Il
cuore rosso del "sotopòrtego" dei Preti a Sant'Antonin.
A Sant'Antonin.
Come abbiamo già ricordato qui,
questo toponimo è ripetuto a Venezia una quarantina di volte: ogni
parrocchia doveva avere una casa nelle vicinanze che era abitazione per i
sacerdoti che officiavano nella chiesa, in modo da essere comunque sempre
disponibili per ogni necessità dei fedeli, soprattutto di notte, quando
avevano l'obbligo di dimorarvi.
In tempi recenti, all'incirca nell'ultimo decennio del Novecento, è sorta
una leggenda attorno a questo sotopòrtego: nulla di antico, nulla
di medioevale, solo una di quelle storielle nate probabilmente per caso e
dopo si sono radicate per suscitare lo stupore della gente con la
complicità della facile diffusione sul web.
Non è neppure il massimo dell'originalità: racconta la storia dell'amore
impossibile tra due esseri differenti, un pescatore ed una sirena!
Pur essendo storiella recente, ne esistono diverse versioni, che si
discostano per qualche particolare, ma la sostanza è sempre la stessa.
Viveva dunque (come in tutte le favole/leggende, non è indicata alcuna
epoca, in modo che cronologicamente potete collocare la storiella
nell'epoca che preferite) un pescatore di nome Orio, che viveva da queste
parti.
Un giorno (anzi, una notte) ritirando le rete da pesca al largo di
Malamocco vi trovò
prigioniera una sirena!
Il suo nome era Melusina che gli chiese di liberarla dalla rete da pesca.
Il nostro pescatore rimase un po' interdetto: non è da tutti i giorni
imbattersi in una sirena e catturarla.
Non sappiamo se fu un colpo di fulmine o solo curiosità; fatto è che stettero
a parlare fino all'alba, quando Orio le chiese di poterla incontrare
un'altra volta.
La
calle con in fondo il "sotopòrtego" dei Preti.
Il
sotopòrtego dei Preti a Sant'Antonin.
E così fu, e si incontrarono per
ogni notte in una spiaggia vicina, fino al momento della dichiarazione
d'amore, durante la quale Orio le chiese di sposarlo.
Alla fine, dopo le insistenze del
giovane pescatore, Melusina accettò: per lei sarebbe significato perdere la
liberà che godeva nel mare ed acquisire un paio di gambe.
Tuttavia pose una condizione: fino al giorno del matrimonio non si
sarebbero dovuti vedere di sabato.
Orio accettò la condizione, ma con il passare del tempo la curiosità
prese il sopravvento in Orio, così un sabato si recò al solito posto per
spiare cosa sarebbe accaduto.
Fu così che dopo un po' vide uscire dal mare un serpente: spaventato
scappò ma una voce lo raggiunse rimproverandolo di non aver rispettato i
patti: era Melusina che gli rivelò che per un maleficio ogni sabato si
trasformava in un serpente.
Ma se lui l'avesse sposata, il maleficio si sarebbe spezzato.
E così i due si sposarono e dal matrimonio nacquero tre figli
Un giorno però Melusina si ammalò e prima di morire chiese di essere seppellita
in mare, dove si erano conosciuti.
Nonostante Melusina non ci fosse più, la casa, come i figli, erano sempre in
ordine: Orio pensò che fosse la vicina di casa ad aiutarlo.
Ma un giorno rientrando a casa trovò un grosso serpente in cucina: non ci
pensò due volte e, preso un coltello, lo uccise.
Da quel momento la casa, come i figli, rimasero trascurati, ed allora capì.
Era Melusina che di nascosto, sotto le sembianze di un serpente, veniva in
casa a fare i lavori domestici ed accudire i figli.
Chissà invece quale storia reale, se mai c'è stata, possa aver spinto il
muratore che provvedeva alla manutenzione del sotopòrtego a sagomare
un pezzo di mattone a forma di cuore: o forse quel frammento aveva assunto
quella forma casualmente e per un capriccio l'operaio lo ha collocato lì.