Rare e spettacolari affrancature del Regno di Napoli
- gianni tramaglino
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Re: Una busta stratosferica!
Cari amici napoletani...il nostro cammino continua alla ricerca delle "Croci" partenopee ...in questo caso ne mostro una notevolissima . Ecco come recitava l'estensore del lotto in asta :Croce mezzo tornese su circolare da Napoli per Sinopoli -molto raro l'insieme e splendida per i grandi margini regolari l'affrancatura.
Ancora una volta ...felice belvedere e ...a seguire....un lieto a voi continuare!gianni tramaglino
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Re: Una busta stratosferica!
Buona serata Gianni ed a tutti,
quella che personalmente ritengo tra le più belle ed importanti di Napoli.
In asta veniva così descritta: "lettera da Chieti per Buenos Ayres, affrancata con 2gr. e 50gr (5 - 14b), annullati con bollo a svolazzo tipo 9, bollo circolare in nero. La lettera presenta, al verso, bollo di Napoli in partenza del 26 novembre e di transito "LYON/PARIS-2 DEC/60". Al recto manoscritto "Col Vapore Inglese" e bolli di transito "DEUX SICILES/MARSEILLE/1 DEC 60" e "LONDON/PAID/DEC 3".
Pasfil
quella che personalmente ritengo tra le più belle ed importanti di Napoli.
In asta veniva così descritta: "lettera da Chieti per Buenos Ayres, affrancata con 2gr. e 50gr (5 - 14b), annullati con bollo a svolazzo tipo 9, bollo circolare in nero. La lettera presenta, al verso, bollo di Napoli in partenza del 26 novembre e di transito "LYON/PARIS-2 DEC/60". Al recto manoscritto "Col Vapore Inglese" e bolli di transito "DEUX SICILES/MARSEILLE/1 DEC 60" e "LONDON/PAID/DEC 3".



Pasfil
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Re: Una busta stratosferica!
CIAO A TUTTI, ANCORA UN'ALTRA:
Questa era la descrizione: 1º maggio 1866, manifesto del Sindaco di Roccaraso, affrancato con marca da bollo da 5c. lilla su carta bianca (1), annullata con bollo a svolazzo in azzurro tipo 35 (P. R3). L'annullatore è stato impiegato dopo cinque anni da quando era stato messo in disuso. Eccezionale combinazione, unico caso noto segnalato sul Sassone. Grande rarità.
pasfil
Questa era la descrizione: 1º maggio 1866, manifesto del Sindaco di Roccaraso, affrancato con marca da bollo da 5c. lilla su carta bianca (1), annullata con bollo a svolazzo in azzurro tipo 35 (P. R3). L'annullatore è stato impiegato dopo cinque anni da quando era stato messo in disuso. Eccezionale combinazione, unico caso noto segnalato sul Sassone. Grande rarità.



pasfil
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Ultima modifica di pasfil il 15 marzo 2010, 19:37, modificato 1 volta in totale.
- Antonello Cerruti
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- Iscritto il: 16 luglio 2007, 12:45
Re: Una busta stratosferica!
pasfil ha scritto:CIAO A TUTTI, ANCORA UN'ALTRA:
Questa era la descrizione: 1º maggio 1866, manifesto del Sindaco di Roccaraso, affrancato con marca da bollo da 5c. lilla su carta bianca (1), annullata con bollo a svolazzo in azzurro tipo 35 (P. R3). L'annullatore è stato impiegato dopo cinque anni da quando era stato messo in disuso. Eccezionale combinazione, unico caso noto segnalato sul Sassone. Grande rarità.
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pasfil
Molto interessante ma sicuramente si tratta di un uso amministrativo/fiscale e non postale.
Cordiali saluti.
Antonello Cerruti
- gianni tramaglino
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Re: Una busta stratosferica!
Cari amici "napoletani",ringrazio gli Amici Pasfil per gli apporti e Antonello per il sagace intervento e ....continuiamo il nostro viaggio tra le meraviglie di Napoli e dintorni... con un'altra splendida mista ....eccone,come da note dell'estensore del lotto ,la descrizione :1 grano nero due coppie -una orizzontale e una verticale da esaminare - in affrancatura mista con Regno di Napoli 5 grana II tavola coppia orizzontale su assicurata del 27 luglio da Castel di Sangro- cerchio di fornitura borbonica annullatore- per Napoli-raro insieme per specialista-certificato Enzo Diena . Augurando una buona....visione l'augurio di un felice continuare!gianni tramaglino
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- gianni tramaglino
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- Iscritto il: 1 novembre 2007, 16:28
Re: Una busta stratosferica!
