L'uomo nell'arte

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bigapple
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Re: Uomo nell'arte

Messaggio da bigapple »

Intervengo dopo aver letto questo lungo topic. Vorrei sottolineare una cosa sulla quale non tutti sembrano riflettere. Cio' che dice Giovanni e' la chiave di tutto e, se mi consentite, e' di lapalissiana evidenza: questo "coso" non puo' essere considerato' alcunche' di rilevante nell'ambito filatelico italiano se non ne viene accertata la provenienza da istituzioni o organi ufficiali. Mi spiego: se un ex-dipendente o un collaboratore occasionale o un impiegato corrotto del poligrafico fanno uscire materiale di stampa originale o utilizzano macchine del poligrafico abusivamente per produrre il coso, non per questo il coso viene sdoganato e diventa un qualcosa di catalogabile; rimane una operazione illegale o illegittima a fini speculativi, per cui la pubblicazione su un catalogo che rappresenta il riferimento principale di migliaia di collezionisti in Italia ed all'estero contribuisce a delegittimare la credibilita' del nostro amato mondo, perche' alla fine tra qualche anno, sopiti gli accesi dibattiti attuali, qualche giovane collezionista finira' per spendere un bel po' di quattrini per avere il coso e, conseguentemente, periti, editori, collaboratori, ex impiegati o impiegati corrotti avranno ottimi motivi per continuare a far uscire dal poligrafico materiale di stampa o prodotti non ufficiali. A mio parere, quindi, quand'anche il materiale di stampa fosse del poligrafico, cio' non sdoganerebbe il coso come oggetto ufficiale. L'unica cosa che potrebbe farlo sono i decreti di emissione o gli ordini di stampa ufficiali. Altrimenti ogni impiegato (o gruppi di impiegati) del poligrafico che riuscissero a favorire la fuoriuscita di materiale per la produzione di francobolli o simili potrebbe fare una fortuna. Non ribaltiamo le cose; e' l'editore che deve dimostrare la legittima provenienza di cio' che cataloga se vuole definirlo saggio, prova di stampa o progetto di francobollo; oltretutto abbiamo una lettera ufficiale del poligrafico di smentita; quindi la palla passa a Carraro e soci; se continuano a dire che e' un qualcosa di voluto dal poligrafico e non di abusivo lo dimostrino (e, ripeto, non basta che la carta o l'inchiostro siano del poligrafico: e' importante che si chiarisca l'autorita' che ne ha disposto la produzione). Tutto cio' mi sembra di ASSOLUTA EVIDENZA; concordo con Giovanni al 100%: sarebbe il caso di verificare quali strumenti legali esistano per bloccare queste operazioni (almeno in riferimento all'attribuzione di paternita' del coso ed alle modalita' di produzione o fuoriuscita). Ciao: Ciao: Ciao:
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acqua48
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Re: Uomo nell'arte

Messaggio da acqua48 »

:clap: :clap: :clap:
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Franco Moscadelli
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Re: Uomo nell'arte

Messaggio da Franco Moscadelli »

Ciao:
Daccordissimo con Pino e Giovanni che saluto.
A me risulta che già da diversi anni al poligrafico hanno delle macchine "distruggidocumenti" come quelle che usano anche altre grandi ditte , notai e commercialisti..
Ciao:
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Su www.francomoscadelli.it da consultare gratuitamente il catalogo delle VARIETA' DI REGNO aggiornato periodicamente e per la Toscana il catalogo dei Bolli Tondo Riquadrati, delle Collettorie e degli Ottagonali a sbarre. Inoltre il catalogo mondiale delle sigle firme e timbri dei periti filatelici. Rubrica di varietà di Regno e Repubblica su: http://www.ilpostalista.it

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ale_1969

Re: Uomo nell'arte

Messaggio da ale_1969 »

Scusate se mi intrometto di nuovo, ma alla fine torniamo a quanto avevo già scritto qualche post più in là.

La filatelia segue delle logiche che sono molto simili a tutte le altre materie "storiche". Cioè si basa su dei documenti. Che devono essere verificati, esaminati e discussi da diversi studiosi.

Per esempio gli storici dell'arte litigano per decenni su alcune attribuzioni di opere ad artisti famosi.

