franzfin ha scritto:si parla di un centinaio di morti
brutta storia. Ho vissuto il terremoto dell'Irpinia nel 1980 vivendo per quasi due settimane in macchina.
speriamo che la conta si fermi qui che 100 sono già troppi.
Purtroppo la storia insegna che per il computo finale delle vittime bisognerà attendere diversi giorni.
Questi macabri appelli si susseguono con dolorosa ripetitività nella storia nazionale, ma qui si vive come se i nomi di Messina, di Avezzano, di Ischia, del Belice, del Friuli, dell'Irpinia fossero quelli di luoghi esotici e lontani.
Il Giappone è terra sismica forse più che la nostra ma lì terremoti ben più potenti del tutto sommato modesto sisma che ha colpito l'Abruzzo la notte scorsa raramente causano crolli importanti ed un numero rilevante di vittime. Che edifici costruiti cento e più anni fa, con tecniche e mentalità inadeguate, possano subire danni gravissimi si può capire. Ma una moderna casa dello studente? Come può subire danni ingenti un ospedale costruito a poca distanza da un luogo dove neanche cent'anni fa un cataclisma ha decimato la popolazione, uccidendo 29.000 persone su 120.000 residenti?
Ma perché nessuno ha mai attuato o pensa di attuare una ristrutturazione anti-sismica, almeno nelle zone più ovviamente a rischio, questa sì un'opera pubblica utile? Cosa dovrà succedere ancora?