In via Garibaldi.
A questo campiello si accede dalla calle
Friziera attraverso un sotopòrtego.
La "pace" c'entra poco con questa denominazione: il campiello
dovrebbe anzi tornare a chiamarsi, come una volta, semplicemente
"campiello Pace".
Prende il nome da una famiglia Pace (trascritta a volte anche come Pase)
della quale abbiamo traccia documentale.
Ad esempio leggiamo nei necrologi sanitari che il 12 luglio 1612 morì «EM.
fio de Alessandro Pase - S. Piero de Castelo».
Quattordici anni dopo una certa Pasqua, moglie di Apostolo Pace,
trascrisse a proprio favore la proprietà di una casa con bottega situata
nella parrocchia di San Pietro di Castello, non lontano da San Domenico,
che era di proprietà di tale Bortolo Querengo.
La casa le era pervenuta a seguito del testamento fatto da una certa
Graziosa di Cresci, madre di questo Bortolo Querengo: «...in virtù
del testamento della q.m Gratiosa figliuola del q.m Bastian di Cresci fu
madre del suddetto Bortolo, neli atti del Rev. Luran N. V. del 15 aprile
1628».
Su una parete del campiello si trova un moderno capitello che in origine
ospitava una Madonnina (ed oggi invece, dietro una porticina metallica, custodisce
una statuetta devozionale di Sant'Antonio da Padova con il Bambino ed il
giglio).
Capitello
posto a ricordo di un avvenimento accaduto il 21 gennaio 1957
alle ore 15.
Il capitello, forse un ex voto, riporta sulla porticina metallica, un nome
ed una data: «DAL BELLO ANGELO / Ricorda il 21 Gennaio ore 15 1957».
Particolare
della decorazione di un davanzale sotto due finestre nel "sotopòrtego"
de la Pace.
Il luogo, per quanto modesto, mostra la sua dignità anche in piccoli
dettagli, come il fregio del davanzale di una coppia di finestre che si
aprono sotto il sotopòrtego di accesso; davanzale che potrebbe
anche essere stato ricavato da materiale di risulta.