Restauro di buste
Restauro conservativo per la propria collezione e restauro espositivo o commerciale.
Nel primo caso si può fare per proprio piacere in modo che la busta non si rovini ulteriormente e nel frattempo venga ricomposta.
Nel secondo caso il problema è più sottile. Restaurare in modo che nessuno si accorga del difetto (questo vale anche commercialmente), è normalmente "scorretto". Se invece voglio un restauro perfetto, ma di uso personale, ci può stare, ma spesso per me non vale il costo.
Nel restauro conservativo occorre prender un po’ di pratica, ma non è difficile.
Occorre operare dal verso, stendere le parti su una superficie molto liscia e rigida, unire i lembi strappati, fermarli con due pesi, ritagliare una sottile striscia di carta giapponese (bastano pochi millimetri di larghezza), incollarla e delicatamente, con l’ausilio di pinzette, posizionarla a cavallo in modo da tenere uniti i due lembi. Come colla può già andare bene la Pritt (usarne pochissima). Se la lunghezza da restaurare è lunga o irregolare, conviene eseguire il lavoro per piccoli passi.
Dopo che è stata incollata la striscia al verso occorre appoggiare un foglietto di carta (meglio se siliconata così non attacca) sull’operazione e con un “brunitoio d’agata” o simile strofinare per far aderire e pareggiare l’eventuale eccesso di colla.
A lavoro finito mettere la busta fra due fogli rigidi con un peso. Lasciare asciugare per il tempo necessario.
Spero di non aver dimenticato nulla. Sarà poi l’esperienza che affinerà le capacità lavorative.
