Ciccio ha scritto:gianni tramaglino ha scritto:gianni tramaglino ha scritto:Cari amici napoletani...il nostro cammino continua tra le tante meraviglie partenopee .... a proposito di bolli ed annullamenti siciliani su francobolli borbonici invito -naturalmente a chi ne avesse voglia- di rileggere quanto mirabilmente scrisse il Maestro Diena ,con un lessico ancor oggi straordinariamente moderno , a pagina 250 del Suo mirabile trattato : Ed eccoci a una bellissima lettera proveniente dalla collezione Mormino con un 2 grana rosa chiaro con annullo assai nitido "AFFRANCATURA INSUFFICIENTE " con direzione Noto e ulteriore bollo VAPORE COMMERCIALE - POSTA DI MESSINA, la data visibile ci indica il 2 luglio del 1859. Nell'augurare un ottimo bel-vedere vi giunga il mio felice continuare!gianborbone
Cari amici napoletani,la lettera che ho postato precedentemente con il nitido annullo "AFFRANCATURA INSUFFICIENTE " è una lettera estremamente "emblematica" che porta a diversi quesiti di non facile spiegazione ! Il francobollo "napoletano" non era stato considerato in virtu' del noto decreto
Nr. 5703 – del 10.05.1859 riportato alla luce (!) dall'amico e studioso e piu' esperto

Pietro Pasfil e la lettera era stata tassata quindi per 3 grana ? Da quanti fogli era composta la lettera e la stessa ,sfuggita all'annullamento, era stata consegnata direttamente alla nave , per caso avrebbe potuto anche fare un pezzo del percorso "via terra" ? Domande che ci siamo posti io e il sagace Pietro .....quesiti che "giriamo " ai Maestri ,sperando in un loro graditissimo contributo!!!!! Felice sia il continuare!!! gianborbone
Ciao amici "Napoletani"

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ovviamente non sono un Maestro ma posto una lettera simile e le informazioni che ho trovato sul volume "I francobolli degli ultimi Re" di Nino Aquila:
12.jpg
"
E' chiaro che la tassazione varia a seconda che la missiva sia stata affidata ai "vapori postali" od a quelli "commerciali".
Infatti, per i primi il porto sarebbe stato di soli 2 grana, mentre il doppio per i secondi, se ci si riferisca a lettere costituite da un solo foglio (fig.39).
Pertanto, nel primo caso la tassazione sarebbe stata di 3 grana, mentre nel secondo di 6. Tuttavia, ho potuto costatare errori di tassazione (fig.39)."

