La fabrication des types "Groupe" - Dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Forum di discussione sulle emissioni e la storia postale del Regno d'Italia e del periodo di luogotenenza.

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La fabrication des types "Groupe" - Dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da maupoz »

Ciao: Ciao:

apro qui questo argomento e non in area francese come potrebbe essere, visto il tema trattato

mi è capitato di rileggere un articolo pubblicato in rete che riguarda i francobolli delle colonie francesi
e la tecnica della loro stampa

credo sia interessante per darci un'idea della produzione in tipografia

inizio con le prime 9 pagine (non tutte in una volta!)

ho lasciato il testo originale in francese ... se qualcuno ha diverse traduzioni significative .... non ha che dirlo!

alla fine allegherò anche in formato PDf che mi pare più leggibile


pagina 1.jpg



pagina 2.jpg

pagina 3.jpg

pagina 4.jpg


pagina 5.jpg


... continua.......
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Maurizio

"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?"
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da maupoz »

Ciao:

riprendo e riepilogo

ricordo che le frecce rosse ci danno il senso diritto o rovescio della varie fasi di lavorazione

dal singolo si arriva ai multipli!

dal punzone in acciaio (rovescio) si sono ricavati tanti (18) piombi (diritti) quanti i valori da emettere ma senza cifra del valore

i singoli piombi con il trattamento galvanoplastico diventano rami (rovesci) e inviati all'incisore per completarli con la cifra del singolo valore

ecco i singoli rami (.... rametti :-)) :-)) ) dei valori, da 1 a 75 centesimi, poi 1 - 2 e 5 franchi


pagina 6.jpg


ora un passaggio che non mi sarei aspettato :mmm: :mmm:


dai singoli rami (rovesci) si battono (coniano) altri 50 piombi (diritti) per ciascun valore

per formare 2 quadri da 25 multipli (5 file da 5)

ricordo che questi francobolli sono in fogli da 150 x 2 (150 il foglio di vendita)



da un altro bagno galvanico di questi 50 piombi (diritti) si ottiene una "conchiglia" di rame di 50 (rovesci)


questo è il galvano (il "nostro" rame) maestro


questa diventa la matrice "madre" di tutti i multipli

non servirà per la stampa ma per duplicare con l'utilizzo di guttaperga (diritti) ed altro bagno galvanico

altri galvani/rami detti di servizio (rovesci), esattamente uguali al galvano maestro

pagina 7.jpg


pagina 8.jpg

ecco quindi il procedimento .... dal pezzo di bosso al francobollo stampato


credo il processo simile per buona parte a quello utilizzato per le emissioni De La Rue

vedrò di fare delle comparazioni anche se il materiale "inglese" da studiare non è che sia molto disponibile


un altro dato sul quale vorrei attirare la vostra (paziente) attenzione è quando si scrive

Le galvano de service est une copie “parfaite” du galvano maître; un galvano de service est capable d’imprimer jusqu’à 250.000 feuilles.

Il galvano “di servizio” è una copia perfetta di quello maestro; un galvano di servizio è in grado di stampare fino a 250.000 fogli.


pagina 9 a.jpg

Ciao: Ciao:

continuerà......
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maupoz
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da maupoz »

Ciao: Ciao:

alcuni aspetti della fabbrica e della macchina per la gommatura dei francobolli


La produzione dei francobolli del tipo “groupe” ebbe luogo per quasi 15 anni, dalla fine del 1892 fino al 1907.

Nel 1892, l’officina dei francobolli di Francia e delle colonie è a Parigi, via Hautevillepoi nel 1895 è trasferita in viale Brune.

In questa nuova officina, la fabbricazione dei francobolli postali occupava, da sola, un edificio di circa 3.000 metri quadrati.

Il personale era composto da 190 uomini e 60 donne, con una giornata lavorativa di 8 ore (che nel 1900 era un privilegio).
L’attrezzatura comprendeva 28 macchine da stampa, 3 grandi macchine per la gommatura e 60 macchine di usi diversi.
La maggior parte di queste macchine era azionata dal vapore.


atelier du timbre 1895.jpg



In origine, ben prima di francobolli di cui stiamo trattando, la gommatura dei fogli era eseguita a mano.
Gli operai, spalmavano il retro dei fogli di gomma arabica e li mettevano ad asciugare su vassoi impilati su scaffalature su ruote che venivano messe nella parte della fabbrica che era riscaldata da un calorifero (chauffé par un calorifère). Questa operazione era lunga e richiedeva tanto personale.