Continuando il paragone quello che Giovanni dice e su cui concordo è che si quota una opera (il "coso") come fosse dipinta da Leonardo (il Poligrafico) quando, se va bene, al massimo è stata prodotta da pittori della bottega del Leonardo (alcuni dipendenti del Poligrafico), visto che Leonardo (il Poligrafico) stesso dice che lui non è stato e non ne sa un fico secco.

In arte la differenza fra un'opera del maestro e una di bottega è considerevole, in filatelia è astronomica perchè nel secondo caso non vale la carta su cui è stampato il "coso", motivo in più perchè la ricerca filologica e storica sull'opera sia condotta con estremo rigore e non sui "io penso" "forse è così" "i fori.." eccetera.
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Alessandro Arseni
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Uomo nell'arte

Messaggio da Alessandro Arseni »

Questa è l'intervista a Gianni Carraro pubblicata su The Postal Gazette di Ottobre

http://www.thepostalgazette.com/DonnaArte.pdf (LINK NON PIU' ATTIVO)

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luciano garagnani
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Re: Uomo nell'arte

Messaggio da luciano garagnani »

Complimenti ad Alessandro Arseni per l'importante articolo pubblicato.

Nell'articolo di riporta la risposta della Dott.ssa Angrisani che si dichiara “non competente” a ricevere da Carraro i 900 L. per la perizia che aveva citato nella lettera dal 28/08/2007. Voglio sperare che a questo punto il Poligrafico non si barrichi dietro ai protocolli Ministeriali ma vada fino in fondo per chiarire i fatti. Penso che sia nell'interesse di tutti, collezionisti, commercianti, periti, editori e del Poligrafico stesso, che sia fatta piena luci nella vicenda..

Auspicherei anche che la procedura adottata in questi giorni per la distruzione dei foglietti dei diciottenni sia seguita ogni volta che vi è la necessità ci distruggere resti di stampa, valori bollati, saggi, prove, progetti e quant'altro.
thiswas
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Re: Uomo nell'arte

Messaggio da thiswas »

Ho letto attentamente l'intervista a Carraro e, devo dire, ci sono i soliti punti che non tornano.
Innanzitutto egli afferma che il catalogo specializzato deve catalogare tutto ciò che può sembrare un francobollo. A me questa affermazione fa sorridere, non so a voi.
Per seconda cosa, alla domanda su come è venuto in possesso del coso, Carraro risponde che dopo essere usciti dal poligrafico sono arrivati a lui attraverso i normali canali commerciali. Ora:
1) non è assolutamente provato che il coso sia uscito dal poligrafico.
2) che io sappia, il normale canale commerciale per quello che esce dal poligrafico sono gli uffici postali. Siccome dubito che Carraro abbia acquistato il coso allo sportello filatelico, devo dedurre che per lui il "normale canale commerciale" sia qualcosa/qualcun'altro e questa è una brutta affermazione.
Ma forse sbaglio io, forse esiste un outlet delle poste e io non lo sapevo.
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Giuseppe Ghetti
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Re: Uomo nell'arte

Messaggio da Giuseppe Ghetti »

“Circa sette anni fa, ebbi modo – mi ha raccontato Gianni Carraro – di visionare un grande quantitativo di questi francobolli, prima che andassero distrutti.
Erano tutti separati e ridotti in coppie o, al massimo, in strisce di tre.
Erano tutti demonetizzati con fori circolari.
Solo pochissimi esemplari erano sfuggiti a tale foratura, eseguita in maniera approssimativa.
Un lungo lavoro di selezione mi permise di trovarne una sessantina “sani e salvi”.
Erano di due tipologie diverse fra loro: 40 con l’inchiostro di sicurezza di colore argenteo e 20 con l’inchiostro di colore dorato.
Per anni li ho tenuti da parte, - conclude Gianni Carraro - cercando di avere notizie in merito ad essi ed investigando circa l’eventuale esistenza di altri esemplari uguali.”

Queste parole, attribuite al signor Carraro, si trovano nel "vecchio" forum.
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Cerco sempre francobolli di Austria e Ungheria usati in Cecoslovacchia prima del 1918, nei quali la località d'uso sia chiaramente individuabile.
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Antonello Cerruti
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Re: Uomo nell'arte

Messaggio da Antonello Cerruti »

luciano garagnani ha scritto:Complimenti ad Alessandro Arseni per l'importante articolo pubblicato.

