Ora vediamo cosa combinavano, nel frattempo, le armate bianche, visto che l’Ucraina, svanito l’appoggio tedesco, non aveva grosse possibilità di dire la sua, e si limitò ad essere teatro dei combattimenti. Facciamo, ovviamente, un passo indietro.
Dopo la rivoluzione russa, alcuni ufficiali antibolscevichi fuggirono a sud; in particolare, le basi dell’esercito volontario furono gettate da Michail Vasil'evič Alekseev e da Lavr Georgievič Kornilov.
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Entrambi ufficiali di carriera, coinvolti nel governo provvisorio dopo la rivoluzione di febbraio ma ostili ai bolscevichi che presero il potere dopo la rivoluzione d’ottobre, ripararono a Novocerkassk; in realtà tra i due non correva buon sangue, visto che il primo aveva tentato di arrestare il secondo, in occasione di un suo tentativo di colpo di stato, ai tempi del governo Kerenski, e questo rischiò di spaccare sul nascere il movimento; le divergenze furono comunque superate, e Alekseev prese in carico la gestione politica e finanziaria del movimento, lasciando a Kornilov il comando militare. Kornilov fu però ucciso da agenti bolscevichi nell’aprile del 1918, e a questo punto lo stesso Alekseev prese le redini dell’esercito, salvo poi lasciarle nuovamente ad un altro comandante per dedicarsi ancora alla gestione politica; ebbe però un fatale attacco di cuore a Ekaterinodar in settembre.
A questo punto entra definitivamente in scena Anton Ivanovič Denikin, colui che prese il comando dell’esercito e successivamente quello dell’intero movimento.
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Denikin nacque nel 1872 in quello che oggi è territorio polacco; studiò all’Accademia militare di Kiev e combatté nella guerra russo-giapponese del 1905. Allo scoppio della prima guerra mondiale a Denikin venne affidato il distretto militare di Kiev. Nel 1916 gli fu affidato un ruolo operativo e condusse perciò le sue truppe fino in Romania, nell’ultima compagna vittoriosa per la Russia: l’offensiva Brusilov.
Alla guida dell'Esercito dei Volontari, Denikin iniziò un’offensiva che lo portò ad entrare profondamente nel territorio russo; sembrava che le armate bianche potessero avere successo, ma l’Armata Rossa, al comando di Lev Trotzkij, diede vita ad una controffensiva e nell’ottobre del 1919 a Orël, 400 km a sud di Mosca, ebbe luogo la battaglia decisiva che vide la vittoria dei bolscevichi.
L’esercito di Denikin iniziò una ritirata verso la Crimea, ove giunse nel marzo del 1920. Aspramente criticato anche per l’atteggiamento verso le popolazioni considerate “nemiche” (tra cui gli ebrei, massacrati a migliaia), si dimise nell’aprile del 1920, e si recò in esilio in Francia da dove continuò ad opporsi al regime sovietico. In seguito allo scoppio della seconda guerra mondiale Denikin fu costretto a lasciare Parigi occupata dai nazisti ma venne presto catturato.
Dopo la fine della guerra, nel 1945, Denikin emigrò negli Stati Uniti, dove morì nel 1947.
Il nome del generale Denikin è naturalmente noto ai filatelisti perché abbinato ad una serie, preparata per l’esercito del sud. Composta di 11 valori (5 monocolori e di dimensioni più piccole per i valori fino al rublo escluso, e 6 bicolori e di dimensioni maggiori per i valori superiori) raffigura (abbastanza ovviamente) San Giorgio che uccide il drago, e riporta la dicitura “Edinaja Rossija” (Russia Unita); fu stampata a Ekaterinodar ed utilizzata nei territori occupati dall’Esercito dei Volontari.
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Esiste però, di questa serie, una seconda versione, dall’origine abbastanza incerta; alle volte viene presentata come un “saggio”, ma francamente è talmente simile alla prima che non è chiaro per quale motivo sarebbe stata realizzata, altre volte viene presentata come emissione di propaganda. Ho letto (per modo di dire, vista la mia conoscenza del russo ed il funzionamento dei traduttori automatici) un interessante articolo di un esperto russo che elencava pro e contro di tutte le ipotesi; l’unica cosa che mi è rimasta chiara è che non si tratta di una “ristampa” dei valori della serie “ufficiale” ma di una nuova emissione.
Oltre alle “rosette” al posto dei valori nei circoletti laterali, e ai colori cambiati, vi sono infatti altre differenze nel disegno, da dettagli dei fregi (guardate ad esempio le “foglie” nell’angolo in alto a destra) ai caratteri utilizzati, che dimostrano che tale serie sia stata realizzata separatamente dalla prima. Visti i valori facciali, si può facilmente che sia stata successiva, quando l’inflazione cominciava a farsi sentire.
Quale che sia la sua origine, ecco la serie completa:
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Prima, però, che la serie prodotta da Denikin vedesse la luce, nelle aree controllate dall’esercito dei volontari vi furono, nel periodo, altre emissioni.
Una ebbe luogo a Sebastopoli, in Crimea; l’ennesima soprastampa di un francobollo russo con il nuovo valore (noterete che i 35 e 70 k appaiono spesso, credo – ma non ho approfondito – che fossero legati alle tariffe dell’Esercito dei Volontari):
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Poi in Crimea fu emesso un francobollo utilizzabile anche come moneta (e, stando all’iscrizione, persino come fiscale), e pertanto stampato su cartoncino (come fatto anche negli ultimi anni dell’impero zarista) e non gommato, con la dicitura “Governo Regionale di Crimea”:
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Sempre dello stesso periodo è un’altra emissione, prodotta a Mariupol (città del sudest ucraino sul mar d’Azov); stavolta a ricevere debita soprastampa furono due francobolli dell’Ucraina. Essendo la soprastampa in copechi, è chiaro che non derivava dal governo ucraino...
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Infine, un’altra emissione riconducibile allo stesso periodo e alla stessa area, pur se con ogni probabilità di origine privata, è quella che vede ancora una volta soprastampato un francobollo ucraino, con la dicitura “Russia Sud”.
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