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Il
passaggio tra la corte de la Cerva e la Pescarìa San Bortolomio:
una volta si chiamava "ramo de la Cerva". |
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Il
marmo bianco che delimitava lo spazio percorso dai camerieri quando
passavano da un locale all'altro. |
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A San Bortolomio.
Se il pesce si vendeva, e si vende tuttora, nella pescarìa di Rialto almeno dal 1332, a Venezia esistono altri luoghi in cui si vende,
o si vendeva, pesce al minuto.
Uno di questi si trovava proprio ai piedi del ponte di Rialto, sul lato di
San Marco.
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La
pescarìa San Bortolomio. |
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I pescivendoli, o compravendi pesci, alla caduta della Repubblica
erano 158: tra i requisiti che erano richiesti c'erano l'esser stati
pescatori a Poveglia o a San Nicolò per almeno vent'anni e di aver
compiuto i cinquant'anni: in sostanza si trattava di un beneficio che
veniva accordato a chi aveva svolto questo mestiere faticoso per tanto
tempo e che per l'età era in difficoltà a continuarlo.
Il loro santo protettore era San Nicolò.
Oggi nella Pescarìa di San Bortolomio non si vende più il pesce:
al posto dei banchi del pesce ci sono i plateatici di due ristoranti e
qualche banco di souvenir.
Secondo il "Nuovo Stradario del Centro Storico Veneziano" del
Comune di Venezia del 2012, il breve tratto di calle che collega la pescarìa alla prossima corte
de la Cerva apparterebbe alla pescarìa, mentre una volta aveva una
propria denominazione autonoma che ancora si legge su un vecchio nizioleto: «Ramo
de la Cerva».
Un marmo bianco sul piano di calpestìo attraversa questa breve e stretta calle:
ricorda che fino agli anni Sessanta del Novecento i due esercizi
commerciali sui lati opposti, oggi il Ristorante Rialto ed il Self Service
al Ponte di Rialto, avevano un'unica gestione sotto il nome di
Birreria Pedavena: le due porte contrapposte nella calle, oggi chiuse,
erano attraversate dai camerieri che di corsa facevano servizio recando
spesso vassoi con boccali di birra e questa pietra delimitava il loro
passaggio. |