Saggi
di prova con il valore da 6 kreuzer e da 1 gulden stampati in colore
rosa spento, provenienti dai cinque fogli consegnati a Johann Herz il
5 gennaio 1850. Il disegno è difforme dai francobolli emessi per i
dettagli dello stemma, la scritta «STÄMPEL» anziché «STEMPEL», i
caratteri più piccoli del valore.
Le trattative riguardanti la
fabbricazione dei bolli postali della prima emissione austriaca,
soprattutto per quanto concerneva le questioni spicciole, avvenivano tra
il dottor Johannes Jakob Herz e l'Imperiale Regia Stamperia di Vienna per
lo più verbalmente. Così si sa poco di molti dettagli che pure dovevano essere
affrontati.
Il 3 novembre 1849 Herz presentò una relazione all'amministrazione
postale sui preparativi dell'emissione. Alla relazione era allegato uno
schizzo del disegno proposto, ma non se ne conoscono i particolari in
quanto sembra che sia andato perduto.
Tuttavia, come scrisse più tardi Herz, un disegnatore dell'Imperiale
Regia Stamperia di Vienna ricavò dei disegni da questo bozzetto, sia
ingranditi che in misure al naturale. Si può quindi ipotizzare che quello
schizzo fu fatto dallo stesso Herz, per la sua relazione.
Inoltre Aloys Auer Ritter von Welsbach, direttore dell'Imperiale Regia Stamperia di Stato, aveva
sempre visto male l'intromissione di Herz in un lavoro che, secondo lui,
spettava all'istituto da lui diretto «...tanto per la perfetta
capacità, quanto per l'attuale efficienza della Stamperia di Stato...»,
arrivando ad affermare che se il progetto fosse stato condotto dalla
Stamperia di Vienna «...avrebbe fatto impallidire tutti i francobolli
stampati dagli altri paesi». Aloys Auer, per giustificare quello che
secondo lui era un lavoro modesto per le capacità del proprio istituto,
affermò che «...il disegno era stato fatto precisamente come
l'Imperiale Consigliere Johann Herz aveva dato istruzioni di farlo».
Anche questa affermazione fa supporre che lo schizzo sia stato fatto
proprio da Herz.
Non si conosce invece il nome del disegnatore che preparò i bozzetti
definitivi. Era normale che per lavori che non considerava importanti,
l'Imperiale Regia Stamperia impiegasse uno dei disegnatori che aveva a
disposizione, senza per questo ricordarne il nome.
Il conio ricavato da questo disegno venne inciso nell'acciaio da Hermann
Tautenhayn, che al tempo era considerato uno dei migliori incisori.
Dal conio venne ricavata una matrice ed il numero di stereotipi necessario
per comporre una forma da stampa di prova. In ciascun cliché venne
inserita l'indicazione del valore.
Di queste prove si possono trovare due indicazioni di valore: «6 KREUZER»
e «1 GULDEN». Il disegno è simile ma non identico a quello dei francobolli che furono
poi effettivamente emessi, con particolari diversi, come ad esempio
nella parte superiore la scritta «STÄMPEL» al posto di quella adottata
«STEMPEL».
Il 5 gennaio 1850 l'Imperiale Regia Stamperia di Vienna consegnò a Johann
Herz cinque fogli stampati di prova, contenenti ciascuno 306 impronte di
francobolli (forse in 9 file di 34).
Non si sa quanti saggi da 6 kreuzer e quanti da 1 gulden ci fossero in
ogni foglio, ma si può ragionevolmente pensare che il loro numero fosse
lo stesso.
In collezioni private si conservano alcune di queste prove che sono
pervenute fino a noi anche in blocchi che comprendono assieme i due valori
da 6 kreuzer e da 1 gulden. Sono stampate su una carta a macchina sottile e
bianca in rosa spento, blu chiaro e nero. Dal momento che furono consegnati cinque
fogli, probabilmente due fogli erano stampati in due di questi colori ed
il quinto foglio nel terzo colore.
Come detto, parlando della scelta
dei colori, questi tre colori sembrano ispirati ai primi francobolli
di Baviera emessi due mesi prima, che erano stati stampati negli stessi
colori base.