Cari amici napoletani...il nostro cammino continua con uno splendido documento . Ecco come recitava l'estensore del lotto in asta :lettera da Napoli del 29 .XII.1860 per Trani con eccezionale affrancatura composta da due esemplari del 1/2 grano della seconda tavola carminio scuro (2b) e quattro esemplari del 2 grana III tavola carminio vivo (7e).Spettacolare e rarissima combinazione con certificato Colla Ancora una volta ...felice belvedere e ...a seguire....un lieto a voi continuare!gianni tramaglino
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- gianni tramaglino
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- Iscritto il: 1 novembre 2007, 16:28
Re: Una busta stratosferica!
Cari amici napoletani.....continua il nostro viaggio con una lettera assicurata da Napoli del 13 febbraio 1858 per Gallipoli affrancata con 1 grano rosa carminio,un 2 grana rosa chiaro ,un 5 grana e un 10 grana ambedue rosa brunastro e un ulteriore 10 grana nella tonalità rosa carminio chiaro. Tutti i 5 francobolli sono appartenenti all prima tavola.Anche se con la dicitura dell'estensore "da esaminare" questa lettera con firma di garanzia Colla è uno splendido documento con un'affrancatura assai rara. Unisco l'augurio di un felice continuare! gianni tramaglino
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- gianni tramaglino
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- Iscritto il: 1 novembre 2007, 16:28
Re: Una busta stratosferica!
Cari amici napoletani...il nostro cammino continua con uno splendido documento .Particolare interesse tra i collezionisti suscitano le "monovalori "! Ecco come recitava l'estensore del lotto in asta :spettacolare lettera da Brindisi del dicembre 1858 ,affrancata con dieci esemplari del 1 grana rosa chiaro I tavola (3).Eccezionale affrancatura monovalore di grande effetto,una delle massime di questo valore. Certamente una rarissima combinazione con certificato Colla. Ancora una volta ...felice belvedere e ...a seguire....un lieto a voi continuare!gianni tramaglino
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- gianni tramaglino
- Messaggi: 968
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Re: Una busta stratosferica!
Cari amici napoletani...il nostro cammino continua con uno straordinario documento . Ecco come scriveva l'estensore del lotto in asta :lettera da Gerace del 15 agosto 1858 con 1 grano tavola I rosa chiaro striscia di tre con controstampa diritta (3e),particolarmente nitida .Un esemplare con lieve strappo senza importanza .Enorme rarità per specialista .UNICA.Certificato Fiecchi. Ancora una volta ...felice belvedere e ...a seguire....un lieto a voi continuare!gianni tramaglino p.s. allegata la lettera e il dettaglio del verso dei francobolli.
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Re: Una busta stratosferica!
gianni tramaglino ha scritto:Cari amici napoletani...il nostro cammino continua con uno straordinario documento . Ecco come scriveva l'estensore del lotto in asta :lettera da Gerace del 15 agosto 1858 con 1 grano tavola I rosa chiaro striscia di tre con controstampa diritta (3e),particolarmente nitida .Un esemplare con lieve strappo senza importanza .Enorme rarità per specialista .UNICA.Certificato Fiecchi. Ancora una volta ...felice belvedere e ...a seguire....un lieto a voi continuare!gianni tramaglino p.s. allegata la lettera e il dettaglio del verso dei francobolli.
Gianni, eccellente.
Non si tratta di un decalco, ma di un riutilizzo del foglio già stampato dello stesso valore.






pasfil
- gianni tramaglino
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- Iscritto il: 1 novembre 2007, 16:28
Re: Una busta stratosferica!
pasfil ha scritto:gianni tramaglino ha scritto:Cari amici napoletani...il nostro cammino continua con uno straordinario documento . Ecco come scriveva l'estensore del lotto in asta :lettera da Gerace del 15 agosto 1858 con 1 grano tavola I rosa chiaro striscia di tre con controstampa diritta (3e),particolarmente nitida .Un esemplare con lieve strappo senza importanza .Enorme rarità per specialista .UNICA.Certificato Fiecchi. Ancora una volta ...felice belvedere e ...a seguire....un lieto a voi continuare!gianni tramaglino p.s. allegata la lettera e il dettaglio del verso dei francobolli.
Gianni, eccellente.
Non si tratta di un decalco, ma di un riutilizzo del foglio già stampato dello stesso valore.