Nell'articolo di riporta la risposta della Dott.ssa Angrisani che si dichiara “non competente” a ricevere da Carraro i 900 L. per la perizia che aveva citato nella lettera dal 28/08/2007. Voglio sperare che a questo punto il Poligrafico non si barrichi dietro ai protocolli Ministeriali ma vada fino in fondo per chiarire i fatti. Penso che sia nell'interesse di tutti, collezionisti, commercianti, periti, editori e del Poligrafico stesso, che sia fatta piena luci nella vicenda..

Auspicherei anche che la procedura adottata in questi giorni per la distruzione dei foglietti dei diciottenni sia seguita ogni volta che vi è la necessità ci distruggere resti di stampa, valori bollati, saggi, prove, progetti e quant'altro.



Questo materiale ha sempre avuto, per i collezionisti, una grande importanza.
Basti pensare agli archivi delle grandi stamperie inglesi....
Non sarebbe meglio, piuttosto, che questi "scarti" dei processi di stampa venissero accantonati dal Poligrafico e a cadenza di tre/cinque anni offerti ai collezionisti attraverso aste pubbliche, magari destinandone il ricavato in beneficienza?

thiswas ha scritto:Per seconda cosa, alla domanda su come è venuto in possesso del coso, Carraro risponde che dopo essere usciti dal poligrafico sono arrivati a lui attraverso i normali canali commerciali. Ora:
..............
2) che io sappia, il normale canale commerciale per quello che esce dal poligrafico sono gli uffici postali. Siccome dubito che Carraro abbia acquistato il coso allo sportello filatelico, devo dedurre che per lui il "normale canale commerciale" sia qualcosa/qualcun'altro e questa è una brutta affermazione.


Trovo l'affermazione di Gianni Carraro non brutta ma davvero raccapricciante.
Spero in sua smentita, ma - comunque - conto di vederlo fra qualche giorno a Milano e non mancherò di evidenziargli la pericolosità (ma anche la falsità) del concetto da lui espresso.
I "normali canali commerciali" sono la via maestra del lavoro di tanti seri professionisti; quelli che lui ipotizza sono, invece, gli stretti ed oscuri vicoli dei ladri e dei ricettatori.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
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Re: Uomo nell'arte

Messaggio da thiswas »

Antonello Cerruti ha scritto:Non sarebbe meglio, piuttosto, che questi "scarti" dei processi di stampa venissero accantonati dal Poligrafico e a cadenza di tre/cinque anni offerti ai collezionisti attraverso aste pubbliche, magari destinandone il ricavato in beneficienza?

Sono perfettamente d'accordo, sarebbe un modus operandi trasparente e cristallino!!!

Antonello Cerruti ha scritto:
Trovo l'affermazione di Gianni Carraro non brutta ma davvero raccapricciante.
Spero in sua smentita, ma - comunque - conto di vederlo fra qualche giorno a Milano e non mancherò di evidenziargli la pericolosità (ma anche la falsità) del concetto da lui espresso.
I "normali canali commerciali" sono la via maestra del lavoro di tanti seri professionisti; quelli che lui ipotizza sono, invece, gli stretti ed oscuri vicoli dei ladri e dei ricettatori.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti


Mi fa piacere che anche Antonello abbia avuto un brivido nel leggere quelle parole. Spero anch'io che vengano smentite al più presto, ma leggendo anche quello che Il sergente riporta dal vecchio forum, capisco che Carraro non vuole (non può) dire come diavolo ha fatto a reperire i cosi. Questa ambiguità è la cosa peggiore di tutta la storia.
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luciano garagnani
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Re: Uomo nell'arte

Messaggio da luciano garagnani »

Antonello Cerruti ha scritto:
thiswas ha scritto:Per seconda cosa, alla domanda su come è venuto in possesso del coso, Carraro risponde che dopo essere usciti dal poligrafico sono arrivati a lui attraverso i normali canali commerciali. Ora:
..............
2) che io sappia, il normale canale commerciale per quello che esce dal poligrafico sono gli uffici postali. Siccome dubito che Carraro abbia acquistato il coso allo sportello filatelico, devo dedurre che per lui il "normale canale commerciale" sia qualcosa/qualcun'altro e questa è una brutta affermazione.


