Confermo quanto detto da Massimiliano

: l'ipotesi più accreditata fa risalire ai corrieri privati la diffusione dei francobolli falsi nel LV. Tuttavia ci sono degli aspetti ancora da chiarire dato che a loro era assolutamente vietato il trasporto extraplico di lettere e di conseguenza la raccolta in itinere. Forse lo facevano ugualmente ma era una pratica tutta abusiva e di "doveroso versamento all'ufficio postale" non vi era nulla. Io stesso però non ho alternative valide
Stavo leggendo un doc relativo all'apertura di un ufficio postale a Cavernago (BG) nel 1854. La direzione di Verona proponeva di collegarlo con Bergamo "mediante le esistenti corse di Messaggerie postali nei CAUTI modi di pratica cioè di rinchiudere (le lettere) in una valigetta con doppia chiave". Anche questo dato fa cadere la prassi del "doveroso recapito" e del pacifico trasporto extraplico.
Premesso che mi piacerebbe sapere il luogo in cui ogni lettera venne scritta ora resta da chiarire il ruolo dei corrieri nelle lettere pubblicate dal DB, o anche qui da Sergio quella per Artogne o da Massimiliano per Modena e Venezia, in cui il luogo di scrittura (visibile dal timbrino della ditta mittente) è uguale al timbro di partenza. Si poteva lasciare al corriere le lettere non affrancate, pagando in contanti, il quale poi apponeva il francobollo e le portava all'ufficio postale???

Mi sembra l'unica possibilità in mano ai corrieri per fare entrare nel circuito postale una lettera in partenza con francobolli falsi. A meno che anche gli stessi impiegati o il mittente ne fossero già in possesso.
Ultimo particolare, non tracurabile: la prassi di presentare una lettera in posta, farla timbrare, pagare la tassa e trasportarla di persona a destinazione venne proibita nel LV intorno al 1830.
Grazie a chiunque vorrà contribuire allo sviluppo del topic e alla soluzione del problema

Francesco
Comunque al momento non ho alternative.