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pasfil
Grazie all'Amico Pasfil per l'intervento. Ecco cosa scrive il Sassone,circa la stampa recto -verso limitatamente all'un grano.Nella sola tonalità rosa chiaro è conosciuta la controstampa capovolta e diritta , limitandosi alla prima (3d) su busta sono note una striscia di quattro (assieme a una coppia) ,una striscia di tre ed un esemplare singolo. Sarei gratissimo se qualche Amico potesse mostrarci qualche scansione di questo...napoletano....poco noto! Cordialmente. Gianni tramaglino
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- Iscritto il: 1 novembre 2007, 16:28
Re: Una busta stratosferica!
Cari amici napoletani...il nostro cammino continua con una splendida lettera ...provinciale! . Ecco come chiosa l'estensore del lotto in asta :lettera da Napoli del 25 febbraio 1862 per Amsterdam,affrancata con 2 grana (20) ,5 grana (21) e 10 grana (22),con transito francese sul recto e arrivo al verso.Rara affrancatura ed interessante destinazione.Da esaminare ma insieme di grande bellezza. Annoto che la firma di garanzia è del grande Renato Mondolfo . Ancora una volta ...felice belvedere e ...a seguire....un lieto a voi continuare!gianni tramaglino
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- gianni tramaglino
- Messaggi: 968
- Iscritto il: 1 novembre 2007, 16:28
Re: Una busta stratosferica!
Cari amici napoletani...il nostro peregrinare continua con una splendida lettera ... e nuovamente provinciale! . Ecco come ci informa l'acuto estensore del lotto in asta :spettacolare lettera del 11.VI.1862 per Philadelphia ,affrancata con 2 grana celeste (20a),coppia orizzontale ,5 grana rosso carmino (21) e 20 grana giallo (23) ,con sul recto transito francese e timbri di tassa ed arrivo negli Stati uniti.Rara affrancatura di straordinario interesse e di ottima qualità.Pezzo d'esposizione . Annoto che la certificazione è del perito Giorgio Colla . Ancora una volta ...felice belvedere e ...a seguire....un lieto a voi continuare!gianni tramaglino
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- gianni tramaglino
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- Iscritto il: 1 novembre 2007, 16:28
Re: Una busta stratosferica!
Cari amici napoletani...il nostro peregrinare continua con una splendida notizia ,cioè che l'Amico Antonello ha conferito l'incarico di controrelatore alla "poderosa" collezione dell'Esimio Mario Merone al prossimo congresso di Filatelica 2010 al nostro Pietro Pasfil
.....complimenti vivissimi per una sagace scelta all'interno del forum,che serba sempre forze splendide !!! ... e andiamo avanti con la lettera...sabatina ! . Ecco come ci informa l'attento estensore del lotto in asta :busta da Castellamare 8.V.1861 per Torino affrancata con 5 grana I tavola carminio vivo (5b) con annullo inedito a "svolazzo" e cerchio in verde.Grande rarità,per amatore. . Annoto che vi sono varie firme a garanzia del prestigioso documento . Ancora una volta ...felice belvedere e ...a seguire....un lieto a voi continuare!gianni tramaglino



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Re: Una busta stratosferica!
gianni tramaglino ha scritto:Cari amici napoletani...il nostro peregrinare continua con una splendida notizia ,cioè che l'Amico Antonello ha conferito l'incarico di controrelatore alla "poderosa" collezione dell'Esimio Mario Merone al prossimo congresso di Filatelica 2010 al nostro Pietro Pasfil![]()
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.....complimenti vivissimi per una sagace scelta all'interno del forum,che serba sempre forze splendide !!! ... e andiamo avanti con la lettera...sabatina ! . Ecco come ci informa l'attento estensore del lotto in asta :busta da Castellamare 8.V.1861 per Torino affrancata con 5 grana I tavola carminio vivo (5b) con annullo inedito a "svolazzo" e cerchio in verde.Grande rarità,per amatore. . Annoto che vi sono varie firme a garanzia del prestigioso documento . Ancora una volta ...felice belvedere e ...a seguire....un lieto a voi continuare!gianni tramaglino
Ciao Gianni,
grazie per il sostegno

Solo per far notare che quell'affrancatura di gr. 5, corrisponde all'intero porto sino a destino (da Castellammare a Torino), in l'applicazione delle nuove tariffe in grana dall'1.03.1861 per l'introduzione della legislazione postale Sarda. Si ebbe così una sostanziale diminuzione delle tariffe. In precedenza, quell'affrancatura corrispondeva al solo porto interno (sino al confine dello Stato Pontificio) per le sole lettere inoltrate per la "via di terra".



