|
La
calle de la Rotonda nella pianta di Venezia di Lodovico Ughi del
1729. |
|
A Sant'Alvise.
Ci troviamo in un'area marginale del sestiere di Cannaregio che si
affaccia su quel tratto di laguna che guarda verso la terraferma veneziana
a fianco della chiesa
di Sant'Alvise che, con l'adiacente monastero agostiniano,
rappresentava nel Cinquecento il più importante complesso edilizio ad
oriente di questa insula.
L'area, dapprima modestamente urbanizzata, ha visto nell'Ottocento prima ed
in epoca fascista dopo (ne è testimone un fascio scalpellato visibile in
campo Sant'Alvise), alcuni importanti interventi di edilizia popolare per
far fronte alla crisi degli alloggi.
Si sono create nuove calli e se ne sono modificate di preesistenti,
mantenendo o recuperando i precedenti toponimi, come questo che troviamo
indicato nella pianta di Venezia di Lodovico Ughi del 1729.
Non c'è più, nella mappa di allora come nella realtà di oggi, il
fabbricato di forma rotonda che dava il nome alla calle.
Negli estimi del 1661 lo stabile è citato come «...casin de la
Rotonda tenuto da varii consorti »: si trattava probabilmente di una
costruzione in origine destinata a casino e ritrovo per feste da
ballo (come accadeva per una consimile costruzione alla Giudecca) che per la
sua posizione isolata poteva concedere una maggiore libertà agli ospiti.
Successivamente aveva mutata la destinazione, diventando dapprima un
magazzino per la conservazione del cremor di tartaro, usato dai tintori, e
poi anche alla sua fabbricazione, attività promosse dal vicino monastero
di Sant'Alvise.
|