Trovo l'affermazione di Gianni Carraro non brutta ma davvero raccapricciante.
Spero in sua smentita, ma - comunque - conto di vederlo fra qualche giorno a Milano e non mancherò di evidenziargli la pericolosità (ma anche la falsità) del concetto da lui espresso.
I "normali canali commerciali" sono la via maestra del lavoro di tanti seri professionisti; quelli che lui ipotizza sono, invece, gli stretti ed oscuri vicoli dei ladri e dei ricettatori.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti


In tutta la questione del 900 L. l'unica cosa certa è la provenienza "non normale" dell'oggetto. Forse il commercio filatelico dopo di anni di in quinamento da varietà abusive (es. castelli) ritiene normale tutto questo? ASSOLUTAMENTE NO.

A mio parere, peraltro, Il fatto della provenienza "incerta" DEVE ESSERE INDICATO NEI CATALOGHI per informare i collezionisti. Collezionisti che valuteranno poi in piena libertà se l'oggetto merita o no di entrare nelle loro collezioni. Inoltre, come ho già scritto, nel caso di provenienza illecita il catalogo si dovrebbe astenere da indicare valutazioni.
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Marco4x4
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Re: Uomo nell'arte

Messaggio da Marco4x4 »

Quello che - almeno a me - ha dato enorme fastidio è che Gianni Carraro non ha classificato e quotato il "coso" sullo specializzato Sassone per fare un servizio divulgativo alla filatelia. Egli non ha raccolto notizie su un francobollo che ha saputo in circolazione e di cui ha ricostruita la storia, fornendone notizie tecniche e cercando - in base al numero in circolazione - di darne una valutazione.

Egli è colui che lo sta mettendo in circolazione ed allo stesso tempo è colui che lo giudica tecnicamente e lo quota!

Sta facendo tutto lui, entrando prepotentemente in "conflitto di interessi"

Se non si capisce questo (ma credo che noi del Forum si sia capito perfettamente) siamo lontani anni luce dal comprendere da dove nasca la nostra indignazione!

E' troppo facile continuare a dire: "Chi non lo vuole non lo compra". Questa è un'affermazione che può salvaguardare il singolo collezionista informato, ma non la filatelia nel suo complesso!

Non entro volutamente nel merito di certe affermazioni di Carraro, perché molto meglio di me ha scritto Antonello qualche post più su.

Ciao:

Marco
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Alessandro Arseni
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Re: Uomo nell'arte

Messaggio da Alessandro Arseni »

"... sono arrivati a lui attraverso i normali canali commerciali."

C'è scritto: "attraverso i normali canali filatelici

I normali canali filatelici sono, o possono essere, attraverso chi lo trova, chi lo "passa", chi lo vende, chi lo scopre, un negoziante, un commerciante, un collezionista, un impiegato del Poligrafico. Il "volo di ritorno", è entrato nel normale canale filatelico. Il K2 è entrato nel normale canale filatelico. Il G7 è entrato nel normale canale filatelico. Tutte le varietà dei castelli, buone o no, sono entrate nel normale canale filatelico. Tutti i falsi sono entrati nel normale canale filatelico. I saggi sono entrati nel normale canale filatelico, eppure sarebbero dovuti stare presso le Direzioni delle poste.Tutte le lettere indirizzate ai Sindaci o uffici publici (e sono decine di migliaia), sono entrate nei normali canali filatelici. Secondo voi, da dove proviene una lettera indirizzata al Comune o al Sindaco del Comune di...? Forse dal macero, forse direttamente dagli archivi. In quale modo? E tutti i "non dentellati" del Regno? Come sono giunti nelle nostre collezioni? Non erano francobolli da scartare o distruggere?