Nel luglio 1880 il caposquadra, il signor Gaumel, mise in servizio una prima macchina gommatrice che permetteva ad un operatore di gommare la superficie del foglio di stampa in una sola operazione, invece l'essiccazione dei fogli era eseguita come in precedenza
In termini di prestazioni la macchina di gommatura depositava sui fogli da 300 francobolli uno strato di 5,5 grammi di gomma arabica (allora chiamata gomma del Senegal, la sostanza originale è la resina dell’acacia Senegal).
Un sistema di viti di pressione permetteva di regolare la macchina in modo che lo strato di gomma era mantenuto costante durante tutte le operazioni. La macchina gommava 1.000 fogli all'ora. Tre volte al giorno si pesavano 10 fogli prima e dopo la gommatura per verificare la regolarità dei depositi ed eventualmente regolare il passo delle viti.

Intorno al 1895, il signor Gaumel ebbe l'idea di fare una macchina che realizzava le operazioni di gommatura e asciugatura con un minimo di tempo e di personale.
In effetti, la macchina richiedeva un solo operaio alimentatore che introduceva i fogli da gommare nella macchina e due apprendisti che alla fine ricevevano i fogli gommati, asciutti e tagliati.

Tralascio la descrizione del funzionamento della macchina ma ne mostro alcune illustrazioni.



Il macchinario visto dalla parte iniziale, di introduzione dei fogli

machine GAUMEL 1.jpg


una cartolina dello stesso lato della macchina

machine GAUMEL 2.jpg

salto al finale ….
Al termine delle operazioni di gommatura ed asciugatura, al loro arrivo alla fine del macchinario i fogli da 300 francobolli erano tagliati da una cesoia circolare, divisi in due mezzi fogli di 150 francobolli ciascuno e finivano nelle mani di due apprendisti che dovevano guidarli a formare delle pile regolari


la macchina vista dal lato dell'uscita dei fogli

Photo de la machine Gaumel prise entre les deux guerres.
.
machine GAUMEL 3.jpg


e non credo necessiti la traduzione di ................"Vous noterez la jeunesse des « apprentis "

machine GAUMEL 4 apprendisti.jpg

Ciao: Ciao:
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marco castelli
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da marco castelli »

Sei un grande Maurizio :clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap:

Me lo sono letto e salvato con molto diletto. Se hai tralasciato qualche parte ti prego di integrare.
E' molto interessante.

Grazie,

Marco
Marco Castelli
Colleziono i colori della IV emissione del Regno di Sardegna,
le affrancature miste con francobolli Matraire,
...e da poco anche Toscana, Napoli, Lombardo Veneto.
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mikonap
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da mikonap »

:clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap: :clap:
:evvai: ;) :D

Anche qui ci sono due fasi in cui si possono generare anomalie in specifiche posizioni del foglio - varietà di riporto
fase 1 - Galvano maestro - la varietà sarà presente su tutta la produzione
fase 2 - Galvano di servizio - la varietà sarà presento solo sui 250.000 fogli prodotti dal singolo galvano

Sarà interessante capire quanto la procedura dei tipografici italiani dell'800 e d'inizio '900 è simile a quella descritta per i francesi
:pea:
Ciao: michele
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maupoz
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da maupoz »

mikonap ha scritto:
Sarà interessante capire quanto la procedura dei tipografici italiani dell'800 e d'inizio '900 è simile a quella descritta per i francesi

Ciao: michele
Michele Ciao: Ciao:


ho trovato un altro articolo , sempre sui metodi in uso in Francia, più semplice ma forse più dettagliato sulla realizzazione delle tavole da stampa .... che però devo ancora tradurre

però, nel frattempo, mi sono divertito a ricostruire ("pasticciare") il metodo che finora ho tratto dall'articolo sui francobolli delle colonie francesi fin qui pubblicato

spero di non aver fatto castronerie (per la fretta di pubblicarlo :OOO: :OOO: )

rami 1 - 2 - 3.jpg

rami 4 - 5 - 6.jpg

rami 7 - 8.jpg


rami 9.jpg




questo ci può aiutare a capire .... il metodo de La Rue :mmm: :mmm:


credo di sì ... ma non tutti i passaggi sono uguali


Ciao: Ciao:
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mikonap
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da mikonap »

maupoz ha scritto:
questo ci può aiutare a capire .... il metodo de La Rue :mmm: :mmm:
credo di sì ... ma non tutti i passaggi sono uguali

Ciao: Ciao:
Ciao: Ciao: tutto questo è molto più complesso di quello che avevo immaginato e mi fa intuire alcuni punti del processo tipografico per la preparazione dei rami che per me erano oscuri.

Mentre per i De la Rue e per gli Umberto, ogni valore aveva impronte diverse, e quindi un processo conio->piombi->rame era un processo ancora possibile, per quelli d'inizio novecento c'era la perplessità, almeno per me, per i serie come i Michetti con il volto a sinistra, che fosse necessario, a partire da un punzone comune, incidere un conio in acciaio per ogni valore.

