Cari amici,
oggi sono tornato a visitare, come si fa per un defunto, la mia abitazione nel centro storico dell'Aquila, in zona rossa da 4 anni. Avevo abitato in questa casa per 28 anni prima di sposarmi, poi alla morte dei miei due genitori, unico erede, ho pensato bene (?) nel 2007 di fare una imponente grande e decisiva opera di restauro per una casa di oltre 350 mq.
Vi lascio immaginare quale spesa, quanto tempo, impegno per coordinare e seguire tutti i lavori, comprese le autorizzazione varie (Comune, Regione, beni ambientali e monumentali, Sovrintendenza ai monumenti, etc.) il tutto con mutuo bancario ancora oggi in pagamento senza avere però la casa, ma con grande soddisfazione di aver fatto un lavoro, per me enorme, quanto una vita di lavoro mi permetteva.
Conclusi i lavori e pene varie, andai ad abitarla il 31 marzo 2009! Esatto, 5 giorni prima della tremenda scossa delle 3,32 quando L'Aquila il 6 aprile è stata praticamente distrutta. Pensate che "bello" e che "soddisfazione", aver abitato per soli 5 (cinque) gioni nella propria casa e poi scaraventati fuori dalla furia di un mostro! Comunque, fortunato, perchè uscito illeso, insieme con la mia famiglia, grazie proprio per il lavoro fatto. Il tutto avvenuto in una zona tra le più colpite del centro storico dell'Aquila, circondata da crolli e devastazione, con morti e feriti nelle case accanto e limitrofe.
Questa abitazione patrircale, acquistata da mio nonno paterno nei primi anni del 900, era "casa mia" e lo è tutt'ora. Solo che non la abito più da quella maledetta notte del 6 aprile.
Il resto della storia sono le immagini che avete visto scorrere ovunque in questi anni e che vedremo ancora per molto tempo.
Perchè dopo tanto ho deciso di raccontare brevemente questa storia? Perchè l'emozione odierna ed il ricordo di quanto accaduto a L'Aquila non tramonti mai in nessuno e soprattutto perchè ci sia sempre la consapevolezza che questa Città non deve morire.
Ci stiamo rialzando faticosamente. La periferia è stata quasi interamente ricostruita ed il grande centro storico (200 ettari), meraviglioso ed unico nel suo genere, comincia ad avere decine di cantieri aperti. Le frazioni (46) mancano però all'appello. Ci vorrà ancora tempo. Credo molto, perchè L'Aquila torni ad essere quella splendida Città che conoscevo.
Da quella notte, quando oltre centomila persone, in tutto il cratere, persero l'abitazione, oggi sono assistite ancora 24.000 abitanti. Una cifra enorme per un disastro enorme. Famiglie che aspettano di tornare nella loro abitazione, ma che non hanno perso la speranza, dopo un'esperienza disperata, triste ed unica che non ha pari, se non vivendo una guerra. Tale è stata per L'Aquila.

Giampaolo.