E' noto, forse a pochi, che un grande quantitativo (un foglio) di francobolli inglesi del "penny black" con le lettere "VR" è stato ritrovato dalle Poste dell'ufficio di Dublino nel 1898, inviato al General Post Office di Londra, il cui Postmaster l'ha "passato" a Lord Stanley, il quale lo ha separato in blocchi e venduto tramite aste nel tempo. Sono chiaramente (e provato) di provenienza furtiva, eeppure sono veenduti attraverso tante aste pubbliche in tutto il mondo. E' solo un esempio, ma ne potrei citare a decine successi in altri Paesi. Se vogliamo guardare solo in casa nostra, come solo noi italiani sanno fare, andiamo pure avanti con le polemiche, i dubbi, le invettive. Ho letto che qualcuno ha scritto "se fossi l'estensore del catalogo...". Ma non lo è. Qualcuno vuole fare un catalogo? Avanti, c'è posto per tutti.

Carraro ha ragionato in termini commerciali. Ma che cosa orrenda! Se desideriamo fare un elenco delle "storture" che accadono in filatelia, partiamo dalla "A" e finiamo alla "Z", e non si salva nessuno. Vogliamo parlare delle Case d'asta? Dei Periti? Dei trafficoni che agiscono liberamente nascondendosi sotto forma di collezionisti?. Quanta gente commercia in questo settore senza alcuna licenza? Quanti pagano le tasse?

E' vero che, secondo Piccione, è un affare da 300,000 euro, ma il sign. Carraro paga le tasse, ha una licenza e, bene o male, è uno che "fa", che costruisce, che si impegna, che compra e vende francobolli. E nessuno è obbligato ad acquistare da lui. Certamente possiamo sospettare che qualche cosa di poco chiaro e che non viene detto c'è, ma se al posto di continuare a minacciare denunce o ad ergersi giudici di cose che non sono di competenza se non di altri organi, è un parlare senza senso. Avanti, qualcuno faccia una denuncia, anzichè paventarla. Gianni ha senz'altro un pelo sullo stomaco che fa impressione, ma vogliamo elencarne altri venti?

Una cosa ho imparato nel corso del mio lavoro (dal 1974) in filatelia, otto o più ore al giorno, tutti i giorni. Che i collezionisti non vogliono essere disturbati dalle polemiche o dalle voci (che comunque esistono) nel loro hobby. La filatelia è un hobby che deve portare serenità, non polemiche. I dubbi su tutto ci saranno sempre, ma quale mercato ne è esente? Cerchiamo pertanto di fare critiche costruttive, non distruttive. Sarebbe una brutta fine per la filatelia.

1) non è assolutamente provato che il coso sia uscito dal poligrafico.
Non è provato nemmeno il contrario.

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Marco4x4
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Re: Uomo nell'arte

Messaggio da Marco4x4 »

Alessandro Arseni ha scritto:Carraro ha ragionato in termini commerciali. Ma che cosa orrenda! Se desideriamo fare un elenco delle "storture" che accadono in filatelia, partiamo dalla "A" e finiamo alla "Z", e non si salva nessuno. Vogliamo parlare delle Case d'asta? Dei Periti? Dei trafficoni che agiscono liberamente nascondendosi sotto forma di collezionisti?. Quanta gente commercia in questo settore senza alcuna licenza? Quanti pagano le tasse?


Vuoi una critica costruttiva?

Bene: secondo me gli estensori di un catalogo non dovrebbero essere commercianti!

Alessandro Arseni ha scritto:E' vero che, secondo Piccione, è un affare da 300,000 euro, ma il sign. Carraro paga le tasse, ha una licenza e, bene o male, è uno che "fa", che costruisce, che si impegna, che compra e vende francobolli. E nessuno è obbligato ad acquistare da lui. Certamente possiamo sospettare che qualche cosa di poco chiaro e che non viene detto c'è, ma se al posto di continuare a minacciare denunce o ad ergersi giudici di cose che non sono di competenza se non di altri organi, è un parlare senza senso. Avanti, qualcuno faccia una denuncia, anzichè paventarla. Gianni ha senz'altro un pelo sullo stomaco che fa impressione, ma vogliamo elencarne altri venti?


Dovremmo essere autolesionisti, denunciare senza prove? E poi, hai ragione tu, non credo che Carraro sia l'unico a comportarsi così.
Però una iniziativa la posso mettere in atto: personalmente non acquisterò più il catalogo specializzato, per il motivo che ho espresso al primo punto.

Ciao:
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Re: Uomo nell'arte

Messaggio da thiswas »

Alessandro Arseni ha scritto:"... sono arrivati a lui attraverso i normali canali commerciali."

