Premetto che quanto segue non vuol essere una risposta univoca ed esaustiva ma piuttosto delle indicazioni per capire cosa succede sulle macchine da stampa a platina.
Il triangolo “incriminato”, con doppia stampa o stampa d’appoggio che dir si voglia, a mio avviso è causa di un maggior spessore a sinistra della piega che, come già espresso da altri in commenti precedenti, ha avuto modo di “sfiorare” la forma prima della pressione di stampa.
Ho provato a ricostruire un blocco e le tre immagini che seguono mostrano
- la piega chiusa con a sinistra il maggior spessore molleggiante;
- la piega aperta;
- la piega con il triplice strato di carta che, sempre a sinistra, impone una certa elasticità rispetto al foglio steso.
Lungo la striscia con il triplice stato di carta si nota la maggior pressione di stampa (si passa dalla media di 80 gm a 240 gm, più o meno lo spessore di un biglietto da visita) e nella parte destra della cifra 4 risulta la maggiore anomalia o deformazione.
Il soffietto o piega a fisarmonica era un difetto caratteristico nella produzione delle carte a mano su macchine in tondo, si creava dal passaggio del tamburo sul piano di appoggio, il più delle volte per la mancanza di sincronia dei due gruppi.
piega 1+2+3.jpg
Spero di fare cosa gradita illustrando con alcuni schemi come è avvenuta la stampa della prima emissione del L-V in base alla descrizione del Voetter e su cui ne discussi telefonicamente subito dopo aver letto la sua pubblicazione.
1 - blocco fisso di una macchina da stampa a platina (piano contro piano);
2 - forma tipografica chiusa nel telaio (caratteri e/o cliscè);
3 - piano di pressione movibile (platina);
4 - pinze per posizionare il foglio, 2 in basso e 1 laterale;
5 - foglio di carta integro;
6 - piega naturale nella carta;
7 - parte del foglio afflosciato.
A - platina aperta per l’inserimento del foglio. La meccanica delle macchine da stampa a platina manuale si distingue in 4 tipi. La macchina da stampa descritta dal Voetter aveva entrambi i piani di stampa apribili, a libro, e corrisponderebbe ai tipi Liberty e Gordon, ma non cambia nulla, la pressione finale è la stessa per tutti i tipi. Questa che descrivo, con piano verticale fisso, è la mia del tipo Gally modello "Victoria";
B e C - la platina si avvia alla stampa, negli ultimi 2 o 3 cm si posiziona parallelamente al blocco fisso in modo che la stampa possa imprimersi uniformemente su tutta la superficie del foglio;
D - la piega (6) e/o parte del foglio afflosciato (7) si sporcano prima della pressione della stampa.
La maggior parte dei problemi di imperfezioni inerenti la stampa tipografica hanno delle definizioni ben precise, purtroppo non conosco tutti i termini in italiano, in tedesco si definiscono quasi tutte con Schmitz: Druckschmitz, Fallschmitz, Farbschmitz (che include la Holdruck e Randdruck) ecc...
platina 1.png
Infine la parte più interessante, il piano di stampa:
1 - vista frontale del blocco movibile (platina) ove si inserisce il foglio da stampare.
Sul torchio a mano il foglio viene inserito nel timpano e bloccato dalla fraschetta, l’insieme riceve poi la pressione di stampa dall’alto tramite la platina;
2 - rivestimento del piano stampa con foglio finale (maestra) e barra di fissaggio. Il rivestimento è composto da diversi fogli di carta o cartoncino calibrato che possono essere morbidi o duri, in base alla composizione della forma di stampa, tale spessore varia in proporzione alla grammatura della carta da stampare e, per facilitare al massimo l’inserimento e l’estrazione del foglio, lo si rendeva il più liscio possibile. In tempi "moderni" si utilizzava la carta "larice", tipo le buste radiologiche, in mancanza di tale materiale si poteva trattare la superficie con sostanze a base di cera e/o talco.
Grazie alla superficie del rivestimento così liscia le prime stampe di un decalco apparivano al verso con intensità di colore uguale a quella che riceveva il recto;
3 - registro laterale (squadra);
4 - pinze poggia-foglio con regolatori di registro sui lati;
5 - foglio di carta stampato (duplicazione del blocco "Blauer Kaiser"

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6 - dispositivo sostitutivo della fraschetta sul torchio manuale, composto da due barre laterali su cui si tendeva una corda o elastico che bloccava il foglio già a metà corsa. Un mancato o errato allestimento comportava un afflosciarsi delle carte, specialmente quelle leggere (e, maggiormente, se le fibre erano parallele al lato lungo) o una caduta del lato alto del foglio sulla forma di stampa nell’utilizzo di carte pesanti o cartoncini.
platina 2.png
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