pasfil
- gianni tramaglino
- Messaggi: 968
- Iscritto il: 1 novembre 2007, 16:28
Re: Una busta stratosferica!
Grazie all'Amico Pietro,per il preciso intervento,vorrei ulteriormente chiosare su questa interessantissima lettera,che,come si potrà notare, è indirizzata (forse dal marito) a Anna Pallavicino Trivulzio nota anche come Anna Koppmann ,moglie del marchese Giorgio ,e ,come il marito,legata da grande amicizia a Garibaldi . Furono pubblicate per cura della moglie Anna Koppmann le " Memorie di Giorgio Pallavicino ". Ecco del marchese Giorgio alcune notizie storiche :
Nato in una famiglia aristocratica, dopo aver viaggiato a lungo per l'Europa si iscrisse alla Carboneria. Allo scoppio dei moti del 1820-21 partecipò attivamente all'insurrezione; in particolare, si era recato in Piemonte con Gaetano Castiglia per invitare Carlo Alberto a entrare in Lombardia. Arrestato il 4 dicembre 1821, interrogato dal magistrato inquirente Salvotti, il 22 febbraio 1823 fece ammissioni compromettenti per altri patrioti fra i quali Federico Confalonieri. Nel successivo processo Pallavicino fu condannato a morte; la pena fu poi commutata a venti anni di carcere duro che scontò nella prigione asburgica dello Spielberg (presso Brno) fino al 1832, e poi in quelle di Gradisca e di Lubiana. Amnistiato nel 1835, dopo un periodo di confino a Praga, nel 1840 tornò in Lombardia.
Riprese a svolgere attività politica dopo le Cinque giornate del 1848. Rifugiatosi dapprima in Svizzera e poi a Parigi, dove incontrò Daniele Manin, soggiornò a lungo anche a Torino e fu uno dei fondatori della Società Nazionale, di cui successe a Manin nella presidenza nel dicembre 1857. A Torino fu eletto nel parlamento dalla seconda alla sesta legislatura, e nominato senatore nell'aprile 1860.
Prodittatore a Napoli subito dopo l'ingresso di Garibaldi nella città (settembre 1860), Pallavicino si batté, contro il volere di Garibaldi, per l'annessione immediata delle Due Sicilie al Regno di Sardegna e venne decorato con il collare dell'Annunziata.
Successivamente venne nominato prefetto di Palermo, carica che ricoprì dal 16 aprile al 25 luglio 1862. Il 15 luglio 1862 Giuseppe Garibaldi tenne un infuocato discorso in cui invocava la liberazione di Roma; dopo la giornata dell'Aspromonte (29 agosto 1862), il primo ministro Urbano Rattazzi lo destituì e Pallavicino si ritirò a vita privata.
Nato in una famiglia aristocratica, dopo aver viaggiato a lungo per l'Europa si iscrisse alla Carboneria. Allo scoppio dei moti del 1820-21 partecipò attivamente all'insurrezione; in particolare, si era recato in Piemonte con Gaetano Castiglia per invitare Carlo Alberto a entrare in Lombardia. Arrestato il 4 dicembre 1821, interrogato dal magistrato inquirente Salvotti, il 22 febbraio 1823 fece ammissioni compromettenti per altri patrioti fra i quali Federico Confalonieri. Nel successivo processo Pallavicino fu condannato a morte; la pena fu poi commutata a venti anni di carcere duro che scontò nella prigione asburgica dello Spielberg (presso Brno) fino al 1832, e poi in quelle di Gradisca e di Lubiana. Amnistiato nel 1835, dopo un periodo di confino a Praga, nel 1840 tornò in Lombardia.
Riprese a svolgere attività politica dopo le Cinque giornate del 1848. Rifugiatosi dapprima in Svizzera e poi a Parigi, dove incontrò Daniele Manin, soggiornò a lungo anche a Torino e fu uno dei fondatori della Società Nazionale, di cui successe a Manin nella presidenza nel dicembre 1857. A Torino fu eletto nel parlamento dalla seconda alla sesta legislatura, e nominato senatore nell'aprile 1860.
Prodittatore a Napoli subito dopo l'ingresso di Garibaldi nella città (settembre 1860), Pallavicino si batté, contro il volere di Garibaldi, per l'annessione immediata delle Due Sicilie al Regno di Sardegna e venne decorato con il collare dell'Annunziata.