L'indomani, 6 gennaio 1850, Herz allegò i fogli di prova (o parte dei
fogli) ad una nuova relazione per l'amministrazione postale ed il
successivo 5 febbraio si tenne una riunione sul tema francobolli. Il
direttore dell'Imperiale Regia Stamperia, Aloys Auer, presentò nuovamente
le proprie rimostranze
per la scelta del disegno e del metodo di stampa, dichiarando che il
proprio stabilimento avrebbe potuto fornire dei prodotti di gran lunga
migliori.
Herz giustificò le caratteristiche dei francobolli per l'urgenza di
doversi dotare di marche postali, in quanto queste sarebbero diventate
necessarie a breve. Questa urgenza era dovuta alla stipula della Lega
Postale Austro-Germanica che era stata appena firmata e che prevedeva, tra
l'altro, l'uso obbligatorio di marche postali tra i paesi aderenti.
L'Austria, che era stata appena battuta dalla Baviera che era stato il
primo Stato, tra quelli aderenti alla Lega, ad emettere francobolli,
voleva essere almeno il secondo paese ad adottare questa parte delle nuove
regole postali.
Alla riunione le obiezioni del direttore della Stamperia di Stato furono
respinte, o meglio furono rinviate ed i francobolli da emettere furono
considerati «als Provisorium» (provvisori) da sostituire appena
possibile con dei francobolli «definitivi» maggiormente artistici.
Quindi i bozzetti di Herz furono accettati senza troppi cambiamenti. Le
sole modifiche richieste riguardarono la scritta del valore che doveva
essere ingrandita, i colori che dovevano essere più brillanti e
facilmente distinguibili anche alla luce artificiale e le dimensioni dei
fogli che avrebbero dovuto contenere francobolli in multipli di dieci.
Inoltre i fogli dovevano essere preventivamente gommati; le prove,
infatti, erano state stampate senza gomma. Si suggerì anche il colore «rotbraun»
(bruno rossiccio) per il valore da 6 kreuzer, che si supponeva che sarebbe
stato il valore di più largo impiego.
Dovevano essere emessi cinque valori in kreuzer, in corso in Austria, e
cinque tagli nei corrispondenti valori in centesimi, in corso in Lombardo
Veneto dove avevano corso legale solo le monete in argento, mentre in
Austria circolavano anche le banconote.
Furono ordinati all'Imperiale Regia Stamperia i seguenti tagli e
quantitativi:
500.000
pezzi dell'1 kr.
1.000.000
pezzi del 2 kr.
5.000.000
pezzi del 3 kr.
8.000.000
pezzi del 6 kr.
1.000.000
pezzi del 12 kr.
100.000
pezzi del 5 cent.
100.000
pezzi del 10 cent.
1.500.000
pezzi del 15 cent.
1.500.000
pezzi del 30 cent.
500.000
pezzi del 60 cent.
Una
striscia completa di quattro croci di Sant'Andrea in giallo
(provenienti da un foglio da 1 kreuzer o da 5 centesimi).
(Ulrich
Ferchenbauer, "Österreich 1850-1918, Handbuch und
Spezialkatalog", Wien 2000)
Non c'è alcun cenno sui cambiamenti che distinguono le prove dai
francobolli definitivi, ma probabilmente Johann Herz li ordinò verbalmente.
Infatti in una nota d'archivio si legge che originariamente i fogli dovevano
contenere 300 francobolli e invece non si trova nulla del cambiamento che
portò al più pratico formato di 240 francobolli suddivisi in quattro
quadranti da 60 pezzi ciascuno, più quattro tasselli di riempimento, le cosiddette
croci di Sant'Andrea.
Negli archivi non c'è neppure menzione sull'uso di una speciale carta
fabbricata a mano con la filigrana «K K H M», acronimo di
«Kaiserlich-Königliches
Handels-Ministerium» (ovvero Imperial Regio Ministero del Commercio).
Prima che venissero pubblicate le istruzioni definitive per l'emissione dei
francobolli, un importante avvenimento rischiò di mandare all'aria i piani
per introdurre i bolli postali il 1° giugno 1850.
Il
francobollo da 1 kreuzer.