Il procedimento, ben descritto nella documentazione che ci hai mostrato :clap: :clap: :clap: , ci fa comprendere che valori diversi della stessa impronta, potevano essere generati modellando il rame derivato da un conio e da piombi senza cifra. Si cesellava la sottile conchiglia di rame e non si doveva incidere un conio d'acciaio su cui l'effige era stata punzonata.

La necessità, in particolare per francesi ed inglesi, di produrre valori con la gran parte dell'impronta in comune ma con cifre diverse e per molte colonie, deve aver fatto rielaborare, a fine ottocento, il principio generale che ad ogni valore corrispondeva un conio in acciaio.

Per la genesi delle varietà di riporto, rimangono comunque due fasi in cui queste si potevano generare:
1 - piombi -> rami maestri (nell'esempio 50 posizioni)
2 - guttaperca -> rami di servizio (nell'esempio 300 posizioni)

Nell'esempio dei valori francesi che presenti per ogni nuovo rame di servizio avremmo avuto nel foglio di 300 esempari stampato:
6 eventuali varietà di posizione presenti nel rame maestro ed 1 sola varietà per una specifica posizione derivante da un anomalia nel rame di servizio.

Tenendo conto che le varietà di prima fase si trovano anche nei rami precedenti e successivi prodotti dalla stesso rame maetro, saranno certamente meno rare di quelle generate in seconda fase.

In sintesi dovremmo aspettarci:
- una procedura di realizzazione semplificata nel caso di serie con valori che hanno decori delle impronte diverse (punzone->conio in acciaio->piombi->rame) per es. De la Rue - Umberto - Floreale

- una procedura simile a quella da te descritta (conio->piombo->rame cesellato->piombo->rami maestri->guttaperca->rami di servizio) per es. Michetti a sinistra.

Grazie Maurizio ottimo lavoro :evvai:
Ciao: michele
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maupoz
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da maupoz »

Ciao: Ciao:

Michele, hai centrato perfettamente la questione :clap: :clap:

ricordo a chi legge che sto esaminando i francobolli francesi perchè di questi ho trovato documentazione esaustiva sui metodi di produzione contrariamente al sistema utilizzato alla De La Rue

i francobolli delle colonie francesi (1892) sono effettivamente i più laboriosi da realizzare per le ragioni ben riassunte da Michele, vediamo allora come venivano realizzati i primi francobolli francesi , anzi, il primo ....

se avete la pazienza di seguire
io ho letto particolari molto interessanti che vedo di evidenziarvi

La Francia ha emesso il suo primo francobollo, il celebre Cérés da 20 centesimi, il 1° gennaio 1849.
Per una rapida messa in servizio del nuovo sistema di affrancatura della corrispondenza, l’amministrazione postale si era rivolta al signor Perkins, che aveva inciso il "one penny" inglese pochi anni prima. Egli domandò sei mesi di tempo per la fabbricazione dei francobolli e un prezzo ritenuto eccessivo (450.000F). La sua offerta venne rifiutata.

Nella fabbrica della zecca di Parigi, c'era uno specialista della riproduzione delle banconote con un procedimento tutto nuovo: il riporto galvanoplastico. Anatole Hulot diceva di avere un "nuovo processo" e non ne rivelava il metodo utilizzato. Il processo era molto recente (1837) e c'erano molte precauzioni da prendere nella sua attuazione.

Ceres e tasselli mobili.JPG
:moto: tasselli mobili per i valori diversi .......


Lo spessore delle parti incise era di circa 1 mm.
Il formato dell'incisione era di 29 x 24 mm (per un francobollo di 13 x 22 mm, il resto erano i margini), il suo spessore è di circa 11 mm.

L’incisione, con le sue due parti mobili, era posta su un bilancere monetario (pressa) per ottenere delle matrici in guttaperca od in piombo.
Il piombo utilizzato era di prima qualità e veniva preriscaldato.
La pressione necessaria per ottenere una riproduzione accurata nel piombo era di 600 kg / cmq.
I pezzi di piombo o di guttaperca, del formato dei francobolli erano chiamati “flans”.
La figura successiva mostra come si ottenevano i calchi di piombo, si metteva il flan dentro la virola in acciaio , a seguire il contro-conio e il colpo del bilancere schiacciava il flan che prendeva l’impronta del conio e le dimensioni esatte della virola, cioè poco più del francobollo.


flan e virole.JPG

I flan (i cubetti di piombo) erano poi collocati fianco a fianco su un marmo (rigorosamente su una superficie piana in acciaio) in 15 righe di 10 cubetti (per questa emissione si stampano di 150 francobolli ciascun foglio).