Successivamente venne nominato prefetto di Palermo, carica che ricoprì dal 16 aprile al 25 luglio 1862. Il 15 luglio 1862 Giuseppe Garibaldi tenne un infuocato discorso in cui invocava la liberazione di Roma; dopo la giornata dell'Aspromonte (29 agosto 1862), il primo ministro Urbano Rattazzi lo destituì e Pallavicino si ritirò a vita privata.
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- gianni tramaglino
- Messaggi: 968
- Iscritto il: 1 novembre 2007, 16:28
Re: Una busta stratosferica!
Cari amici napoletani,a seguire un interessante e prezioso articolo ove si scrive dell'amicizia tra i coniugi Pallavicino e Garibaldi e una rarissima foto che li ritrae.Felice visione e ottima lettura!gianni tramaglino
Mentre i Franco-Piemontesi si contendevano
palmo a palmo il terreno attorno alle cascine
Vaglio e Raccagna, poco lontano, il Marchese
Giorgio Pallavicino Trivulzio, l’ormai anziano
martire dello Spielberg, dall’alto di Genestrello, dove
si era ritirato nella villa che fu dei marchesi Lonati,
raggiante per quanto stava vedendo consumarsi nella
pianura, scriverà: “Io ringrazio la fatalità che ha voluto
che nel mio podere di Genestrello incominciasse
ad avverarsi il mio sogno d’oro”.
Il Pallavicino, figlio della più cospicua aristocrazia
milanese con dimora da nobile degna del suo rango
in San Babila, nel 1855 aveva acquistato all’asta pubblica
dall’Ospedale Maggiore di Milano, erede a sua
volta di Donna Camilla Lonati Besozzi Figliodoni,
quel tenimento agricolo circoscritto fra Genestrello,
Cadé, Sant’Antonino e Mondondone.
Il Conte Antonio Cavagna Sangiuliani descrive quella
proprietà come “costituita da pertiche censuarie milanesi
1.711, con un estimo di 6.900 scudi, insieme
ad un tenimento di pertiche 1.149 censito scudi
3.045 a Torrazza e Sant’Antonino”.
La formavano le più belle collinette della prima orlatura
pedemontana che costeggia la via Romera,
estremamente dolci nell’ondulazione quanto opulente
per i prodotti agricoli che le sue zolle elargivano,
prima di tutto l’uva da vino.
L’acquisto fu però effettuato dal Pallavicino, più che
per la fertilità del suolo, per la sua privilegiata
posizione logistica, al di qua del Po,
quindi fuori dal dominio austriaco e, contemporaneamente,
ad un tiro di schioppo
dal confine del Gravellone, località pullulante
di cospiratori che tenevano i contatti
con i patrioti milanesi e pavesi.
OLTREPO, PRIVILEGIATO
OSSERVATORIO
Con il nostro Personaggio, in quegli anni
in attesa della seconda guerra di indipendenza,
altre distinte famiglie liberali avevano
acquistato proprietà agrarie nell’Oltrepò,
privilegiato osservatorio di quanto accadeva
in Lombardia e luogo di rifugio sicuro
in caso di pericolo: Emilio Marozzi a
Mairano di Casteggio, Giacomo Griziotti
alla Torre di Monteceresino di Santa Giuletta
ed Agostino Depretis a Cascina Bella
di Bressana d’Argine.
Amico di Garibaldi, Giorgio Pallavicino
Trivulzio nel 1860 fu a Napoli quale Profittatore,
dal condottiero chiamato con insistenza:
“ Mio caro amico venite, Io e l’Italia
abbiamo bisogno di Voi e senza dilazione
..”. Il legame tra i due non si allentò anche
negli anni seguenti e portò Garibaldi,
per ben due volte, a Genestrello: la prima
il 25 aprile 1861 e la seconda nel 1866.
Una sbiadita fotografia del 1866, scattata dal fotografo
Carlo Carelli di Voghera, lo mostra, circondato da
garibaldini, davanti alla cancellata d’ingresso della
grande villa di Genestrello con il Pallavicino e la di
lui moglie Anna Koppmann.
A lei così scriveva poi il Generale dopo la prima visita:
“Anna mia carissima. Desidero che questa Vi trovi
ancora nella cara vostra dimora di Genestrello, ch’io
ricordo con emozione e che bramerei di rivisitare se
certa fatalità mi tenesse lontano dal continente”.
