Preti (calle, corte dei)

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Uno scorcio, quasi un "ramo", della corte dei Preti a San Pietro di Castello.
A San Pietro di Castello.
Si tratta di una delle quindici calli e delle undici corti di Venezia che hanno ancora il toponimo "Preti" (per non parlare dei sotopòrteghi, rami, fondamente e ponti).
 
La corte dei Preti a San Pietro di Castello.
 
Ogni chiesa parrocchiale aveva il proprio collegio di presbiteri e possedeva delle case in prossimità della chiesa in modo che questi potessero essere sempre rapidamente a disposizione per le necessità dei fedeli e della parrocchia.
    
Una lapide ancora quasi totalmente leggibile in corte dei Preti a San Pietro di Castello.
Sulla parete di una casa è ancora leggibile, seppure non del tutto, una lapide che ricorda la generosità della famiglia Contarini (che diede complessivamente ben sei tra patriarchi e vescovi alle sedi episcopali e patriarcali di Olivolo, Castello e Venezia) ed i danni subiti per il decorrere del tempo.

«CONTARENI MUNUS
VETUSTATE PERDITUM
PIORUM AERE RESTITUTUM
A.D. MDCCLXIII»

Ed era stato proprio un patriarca Antonio Contarini a redarguire nel 1510 quei preti che, non ritenendo comode le casette destinate al clero, le davano in affitto preferendo per loro abitazioni più comode.
Per un piccolo approfondimento sulle case dei preti a Venezia, rimandiamo a questa paginetta dedicata.
Una piccola edicola devozionale che racchiude un Crocifisso.
Gli abitanti di questa corte hanno lasciato alcuni segni devozionali, come una piccola edicola con un Crocifisso e due frammenti lapidei incisi in modo molto primitivo che fanno riferimento proprio ad un Contarini ed al primo patriarca di Venezia, già vescovo di Castello, San Lorenzo Giustiniani (1381-1456).
Sul frammento più piccolo compare un trigramma con il nome di Cristo «JHS» (e la lettera «H» sormontata da una croce), circondato in alto dal nome «CONTARENI» (Contarini) ed in basso l'anno «A.D. MDCCLXIII».
A destra è collocato un altro frammento con inciso il profilo benedicente di un San Lorenzo Giustiniani rozzamente tracciato con sull'aureola le parole «LAVRENTIO + IVSTINIANO + PATRIARCHAE» ed un anno indistinguibile preceduto da un «A D» (anno domini).
   
Due moderni bassorilievi sul rozzo-naïf collocati su un muro della corte dei Preti.
  
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Pagina aggiornata il 12 dicembre 2017