Su questo marmo, i flan erano messi al contrario (immagine da riprodurre con la faccia in giù, verso il marmo).

:moto: più avanti vedremo due ipotesi sui tête-bêche (teste rovesce)

Era necessario avere una superficie perfettamente piana dell’insieme della parte da riprodurre ma i flan non erano sempre esattamente lo stesso spessore.

D'altra parte, la parte posteriore dei cubetti di piombo permetteva di rendere meccanicamente solido tutto l’insieme.

Si collocava allora attorno ai 150 cubetti di piombo un telaio metallico con un’altezza superiore a quella dei cubetti.

Nonostante il serraggio dei cubetti nel telaio, non si poteva girare l’insieme che era troppo fragile.

Per unire tra loro tutti i cubetti di piombo, si riempiva il telaio metallico con una lega a bassa temperatura (94 gradi) composta dal 16% di stagno, 32% di piombo e 52% di bismuto.

Si riscaldava il tutto a 160°, la lega fondeva si metteva sull’insieme una soletta in ottone (spero di aver tradotto decentemente "on plaçait sur l’ensemble une semelle en laiton")

Con il raffreddamento, tutto era stato saldato.

GALVANOS metodo 2 pag. 1.JPG


Il passo successivo era la realizzazione del galvano in rame.

Ciao: Ciao:
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Maurizio

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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da maupoz »

.......il passo successivo era la realizzazione del galvano in rame (la "nostra" lastra di rame)


Per questo, si utilizzava l'elettrolisi (trasferimento di un metallo da un polo elettrico all'altro polo per il passaggio di una corrente elettrica continua in un bagno elettrolitico della stessa composizione del metallo da trasferire).

Anatole Hulot, ideatore del metodo, manteneva il segreto del suo processo.
Ma oggi possiamo dire cosa avveniva perché non c'era nessun altro metodo possibile, messo a parte degli additivi al bagno elettrolitico, delle tensioni della corrente adattate a questi additivi od altre variazioni minori.

Vediamo dunque come si procedeva.

La faccia in rilievo dei calchi in piombo (lato da riprodurre) era ricoperta con piombaggine (grafite, carbonio quasi puro). Questa operazione era stata destinata a facilitare la successiva separazione del rame che si depositava e del piombo.
Inoltre veniva migliorata la conducibilità dell’insieme.

L’insieme dei piombi, del telaio metallico e della lega a bassa fusione era immersa in un bagno elettrolitico di solfato di rame, poi collegato al polo negativo di una batteria (batteria Daniell, esistente dal 1831 poi batteria Bunsen dal 1843).
Il polo positivo è stato collegato ad una piastra di rame.
L'intensità di corrente era di circa 9 ampere e la durata dell'elettrolisi era da 10 a 15 giorni, a volte 3 settimane per spessori del rame dell'ordine di 2 mm. :moto:

Quando il deposito di rame era sufficiente, si toglieva l’insieme dal bagno e lo si immergeva in acqua bollente.
La lega a basso punto di fusione fondeva e quindi si potevano rimuovere i piombi e tenere solo il "guscio" sottile e fragile.

:moto:
Il guscio aveva i rilievi invertiti rispetto ai piombi e si trovava dunque nello stesso senso del punzone d’origine (cioè con l’immagine rovesciata che con il trasferimento sul foglio sarebbe ritornata diritta).

Il guscio era allora ripulito con l’ausilio di acido cloridrico e poi riscaldato su una piastra di ghisa.
Per irrigidire questo guscio che era ancora troppo fragile per essere usato per la stampa, si colava al suo interno una lega al 91% di piombo, 5% di antimonio e il 4% di stagno.

Il tutto, montato su un telaio, era pronto per la stampa tipografica sui torchi della zecca di Parigi.

GALVANOS metodo 2 pag. 2.JPG


...perchè nei fogli di francobolli francesi (e quindi nei rami e quindi nei piombi) ci sono teste rovesciate

.... mentre nei De La Rue non se ne conoscono??


... continua
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da mikonap »

Rami DLR.jpg
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da ingegné »

maupoz ha scritto: ...perchè nei fogli di francobolli francesi (e quindi nei rami e quindi nei piombi) ci sono teste rovesciate .... mentre nei De La Rue non se ne conoscono??
Perché i francesi sono latini, hanno un bel clima, sono romantici e distratti, mentre gli inglesi vivono in un paese dove piove sempre e quindi non hanno di meglio da fare che controllare scrupolosamente ogni composizione?

Oppure: i francesi, presaghi dell'avvenire della filatelia, hanno voluto regalarci i tête-bêche, mentre gli inglesi erano contrari al proliferare delle varietà?