UNA MANTELLA DIMENTICATA
E, come desiderava, tornò dunque dai due cari amici
a Genestrello, vi pernottò al primo piano, in una camera
dell’ala del palazzo che prese il nome di “ala
Garibaldi”: una stanzetta conservata intatta, con il
letto a gondola dove riposò e dove lasciò a ricordo
la sua tipica mantella.
Si confondeva Don Luigi Orione, oggi Santo, quando
ricordava che, avendo il padre garibaldino, da Pontecurone,
ogni anno, veniva qui in pellegrinaggio “per
vedervi” le braghe del generale. Si confondeva perché
l’illustre ospite non vi lasciò certo i pantaloni
ma solo la mantella.
Parecchie furono le lettere che intercalarono l’amicizia
fra i Pallavicino e l’Eroe dei due Mondi.
L’8 gennaio 1863 dalla selvaggia Caprera scrive: “Anna
carissima, le vostre lettere da San Fiorano mi
giunsero oggi. Mi duole tantissimo dell’incomodo di
Giorgio. Spero questa lo troverà ristabilito. Scrissi a
lui per alcuni magliuoli (marze) di Ginestrelli. Sono
un vero sfacciato, colpa l’immensa bontà vostra. Non
dispero però di offrirvi qui un giorno dell’uva Ginestro-
Caprera. Fossi tanto felice!”.
Garibaldi era però destinato ad uscir sconfitto da
questa sua battaglia nelle vesti di viticoltore. Colpa il
suolo sterile e roccioso della sua isola, come ci confermano
altre lettere di alcuni anni dopo in cui ringrazia
nuovamente gli amici per la fornitura di vino
di Genestrello: “Tutti in questa casa vi salutano caramente
ed io vi ringrazio per il prezioso vino di Genestrello”.
Ed ancora: “Anna amatissima, ho la vostra
del 2 e mi pervennero la vostra antecedente e quelle
di Giorgio, siccome l’eccellente Ginestrello”.
Ritornando per l’ultima volta in quella villa, a lui tanto
cara, nella primavera del 1878, Giorgio Pallavicino,
un uomo a cui la vita aveva regalato tante rughe
quanti gli anni della lunga vita vissuta, vi morirà nella
giornata dal 4 agosto, quasi francescanamente, in
una cameretta spoglia che di poco si discostava dall’ambiente
della cella dello Spielberg che lo aveva
visto patire.
DA GARIBALDI A TORREVILLA
Ma tornando “a bomba” come si usa dire, riprendiamo
quanto detto circa i luoghi a cui si estendeva il
Podere dei Pallavicino.
Buona parte del podere era nel torrazzese e si spingeva
a confinare con la zona del Maresco e di Riccagioia,
dove un fondo detto “vigna Cavour” , dal soprannome
di Luigi Girani che lo possedette fino alla
fine dell’’800, collocata sul declivio che degrada verso
Valle Schizzola, era pure occupato da una casa rustica
sul cui tetto faceva bella e solenne mostra, sino
a non molti anni or sono, un busto in terra cotta del
Generale Garibaldi.
Era una probabile rimembranza dell’Eroe, un ricordo
dei suoi soggiorni e forse di alcune sue passeggiate
tra i vigneti che ammantavano queste colline,
dando il braccio all’amica Anna Koppmann. E’ notoria
la sensibilità di Garibaldi verso il gentil sesso e
soprattutto per questa bella quanto forte donna ungherese
che, senza mezzi termini, non esitava ad
esprimere nelle sue lettere: “... Speranza mia …”.
Chissà, forse la pezza vitata, probabile fornitrice delle
marze di vite e del prezioso nettare di Bacco molto
gradito al Generale, potrebbe essere stata quella
adagiata sulla plaga che da Riccagioia scende a Genestrello,
dove gli attuali proprietari producono una
delicata quanto profumata uva da vino che Torrevilla
oggi trasforma in un vino brioso e godereccio, adatto
a far da “ruffiano” in qualsiasi liason amorosa. Ieri
come oggi. ■
Fabrizio Bernini
Storico
Mentre i Franco-Piemontesi si contendevano
palmo a palmo il terreno attorno alle cascine
Vaglio e Raccagna, poco lontano, il Marchese
Giorgio Pallavicino Trivulzio, l’ormai anziano
martire dello Spielberg, dall’alto di Genestrello, dove
si era ritirato nella villa che fu dei marchesi Lonati,
raggiante per quanto stava vedendo consumarsi nella
pianura, scriverà: “Io ringrazio la fatalità che ha voluto
che nel mio podere di Genestrello incominciasse
ad avverarsi il mio sogno d’oro”.
