inserisco qui anche se non si tratta di interi postali ma solo di lontane cugine di una BLP.
Mi è capitato su una rivista estera di trovare un articolo sulle buste riportanti pubblicità
e tra BLP ed Interi Pubblicitari c'erano anche queste.
Erano prodotte dalla Postalpremio di Napoli e non so se vendute già preaffrancate.
La busta come vedete ha pubblicità sia al fronte che sul retro e all'interno vi era un foglio
in cui scrivere anch'esso pieno zeppo di pubblicità.
Qualcuno di voi li conosce o ne è in possesso per poterne mostrare alcuni?
postalpremio007.jpg
postalpremio008.jpg
postalpremio010.jpg
sergio
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Guarda le mie vendite su Delcampe: nickname "debene".
I miei interessi :
Tematica medica; Antichi Stati; Storia Postale di Bari; Precancel U.S.A., Affrancature Meccaniche; Letteratura Filatelica; Erinnofili;Collezione A.S.F.E.
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E' da molto tempo che posseggo questo oggetto e mi sono sempre chiesto cosa fosse. Adesso stò capendo che erano delle buste prepagate attrezzate per la promozione di Ditte e prodotti e che penso venivano cedute gratis alle eventuali utenze. Questa che ho io è di Firenze.
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Pensando ad una connivenza con gli interi postali ho ritrovato su un vecchio catalogo Pertile del 1996
questa classificazione e credo che il nostro oggetto lo possiamo classificare all'interno di questa categoria.
Quindi se un "Repiquages" ne abbiamo già parlato qui nel forum!
repiquages225.jpg
sergio
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No, caro Sergio: non e' un repiquages in senso interofilo. La base utilizzata infatti non e' un intero postale come invece accadeva per quelli riportati dal Nuovo Pertile. Si tratta di materiale di cancelleria totalmente privato, il che - ovviamente - non gli impedisce di essere preso in considerazione da chi estende la storia postale al di la' delle carte-valori. Confesso che non conoscevo queste buste ''Postalpremio'' e mi colpiscono due cose: la data piuttosto tarda per questo tipo di materiale e il fatto che i promotori siano riusciti ad ottenere pubblicita' anche di ditte prestigiose.
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debene ha scritto: 2 gennaio 2018, 18:51
....
Non possiamo quindi nemmeno parlare delle cosidette "buste parlanti"?
...
Parlare , ne possiamo parlare anche a josa.
Il fatto che un oggetto, chiaramente destinato l'uso postale, non rientri nel campo dell'interofilia, non lo rende meno degno di attenzione.
In fondo fanno storia postale persino le semplici buste in normale commercio oppure il ricorso alla piegature dei plichi, gli inchiostri e il modo di scrivere gli indirizzi, le formule encomiastiche, l'ortografia, i moduli del servizio postale, le etichette ecc. ecc.. Io stesso sul forum avevo afflitto i malcapitati lettori con una lunga analisi di oggetti come le ''lettere illustrate''
a3.jpg
e anche le cartoline di auguri... A proposito, ricambio calorosamente gli auguri per un sereno 2018
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Stavo giusto andando a documentarmi per ciò che è stato scritto ma Riccardo mi ha preceduto nelle risposte .
Volevo segnalare che sono riuscito a trovare anche questo passaggio nel libro : L'arma segreta del duce: La vera storia del Carteggio Churchill-Mussolini
Postal premio.jpg
Dove sembrerebbe che la sede di Postalpremio non fosse a Napoli ma a Roma e che il sistema brevettato fosse stato curato da un certo Enrico De Toma (figura citata nel nel racconto del Libro, ma questa è un'altra storia...)
Ringrazio Sergio per aver aperto questo Topic che mi ha permesso in queste rare giornate di Ferie di poter andare a cercare e spulciare i vari argomenti legati ad esso tra cui questo bellissimo Topic sulle Buste Parlanti :
Scusami Riccardo mi sono espresso male.
Volevo chiederti se l'oggetto in questione non può nemmeno essere classificato come busta parlante,
o queste sono altra cosa?