Un saluto a
Ciccio,
Gianni ed a tutti.
Ciccio, hai toccato un tasto per me assai dolente, in quanto è da qualche tempo che sono caduto nell'oblio proprio sulle tariffe applicate alla corrispondenza tra i due domini borbonici,
nel periodo compreso dall'1.01.1859 (data di emissione dei magnifici Testoni) al 30 settembre 1860 quando diventano regolari i collegamenti attuati dal governo dittatoriale.
Ciò, forse per la scarsità dei testi che dispongo o per la mia superficialità di consultazione.
Ti sarei molto grato se riuscirai a dissolvere questo mio dubbio. Ovviamente l'invito e cortesemente esteso a chiunque possa farne luce.
Ecco i miei dubbi. Per completezza di esposizone do sintesi di quanto mi è noto:
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con Decreto nr. 4210 del 9.07.1957 (di riforme nel servizio dell’Amministrazione generale delle regie poste dei procacci nei domini al di qua del Faro),
l’art. 15 stabiliva che “
per la corrispondenza delle lettere e la spedizione delle stampe tra i reali domini al di qua ed i reali domini al di là del Faro si continuerà ad osservare provvisoriamente l’attuale sistema in vigore, in fino a quando non si sarà adottato anche pe’reali dominii al di là del Fro ‘uso de’bolli di posta”.
Quindi, sino all’entrata in vigore dei FB siciliani (cuiè l'1,.01.1859), per le lettere semplici spedite tra i due domini, si continuavano ad applicare le tariffe previste dal Decreto nr. 9391 del 22 aprile 1845 con il quale venivano approvate delle nuove tariffe per la tassa delle lettere: gr. 5 “con legni a vapore” e gr. 2 “con legni a vela” per le lettere semplici.
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Con decreto del 28 settembre 1857 nr. 4454 , veniva approvato il regolamento per l’applicazione ed esecuzione del servizio postale nei domini al di qua del Faro.
L’articolo 9 di tale regolamento prevedeva che “
Quanto alle lettere per l’interno del Regno e per l’estero, di cui non è richiesta obbligatoriamente l’affrancatura, se l’importo dei bolli di posta non sarà inferiore alla metà dell’ammontare della tassa, il controlloro o il contabile segneranno su ciascuna lettera con inchiostro rosso le parole – Tassata per insufficienza di francatura; e v’indicheranno quindi con lo stesso inchiostro la differenza tra il valore de’ bolli e l’importo della tassa.
Se poi l’importo de’bolli sarà inferiore alla metà della tassa, sarà questa per intero con la sovrattassa caricata al destinatario.””””
- Stessa cosa venne prevista dal regolamento postale per i Domini al di là del Faro, approvato con
Decreto nr. 5386 del 29 novembre 1858.
- Entrambi i decreti sono richiamati nell’art.
7 del Decreto nr. 5703 del 10.05.1859 con il quale viene approvato il regolamento per la vendita ed uso de’bolli di posta, e pel servizio della corrispondenza postale fra i domini di qua e quelli di là del Faro, di cui si è già discusso in un precedente topic. Quest’ultimo Decreto, inoltre, prevedeva l’obbligo dell’affrancatura per le lettere spedite con i “
vapori commerciali” e con
l’art. 6 disponeva che le lettere “
sfuse” che si raccoglievano sui vapori, ancorchè provviste di FB dovevano essere considerate come non affrancate poiché mancante dell’annullato dell’officina di spedizione.
Andiamo adesso alla letteratura maggiormente rappresentativa:
- Storia Postale del regno di Napoli dalle Origini all’introduzione del francobollo, Paolo Vollmeier Editore, vol. I, pag. 174: Le corrispondenze dirette in Sicilia e spedite via mare coi piroscafi postali nazionali oppure via terra per Messina, osservavano la seguente tariffa: per lettera semplice gr. 5, per lettera di ……”. Le lettere per le sole province di Messina, Noto e Catania potevano imbucarsi nel sabato; quelle per la sola città di Messina il martedì. Col piroscafo si spedivano altresì le lettere per tutte le province insulari. Quelle, invece, spedite coi piroscafi commerciali osservavano una tariffa esattamente doppia e l’affrancatura era obbligatoria alla partenza.
- Storia Postale del regno delle Due Sicilie, Vito Mancini, pagg. 166 e 167: “Le corrispondenze dirette in Sicilia e spedite “via mare” coi piroscafi postali nazionali oppure “via terra” per Messina, osservavano la seguente tariffa: per lettera semplice gr. 5, per lettera di ……”. “Stampe e giornali, per ogni foglio, mezzo grano. Quelle, invece, spedite coi piroscafi commerciali osservavano una tariffa esattamente doppia e l’affrancatura era obbligatoria alla partenza”.
- Stesso testo, cita anche quanto indicato dal suindicato art. 15 del Decreto nr. 4210 del 9.07.1957.
- Dagli Stati preunitari al regno d’Italia (1859-1862) STORIA POSTALE di Luigi Sirotti, vol. II, pag.122: “fino al 30 settembre 1860, il materiale disponibile è molto ridotto e presenta affrancature di incerta interpretazione. Dai primi giorni di ottobre diventano regolari i collegamenti attuati dal governo dittatoriale: le lettere, del primo porto, sono affrancate per 5 grana, non presentano segni di tassazione e ……La corrispondenza affidata ai piroscafi postali francesi continua ad essere affrancata secondo le tariffe già esistenti durante l’amministrazione borbonica.” “..da Napoli per la Sicilia (fino al giugno/luglio 1860 – vedere anche il capitolo riguardante la Siclia-)".....per lettere di un fogli gr. 2 se con vapori napoletani e gr. 4 se con i vaori di commercio, ..etc........-
- Non riporto Emilio Diena "una vita per la Filatelia" e " I Francobolli del Regno di Napoli e i due provvisori da mezzo tornese del 1860".
Insomma, per non portarla alla lunga, non sono daccordo circa la tassazione di gr. 3 per lettera di primo porto. In quanto i regolamenti prevedevano che se sulla lettera erano stati applicati FB non inferiori alla metà del porto, il destinatario avrebbe dovuto pagare il residuo della tariffa prevista, senza l'aggiunta di alcuna soprattassa. Se affrancata con FB di un importo inferiore alla metà della tariffa prevista, i FB non sarebbero stati proprio considerati ed il destinatario avrebbe dvuto pagare l'intera tarifa più la prevista tassazione pari alla metà di essa.
In sostanza, quella lettera affrancata in partenza con FB da 2 grana e tassata per gr. 3 (per un to. di gr. 5) non rispecchia alcuna tariffa, nemmeno rispetto quelle prima vigenti.
Spero di non aver fatto troppa confusione.
pasfil