C'è scritto: "attraverso i normali canali filatelici

Veramente sta scritto "attraverso i normali canali commerciali filatelici, ma il concetto non cambia, la parola sbagliata per me è "normali".

I normali canali filatelici sono, o possono essere, attraverso chi lo trova, chi lo "passa", chi lo vende, chi lo scopre, un negoziante, un commerciante, un collezionista, un impiegato del Poligrafico. Il "volo di ritorno", è entrato nel normale canale filatelico. Il K2 è entrato nel normale canale filatelico. Il G7 è entrato nel normale canale filatelico. Tutte le varietà dei castelli, buone o no, sono entrate nel normale canale filatelico. Tutti i falsi sono entrati nel normale canale filatelico. I saggi sono entrati nel normale canale filatelico, eppure sarebbero dovuti stare presso le Direzioni delle poste.Tutte le lettere indirizzate ai Sindaci o uffici publici (e sono decine di migliaia), sono entrate nei normali canali filatelici. Secondo voi, da dove proviene una lettera indirizzata al Comune o al Sindaco del Comune di...? Forse dal macero, forse direttamente dagli archivi. In quale modo? E tutti i "non dentellati" del Regno? Come sono giunti nelle nostre collezioni? Non erano francobolli da scartare o distruggere?

Qui si fa grossa confusione. Si mettono nel calderone cose diverse e non equiparabili. Una cosa è rubare del materiale dal poligrafico per rivenderlo e una cosa è prendere la busta della corrispondenza indirizzata alla P.A. che altrimenti sarebbe cestinata (perché sottrarre il contenuto della busta sarebbe reato!!!!!)

E' noto, forse a pochi, che un grande quantitativo (un foglio) di francobolli inglesi del "penny black" con le lettere "VR" è stato ritrovato dalle Poste dell'ufficio di Dublino nel 1898, inviato al General Post Office di Londra, il cui Postmaster l'ha "passato" a Lord Stanley, il quale lo ha separato in blocchi e venduto tramite aste nel tempo. Sono chiaramente (e provato) di provenienza furtiva, eeppure sono veenduti attraverso tante aste pubbliche in tutto il mondo. E' solo un esempio, ma ne potrei citare a decine successi in altri Paesi.

Il fatto che esistano i furti non significa che bisogna tollerarli o, peggio, emularli

......

1) non è assolutamente provato che il coso sia uscito dal poligrafico.
Non è provato nemmeno il contrario.

Quindi non è provato niente e Carraro dice e scrive nel catalogo che provengono dal Poligrafico con la stessa autorevolezza con la quale io potrei dire che li ha fatti il mio salumiere!
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luciano garagnani
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Re: Uomo nell'arte

Messaggio da luciano garagnani »

Alessandro Arseni ha scritto:il sign. Carraro .... è uno che "fa", che costruisce.......


Forse in questo caso ha esagerato?


Scusa la battuta Alessandro. Sono sostanzialmente d'accordo con te. La filatelia è fatta anche di Voli di ritorno, di K2 e G7 ed certo non mi scandalizzo per il 900 L.

Tuttavia questo è avvenuto perchè la filatelia è stata "costruita" dai commercianti che non sempre si sono comportati correttamente. Ritengo sia necessaria una "moralizzazione" che tenga conto anche di aspetti filatelici e non solo commerciali; questo compito, a mio parere, spetta ai cataloghi.
ale_1969

Re: Uomo nell'arte

Messaggio da ale_1969 »

Alessandro Arseni ha scritto:1) non è assolutamente provato che il coso sia uscito dal poligrafico.
Non è provato nemmeno il contrario.


Non vorrei sembrare offensivo ma questa affermazione è, francamente, inaccettabile.

Secondo lei quindi l'onere della prova dell'originalità di un oggetto da collezione non è in carico a chi lo perizia, lo quota e, last but not least, lo commercia pure?

Ma stiamo scherzando?
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acqua48
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Re: Uomo nell'arte

Messaggio da acqua48 »

Estremizzando il concetto, siccome il volo di ritorno, il K2 ed altro hanno avuto riconoscimento, non possiamo e non dobbiamo scandalizzarci se esiste il 900 lire che rappresenta una immagine maschile e che, senza l'intervento di F&F, stava per passare per un non emesso della serie la donna nell'arte, con la benedizione anche dell'AFIS.