Il Pallavicino, figlio della più cospicua aristocrazia
milanese con dimora da nobile degna del suo rango
in San Babila, nel 1855 aveva acquistato all’asta pubblica
dall’Ospedale Maggiore di Milano, erede a sua
volta di Donna Camilla Lonati Besozzi Figliodoni,
quel tenimento agricolo circoscritto fra Genestrello,
Cadé, Sant’Antonino e Mondondone.
Il Conte Antonio Cavagna Sangiuliani descrive quella
proprietà come “costituita da pertiche censuarie milanesi
1.711, con un estimo di 6.900 scudi, insieme
ad un tenimento di pertiche 1.149 censito scudi
3.045 a Torrazza e Sant’Antonino”.
La formavano le più belle collinette della prima orlatura
pedemontana che costeggia la via Romera,
estremamente dolci nell’ondulazione quanto opulente
per i prodotti agricoli che le sue zolle elargivano,
prima di tutto l’uva da vino.
L’acquisto fu però effettuato dal Pallavicino, più che
per la fertilità del suolo, per la sua privilegiata
posizione logistica, al di qua del Po,
quindi fuori dal dominio austriaco e, contemporaneamente,
ad un tiro di schioppo
dal confine del Gravellone, località pullulante
di cospiratori che tenevano i contatti
con i patrioti milanesi e pavesi.
OLTREPO, PRIVILEGIATO
OSSERVATORIO
Con il nostro Personaggio, in quegli anni
in attesa della seconda guerra di indipendenza,
altre distinte famiglie liberali avevano
acquistato proprietà agrarie nell’Oltrepò,
privilegiato osservatorio di quanto accadeva
in Lombardia e luogo di rifugio sicuro
in caso di pericolo: Emilio Marozzi a
Mairano di Casteggio, Giacomo Griziotti
alla Torre di Monteceresino di Santa Giuletta
ed Agostino Depretis a Cascina Bella
di Bressana d’Argine.
Amico di Garibaldi, Giorgio Pallavicino
Trivulzio nel 1860 fu a Napoli quale Profittatore,
dal condottiero chiamato con insistenza:
“ Mio caro amico venite, Io e l’Italia
abbiamo bisogno di Voi e senza dilazione
..”. Il legame tra i due non si allentò anche
negli anni seguenti e portò Garibaldi,
per ben due volte, a Genestrello: la prima
il 25 aprile 1861 e la seconda nel 1866.
Una sbiadita fotografia del 1866, scattata dal fotografo
Carlo Carelli di Voghera, lo mostra, circondato da
garibaldini, davanti alla cancellata d’ingresso della
grande villa di Genestrello con il Pallavicino e la di
lui moglie Anna Koppmann.
A lei così scriveva poi il Generale dopo la prima visita:
“Anna mia carissima. Desidero che questa Vi trovi
ancora nella cara vostra dimora di Genestrello, ch’io
ricordo con emozione e che bramerei di rivisitare se
certa fatalità mi tenesse lontano dal continente”.
UNA MANTELLA DIMENTICATA
E, come desiderava, tornò dunque dai due cari amici
a Genestrello, vi pernottò al primo piano, in una camera
dell’ala del palazzo che prese il nome di “ala
Garibaldi”: una stanzetta conservata intatta, con il
letto a gondola dove riposò e dove lasciò a ricordo
la sua tipica mantella.
Si confondeva Don Luigi Orione, oggi Santo, quando
ricordava che, avendo il padre garibaldino, da Pontecurone,
ogni anno, veniva qui in pellegrinaggio “per
vedervi” le braghe del generale. Si confondeva perché
l’illustre ospite non vi lasciò certo i pantaloni
ma solo la mantella.
Parecchie furono le lettere che intercalarono l’amicizia
fra i Pallavicino e l’Eroe dei due Mondi.
L’8 gennaio 1863 dalla selvaggia Caprera scrive: “Anna
carissima, le vostre lettere da San Fiorano mi
giunsero oggi. Mi duole tantissimo dell’incomodo di
Giorgio. Spero questa lo troverà ristabilito. Scrissi a
lui per alcuni magliuoli (marze) di Ginestrelli. Sono
un vero sfacciato, colpa l’immensa bontà vostra. Non
dispero però di offrirvi qui un giorno dell’uva Ginestro-
Caprera. Fossi tanto felice!”.
