Vincenzo Coronelli (calle larga)

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  A San Polo.
Questa calle si è sempre chiamata semplicemente calle larga: non che sia una calle particolarmente di larghe dimensioni, ma è certamente più larga della stretta Calle Corner dalla quale si dirama affacciandosi sul Rio di San Polo.
In anni recenti si è voluta intitolare a Vincenzo Coronelli (1650-1718) per ricordare questa particolarissima personalità veneziana.
 
   
Vincenzo Coronelli nacque a Venezia il 16 agosto 1650, quinto dei figli di Maffeo (o Maffio) Coronelli del fu Santo, di professione sarto, e di Caterina.
Trasferitosi a Ravenna, a 14 anni entrò nell'ordine dei frati minori conventuali e ad Assisi prese i voti. All'età di 16 anni venne affiliato al convento di San Nicolò della Lattuga, accanto a quello dei frati di Santa Maria Gloriosa dei Frari; a questa età scrisse il suo primo lavoro, il "Calendario perpetuo sacro-profano", chiamato anche "Lunario del frate", che venne dato alle stampe.
Proseguì quindi negli studi di teologia nel vicino convento dei Frari, dove restò dal 1671 al 1718, anno della sua morte, fatti salvi i periodi (anche lunghi) in cui dovette assentarsi per motivi di studio, per eseguire lavori su commissione anche all'estero e per gli impegni istituzionali quando, per tre anni, fu generale dell'ordine.
I suoi superiori lo mandarono a Roma, per continuare gli studi presso il collegio di San Bonaventura. Tornato a Venezia, fu nominato segretario provinciale ed assistente del maestro del territorio del Veneziano.
Ma intanto i suoi interessi per la geografia e la matematica si evolvevano per l'astronomia e la matematica euclidea. Cominciò così a costruire dei globi, prima di modeste dimensioni (metri 1,75 di diametro), poi sempre più grandi (quelli che fece per Luigi XIV, uno terrestre, l'altro celeste, erano considerati i più grandi del mondo con il loro diametro di metri 4,87). Moltissimi furono i globi che realizzò, arrivando anche a fabbricarne di tascabili, di 12 e 6 centimetri di diametro.
Per costruire i globi e disegnare le carte geografiche, aveva raccolto moltissimo materiale nelle stanze che occupava nel secondo chiostro (quello "interno", o di Sant'Antonio) del convento dei Frari. Qui installò anche un laboratorio di zincografia, per incidere le carte geografiche.
Nel 1684, proprio nel chiostro di Sant'Antonio del convento di Santa Maria Gloriosa dei Frari, fondò la prima società geografica del mondo: l'Accademia degli Argonauti che «...ebbe come soci nei suoi circa 35 anni di vita (1684-1718) illustri personalità della scienza e dignitari ecclesiastici e laici, d'ogni parte d'Europa.»; nel 1693 i soci erano 261, sparsi in paesi europei, come Inghilterra e Polonia, dove vi aderiva anche il sovrano Jan Sobieski (1629-1696), e contava nell'appoggio di numerose biblioteche.
Dopo essere stato eletto provinciale per l'Ungheria, il 12 marzo 1685 la Repubblica di Venezia lo nominò Cosmografo della Serenissima Repubblica. A seguito di questo incarico produsse una serie di lavori che si concretizzarono nei 13 volumi di quello che a tutti gli effetti è il primo Atlante mondiale prodotto in Italia.
Migliaia furono le tavole (spesso di grandi dimensioni, il cosiddetto "in-folio imperiale" che misurava centimetri 72 x 50) ed ogni occasione era propizia per prepararne di nuove, come quando, nel 1696, affrontò con due ambasciatori veneziani un viaggio in Germania, Olanda ed Inghilterra. Al ritorno il Coronelli pubblicò in due volumi una specie di guida per il viaggiatore, "Viaggio d'Italia in Inghilterra" con 115 incisioni.
Senza trascurare l'attività cartografica, nel 1699 il Coronelli annunciò un grande progetto: quello di una sorta di enciclopedia universale a carattere moderno che anticipava di mezzo secolo gli enciclopedisti francesi.
Doveva essere un'opera che avrebbe raccolto oltre 300.000 voci in ordine alfabetico, trattando di religione, filosofia, arte, fisica, astronomia, zoologia... insomma tutto il Sapere umano.
Il Coronelli volle chiamarla "Biblioteca Universale sacro-profana" e prevedeva un numero complessivo di 44/45 volumi, oltre agli indici.
Uscirono, tra il 1701 ed il 1709, sette volumi (dalla lettera «A» a parte della lettera «C», fino a «Caque») per complessive 40.000 voci.
 
 
Differenti furono le cause che ne fermarono la pubblicazione: gli impegni dello stesso Coronelli, incaricato di una missione a Costantinopoli e poi nominato generale dell'ordine, impegnato a Vienna «...come Commissario e Direttore perpetuo del Danubio e di altri fiumi dell'Impero...», la mancanza di finanziamenti adeguati, problemi e gelosie con i tipografi veneziani: Coronelli infatti aveva annunciato nel febbraio 1700 che avrebbe istituito nel chiostro di Sant'Antonio, vicino all'esistente laboratorio calcografico, una tipografia con una legatoria. Questo potrebbe aver suscitato le ire dei tipografi veneziani in quanto non sarebbe stata iscritta all'Arte dei Tipografi. Sarebbe stata quindi una tipografia clandestina. Inoltre potrebbero esserci stati dei contrasti con i confratelli dei Frari che non vedevano di buon occhio l'attività del Coronelli. I «...frati conventuali avevano una cattiva opinione del defunto Coronelli, il quale aveva sciupate a danno del convento somme enormi di migliaia di ducati per stampare la sua incompiuta e chimerica Biblioteca universale.» (Johann George Keyßlers, "Neueste Reisen durch [...] Italien [...]", Hannover 1751).
Forse il Coronelli riuscì a realizzare solo una piccola tipografia, destinata a stampare piccoli lavori, ma anche di questo non ne siamo certi.
Si sa che erano pronti i manoscritti per le voci successive: infatti il 10 settembre 1700 le autorità ecclesiastiche avevano dato l'imprimatur per le voci fino alla lettera «M» compresa.
La sera di venerdì 9 dicembre 1718 padre Vincenzo Coronelli fu trovato morto con la testa poggiata sul tavolino ed una sua opera stretta in mano. Era morto lavorando.
Domenica 11 dicembre si tennero i suoi funerali nella basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari. La bara venne poi calata nella tomba comune dei frati «...senza un'iscrizione, senza un monumento ivi o altrove che ricordasse ai posteri l'uomo e le sue opere».
Tutte le carte, compresi i manoscritti della Biblioteca universale preparati fino alla lettera «M», furono distrutti o finirono al macero. Le lastre di rame, le incisioni, furono vendute o disperse da qualche strazzariol.
   
 
La Calle Larga Vincenzo Coronelli verso il Rio di San Polo.
   
  
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Pagina aggiornata il 15 giugno 2014