Antonello Cerruti ha scritto:Stefano T ha scritto:Antonello Cerruti ha scritto:Tutto ciò mi suggerisce una domanda: come sarebbe accolto oggi un (logico?, opportuno?, doveroso?, urgente? inutile?) ridimensionamento delle quotazioni dei cataloghi?
A mio parere mooolto male da parte dei commercianti (o almeno una grossa fetta di loro) e favorevolmente da parte dei collezionisti (soprattutto quelli desiderosi di iniziare delle collezioni ante 1945).
Io la penso in modo diametralmente opposto.

in che senso?
Io non sono molto sicuro che i commercianti in generale sarebbero contenti di vedere diminuire, e magari di molto, il valore "simbolico" del materiale che hanno in casa. E probabilmente neppure i collezionisti che nel tempo hanno speso molto, forse troppo.
Però, molti commercianti con cui sono in confidenza, alla mia proposta di un salutare ed auspicabile ridimensionamento dei cataloghi (magari anche per stimolare il mercato da parte dei giovani o dei nuovi collezionisti), mi hanno guardato come se fossi "pazzerello" o notevolmente ingenuo: sembrava pensassero "beata innocenza".
Salvo poi riconoscere che sono costretti a fare degli sconti del 40%-50% per poter vendere (e comunque molto meno materiale rispetto al passato), che i clienti sono diminuiti notevolmente e dimenticandosi che qualche decennio fa sui prezzi molto più realistici e corenti di catalogo facevano al massimo il 5% di sconto.
E ti credo, ribatto io, per una qualsiasi commemorativa del Regno gomma integra, magari neppure di altissima qualità, il prezzo che dalle mie parti viene normalmente richiesto ad un nuovo cliente, pure entusiasta e alle prime armi, difficilmente scende sotto il 70% di catalogo. Considerando che in media si parla di 500 Euro a serie, uno si scoraggia alquanto e preferisce o cambiare tipo di collezione o rivolgersi altrove (vedi internet). E alla fine sono scontenti tutti.
Antonello Cerruti ha scritto:I commercianti hanno i loro clienti e con essi il rapporto è diretto e colloquiale, quando non amichevole.
I commercianti, almeno quelli intelligenti, sanno che il loro patrimonio sono i clienti e non i e quindi si preoccupano (o dovrebbero preoccuparsi) di tutelarli.
Per questo ho scritto "almeno una grossa fetta di loro". Non faccio certo di tutta l'erba un fascio. Quelli corretti nella valutazione del materiale che acquistano e vendono ci sono.
Antonello Cerruti ha scritto:Una cosa che invece non si considera mai è che, oggi, i commercianti che vanno ad acquistare un'eredità o comunque una collezione in vendita, troppo spesso si vedono opporre un elenco dettagliato con tanto di prezzi di catalogo.
Come si fa a spiegare che quelle sono fantasie a degli inesperti del settore, armati solo di un catalogo che riporta quotazioni gonfiate?
Se voglio vendere ad un collezionista informato, posso spiegare che il mio francobollo è bello e - se il catalogo fosse più basso - che vale anche la quotazione piena.
Ma come posso spiegare a degli eredi che i prezzi pagati dal collezionista erano rapportati ad anni addietro, quando le quotazioni erano reali e molto più basse?Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
Discorso giustissimo e molto veritiero. In molti pensano di avere dei tesori in casa, anche se molto spesso non è così.
Ad alcuni commercianti ho suggerito loro che una soluzione potrebbe essere quella di vedere se chi vuole vendere le collezioni, magari ereditate, ha in casa un collegamento internet per mostrargli i cataloghi d'asta e i listini prezzi dei negozi, se non addirittura i prezzi di vendita sui siti d'aste on-line: un ridimensionamento delle pretese forse ci potrebbe essere.
Altra soluzione, e che a volte spiazza chi non conosce i reali prezzi, è quella di dir loro di farsi il giro delle filatelie concorrenti per vedere quanto vale il materiale che vogliono vendere: di solito tornano e accettano la valutazione iniziale, corretta, che li aveva dapprima sconvolti.