Il
francobollo da 2 kreuzer.
Il
francobollo da 3 kreuzer.
Il
francobollo da 6 kreuzer.
Il
francobollo da 9 kreuzer.
Le conferenze per la Lega Postale Austro-Germanica avevano convenuto di
fissare tre zone tariffarie per le lettere, 3 kreuzer fino a 10 miglia (o
leghe), 6 kreuzer da 10 a 20 miglia e 9 kreuzer oltre le 20 miglia. Ma
l'amministrazione postale austriaca non poteva evidentemente mantenere le
tariffe per la posta interna superiori a quelle per spedire lettere
all'estero nei paesi aderenti all'Unione; decise allora di ridurre la
tariffa per le lettere interne oltre le 20 miglia da 12 kreuzer (o 60
centesimi nei territori del Lombardo Veneto) a 9 kreuzer (45 centesimi).
Questo comportò l'immediata sostituzione degli impianti dei nuovi
francobolli postali.
La convenzione della nuova Unione Postale venne firmata il 6 aprile 1850 e
ne fu stabilita l'entrata in vigore il 1° luglio 1850. Tuttavia
l'amministrazione postale austriaca decise di operare il cambio delle
tariffe contemporaneamente all'emissione dei francobolli e quindi ne
anticipò la validità al 1° giugno 1850.
Nel frattempo Hermann Tautenhayn aveva inciso un nuovo conio migliorato con
i cambiamenti che erano stati suggeriti. Non è del tutto certo come da
questo conio si arrivò alla produzione delle centinaia di cliché
tipografici necessari alla composizione delle tavole di stampa. Forse i
documenti sono lacunosi, o semplicemente forse il direttore
dell'Imperiale Regia Stamperia, Aloys Auer aveva proceduto in modo del tutto
originale, considerato che a lui si devono attribuire molte invenzioni e
nuove tecniche tipografiche, tra cui anche un metodo galvanoplastico di sua
ideazione. Nel corso della lunga produzione di questi francobolli, Auer ebbe
modo di fare sperimentazioni sulle tecniche di stampa.
Certamente il conio fornito da Tautenhayn non aveva l'indicazione del
valore, e con questo conio venne realizzato un punzone primario dal quale
vennero ricavate per battitura dieci matrici. In realtà sarebbe potuta
bastarne una sola.
Con le matrici si ottennero altrettanti cliché primari nei quali furono
inseriti tipograficamente le dieci differenti indicazioni di valore (cinque
in kreuzer e cinque in centesimi). Da questi vennero ricavate nuove matrici
secondarie che servirono a fabbricare le centinaia di cliché necessari.
Uno
dei pochi esemplari esistenti del 12 kreuzer scampati alla distruzione
annullato dal timbro sperimentale «Franco» (Ulrich
Ferchenbauer, "Österreich 1850-1918, Handbuch und Spezialkatalog",
Vienna 2000).
Con i primi fogli stampati con queste tavole la Stamperia di Stato presentò
all'amministrazione postale alcune serie di saggio di tutti i dieci valori
che si sarebbero dovuti emettere. Il 26 marzo 1850 l'amministrazione postale
restituì all'Imperiale Regia Stamperia una di queste serie di saggi con la
propria approvazione, ordinando di stampare 9.000.000 di pezzi di un
francobollo da 9 kreuzer e 1.500.000 di pezzi di uno da 45 centesimi al
posto dei valori da 12 kreuzer e 60 centesimi.
Sui francobolli di saggio che erano stati restituiti il «12» fu
trasformato a
penna in «9» ed il «60» in «45».
L'Imperiale Regia Stamperia fece notare che tutto il quantitativo ordinato
di francobolli da 12 kreuzer e da 60 centesimi era già stato stampato e
chiese istruzioni su cosa doveva fare. Il 26 aprile 1850 l'amministrazione
postale riferì al Ministro per il Commercio questi sviluppi proponendo
che i francobolli stampati da 12 kreuzer e da 60 centesimi dovessero venire
distrutti. La proposta venne approvata il 16 maggio 1850 e venne ordinata la
distruzione di questi valori che non sarebbero mai stati emessi, poiché
risultavano ormai inutili.