Ultimo: i francesi erano impiegati statali e quindi se ne fregavano, mentre la De La Rue lavorava in appalto sotto lo stretto controllo di un funzionario piemontese e rischiava di vedersi rifiutati i fogli stampati o i rami spediti a Torino.
Quindi corresse gli errori che forse ci furono: dopotutto bastava immergere in acqua bollente l'insieme piombi-telaio-lega e rimontare il tutto prima del processo elettrolitico. E se proprio aveva già realizzato il rame e se ne accorgeva solo con la prova di stampa, tagliava il rettangolino del francobollo incriminato e lo capovolgeva.

Ho vinto qualche cosa?

Vittorio
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da mikonap »

Sto provando a verificare cosa significa quanto ci stiamo dicendo sulle caratteristiche di stampa dei francopolli tipo Sage (ovvero types Groupe) di cui Maurizio ci ha presentato le procedure di stampa.

Per la mia mania di acquistare grossi accumuli di Fb tipografici prodotti a cavanno tra '800 ed inizio '900, anche quando non li studio come nel caso di questi di area francese, ho diverse centinaia di esemplari di alcuni valori di questa serie in uso sul territorio nazionale.

In particolare sto classificando e catalogando per data il 15c che, come sanno i cultori dei francobbolli francesi del periodo, ha avuto diverse tiratura a partire dal 1877 e lo si ritrova con annulli sino al primo decennio del '900.

Sto notando degradi nella qualità delle impronte più tarde rispetto alle prime stampe, che possono far pensare che non solo i rami di servizio, ovvero quelli che materialmente servivano a stampare i Fb, ma anche i rami maestri, che servivano alla produzione dei rami di servizio, avevano nel tempo un'usura.

Di questo, appena avrò finito la classificazione e la selezione di esemplari con date leggibili e caratteristiche di stampa simili, potrò mostrarvi la variazione nel tempo.

Questo degrado non si riscontra nei DLR, come ben si può vedere nel 10c azzurro che confrontato con il 10c ocra-arancio-giallo, a mio giudizio ambedue realizzati con piombi direttamente ricavati dal conio, per cui la qualità dell'immagine non cambia.

Nel frattempo potete cominciare a verificare le caratteristiche di stampa della serie tipo Sage su questo sito che documenta questa serie http://aremorica.free.fr/len90iib/index.php. Ho trovato molte cose interessanti anche rispetto alle varietà di riporto. :lente:


Ciao: michele
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da maupoz »

ingegné ha scritto:
Ultimo: i francesi erano impiegati statali e quindi se ne fregavano, mentre la De La Rue lavorava in appalto sotto lo stretto controllo di un funzionario piemontese e rischiava di vedersi rifiutati i fogli stampati o i rami spediti a Torino.
Quindi corresse gli errori che forse ci furono: dopotutto bastava immergere in acqua bollente l'insieme piombi-telaio-lega e rimontare il tutto prima del processo elettrolitico. E se proprio aveva già realizzato il rame e se ne accorgeva solo con la prova di stampa, tagliava il rettangolino del francobollo incriminato e lo capovolgeva.

Ho vinto qualche cosa?

Vittorio
mentre Michele è impegnato nei confronti

.... sceso dal Frecciarossa (da Verona) .... un intervento .... veloce veloce


Vittorio,
stando all'articolo che sto traducendo (scritto da Bernard Remmerie, devo cercare l'anno di pubblicazione) , ci sono due ipotesi per la giustificazione di francobolli capovolti nelle tavole da stampa (chiamate testa rovescia).
Devo dire che la seconda mi ha stupito e mi lascia perplesso perchè i francobolli rovesciati non sono solo quelli francesi.

scrive nell'articolo

prima ipotesi

I galvani (rami) monoblocco erano costituiti da una serie di flans (cubetti di piombo) tenuti insieme da una lega a bassa fusione. Al fine di ottenere una superficie perfettamente piana, i cubetti erano collocati a faccia in giù su un marmo. L’addetto a questo lavoro non vedeva quindi che il retro dei piombi, anche se attento al suo compito, l’inversione di uno dei blocchetti di piombo non poteva attirare la sua attenzione.
Inoltre, poteva essere tentato di girare volontariamente un cubetto per sistemare dei difetti di parallelismo dello stesso.