Garibaldi era però destinato ad uscir sconfitto da
questa sua battaglia nelle vesti di viticoltore. Colpa il
suolo sterile e roccioso della sua isola, come ci confermano
altre lettere di alcuni anni dopo in cui ringrazia
nuovamente gli amici per la fornitura di vino
di Genestrello: “Tutti in questa casa vi salutano caramente
ed io vi ringrazio per il prezioso vino di Genestrello”.
Ed ancora: “Anna amatissima, ho la vostra
del 2 e mi pervennero la vostra antecedente e quelle
di Giorgio, siccome l’eccellente Ginestrello”.
Ritornando per l’ultima volta in quella villa, a lui tanto
cara, nella primavera del 1878, Giorgio Pallavicino,
un uomo a cui la vita aveva regalato tante rughe
quanti gli anni della lunga vita vissuta, vi morirà nella
giornata dal 4 agosto, quasi francescanamente, in
una cameretta spoglia che di poco si discostava dall’ambiente
della cella dello Spielberg che lo aveva
visto patire.
DA GARIBALDI A TORREVILLA
Ma tornando “a bomba” come si usa dire, riprendiamo
quanto detto circa i luoghi a cui si estendeva il
Podere dei Pallavicino.
Buona parte del podere era nel torrazzese e si spingeva
a confinare con la zona del Maresco e di Riccagioia,
dove un fondo detto “vigna Cavour” , dal soprannome
di Luigi Girani che lo possedette fino alla
fine dell’’800, collocata sul declivio che degrada verso
Valle Schizzola, era pure occupato da una casa rustica
sul cui tetto faceva bella e solenne mostra, sino
a non molti anni or sono, un busto in terra cotta del
Generale Garibaldi.
Era una probabile rimembranza dell’Eroe, un ricordo
dei suoi soggiorni e forse di alcune sue passeggiate
tra i vigneti che ammantavano queste colline,
dando il braccio all’amica Anna Koppmann. E’ notoria
la sensibilità di Garibaldi verso il gentil sesso e
soprattutto per questa bella quanto forte donna ungherese
che, senza mezzi termini, non esitava ad
esprimere nelle sue lettere: “... Speranza mia …”.
Chissà, forse la pezza vitata, probabile fornitrice delle
marze di vite e del prezioso nettare di Bacco molto
gradito al Generale, potrebbe essere stata quella
adagiata sulla plaga che da Riccagioia scende a Genestrello,
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Re: Una busta stratosferica!
Cari amici napoletani...il nostro viaggio continua con una spettacolare e rarissima lettera! . Ecco come chiosa l'esperto estensore del lotto in asta :lettera da Rodi del 30.1.1860 per Napoli,affrancata con 2 grana I tavola rosso brunastro (5c) ,recante al verso una bellissima impronta del rarissimo timbro ovoidale con ornato di Rodi (p. R2 ),eccezionalmente ben impresso.accompagnato al recto dal c.s. di San Severo in rosso.Di grande rarità e bellezza. Annoto che la certificazione è del perito Giorgio Colla . Ancora una volta ...felice belvedere e ...a seguire....un lieto a voi continuare!gianni tramaglino
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Re: Una busta stratosferica!
Cari amici napoletani... continuiamo con una lettera che "racconta" degli inizi dei nostri amati francobolli borbonici ! . Ecco quanto evinciamo leggendo :lettera da Rosarno per Napoli affrancata co 2 grana rosa lillaceo (5a) il 2 gennaio 1858,PRIMO GIORNO D'USO (al verso timbro d'arrivo a Napoli del 3 gennaio)dei francobolli del Regno di Napoli.Grande rarità,eccezionalmente fresca e ben conservat. l Annoto che la certificazione ,per esteso, è del perito Giorgio Colla . Ancora una volta ...felice belvedere e ...a seguire....un lieto a voi continuare!gianni tramaglino
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- gianni tramaglino
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Re: Una busta stratosferica!
Cari amici napoletani... continuiamo con una lettera "piena" di due grana proveniente dalla celebre collezione filatelica Ignazio Mormino ! . Ecco quanto possiamo leggere dallo scritto del dotto estensore : rosa chiaro (numero 5 ) due belle strisce orizzontali di 5 ,annullate in cartella su bella assicurata da MONTEPARANO a Napoli.Pezzo molto interessante e raro . Annoto che la lettera è plurifirmata. Ancora una volta ...felice belvedere e ...a seguire....un lieto a voi continuare!gianni tramaglino
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