Se il "coso" fosse venuto fuori nel decennio scorso, forse nessuno avrebbe avuto la possibilità di commentare la cosa. Oggi, con l'avvento della "rete" le notizie circolano alla velocità della luce e le conoscenze diventano di dominio pubblico.

Nel nostro caso, non ritengo giusto sparare nel mucchio, anche perchè non siamo i giustizieri della notte, ma è giusto anche capire. La filatelia è fatta di curiosità, di conoscenze e di tanta passione. Se questo non ci è consentito, allora è meglio ritornare al passato: isoliamoci nel nostro cantuccio, tanto a che cosa serve essere iscritto al Forum di F&F o ad altre iniziative simili se ci dobbiamo limitare a fare valutazione di gradimento sulle nuove emissioni?

Ciao:
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Re: Uomo nell'arte

Messaggio da robymi »

Non ho mai scritto su questo argomento perché non mi interessa per niente la natura di questo oggetto, né qualunque altra discussione su di esso.
Tuttavia cambio "politica" perché sinceramente - mi piacerebbe che qualcuno me lo spiegasse in modo chiaro - non capisco il motivo di tanto calore nel difendere le proprie idee "pro" e "contro". Come si può essere "pro" o "contro" un dato di fatto: esistono e vengono quotati/commercializzati degli oggetti? Qualcuno - autorevole o meno - sostiene che si tratta di francobolli? Se mi interessano e se concordo con la definizione, li compro (se me li posso permettere). Altrimenti li considero alla stregua di qualsiasi altra cosa che non compro perché non mi interessa.
Cosa significa difendere "la purezza della filatelia"? Allora perché non criticare le riproduzioni in oro di francobolli, i foglietti di Ajman, gli erinnofili e tutto ciò che è dentellato?
Nessuno può negare che la filatelia sia rilevante dal punto di vista economico: quindi le operazioni speculative sono ammissibili e mi sembra ci sia poco da scaldarsi in proposito.
Spero che nessuno si offenda, mi piacerebbe solo capire, senza alcuna provocazione, cosa vi spinge a queste "crociate" e "controcrociate" su una materia che, a mio modo di vedere, è proprio antitetica alla contrapposizione di fazioni.
Roberto
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Marco4x4
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Re: Uomo nell'arte

Messaggio da Marco4x4 »

acqua48 ha scritto:Se il "coso" fosse venuto fuori nel decennio scorso, forse nessuno avrebbe avuto la possibilità di commentare la cosa. Oggi, con l'avvento della "rete" le notizie circolano alla velocità della luce e le conoscenze diventano di dominio pubblico.


Esatto Leonardo, il nocciolo del problema sta proprio qui.

Oggi non si possono più fare cose che si sono sempre fatte nel passato, perché lo si viene a sapere in tempo reale e perché - quando ciò avviene - la gente si indigna!

Il fatto che in passato sia successo, o che tanti altri ci "provino" ancora, non significa che possa essere ancora a lungo tollerato.

Date retta a me: la moralizzazione - come dice anche Luciano - passa attraverso i cataloghi che devono diventare super partes, sennò addio credibilità!
Questo deve avvenire per i collezionisti e per i commercianti onesti (che sono tanti).

robymi ha scritto:mi piacerebbe solo capire, senza alcuna provocazione, cosa vi spinge a queste "crociate" e "controcrociate"


Questo:

...che Gianni Carraro non ha classificato e quotato il "coso" sullo specializzato Sassone per fare un servizio divulgativo alla filatelia. Egli non ha raccolto notizie su un francobollo che ha saputo in circolazione e di cui ha ricostruita la storia, fornendone notizie tecniche e cercando - in base al numero in circolazione - di darne una valutazione.

Egli è colui che lo sta mettendo in circolazione ed allo stesso tempo è colui che lo giudica tecnicamente e lo quota!

Sta facendo tutto lui, entrando prepotentemente in "conflitto di interessi"

Se non si capisce questo siamo lontani anni luce dal comprendere da dove nasca la nostra indignazione!
Colleziono storia postale del regno di Umberto I
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