La distruzione ebbe luogo il 3 giugno 1850.
Non risulta che si sia salvato dalla distruzione alcun esemplare da 60
centesimi, mentre pochi esemplari del 12 kreuzer furono conservati negli
archivi ed oggi si trovano in alcune collezioni private. Sono demonetizzati
con un timbro sperimentale «Franco» o con un tratto di penna. E' noto anche
un unico esemplare che era stato originariamente corretto a penna con un «9»
sopra la cifra «12»: di questa correzione restano solo delle deboli tracce
in quanto il «9» manoscritto fu rimosso chimicamente ad opera di qualche
collezionista, o mercante, del passato.
Il 16 marzo 1850 fu firmato il
decreto che introduceva i francobolli che poi fu pubblicato sul "Verordnungsblatt
für Posten, Eisenbahnbetrieb und Telegraphen" del 27 aprile 1850
assieme al regolamento con le norme sul loro uso, la distribuzione e la
vendita.
Il
"Verordnungsblatt für Posten, Eisenbahnbetrieb und
Telegraphen" del 27 aprile 1850 con il decreto che
introduceva i francobolli ed il regolamento attuativo.
I dieci valori vennero regolarmente emessi il 1° giugno 1850. Vennero
distribuiti agli uffici postali alcuni giorni prima ed infatti sono
conosciute poche buste che dimostrano che in casi isolati i francobolli
furono usati in anticipo: la prima data conosciuta è il 27 maggio 1850.
Lettera
da Vienna a Pesth (Budapest), affrancata con il valore da 6 kreuzer,
spedita il 27 maggio 1850, cinque giorni prima l'introduzione
ufficiale dei primi francobolli austriaci. La lettera arrivò
a Pesth il successivo 29 mggio, come attestato dal bollo in
arrivo. Si tratta della
più antica data conosciuta. Venne pubblicata per la prima
volta dall'ingegnere Edwin Müller sulla rivista "Die
Postmarke" del 24 dicembre 1937 (Il
Collezionista n. 4, aprile 2002).
Il nuovo sistema di pagamento della tassa postale fu un successo: infatti
venne accolto favorevolmente dal pubblico. Si pensi che dal 16 al 25
giugno 1850 su 99.101 lettere spedite a Vienna ben 89.104 erano affrancate
con i francobolli e solo 10.297 vennero spedite senza affrancatura.
Nei primi cinque mesi d'uso furono distribuiti negli uffici postali in
Austria 12.726.900 francobolli per complessivi 1.103.936 fiorini ed in
Lombardo Veneto 3.183.900 francobolli per 1.095.265 lire.
Venne accertato che, contrariamente alle previsioni, i valori da 3 kreuzer
e da 15 centesimi si usavano in maggiori quantità, a differenza dei
valori più alti (6 e 9 kreuzer, 30 e 45 centesimi) il cui uso era
inferiore alle aspettative. Merita di essere ricordato a questo punto che la parola tedesca "Briefmarke"
(francobollo) nacque proprio in questa occasione, nella primavera del
1850, quando i primi francobolli austriaci erano ancora in stampa.
Infatti, nonostante l'indicazione che si poteva leggere sulla vignetta
fosse «KKPOST-STEMPEL», queste piccole etichette adesive per il
pagamento anticipato del porto furono ripetutamente ed ufficialmente
definite dalle autorità nel decreto di emissione "Briefmarken"
(letteralmente "marche per lettera").
Nasceva in questo modo quella nuova parola per indicare un qualcosa che,
nel resto dell'area di lingua tedesca, veniva indicata come "Frankaturzeichen"
(letteralmente "segno di affrancatura", Zurigo 1843), "Frankozettelchen"
(letteralmente "etichetta franca", Basilea 1845), "Franco-mark"
(letteralmente "marca franca", Baviera 1849). Invece presso
l'amministrazione postale austriaca per indicare questi nuovi adesivi
venne coniata una parola del tutto nuova, senza ricorrere a parole
composte con "Franko" (porto pagato), una parola che ebbe
fortuna in tutta l'area di lingua tedesca e che è usata ancora oggi: "Briefmarke",
nel nostro significato di "francobollo".