Leoni 10 cent. "falso di Palermo"

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E' reato introdurre nei confini dello Stato, acquistare, detenere o mettere in circolazione francobolli contraffatti, anche non in corso, ma che hanno avuto corso legale, emessi sia dallo Stato italiano che da Stati esteri.   
  Questa falsificazione venne eseguita probabilmente a Palermo, forse alla fine del 1917: in questa città ne venne effettuato un sequestro nel febbraio 1918. Tuttavia nella grande incertezza su queste imitazioni, a volte si confonde questa produzione con quella di Milano.
   
Leoni cent. 10.
Sassone n. 82
Unificato n. 82
Cei n. 77
Bolaffi (numerazione 1956) n. 77
Bolaffi (numerazione 1986) n. 135
Bolaffi (numerazione 2002) n. 139
Falso.
Sassone n. F82
Unificato n. 82F
Cei n. F77a
Bolaffi (numerazione 1956) n. 77FPa
Bolaffi (numerazione 1986) n. 135FPa
Bolaffi Forum  n. 139FPa
   
Particolare di una busta affrancata con una striscia di cinque esemplari dell'imitazione per frodare la posta del 10 centesimi Leoni "falso di Palermo" dove si vede, a destra, il bordo del foglio con le scritte marginali stampate dai falsari.
Questo francobollo venne emesso nell'ottobre 1906. In realtà il decreto di emissione n. 148 del 5 aprile 1906 non stabiliva una data di emissione. La distribuzione alle Direzioni Provinciali delle Poste ebbe inizio verso la fine di settembre di quell'anno e poco dopo fece la sua apparizione al pubblico.
Il francobollo da 10 centesimi subì più di una imitazione per frodare la posta: la prima fu questa ed è chiamata "falso di Palermo".
Il francobollo originale era stato stampato con il metodo tipografico dalla matrice originale incisa da Alberto Repettati, ricavata dal disegno eseguito dal professor Nestore Leoni, decoratore e miniaturista nato a L'Aquila nel 1862 e morto a Roma nel 1940.
Per produrre questa imitazione, che non fu l'unica, si fece ricorso alla riproduzione zincografica della vignetta. Le imitazioni furono stampate in fogli da cento esemplari, completi delle scritte ai bordi del foglio.
La carta era priva della filigrana corona, di scarsa qualità, più spessa rispetto agli originali: circa 8/9 centesimi contro i 5/6 centesimi degli originali, compreso lo spessore della gomma. La gomma impiegata, stesa manualmente in modo poco omogeneo lasciando spesso parti di carta non gommate, appare lucida, di colore tendente al giallo ocra, attraversata da lunghe screpolature.
Fu impiegato un perforatore lineare con passo di circa 11½, quando invece i francobolli originali erano generalmente perforati a pettine con passo 14.
Come si può notare anche dall'immagine in alto, la stampa appare a prima vista generalmente grossolana e confusa, tutti i tratteggi sono piuttosto imprecisi mancando della finezza e del dettaglio dell'originale.
Nel particolare del volto del sovrano si nota subito la differenza tra la stampa originale e quella da zincografia: da notare le differenze nel tratteggio sulla guancia, nell'occhio, il baffo arruffato, e la linea del naso che, nell'imitazione, è diritta.
   
Originale: la precisione del tratteggio. Notare il baffo e l'occhio del sovrano.
Falso: il tratteggio è grossolano ed impreciso. Il naso del sovrano è delineato da un segmento di retta.
   
Andando a cercare particolari che differenziano l'imitazione dall'originale, si può notare che nel francobollo originale una piccola linea ingrossata all'incontro del collo con il mento delimita il limite della mascella. Nell'imitazione invece tale linea ingrossata è assente.
   
Originale: una piccola linea ingrossata, all'incontro del collo con il mento.
Falso: manca la linea, presente nell'originale, che demarca la separazione tra collo e mento.
   
Ancora una differenza, tra le tante. E' evidente la forma diversa del padiglione auricolare del sovrano tra l'originale, qui sotto a sinistra, e l'imitazione, sotto. Il tratteggio grossolano nell'orecchio è differente. Lo stesso segno confuso disegna i cappelli, cosicché il re sembra spettinato.
   
L'orecchio nel francobollo originale. Il sovrano appare ben pettinato
Diversi forma e tratteggio dell'orecchio nell'imitazione. Il sovrano appare spettinato.
   
Una caratteristica peculiare di questa imitazione, che la distingue da altre, è data dalla mancanza di un trattino diagonale, inclinato di 45°, al vertice dell'angolo superiore sinistro della cornice della vignetta.
   
Originale: l'angolo superiore sinistro della vignetta presenta un segmento diagonale a 45°.
Falso: l'angolo superiore sinistro della vignetta è vuoto (manca il piccolo segmento diagonale).
    
Un'altra caratteristica di questa imitazione è data dai trattini obliqui delle due cifre «1» di «10» nei due ovali inferiori: nell'imitazione i trattini sono smussati e soprattutto sono più corti degli originali.
   
Originale: il trattino dell'«1» di «10» è ben disegnato.
Falso: il trattino dell'«1» di «10» è smussato e più breve.
   
Questa imitazione, stampata in rosa carminio, venne scoperta a Palermo nel febbraio 1918 e ne venne effettuato un sequestro.
Tuttavia continuò ad essere spacciata ed a circolare (almeno fino all'ottobre 1924 in Toscana) come continuò ad essere falsificato questo francobollo del quale sono anche noti i "falsi di Milano", i "falsi di Intra" ed altri falsi, scoperti nel febbraio 1922 e nel marzo 1923, che vennero individuati e sequestrati prima di essere messi in circolazione.
   
L'impiego in Toscana del Leoni da 10 centesimi falso per frodare la posta si protrasse almeno fino all'ottobre 1924. Questa busta, affrancata con una striscia di cinque, spedita da Bagni di Lucca il 5 marzo 1924 per Lucca, proviene dallo stesso archivio di quella mostrata (nel particolare) all'inizio di questa pagina. Si conoscono altre buste così affrancate, con lo stesso mittente e lo stesso destinatario, anche in data 1° ottobre 1924.
 
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Pagina aggiornata il 30 settembre 2017.