sappiamo solo che qui vicino abitava un G.
Battista Gregolin del fu Lorenzo che era procuratore della chiesa di San Luca;
morì nel 1707 e venne seppellito con epigrafe in questa chiesa.
In corte Gregolina aveva sede il Primo Distretto di Polizia della Questura
di Venezia cui era assegnato anche il maresciallo Savino Sinisi:
percorrendo la calle Gregolina alla sera dell'8 gennaio 1980, per
rientrare in ufficio, il maresciallo venne assalito da Luigi Sardi, un
gondoliere che aveva trascorso molti anni in manicomio criminale per
essere stato complice di un omicidio per rapina. Il maresciallo Sinisi,
colpito ripetutamente al capo con una pesante mazza, morì il giorno dopo
al Policlinico di Padova senza aver più ripreso conoscenza.
Una targa, posta dalla Questura di Venezia sul luogo dell'aggressione
trent'anni dopo la morte, ricorda il sacrificio del maresciallo Savino
Sinisi.
La
vera da pozzo di corte Gregolina già dei Preti.
La corte Gregolina già dei Preti, nonostante la sua vicinanza ad una zona
di forte pressione turistica come è piazza San Marco, è ancora un luogo
nascosto e tranquillo che racchiude un tesoro bellissimo: un'eccezionale
vera da pozzo, probabilmente del tardo XV secolo, sagomata come un cesto
di legni e giunchi: lo scalpellino ha raffigurato l'intreccio dei vimini
e le legature delle canne con un'abilità che ha raggiunto vette di grande
realismo.
Un
particolare dell'accurata lavorazione della vera da pozzo.