L'operazione successiva rendeva solidale l’insieme ed era solo dopo questa operazione che si poteva girare la forma e scoprire l'errore. Per rimettere il flan nel giusto senso si sarebbe dovuto rifondere la lega a basso punto di fusione e rifare il montaggio dei piombi.
Dal momento che i francobolli ricavati dalle tavole erano destinati ad essere tagliati, non pareva necessario risistemare il flan invertito nel giusto senso, soprattutto se si considera il lavoro che era necessario.


seconda ipotesi

È curioso constatare che i francobolli capovolti nelle piastre sono sempre per le emissioni che richiedono molti galvanos.
A partire da tale constatazione possiamo avanzare la seconda ipotesi secondo la quale la testa rovescia sarebbe servita per identificare i galvanos.
Questo discreto monitoraggio potrebbe essere stato,ad esempio, per non utilizzare i galvanos che per rotazione perché la loro usura fosse la stessa.
Perché non aver messo questo punto di riferimento sempre nello stesso posto? In realtà, perché no!
Ed è vero notare per esempio che il 15c verde del 1850 è stato stampato utilizzando 2 galvanos uno dei quali aveva un testa-rovescia (posizione numero 90), per il 25 c blu, due galvanos ugualmente di cui uno con una testa- rovescia (posizione 131). eccetera

Il 20 c. del 1849 aveva tre teste rovesce nella prima tavola, una nella seconda tavola (n. 93) , una nella terza.
Perché non due nella seconda tavola per distinguerla dalla terza? E perché tre nella prima?
Inoltre, questa prima tavola era l'unica esistente al quel tempo. Perché mettere un segno di identificazione? eccetera
Il problema dell'esistenza delle teste rovesce rimane da risolvere.
Speriamo che un giorno degli archivi e dei documenti, sconosciuti fino ad ora, mettano tutti d'accordo.



mah! come ho già detto i francobolli capovolti si trovano anche in emissioni di altri Stati

considero che le tavole De La Rue non avevano questa necessità, erano già ben individuabili, per la numerazione positiva (in rettangolo) e negativa (in cerchio) ....... non avevano bisogno di teste rovesciate ......

..... anche perchè .... sai che guai ......rovesciare una testa reale (anzichè la "repubblicana" Ceres) ...... :uah: :uah: :uah:

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Maurizio

"Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?"
"È un conto facilissimo, rispose la Volpe, un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti."
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mikonap
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da mikonap »

maupoz ha scritto: ...


prima ipotesi

I galvani (rami) monoblocco erano costituiti da una serie di flans (cubetti di piombo) tenuti insieme da una lega a bassa fusione. Al fine di ottenere una superficie perfettamente piana, i cubetti erano collocati a faccia in giù su un marmo. L’addetto a questo lavoro non vedeva quindi che il retro dei piombi, anche se attento al suo compito, l’inversione di uno dei blocchetti di piombo non poteva attirare la sua attenzione.
Inoltre, poteva essere tentato di girare volontariamente un cubetto per sistemare dei difetti di parallelismo dello stesso.

L'operazione successiva rendeva solidale l’insieme ed era solo dopo questa operazione che si poteva girare la forma e scoprire l'errore. Per rimettere il flan nel giusto senso si sarebbe dovuto rifondere la lega a basso punto di fusione e rifare il montaggio dei piombi.
Dal momento che i francobolli ricavati dalle tavole erano destinati ad essere tagliati, non pareva necessario risistemare il flan invertito nel giusto senso, soprattutto se si considera il lavoro che era necessario.
...

..... anche perchè .... sai che guai ......rovesciare una testa reale (anzichè la "repubblicana" Ceres) ...... :uah: :uah: :uah:

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Coniare un cubetto di piombo aveva un procedimento simile al conio di una moneta: una pressa schiacciava un'immabine rovescia, incisa nell'acciaio temprato, sul metallo più duttile che riceveva un'immagine dritta.

Le monete hanno due facce (le classiche testa e croce) probabilmente i DLR coniavano i cubetti anche sulla seconda faccia (per esempio una freccia verso l'alto) e i francesi no. Siccome, per mantenere l'insieme, in piano, i piombi erano assemblati a testa in giù, chi aveva un segno sulla seconda faccia poteva corregere la posizione prima di saldare i piombi con lega a bassa temperatura di fusione, chi non l'aveva se ne accorgeva solo quando riggirava il blocco dei piombi assemblato.

Ciao: Ciao: michele
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ingegné
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da ingegné »

mikonap ha scritto:probabilmente i DLR coniavano i cubetti anche sulla seconda faccia (per esempio una freccia verso l'alto) e i francesi no. Siccome, per mantenere l'insieme, in piano, i piombi erano assemblati a testa in giù, chi aveva un segno sulla seconda faccia poteva corregere la posizione prima di saldare i piombi con lega a bassa temperatura di fusione, chi non l'aveva se ne accorgeva solo quando riggirava il blocco dei piombi assemblato.
Questa è la spiegazione "ingeneristica", la prima che ho pensato e che mi sembra la più verosimile: basta che il "contre poicon" abbia un disegno a rilievo ed ecco che il corretto posizionamento del "flan" può essere verificato anche quando sono a testa in giù.

