debene ha scritto: 21 ottobre 2020, 20:50
Chi organizza manifestazioni filateliche per i propri annulli temporanei cerca sempre
ovviamente francobolli a tema. In tanti anni non ho mai avuto difficoltà a reperirli.
Ogni volta ci siamo messi a tavolino con il referente filatelia di Poste locale, abbiamo individuato
quali andavano bene per l'occasione e li abbiamo ordinati a Roma.
Va bene. Ma se, anziché un circolo filatelico per una propria manifestazione, fosse un
umile e semplice collezionista a voler acquistare dei francobolli "datati", questo collezionista come dovrebbe comportarsi? Certo sarebbe impensabile, per un singolo filatelista, chiamare il "referente" di Poste, prendere appuntamento, andare in città, mettersi a tavolino e perdere qualche ora solo per scegliere qualche emissione. Più logico sarebbe poter disporre del famoso
prospetto delle giacenze presso il proprio ufficio postale e lì ordinare le emissioni di interesse, così come ha chiaramente indicato il MiSE.
debene ha scritto: 21 ottobre 2020, 20:50
Forse non siamo mai andati indietro di tanti anni visto che il valore facciale minimo per l'annullo
è di 0,23 € ma sicuramente ci sono.
Il valore minimo di 23 centesimi lo puoi comporre anche con francobolli di taglio inferiore, ad esempio con più francobolli da 50 o da 100 lire emessi negli anni Settanta o Ottanta e, magari, interessanti da un punto di vista tematico…
debene ha scritto: 21 ottobre 2020, 20:50
Certo che la trasparenza non è virtù praticata!
Ho letto recentemente su un tuo altro post che sei delegato regionale della Federazione. Congratulazioni!
Posso chiederti cosa sta facendo o cosa intende fare la Federazione per ripristinare tale
virtù non più praticata e, più in generale, per far sì che le (poche) regole esistenti vengano rispettate?
Intendo naturalmente fatti concreti (es. azioni eclatanti di protesta, esposti, denunce, ecc.) e non certo semplici lettere di doglianza o interrogazioni parlamentari, che lasciano il tempo che trovano.
TazDevil ha scritto: 21 ottobre 2020, 22:16
In questo caso ho il sospetto che il Liechtenstein abbia una legislazione che consente al concessionario incaricato della distribuzione dei valori postali a corso legale di comportarsi anche come un qualsiasi commerciante filatelico, cosa che, se vera, renderebbe impossibile fare raffronti con l'Italia.
Escludendo la possibilità che l'operatore postale del Liechtenstein abbia ricomprato i propri francobolli da altri commercianti per poi rivenderli al pubblico, direi che è proprio come ipotizzi tu.
Qui però subentra un interrogativo etico: è giusto che un operatore postale venda i francobolli sia nella propria veste di concessionario dello Stato che, a prezzo di mercato e applicando l'imposta sul valore aggiunto, come un qualsiasi commerciante filatelico?
