Il
ponte della Latte e, oltre, la piccola fondamenta.
A San Giovanni Evangelista.
Questo ponte, che Vincenzo Maria Coronelli (1650-1718) indicava come fatto «...di
Legno...», unisce la breve fondamentina della Latte alla fondamenta
di rio Marin.
Deve il suo nome probabilmente ad una famiglia così chiamata: nel 1379 un Zuane [= Giovanni)
Della Late abitava nella vicina parrocchia di San Simeone Profeta (San
Simeon Grande) e potrebbe essere lo stesso «...Giovanni a Lacte...»,
orefice di Reggio, che nel 1371 aveva ottenuto il privilegio della cittadinanza
veneziana.
Dalla metà dell'Ottocento cominciò ad essere impiegata la ghisa nella
costruzione dei ponti: il primo ponte in ghisa (1850) fu quello della
Corona, a San Zaccaria, costruito dalla Fonderia Collalto: nel ventennio
successivo (1851-1871) furono installati 21 ponti in ghisa, all'incirca
quanti ne erano stati fatti in muratura nello stesso periodo.
Il ponte de la Latte fu realizzato in ghisa grigia dalla Fonderia Nazionale
Ambrogio Pisciutta nel 1860, lavorando piuttosto in economia: infatti fu risparmiato
sugli stampi e così i due lati risultano antimetrici, e non simmetrici,
per essere stati ottenuti con il medesimo stampo. Essendo il ponte non
simmetrico (sghembo), furono fatti degli aggiustamenti, probabilmente
ripetuti in occasione di vecchie riparazioni, che hanno lasciato tracce
visibili di raffazzonature. Le arcate di lunghezza diversa sono il
risultato dell'unione di tre pezzi: quello centrale orizzontale ed i due
laterali, inclinati.
Ai piedi del ponte de la Latte, dove inizia la fondamenta del rio Marin, è
esistita fino agli inizi del XXI secolo una latteria: ma, come abbiamo
detto in principio, non è dalla latteria che questi luoghi hanno preso il nome.
Invece una "Trattoria al Ponte della Latte", che in precedenza era poco
più di un'osteria con cucina, è esistita fino agli anni novanta
del XX secolo dove la fondamenta della Latte si innesta con la
calle
de l'Ogio o del Cafetier: successivamente si è trasformata con vari
cambi di gestione (fu anche un ristorante con cucina indiana).
Sui
corrimano del ponte è impresso il nome semplificato della fonderia:
«FONDERIA AMBROGIO PISCIUTTA»: sulle due arcate il nome diventa: «FONDERIA
NAZIONALE AMBR: PISCIUTTA . VENEZIA».
Giuseppe Tassini (1827-1899) cita l'episodio di un albanese che
assassinò tale Zuan Marco, capo delle guardie, al quale il 31 agosto 1505 fu
mozzata la mano destra su questo ponte prima di venire giustiziato e squartato: tuttavia
si dubita dell'esattezza, o della precisione, della citazione del Tassini.
Il
ponte della Latte verso la fondamenta di Rio Marin.
La
fondamenta della Latte e l'omonimo ponte.
A questo c'è da aggiungere un episodio documentato in epoca
austro-ungarica nel settembre 1844:
l'apparizione dalle nove di sera alla mezzanotte di una luce tremolante sopra un finestrone della Scuola Grande di San
Giovanni Evangelista, visibile dal ponte. Apparizione che si protraeva
nelle notti successive e che fece credere alla gente si trattasse del
fantasma di una povera donna (soprannominata popolarmente "Brocchetta")
che era stata assassinata in quel tempo.
Fu interessata anche la polizia, che mise di guardia alcuni sbirri, senza
giungere ad alcuna conclusione.
Fino a quando con una barca venne fatta una ricognizione sul rio di San
Giovanni e si scoprì una lucerna in una casa abitata da una povera
famiglia, la cui fiammella, tenuta accesa fino a tardi per permettere agli
occupanti di fare qualche modesto lavoro manuale, andava a riflettersi sul finestrone della
Scuola di San Giovanni Evangelista! Su questo episodio venne persino
scritta una cronaca da Luigi Gerardi, pubblicata in quello stesso anno
sotto il titolo "Cronaca della lumetta, ossia Maravigliosa
apparizione; memoria originale contemporanea", Tipografia Merlo,
1844.