Però l'altra sera mi andava di scherzare un po' per cui ho ipotizzato solo motivi che rispecchiassero più l'aspetto umano che quello tecnico, altrimenti mi avreste detto che "gli ingegneri non vivono, funzionano".

Non trovo invece plausibili entrambe le ipotesi avanzate da Bernard Remmerie:
  • Per riconoscere i galvani sarebbe stato più semplice e di facile lettura mettere un segno di riconoscimento nel telaio, così come i nostri "rami" sono distinti dal numero di tavola.
  • Non è verosimile che l’addetto alla preparazione dei galvani potesse "essere tentato di girare volontariamente un cubetto per sistemare dei difetti di parallelismo dello stesso" perchè i flani, punzonati all'interno della virola, erano dei parallelepipedi che potevano avere altezze diverse, ma la cui base rettangolare era necessariamente identica.
Sono quindi decisamente propenso a pensare che i tête-bêche francesi siano frutto di errori umani, così come quello del 1/2 bajocco del Pontificio e gli altri di varie epoche e Paesi.

Vittorio
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attalos
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da attalos »

maupoz ha scritto: considero che le tavole De La Rue non avevano questa necessità, erano già ben individuabili, per la numerazione positiva (in rettangolo) e negativa (in cerchio) ....... non avevano bisogno di teste rovesciate ......

..... anche perchè .... sai che guai ......rovesciare una testa reale (anzichè la "repubblicana" Ceres) ...... :uah: :uah: :uah:

Ciao: Ciao:
In realtà hanno rovesciato anche le teste coronate...
fr 20 cent.jpg
Il 20 cent è normalmente azzurro/blu; questa è una prova di colore.

Credo anch'io che i tête-bêche siano semplicemente dovuti a un errore umano.
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da mikonap »

ingegné ha scritto: Questa è la spiegazione "ingeneristica", la prima che ho pensato e che mi sembra la più verosimile: basta che il "contre poicon" abbia un disegno a rilievo ed ecco che il corretto posizionamento del "flan" può essere verificato anche quando sono a testa in giù.
...
Vittorio
Io da architetto, conoscendo la pignoleria sabauda - penso al fondino di sicurezza che ha fatto tanto penare i De la Rue e che loro non hanno mai utilizzato altrove - avrei coniato sui cubetti di piombo, sulla faccia opposta a quella con l'impronta, i numeri di tavola.

Questo avrebbe dato certezza del verso ed impedito che qualche piombo di precedenti produzioni casualmente s'infiltrasse nella tavola. :) Se così è stato, da amante delle varietà, non potrò mai sperare di trovare una coppia formata da due valori diversi :f_rido:

Ciao: michele
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da Antonio Bove »

Maurizio! Meriteresti un Nobel per le ricerche di cui ci fai partecipi.
Cerco di leggere il tutto ma trovo faticoso farlo a video per cui aspetto l'annunciato PDF da stampare e studiare con la dovuta attenzione.
Grazie
Antonio
Raccolgo tutti i francobolli che reperisco ma le mia preferenza va a quelli della IV emissione di Sardegna e quelli del Regno d'Italia.
Ero già iscritto al vecchio forum ma non ricordo in che data.
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da maupoz »

ingegné ha scritto: E se proprio aveva già realizzato il rame e se ne accorgeva solo con la prova di stampa, tagliava il rettangolino del francobollo incriminato e lo capovolgeva.
Vittorio

Riprendo questa ipotesi fatta da Vittorio (Ingegné)

Mi ero chiesto leggendo gli inventari dell’officina che cosa volessero dire quando scrivevano “mancante di 37 teste utilizzate per altri rami"
Preciso che si tratta del rame della tavola del 20 centesimi Bigola numero 3 – 71 (ho omesso parte dell’elenco per non creare confusione di numeri), quindi si tratta della terza tavola realizzata per questo valore.

Messa così mi pare ora abbastanza chiaro; hanno utilizzato 37 dei 400 multipli in rame della tavola 3 per altri rami del 20 centesimi Bigola.

Ma subito dopo considero , la tavola 3 era difettata? Era caduta?si era ammaccata?era usurata ma con una parte riutilizzabile?
Vennero tagliate 37 teste (in blocco??) ed utilizzate come?
come si fa ad inserire un blocco di 37 in un rame di 400?
Oppure le 37 “piastrine con testa” servivano per sostituirne alcune?

