Di alcuni dei personaggi ''ricercati'', si trova sporadica traccia nelle annotazioni editoriali di repertori bibliografici. G.F. Hummel - ad esempio - compare come litografo a Torino in pubblicazioni di meta' Ottocento e, piu' spesso, come disegnatore di illustrazioni e tavole di libri stampati da altri tipografi.
Di Geoges Seguin, tipografo a Parigi ed ex tipografo di Napoli non ho trovato nulla se non il fatto che una famiglia di importanti tipografi con questo cognome era attiva a Lione a fine settecento.
Qualcosina di piu' di Luigi Ronchi di Milano: in repertori bibliografici compare nella seconda meta' dell'Ottocento l'intestazione di ''R.Stabilimento Litografico Luigi Ronchi e tipografia degl'ingegneri''. Da quello che potuto vedere produceva stampe, carte e guide ma poi divenne anche editore e nel 1848 fu attivo con pubblicazioni patriottiche e risorgimentali incluse memorie sulle 5 giornate.
saggio Pavesi descritto come una grande rarità che in qualche altra precedente asta avevo già visto
saggio Trombetta descritto come rarissimo .... mai visto prima d'ora ... notare il particolare .... della grattatura diretta dalla gessatura della prova....
SAGGIO TROMBETTA E PAVESI.jpg
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Maurizio
"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?" "È un conto facilissimo, rispose la Volpe, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti." "Oh che bella cosa!" gridò Pinocchio, ballando dall'allegrezza.
Il Pavesi lo conoscevo già, l'altro è misteriosamente saltato fuori non si sa da dove.
Sono molto curioso di leggere il certificato Diena che l'accompagna.
Prova a richiederlo Maurizio.
Personalmente ho molti dubbi sia sull'uno che sull'altro.
Sul numero appena uscito di Storie di Posta, rivista edita dall' ''Unificato'', Michele Caso ha pubblicato un interessante saggio sulla ''discussa paternita' della serie de la Rue'' (allo studio ha dato un contributo tecnico anche il nostro ''mikonap''). Leggendolo ho scoperto (a riprova della mia profonda ignoranza) che Claude (o Claudio) Perrin nella sua litografia torinese provvide dal 1866 a stampare anche tre importanti tipologie di marche fiscali: le marche per gli atti amministrativi, le marche di riscontro per la tassa di registro (che arrivavano alla cifra nominale, assai cospicua per l'epoca, di 5000 lire) e le bizzarre marche per le province venete in doppia valuta (italiana ed austriaca) che molti anni fa talvolta venivano spacciate per francobolli.
cirneco giuseppe ha scritto:Il Pavesi lo conoscevo già, l'altro è misteriosamente saltato fuori non si sa da dove.
Sono molto curioso di leggere il certificato Diena che l'accompagna.
Prova a richiederlo Maurizio.
Personalmente ho molti dubbi sia sull'uno che sull'altro.
Concordo pienamente sui dubbi.
Il Matraire avrebbe saputo fare di meglio e la De La Rue disponeva di macchinari e tecnologia decisamente avanzati, per cui pensare di acquisire il contratto o subentrare agli inglesi presentandosi con quegli "sgorbi" non credo che avrebbe deposto a loro favore.
Revised by Lucky Boldrini - June 2017
Costantino
-------------------------------------------------
nos exaequat victoria caelo