Il problema poi di andare fuori dal seminato è un vizio di noi collezionisti che non sappiamo
prender qualcosa e buttarla via per il solo fatto che non sta in un catalogo o non ha l'onore di un asta!
L'importante è essere consapevoli che si sta conservando qualcosa di alcun valore,
cioè un "ephemera" un termine che a me piace molto perchè significando qualcosa
la cui vita non va oltre la giornata, mi compiaccio di prolungarne l'esistenza!
Leggo nel frattempo l'intervento di Pietro che ha scovato dalla rete anche questa
ulteriore notizia.
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Definizione dal sito ibolli : Busta parlante - Busta prodotta da ditte private con pubblicità presente su tutto il contorno e con il francobollo già applicato
Altra definizione trovata su uno speciale di C.F. :
Busta pubblicitaria di produzione privata (...) venduta nelle rivendite di generi di monopolio con uno sconto rispetto al valore del francobollo applicato.
(...)
Secondo il mio modesto parere , direi che quanto mostrato sopra molto si avvicina a queste definizioni pur non trattandosi chiaramente di ciò che normalmente intendiamo quando parliamo di Busta parlante (scusate il gioco di parole...) in quanto esse mi par di capire non fossero comprensive di foglio interno per la scrittura come invece sopra sembrerebbe mostrato (In quelle di Sergio e Brown3 non ho ben capito in realtà se trattasi di busta con foglio interno o di foglio piegato a mò di busta ...)
pietro
Seguo queste tematiche:
ENERGIA / FOOD / ERRORI / STORIA DELL'ILLUMINAZIONE
Ma anche: A.M.- SOS-MULTIAFFR.-FILATELIA IN GEN. E ANCHE MONETE...
Iscritto al Forum dal 12/11/04 (vecchio forum)
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Quella mia è un foglio piegato in tre parti a mo di busta. Sarebbe bello trovarne una usata, ma penso sia già difficile trovarla da nuova. Da parte mia è l'unica che abbia mai visto.
Di iniziative per sfruttare la capillarita' postale a fini pubblicitari grazie a sconti sui costi dell'affrancatura si registrano vari esempi in Italia e in altri paesi. Ecco qualche esempio di interi postali con annunci pubblicitari francesi di cui mostro il fronte e l'interno grazie ad immagini pescate su Delcampe:
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cl1.jpg
cl2.jpg
l1.jpg
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l3.jpg
lp.jpg
lpp.jpg
In Italia le ''buste parlanti'' del 1877 (la vulgata filatelica vuole che il nome derivi dal leggero sibilo che emanavano al momento della bollatura per via dei francobolli tagliati con colpi di rasoio) si inseriscono in una ampia famiglia che comprende le ''francalettere'', le ''cartoline di pubblicita''', i biglietti postali di Emilio Corsi (1890), le ''cartoline reclame''' del 1899, i ''biglietti reclame'' di Firenze. A questo tipo di iniziative (peraltro di non strepitoso successo) diede un duro colpo l'estensione ai rivenditori di generi di monopolio del divieto di vendere francobolli e interi a prezzi inferiori a quelli facciali (1904). Ma non tutti rinunciarono: si possono ricordare le cartoline postali ed i biglietti postali ''Excelsior'' di Napoli (1917) e le cartoline postali ''Excelsior'' di Torino del 1956. Adesso possiamo rimpolpare la lista con le buste ''Postalpremio'' che sono quindi davvero interessanti. Rientrano nella famiglia, ovviamente , anche le Buste Lettere Postali create a beneficio degli invalidi di guerra con i loro francobolli soprastampati BLP (che potevano essere vendute anche da collettorie e ricevitorie postali).
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(la vulgata filatelica vuole che il nome derivi dal leggero sibilo che emanavano al momento della bollatura per via dei francobolli tagliati con colpi di rasoio)
questa proprio non la sapevo; pensavo "parlanti" a causa della pubblicità che "mandava messaggi al consumatore"!
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