Riprendendo l’articolo sui galvanos traduco

Altre caratteristiche dei francobolli di queste prime emissioni sono chiamate "varietà" e hanno origini diverse.
Nel caso di galvanos (rami) monoblocco, piccoli difetti potevano essere , per esempio, dovuti a particelle di piombo rimaste nelle cavità del punzone tra le varie battiture dei piombi (flans) o ad altri difetti causati da impurità al momento del riporto galvanoplastico.
Nel caso di galvani “assemblati”, oltre ai difetti già menzionati, vi sono sostituzioni di clichés (clichées danneggiati), che non sono necessariamente identici a quelli di contorno (diversa usura dei punzoni, usura dei clichéès rimasti al loro posto rispetto a quelli nuovi, etc.)


Ecco lo stralcio dell’inventario dell’officina in questo caso dei rami presenti al 31.12.1867 e si riporta la nota delle “teste mancanti” (freccia rossa) notare anche il conseguente minor valore d’inventario (nell’inventario fatto al 1° gennaio 1867 questa nota non compare)


Con le frecce azzurre evidenzio due particolari, il rame da 60 centesimi che è diviso a metà (2 parti da 200 francobolli - tavola 2 -46) e la presenza dei rami per la prima stampa (il fondino di sicurezza).

Gli ultimi due rami sono i … ferri di cavallo.

OCV inventario rami 31.12.1867.jpg

nel prossimo intervento vedremo che tipi di punzoni c'erano in officina

Ciao: Ciao:
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Maurizio

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mikonap
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Re: types Groupe - dal pezzo di bosso al galvano di servizio (ossia ai nostri rami)

Messaggio da mikonap »

maupoz ha scritto: ...
Altre caratteristiche dei francobolli di queste prime emissioni sono chiamate "varietà" e hanno origini diverse.
Nel caso di galvanos (rami) monoblocco, piccoli difetti potevano essere , per esempio, dovuti a particelle di piombo rimaste nelle cavità del punzone tra le varie battiture dei piombi (flans) o ad altri difetti causati da impurità al momento del riporto galvanoplastico.

...


...

Ciao: Ciao:
Volevo fare alcune riflessioni in merito alle varietà di riporto, sopra citate.

Per farlo mi avvalgo delle immagini derivate dal sito http://aremorica.free.fr/len90iid/index.php in quanto ho da fare ancora molto lavoro di selezione, pulizia e catalogazione dei miei esemplari che intendevo studiare e presentarvi per verifica .

Premesso che non tutte le varietà presentate nel sito sono varietà di riporto, infatti anomalie come questa, risciontrabile anche nei tipografici italiani, soprattutto in quelli di primo novecento, sono a mio giudizio occasionali.
15c macchia occasionale.jpg
Molto probabilmente si stratta di un corpuscolo che si è interposto tra il rame e la carta. In tal caso la superfice del corpuscolo stampa una macchia di colore in corrispondenza del corpuscolo stesso e solleva la carta intorno al suo bordo creando un alone non stampato.

Questo macchia regolare in bassa alla O di POSTE, con molta probabilità è una varietà di riporto.
15c macchia so O di POSTE F.jpg
A mio giudizio le varietà di riporto si generano soprattutto per asportazione di materia (rigature o intagli), o per urti che creano degli incavi, sul piano di stampa della tavola di rame o sul piano dei piombi/guttaperca.

Al contrario questo che vi mostro, potrebbe essere un caso in cui al rame si aggiunge materiale.
rame var rip.jpg
Nel caso di rigatute o ammaccature del piano di stampa della tavola di rame, questi difetti si evidenziano per la mancanza di colore (si vede il colore della carta).

Nel caso della macchia nella parte bassa della O si tratta di una macchia di colore, quindi di un pieno che viene inchiostrato sulla tavola di rame. A mio giudizio questa macchia si è generata, sul piombo o sulla guttaperca (a secondo della fase di preparazione), come intaglio sul positivo (o immagine dritta) ed è stata trasferita come pieno sul negativo (o immagine rovescia) della tavola di rame. Quindi nella stampa appare una macchia di colore.

Un'analisi più attenta di anomalie di questo tipo ci potrebbe far comprendere se quelle generate sui piombi abbiano o meno caratteristiche diverse (regolarità o meno dei bordi) rispetto a quelle generate sulla guttaperca.

Puramente a sensazione sono portato a vedere l' anomalia sulla O di POSTE del 15c come un intaglio del piombo. Se questo fosse vero, tale anomalia si sarebbe generata in prima fase (realizzazione del rame maestro), e quindi dovrebbe essere più comune di quelle che si possono essere generate sulla guttaperca, ovvero dovrebbe essere più semplice trovarne riscontro tra i nostri.

Ciao: michele
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